Il noir di Emma Stonex e l’ultimo romanzo di Ahmet Altan. Due presentazioni in breve

Cornovaglia, Inghilterra, un isolotto lontano dalla costa su cui si erge il faro, tre guardiani, tre donne in attesa che ciascuno di essi torni a casa a turno, un mistero.

Ispirato ad un fatto realmente accaduto nel 1900 a Eilean Mòr nelle Ebridi, il romanzo si apre subito con il mistero da sciogliere: è il 30 dicembre del 1972 quando una barca approda al faro dello Scoglio della Fanciulla, per dare il cambio ai custodi, ma la porta del faro è chiusa dall’interno, la torre è vuota e dei guardiani non c’è traccia.

“Vent’anni dopo, le donne dei tre guardiani stanno ancora cercando di andare avanti, anche se senza risposte. Helen, Jenny e Michelle avrebbero dovuto essere unite dalla tragedia comune, che invece le ha separate. Fino a quando, un giorno, uno scrittore le contatta: vuole scrivere un libro su quel mistero irrisolto e dare loro la possibilità di raccontare la propria versione della storia”

Sei voci narranti a turno raccontano il proprio rapporto con il faro, ma anche il proprio rapporto di coppia.

Emma Stonex è nata nel 1983 ed è cresciuta nel Northamptonshire. La sua storia d’amore con i fari e il mare è iniziata durante le vacanze trascorse da bambina in Cornovaglia e sull’isola di Wight. Prima di diventare scrittrice a tempo pieno, ha lavorato come editor in una grande casa editrice. Vive a Bristol con il marito e le loro due figlie.(da Libri Mondadori)

Ahmet Altan, “Signora Vita”

Dopo cinque anni in un carcere di sicurezza a Silivri in Turchia e dopo aver rischiato l’ergastolo per “reati d’opinione”, pubblica anche in Italia per E/O Edizioni il suo ultimo romanzo, ambientato nella Turchia di oggi. Protagonista e voce narrante è lo studente in Letteratura Fazil che nonostante sia precipitato nella povertà dal fallimento dell’azienda agricola del padre e dalla sua morte, decide di continuare gli studi trasferendosi in città. Nella ricerca di un suo percorso incontrerà due donne che diverranno importanti ciascuna a suo modo sebbene molto diverse.

Un romanzo di formazione in cui sesso, amore, politica e amore per la letteratura, quasi un’ancora di salvezza in una società in cui il pensiero libero non è contemplato, s’intrecciano e s’incarnano in vari personaggi femminili come la professoressa Nermin Hanim che continua coraggiosamente a proporre pagine di critica letteraria.

Da Edizioni E/O

Ahmet Altan, uno degli autori più noti e popolari della Turchia, è stato liberato recentemente dopo essere stato incarcerato nel suo paese dal 2016 per reati di opinione. Per la sua attività di oppositore e critico del potere era stato in un primo momento condannato all’ergastolo. Il 14 aprile 2021 è stato liberato grazie al vasto movimento di solidarietà nei suoi confronti in Turchia e in Europa. Con le Edizioni E/O ha pubblicato i romanzi Scrittore e assassinoCome la ferita di una spada e Amore nei giorni della rivolta e la raccolta delle sue memorie difensive, Tre manifesti per la libertà.

Su mangialibri alcune recensioni ai romanzi di Altan

Elisabetta Rasy “Le indiscrete. Storie di cinque donne che hanno cambiato l’immagine del mondo” presentazione

Tina Modotti, Dorothea Lange, Lee Miller, Diane Arbus e Francesca Woodman,

cinque donne protagoniste nelle pagine di Elisabetta Rasy che hanno in comune solo l’obiettivo di raccontare il mondo attraverso il guardare al femminile. Scrive la Rasy nel capitolo introduttivo dal titolo esplicativo “Il talento e la libertà”:

“la nuova tecnica non è solo un mestiere, ma la possibilità di indagare la realtà con uno sguardo diverso, il proprio sguardo femminile abituato a cogliere aspetti della vita intimi o trascurati, spesso lontani dalle rappresentazioni canoniche”

Le presenta quindi in alcuni dei loro tratti peculiari e distintivi nella loro arte:

“Modotti nasce in una famiglia povera friulana e a tredici anni è già operaia in fabbrica, poi l’emigrazione in America che la porta da Hollywood al Messico rivoluzionario e alla guerra civile spagnola. Anche Dorothea Lange ha radici nell’emigrazione, stavolta tedesca, verso gli Stati Uniti: la poliomielite che la rende zoppa da bambina la lascia piena di vergogna, ma anche di voglia di riscatto e con un occhio speciale sulla sofferenza altrui. Lee Miller subisce il trauma di un abuso sessuale nell’infanzia: saprà mettere l’inquietudine che l’accompagnerà tutta la vita al servizio della sua arte in giro per il mondo. Diane Arbus conquisterà il potere di esprimere i suoi fantasmi interiori, liberandosi a fatica da un’educazione convenzionale che la vuole moglie e madre perfetta. Francesca Woodman dedicherà la sua breve esistenza a raccontare immagini inedite della figura femminile, sfidando l’iconografia dominante”.

Hanno quindi molto poco in comune ma, come conclude l’autrice “ognuna di loro è animata da un inarrestabile desiderio di libertà. L’incontro di talento e libertà è la cifra segreta, l’essenza più profonda della loro storia e della loro opera”

Da Mondadori Editore

“Con una scrittura intensa e partecipe, Elisabetta Rasy insegue lungo l’arco del Novecento la vita e l’opera di queste cinque donne straordinarie, animate, ognuna secondo il proprio temperamento, da un’inarrestabile aspirazione alla libertà. Perché proprio l’incontro di talento e libertà è la cifra segreta grazie alla quale hanno saputo farsi strada in un mondo ancora fortemente maschile, diventando protagoniste di un nuovo sguardo sul secolo che hanno attraversato”.

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Brevi note biografiche

Elisabetta Rasy è nata a Roma, dove vive e lavora. Ha pubblicato numerosi libri di narrativa e saggistica tra cui Posillipo (Premio Selezione Campiello 1997), Tra noi dueL’estraneaMemorie di una lettrice notturnaFigure della malinconia e Le regole del fuoco (Premio Selezione Campiello 2016). Da Mondadori ha pubblicato La prima estasi (1985) e Le disobbedienti (2019). Le sue opere sono tradotte in molti paesi europei e suoi racconti sono apparsi in numerose antologie italiane e straniere. Collabora al supplemento domenicale del «Sole – 24 Ore».

Anne Sexton “Il libro della follia” presentazione

Il 27 corrente mese in libreria per La Nave di Teseo, a cura di Rosaria Lo Russo poetessa e traduttrice di varie autrici tra le quali la statunitense Anne Saxton con il testo a fronte, verrà pubblicata per la prima volta in Italia nella traduzione integrale la raccolta delle poesie scritte nel ‘72 più tre racconti inediti ritrovati, con il titolo “Il libro della follia”.

Vincitrice nel 1967 del Premio Pulitzer, Anne Saxton nasce a Newton 1928 e muore suicida a Weston, in Massachusett, nel 1974. Afflitta da una malattia bipolare aveva sofferto di disturbi psichici che nella creazione poetica riusciva a dominare esternando i propri sentimenti negativi. Il suo stile in una prima fase fu di tipo “confessionale”, etichetta che contemplava un indirizzo poetico sviluppatosi negli Stati Uniti negli anni Cinquanta e Sessanta in cui l’autore manifestava le emozioni più segretamente custodite nell’inconscio, approdando alla scrittura come forma di psicoterapia, consigliatole anche dal suo psichiatra e divenendo insieme a Sylvia Plath una delle rappresentanti di rilievo del movimento.

