È il luglio del 1940, l’Italia è in guerra. Ricciardi – preoccupato per la figlia Marta e per i suoceri, in grave pericolo a causa delle origini ebraiche – ha ormai trasferito la famiglia a Fortino, il paese dove è nato. Lí, nei luoghi dell’infanzia, sperava di avere un po’ di quiete. Invece,[…] , tra le montagne del Cilento il commissario è messo faccia a faccia con un passato che avrebbe voluto scordare. Per lui, e non solo per lui, è arrivato il momento di regolare i conti con la propria storia.( da Einaudi Libri)
Volver, un altro nome di tango, come Soledad e Caminito che lo hanno preceduto.
Non casuale la scelta di un titolo che è il nome di un ballo e di un testo che ne accompagna la musica
Nell’immaginario collettivo il tango è un ballo particolare, un cammino, di un danzatore con la sua compagna, una coppia che per trovare sintonia deve in primis essere in sintonia con se stesto e con il partner, ma è anche abbraccio, sostegno, non sentirsi soli, ma accompagnati per resistere alle intemperie della vita, è nostalgia, è incontro.
Volver conclude il ciclo con il commissario Ricciardi, così racconta lo stesso De Giovanni in un bellissimo articolo (Ricciardi, ecco perché ti dico addio comparso sul Corriere della Sera il 23 Nov 2024) non solo una “spiegazioe”, un perché, ma ricco di riflessioni d’autore di cui mi piace riportare solo alcuni pezzi che mi hanno colpito per le rivelazioni che contengono relative al rapporto che si crea tra scrittore e personaggio.
“Alle porte dell’uscita di questo romanzo, Volver, mi ritrovo a interrogarmi su Ricciardi e su me stesso: e scopro di avere più risposte che domande, sfogliando le istantanee, che il cuore più che la mente mi restituisce, di questi vent’anni in cui tutti e due siamo profondamente cambiati, ognuno nel suo tempo e ognuno nel suo mondo, legati da questo filo stretto e fortissimo che ci unisce ma che ci mantiene lontani. Io Ricciardi, sapete, lo guardo vivere da una finestra, come un vicino di casa di cui si sanno molte cose ma che non si è mai formalmente presentato. E adesso che questa finestra sta per chiudersi, almeno su quella fetta della sua esistenza che ho finora raccontato, posso chiedermi che cosa siamo stati l’uno per l’altro. E che strada tortuosa e accidentata abbiamo percorso, per arrivare fin qui”.
E ancora
“Storia dopo storia siamo rimasti insieme, e ogni tanto l’ho incontrato nei posti meno prevedibili, pronto a raccontarmi un altro pezzo di storia. Come si fa tra amici, che non si vedono da un po’ e poi si aggiornano su quello che è successo, ed è come se non si fossero mai allontanati di un millimetro.Tra noi però c’è sempre stato un accordo: avrei smesso di raccontare di lui nell’imminenza della guerra. Per la verità, venendo meno al patto, avevo provato a fermarmi prima, quando per lui era il 1934 e per me il 2021, con la morte della moglie e la nascita della sua bambina; credevo che fosse uno snodo insuperabile, e che l’immediato futuro gli avrebbe riservato solo dolore. Se vuoi bene a qualcuno non ti va di osservarne la sofferenza, e per poterne raccontare dovevo vedere”.
Ambientato nel luglio del 1940, in un’Italia segnata dalla guerra, il romanzo intreccia, come sa fare perfettamente De Giovanni, le inquietudini del personaggio Ricciardi con il dramma collettivo. Se Ricciardi torna nelle sue tenute di Fortino, nel Cilento, a Napoli sono rimasti i due compagni di sempre, il medico legale in pensione Bruno Modo e il brigadiere Raffaele Maione, prossimo anch’egli al pensionamento. Tanti e riconosciuti i molti protagonisti: il primo candidato ad eseguire l’attentato che si progetta ai danni di un funzionario tedesco di passaggio in città, mentre sulle note del tango di Carlos Gardel, “Volver”, torna cercando forse un’ultima speranza la donna da Buenos Aires; la piccola Marta, che ha ereditato gli stessi “doni” e tormenti del padre, gli sarà di aiuto per scoprire la verità su un’antica storia. Marta, che “sente” la voce della vecchia Filumena sorda e muta, la cui rivelazione servirà per riannodare i fili di un remoto fattaccio; e tra i protaginisti certamente Napoli, non solo sfondo a tante vite.
Non si può non essere coinvolti, Ricciardi è un personaggio nella cui vita siamo entrati e lo abbiamo serguito per molto tempo, è un protagonista travagliato ma che sa comunque procedere dentro la propria vita non con rassegnazione, ma con costante coraggio: di certo non facile da amare, ma so che mi mancherà non trascorregli ancora accanto .
dello stasso autore su tuttatoscanalibri
Il metodo del coccodrillo
Gli occhi di Sara
Tre passi per un delitto (con Scalia e De Cataldo)
Un volo per Sara
Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi
Sorelle. Una storia di Sara
Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi
Pioggia. Per i Bastardi di Pizzofalcone