Michele Pantaleone “Il sasso in bocca” recensione di Attilio Bolzoni da La Repubblica Cultura

 


Torna “Il sasso in bocca” di Pantaleone il libro che svelò la mafia agli italiani

 

di Attilio Bolzoni

Un libro sta per festeggiare il suo cinquantesimo anno ma sembra scritto ieri l’altro. Perché dentro le sue pagine c’è un sapere che va molto in profondità, intelligenza e intuizioni già mezzo secolo fa avevano spazzato via luoghi comuni e banalità su mafia e mafiosi, è un documento che racconta come Cosa Nostra aveva appena conquistato la Sicilia e si stava preparando ad assaltare l’Italia. Un best seller degli anni Settanta tradotto in 28 lingue (c’è pure una versione russa in braille per non vedenti), in questi giorni è tornato in libreria con un vestito nuovo ma con la stessa forza di quando in tempi piuttosto lontani nessuno voleva parlare e scrivere della mafia (e così a volte è ancora oggi) per quello che è. Potere, potere puro.

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Hans Tuzzi “Polvere d’agosto” recensione di Salvina Pizzuoli

“Polvere d’agosto” è l’ultimo dei Melis, il commissario, ora fresco di nomina a primo dirigente, creato da Tuzzi; lo troviamo al lavoro in un torrido agosto di una Milano semideserta alla fine degli anni ‘80 visto che si era era offerto “ben volentieri di presidiare la Questura nei giorni più gettonati dai forzati delle vacanze”.

E come sempre Tuzzi non delude mai con i suoi ingredienti ben dosati e riconoscibilissimi di quello che si può ormai definire lo “stile tuzziano”: l’uso inconsueto di lingue e linguaggi, abbinati a persone personaggi e comparse a loro volta delineati con tratti lievi e veloci o con sfumature e pennellate più ampie; nomi e nomignoli, un mondo, un’umanità variegata, molteplicità godibilissima e varia di numerose tipologie sociali; ambienti, delineati con acume sapiente, testi di canzoni, conoscenze tra le più disparate emergono anche dalle citazioni mai banali e perfettamente contestualizzate e messe lì non per mero sfoggio di cultura.

È questo mix ben architettato che mi piace e mi cattura nei Melis? Non so, ma so per certo che non me ne perderei uno.

E ovviamente il poliziesco prende le mosse dal mistero di una morte millantata da un personaggio “conosciuto” e da un’altra, due morti, come nei gialli che si rispettino.

Si apre con un incontro inatteso in uno scenario in cui anche il clima non è del tutto estraneo alla situazione:

Pantaloni del completo color paglia stazzonati, camicia azzurra alonata dal sudore, colletto aperto e giacca buttata sulle spalle, il primo dirigente Norberto Melis fulminò il giovane agente, un pivello fresco di Scuola Allievi che balbettò confuso: «Eh, quando è arrivato qui, lei era fuori, e dopo…» «Sì, va bene» troncò brusco lui. «E dov’è, questo tipo? E come si chiama?» Il ragazzo in uniforme indicò la saletta d’attesa e balbettò «Bottazzi, Rattazzi…» Melis scosse le spalle infastidito, quel nome non gli diceva niente. Di sicuro, se non una grana, una salute senza soldi. Per un istante pensò se recuperare la cravatta dal taschino, decise che no, infilò con fastidio la giacca e spalancò la porta. «Piedini!» «Dottore!»

E si chiude ad ottobre con la soluzione con cui Norberto Melis arriverà a sciogliere l’enigma:

E così, i misteri alchemici, le dotte letture sapienziali e le lunghe ombre del passato, l’ateniese festa dell’altalena e i misteri delle confraternite cavalleresche, tutto questo mondo a un tempo irreale e seducente ma iperuranio come l’ippogrifo, non sublunare come i dèmoni mediatori di male, tutto questo mondo certamente astratto, ma che volava alto, forse ingenuo ma tale, nel suo esoterismo, da poter persino contemplare la morte, svaniva in nebbia come i sogni, travolto dalla realtà […]

E tra questi due momenti una ridda di personaggi, un percorso intricato e … un finale imprevisto!