“Con una scrittura più vicina a quella delle canzoni rock che alla poesia sua contemporanea, la lingua inconfondibile della Follia di Anne Sexton ha influenzato, per stile e tematiche, non solo la poesia successiva americana e poi internazionale, ma anche la scrittura di divi del pop rock come Peter Gabriel e Kate Bush”.( da La nave di Teseo Editore)

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Brevi note biografiche

Anne Sexton (1928-1974), nata Anne Grey Harvey a Newton, Massachusetts, inizia a scrivere poesie durante il collegio. A diciannove anni sposa Alfred Muller Sexton da cui ha due figlie. Affetta da disturbo bipolare, viene incoraggiata dal suo medico a recuperare l’interesse per la poesia e nell’autunno 1957 frequenta gruppi di scrittura a Boston incontrando autori come Maxine Kumin, Robert Lowell e Sylvia Plath. Negli anni sessanta pubblica i suoi primi libri, To Bedlam and Part Way Back (1960) e All My Pretty Ones (1962). Nel 1965 viene eletta Fellow della Royal Society of Literature a Londra e nel 1967 riceve il premio Pulitzer per la poesia per la sua terza raccolta, Live or Die. Ha pubblicato sette volumi di poesie, e quattro libri per bambini con Maxine Kumin, ricevendo numerosi riconoscimenti tra cui una Guggenheim Fellowship, il Shelley Memorial Prize, il Levinson Prize e la Frost Fellowship alla Bread Loaf Writers Conference. Ha insegnato alla Boston University e alla Colgate University. È morta suicida il 4 ottobre 1974.

Rosaria Lo Russo

Poeta, traduttrice, saggista, lettrice-performer, voce recitante e insegnante di letteratura e lettura di poesia da alta voce, si occupa di letteratura, poesia e teatro e dei rapporti fra poesia e performance teatrali, di drammaturgia, letteratura teatrale e letteratura comparata moderne e contemporanee.Si è laureata discutendo una tesi in Storia dello Spettacolo presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze, dal titolo La protagonista di Pirandello. Miti, personaggi e ruoli, vincitrice del “Premio Nazionale Luigi Pirandello” bandito dal Centro Nazionale di Studi Pirandelliani di Agrigento, nel 1992.

Hilary Mantel “Un esperimento d’amore”, presentazione

“Un esperimento d’amore” di Hilary Mantel, scrittrice inglese vincitrice di due Booker Prize e autrice della trilogia dei Tudor e sulla Rivoluzione francese, viene pubblicato da Fazi per la prima volta in italiano per la traduzione di Giuseppina Oneto. Comparso in Inghilterra nel 1995 indaga sull’universo femminile degli anni ‘70: tre ragazze nella Londra universitaria vivono per la prima volta lontane da casa affrontando le nuove tendenze che il periodo incarna combattute tra tradizione e nuovi orientamenti sul ruolo della donna, senza la consapevolezza di essere protagoniste di un passaggio epocale. Una fase vissuta in prima persona dall’autrice studentessa a Londra negli anni Settanta. Karina, Julianna e la protagonista Carmel sperimenteranno i nuovi orientamenti e l’amicizia vissuta al femminile. Diverse per origine ed estrazione sociale: Carmel McBain, voce narrante, è di origini irlandesi, cattolica, da una famiglia modesta; Karina, sua coetanea vicina di casa, immigrata, di estrazione altrettanto umile con cui la protagonista intrattiene un rapporto tra rivalità, disprezzo ma anche affezione. Totalmente diversa è Julianna, altra compagna di scuola prima e di collegio poi, che appartiene alla classe agiata.