S.P.

Romanzi dello stesso autore:

Hans Tuzzi, Il sesto Faraone, Bollati Boringhieri Milano 2016

Hans Tuzzi “Il Trio dell’Arciduca”

Hans Tuzzi, Al vento dell’Oceano, Bollati Boringhieri Milano 2017

Hans Tuzzi La belva nel Labirinto, Bollati Boringhieri 2017

Hans Tuzzi “La morte segue i magi”

Hans Tuzzi “La vita uccide in prosa”

Cordelia Fine “Testosterone Rex – Miti di scienza, sesso e società” recensione di Flavia Piccinni da Il Tirreno 22 luglio

Uomini, donne e stereotipi: viaggio nelle disuguaglianze
di Flavia Piccinni
Che differenza c’è fra un maschio e una femmina? Esiste qualcosa di biologico a segnare la diversità dei sessi o si tratta esclusivamente di presupposti (e pregiudizi) culturali?Prova a rispondere a queste epiche domande – con un linguaggio brillante e coinvolgente, utilizzando esempi concreti e molto del suo vissuto personale – Cordelia Fine, canadese classe 1975, docente di storia e filosofia della scienza all’Università di Melbourne.Il suo saggio “Testosterone Rex – Miti di scienza, sesso e società” appena pubblicato in Italia da La Nave di Teseo (pp. 330, 20 euro) è così un viaggio nella contestazione dello stereotipo che ancora segna il dibattito sui generi, all’insegna della convinzione secondo cui l’uomo e la donna del ventunesimo secolo siano frutto esclusivo alle pressioni evolutive del passato. Passando con agilità dai ruoli consolidati del genere (sessuali e culturali), scandagliando gli ormoni sessuali e analizzando i cervelli maschili e femminili, il lettore viene guidato nell’eterno consolidamento delle disuguaglianze di cui le donne sono costantemente oggetto: il finale sarà tutt’altro che scontato. E soprattutto molto scientifico.Cordelia Fine – che ha studiato psicologia a Oxford e si è specializzata a Cambridge – è già stata autrice del pluripremiato “Maschi = Femmine. Contro i pregiudizi sulla differenza fra i sessi” e adesso compie un ulteriore passo in una questione trasversale, costruendo un libro che dovrebbe essere letto nelle scuole superiori (o, quantomeno, dagli insegnanti nostrani). Il New York Times Book Review, una delle più prestigiose riviste al mondo, ha definito questo libro come «geniale e divertente». E se avrete modo di leggere questo straordinario saggio – che ci fa rimpiangere il paludato livello italico nella scrittura e nelle ambizioni – non potrete che essere d’accordo.

tuttatoscanalibri: viaggi di carta

Cari lettori, di seguito una serie di romanzi che vi faranno viaggiare restando comodamente seduti a casa, in terrazza, sotto l’ombrellone… o dovunque vi piacerà leggere!


Verne “La sfinge dei ghiacci”

Ferrini Pizzuoli “La val di Merse. Luoghi e paesaggi”

Alberto Bile “Una Colombia. Canzone del viaggio profondo”

Mjlienko Jergovic “Radio Wilimowski”

Catherine Poulain “Il grande marinaio”

Patrick Leigh Fermor. “Mani”

Merlini Silvestri “Sicilia express”

Roberto Alajmo “L’arte di annacarsi”

Oreste Verrini “Madri. Sulle orme del pittore Pietro da Talada lungo l’Appennino tosco emiliano”

Jan Potocki “Viaggio nell’impero del Marocco”


 

Gaia de Beaumont “Vecchie noiose” recensione di Flavia Piccinni da Il Tirreno 18 luglio 2019

Maria Gioconda e il paesino delle “Vecchie noiose”
 
di Flavia Piccinni
 
C’è un proverbio africano molto bello che recita: “Un vecchio che muore è una biblioteca che brucia”. Ed è un po’quello che mi è venuto in mente leggendo l’ultimo romanzo di Gaia de Beaumont, già autrice della bella biografia romanzata su Dorothy Parker “Scusate le ceneri” (Marsilio, 1993).
Con “Vecchie noiose” (pp. 160, EUR 16) appena arrivato in libreria per Marsilio, l’autrice scorta il lettore a Pandora «un paesino talmente piccolo che non si trova sulle mappe ma che esiste davvero». Ed è qui che arriva un po’ spaesata Maria Gioconda per cambiare vita, perché «si fa presto a dire che per non invecchiare bisogna lavorare il più a lungo possibile; Maria Gioconda però non ne poteva più da tempo. Trent’anni allo sportello delle poste. Una specie di curva nera infinita. Voglia di evadere una volta per sempre». E cosa c’è di meglio per evadere, e sognare una nuova giovinezza (nonostante l’artrite) che un luogo che promette «trecentosessantacinque giorni l’anno di bel tempo?.
Almeno così aveva promesso l’agenzia turistica. Maria Gioconda, pigra e spaventata dai cambiamenti, si era lasciata convincere perché le piaceva il sole. Tutto lì». La speranza, come spesso accade, si scontra con la realtà: in paese non ci sono giovani né uomini, sono tutti morti o indisponibili (come il prete, o l’ultranovantenne che si prepara per una maratona che sarebbe meglio non portare a termine mai) le altre concittadine sono vecchissime e si barcamenano fra dolori fisici, obesità (memorabile: «sono la Ginger Rogers delle pancere, il Fred Astaire delle calze contenitive») e alzhaimer.
Ne esce fuori un romanzo grottesco, a tratti divertente, che non si avventura mai nella riflessione epocale e trova in una deliziosa leggerezza, che potrebbe essere definita felicemente estiva, la sua forza. Ad aprire il libro uno dei motti per eccellenza di Ennio Flaiano, che ammoniva: “Coraggio, il meglio è passato”. E, forse, almeno per Maria Gioconda lo è davvero. —

della stessa autrice su tuttatoscanalibri.com

Scandalosamente felice

Libri di viaggio: i consigli di Martina Castagnoli della libreria “On the road”

Nella stagione per antonomasia dedicata ai viaggi, sia veri che di carta, il mio suggerimento spassionato è di destinare un po’ di tempo ad un bel romanzo, di quelli ben scritti, che vi faccia viaggiare ancora di più di quello che starete già facendo, che vi racconti di un luogo incantevole che vi rimpaci con il mondo e che magari quel luogo sia anche alla portata delle nostre tasche. Per questo, il mio consiglio, è che troviate del tempo per leggere “Mani – viaggi nel Peloponneso” del grande scrittore inglese e archetipo del viaggiatore moderno, Patrick Leigh Fermor. Tra gli anni ’40 e il 2011 quando morì, Fermor scrisse instancabilmente raccontando,nei suoi meravigliosi romanzi, dei suoi viaggi nomadi, quasi sempre a piedi. In “Mani” , scritto negli anni ’50, ci regala su carta la struggente e aspra bellezza di una delle regioni più belle della Grecia (e a mio parere del mondo) tuttora parzialmente selvaggia e incontaminata, il dito più meridionale del Peloponneso, appunto il Mani; penisola distaccata dal resto della Grecia, terra di ulivi, di calette turchesi, e di affascinanti paesi di case torri. Qui Fermor visse una buona fetta della propria vita decidendo di tornare nel suo paese d’origine solo quando si rese conto che stava morendo, per essere sepolto in Inghilterra accanto all’amata moglie Joan. Un libro di viaggi,storie, di personaggi, di fortissima identità greca, sicuramente tra le pagine più suggestive della narrativa di viaggio, perfetto per viaggiare e per perdersi..

Il libro è disponibile presso la Libreria On the Road via Vittorio Emanuele II 32 A/rosso (piazza Giorgini) 50134 Firenze tel 055471461


Letteratura di viaggio, gli altri consigli di lettura di Martina Castagnoli:

Alberto Bile “Una Colombia. Canzone del viaggio profondo”

Mjlienko Jergovic “Radio Wilimowski”

Catherine Poulain “Il grande marinaio”

e anche una guida trekking:

Vito Paticchia “Via della lana e della seta”