Dal Catalogo Fazi Editore

[…]Nella Londra di fine anni Sessanta, sperimentando un passo alla volta la libertà, si confronterà con preoccupazioni del tutto nuove – sesso, politica, cibo e fertilità – e si troverà coinvolta in una grottesca tragedia. Un romanzo inedito di Hilary Mantel: l’autrice della monumentale trilogia sui Tudor si allontana dalla narrativa storica per addentrarsi in territori squisitamente contemporanei raccontando luci e ombre dell’amicizia al femminile fra complicità, gelosie, crudeltà autoinflitte. Con l’acume che la contraddistingue Hilary Mantel esamina la grande sfida imposta dalla società alle giovani donne: ragazze che desiderano il potere degli uomini ma temono di abbandonare ciò che è appropriato per loro, mentre vengono spinte a eccellere, ma sempre senza emergere troppo.

E anche brevi note biografiche

Nata nel Derbyshire nel 1952, Hilary Mantel ha scritto tredici romanzi, fra i quali spicca la fortunata trilogia sulla dinastia Tudor, composta da Wolf HallAnna Bolena, una questione di famiglia (entrambi insigniti del Man Booker Prize) e Lo specchio e la luce. Dai primi due volumi la BBC ha tratto l’apprezzata serie tv Wolf Hall, che ha vinto il Golden Globe 2016 come miglior miniserie. Oltre alla trilogia, Fazi Editore ha pubblicato anche La storia segreta della Rivoluzione, imponente opera in tre volumi sulla Rivoluzione francese, Al di là del nero, una commedia nera di ambientazione contemporanea, e Otto mesi a Ghazzah Street, romanzo di stampo autobiografico ambientato nel mondo saudita.

Anna Zafesova “Navalny contro Putin” Paesi Edizioni

La russista Anna Zafesova ricostruisce il caso sconvolgente del leader politico avvelenato dai servizi segreti russi. Rivelazioni, fatti inediti, segreti del potere putiniano e del suo cerchio magico; i metodi violenti che il regime usa per non crollare. Cronaca dell’inizio della fine per Putin

«L’ora X della Russia contemporanea scatta all’alba del 20 agosto 2020, quando Alexei Navalny perde conoscenza e cade sulla moquette del corridoio di un aereo low-cost nel cielo della Siberia». Potrebbe essere questa la data dell’inizio della fine del potere personale di Vladimir Putin in Russia. Di certo, è il punto più basso e difficile da almeno un decennio a questa parte.

Tutto il mondo ormai sa che Navalny è stato avvelenato da un agente nervino uscito dai laboratori militari sovietici, il Novichok. Ma il fatto che sia sopravvissuto cambia tutto, e legittima quanti sono convinti che questo passo falso abbia innescato una serie di reazioni che porteranno il Cremlino verso una strada senza ritorno. Navalny oggi non è solo un dissidente, ma un leader politico e per certi versi già un martire. La sua legittimazione agli occhi del mondo potrebbe costare cara a Putin, sempre più isolato nel suo bunker e circondato da un cerchio magico che filtra per lui la realtà, mentre altri poteri interni cercano di sostituirsi a lui.

In questo saggio, Putin e Navalny sono così i due protagonisti di uno scontro politico – ma anche di una battaglia culturale e un conflitto generazionale – che trent’anni dopo la fine dell’Urss potrebbe rappresentare una svolta storica, quanto un disastro epocale per la Federazione Russa e il suo popolo.

Anna Zafesova – Giornalista e massima esperta in Italia di Russia e Putin, dopo esperienze con diversi giornali sovietici e italiani, dal 1992 scrive per La Stampa ed è analista politica per Il Foglio e Linkiesta. Fino al 2004 è stata corrispondente del quotidiano torinese a Mosca, dal 2005 vive e lavora in Italia. A lei si devono importanti libri tradotti dal russo, come I cinocefali e ha firmato la postfazione de Nel primo cerchio di Aleksandr Solzenicyn (Voland, 2018).


 

Bérengère Cournut “Di pietra e d’osso” presentazione

Bérengère Cournu,t che con questo romanzo nel 2019 ha ricevuto il premio Fnac, trasporta il lettore in un paesaggio inusitato, dagli orizzonti sterminati, bianchi, tra acqua e ghiaccio. Protagonista è una giovane donna, Uqsuralik, che apre l’incipit in tutta la drammaticità di quanto sta accadendo in un territorio dove la natura domina con le sue leggi, ostile a chi l’ ha scelto per trascorrevi la propria esistenza.

Come si legge nella Nota introduttiva siamo nelle terre dell’Artico tra gli inuit, cacciatori nomadi, le cui uniche risorse sono gli animali da cacciare, le pietre che emergono dalla terra congelata, piante e bacche che crescono al sole di mezzanotte. Un mondo in cui albergano gli spiriti, l’acqua, il vento, la nebbia, la luce degli astri nella notte. In questo paesaggio la protagonista resterà sola, vagando verso la terra ferma per tre giorni con l’unica difesa di una cagna, Ikasuk, la migliore tra quelle del padre e le poche cose che il genitore è riuscito a lanciarle mentre la banchisa si apriva e un corso d’acqua sempre più ampio la separava dai componenti la sua famiglia, risucchiati nella nebbia. Affronterà da sola un viaggio che la porterà a misurarsi con le condizioni estreme dell’ambiente e con sé stessa.

“[…]Uqsuralik perfezionerà le sue tecniche di caccia, si muoverà con le stagioni e vivrà con le tribú nomadi che abitano l’estremo nord, ma anche con gli spiriti e gli antichi elementi della sua terra.
Ispirandosi alle tradizioni della Groenlandia orientale e dell’Artico canadese, e intrecciando tra di loro animismo, sciamanesimo e folclore, Bérengère Cournut racconta una straordinaria storia di formazione che, attraverso il vagabondaggio nell’immenso bianco di una giovane donna, diventa anche un viaggio indimenticabile nel ricchissimo universo del popolo inuit”.( da Neri Pozza Editore)

e anche

Brevi note biografiche

Bérengère Cournut è una scrittrice francese.

Ha pubblicato il suo primo romanzo, L’Écorcobaliseur, nel 2008. Nel 2016 ha pubblicato Née contente à Oraibi, ispirato a un viaggio fatto sugli altipiani dell’Arizona per incontrare la tribú dei nativi americani Hopi. Nel 2019 ha ricevuto il premio Fnac per Di pietra e d’osso.

Due presentazioni in breve

Sara Rattaro “Una felicità semplice” presentazione in breve

La protagonista è Cristina che il lettore incontra in apertura del romanzo e che poi seguirà attraverso due momenti narrativi che si alternano riferiti uno al passato ed alla sua storia d’amore e di coppia vissuta con Andrea, quindi la nascita della figlia e del loro rapporto adulto vissuto a distanza, ed una al presente che riporta la nuova situazione. Il romanzo si apre con una rapina nel negozio di alimentari sotto casa dove Cristina sta facendo la spesa:

Sarebbe potuto finire tutto lì. Io, La mia vita, ma anche quella pungente follia che chiamano solitudine. Forse se quell’uomo mi avesse colpita, non avrebbe fatto altro che porre fine al mio indicibile dolore. Poi ho pensato a Sofia, e la vita mi ha dimostrato ancora una volta tutta la sua tenacia, come una piantina che si fa strada crepando il cemento, e ho capito che se quell’uomo mi avesse colpita avrebbe, in realtà, lasciata a terra una madre che non aveva ancora portato a termine il suo compito e una donna che credeva di aver già amato abbastanza.

Proprio in quell’attimo, ostaggio di una rapina, le si palesa una nuova visione della sua realtà come un velo squarciato, un velo che si scosta per mostrare la profondità di qualcosa: ecco cos’è una magia.

L’autore è famoso: La macchina del tempo, L’isola del dottor Moreau, L’uomo invisibile e soprattutto La guerra dei mondi del 1899.

Londra 2100 è il titolo in italiano del suo ultimo lavoro, in originale When the Sleeper Wakes ovvero “il risveglio del dormiente”; è ambientato come esplicita il titolo nella Londra del 2100, ben duecento anni nel futuro. Il protagonista è Graham che cade in un sonno profondo e si risveglia appunto duecento anni dopo scoprendosi più che ricco grazie alle azioni che aveva depositato in banca e che hanno fruttato enormi interessi; ma al risveglio scoprirà, oltre ai progressi prodigiosi delle tecnologie, che una piccola minoranza schiavizza e tiene in miseria i molti costretti a lavorare nel sottosuolo della città, in attesa che il Dormiente si svegli e li guidi verso la libertà, nonché l’impoverimento e l’imbarbarimento della lingua.

“Attraverso gli occhi di Graham, le sue impressioni e le sue emozioni, il lettore scoprirà strutture urbanistiche di sorprendente modernità, messaggi politici ridotti a pochissime banali parole, prodigiose macchine che permettono di volare e la babele linguistica del Nuovo Mondo, dominato dalla brama capitalistica e in bilico fra trionfo tecnologico e caos apocalittico”,(da Mondadori Store)

The Pessenger “Spazio. Per esploratori dell’universo” presentazione

The Pessenger di Iperborea dedica un numero speciale allo Spazio:

“Sessant’anni fa, il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin volò in orbita dando inizio all’era spaziale. Ma dopo i primi successi sovietici e quelli delle missioni Apollo, la corsa allo spazio si fermò. Tra il 1969 e il 1972 dodici uomini (nessuna donna) camminarono sulla Luna. Poi, più nessuno. Dall’inizio di questo secolo l’esplorazione e lo sfruttamento dello spazio hanno subito un’accelerazione paragonabile a quella degli anni Sessanta, ma con modi e motivi del tutto diversi: adesso sono le aziende private a suonare la carica”.( da Iperborea)

Come per altri numeri di Passenger la rivista è organizzata per articoli che presentano aspetti diversi dell’argomento.

Spigolando riportiamo:

Paolo Giordano ci porta invece sottoterra, nel grande laboratorio scavato nel Gran Sasso dove paradossalmente si studia lo spazio: solo con la protezione di chilometri di montagna abbiamo qualche speranza di captare i neutrini, le particelle più elusive dell’universo, con cui il sole ci bombarda in ogni secondo senza che ce ne accorgiamo. Un altro pezzo d’autore è quello della pluripremiata scrittrice americana Lauren Groff, che in gita alla Disneyland dello spazio, a Cape Canaveral, si chiede se facciamo bene a delegare il nostro futuro all’egotismo di un paio di miliardari presuntuosi.

In questo The Passenger tutto speciale ci sono anche due playlist che accompagnano la rubrica del musicista e artista Giorgio Sancristoforo sul rapporto tra spazio e musica e i tentativi di musicisti, filosofi e scienziati – da Pitagora alla Nasa – di «ascoltare» le stelle. E ci fa incontrare qualcuno che ci è riuscito, Maximiliano Isi, del Massachusetts institute of technology, a capo del team che ha scoperto il «suono» dei buchi neri. ( da Iperborea)

E anche

a questo link la presentazione del volume su You Tube

E su tuttatoscanalibri:

The Passenger “Svezia”

The Passenger “Roma”

Per saperne di più

La Collana The Passenger

Erica Jong “Senza cerniera. La mia vita” presentazione

Chi non ricorda l’autrice di “Paura di volare”?

Alla soglia degli ottant’anni ha scritto la propria biografia. Nel capitolo “Domande, non risposte” fornisce il motivo della sua decisione quando scrive che le pagine devono mostrare se alla fine io sono l’eroina della mia vita o se questo ruolo appartiene a qualcun altro. Nata raccontastorie in una famiglia di pittori, sono cresciuta scrivendo. Il tempo mi lasciava sbigottita. Perché si muove così lento quando siamo piccoli ma poi sempre più veloce man mano che cresciamo e invecchiamo? […] E come fermarlo abbastanza a lungo da raccontarne la storia? Domande, non risposte – è la vita.

Ma non è propriamente questo l’incipit che si focalizza altrove e precisamente:

Se volete diventare famose, fate in modo di non diventarlo per il sesso […] Per il resto della vostra vita il sesso vi perseguiterà e farà sì che la gente legga i vostri libri in cerca di tracce di ninfomania. L’America è ancora un paese puritano, e se diventate famose per il sesso nessuno vi leggerà per ragioni diverse da quelle.

In effetti all’autrice non sono di certo mancati i lettori: il suo Paura di volare nel 1973 ebbe il compito di liberare le fantasie sessuali delle donne vendendo venti milioni di copie…

Intervistata da Caterina Soffici per La Stampa, alla domanda “Qual è, secondo lei, il ruolo dello scrittore?” La risposta spiega ancora più ampiamente la motivazione a scrivere un’autobiografia:

Gli scrittori ci vengono mandati per farci capire noi stessi in modo più profondo. E il ruolo dello scrittore è, nel comprendere sé stesso, dare consapevolezza agli altri. È un mestiere eccitante per questa ragione. E si è sempre terribilmente autocritici, è il mestiere in cui si è più difficili con sé stessi: non pensi mai di aver fatto abbastanza, ci deve sempre essere un altro libro.

“Un libro onesto e avvincente come chi l’ha scritto, un bel posto dove incontrare di nuovo una delle personalità più interessanti del nostro tempo.”(dal Catalogo Bompiani)

E anche brevi note biografiche

Erica Jong ha scritto romanzi, poesie e saggi. Tra i suoi bestseller ricordiamo Paura di volareCome salvarsi la vitaFannyParacadute & baciSerenissimaBallata di ogni donnaIl diavolo fra noiPaura dei cinquantaRicorderò domaniCosa vogliono le donneMiele & sangueIl salto di Saffo e Sedurre il demonio, tutti disponibili nei Tascabili Bompiani. Delle sue sette raccolte poetiche l’ultima, Il mondo è cominciato con un sì, è pubblicata pure da Bompiani. Vive tra New York, il Connecticut e il Vermont.

www.ericajong.com

Benedetta Gargano “L’invenzione della felicità”presentazione

Freschissimo di stampa, uscito in libreria per Solferino il 13 corrente mese, racconta una storia non comune, una storia generosa, la storia di una nipote che decide di salvare la nonna dalla Casa di Riposo dove i figli della novantasettenne hanno deciso di sistemarla. Un mini appartamento, un marito e una nonna si troveranno a convivere in poco spazio, con uno privato ricavato alla bell’e meglio per lei. Eppure ne deriverà una pagina allegra, leggera e piena di vita. Benedetta detta Bennussi’ fa la sceneggiatrice e non può avere figli, quelli tanto desiderati e mai arrivati. E la nonna è una donna energica, piena di iniziative che saprà trascinarla in nuove avventure che le trasformeranno la vita.

“Questa è una storia d’amore, tra una nonna e una nipote che rifiutano di farsi separare: dalle convenienze, dalle difficoltà della convivenza, perfino dalla morte. È una storia di formazione, quella di una donna che comprenderà come essere contenta non significhi accontentarsi. È una storia di cucina in cui l’ingrediente segreto esiste: è la generosità, la volontà di godere e di donare, in ogni attimo di ogni giorno”.(da Solferino libri)

E anche

Brevi note biografiche:

BENEDETTA GARGANO, sceneggiatrice e autrice televisiva, da anni lavora per le più importanti serie italiane, come Un posto al sole e Il paradiso delle signore. Appassionata ed esperta cuoca, ha collaborato con Cook, inserto mensile di cucina del «Corriere della Sera»

E anche la recensione di Teresa Ciabatti su Il Corriere.