Boris Pasternak “Il dottor Živago”

Boris Pasternak scrisse il suo romanzo, tra i più famosi nel mondo anche per le riduzioni cinematografiche e teatrali che ne furono fatte e per la vincita del premio Nobel l’anno successivo alla sua pubblicazione, negli anni ‘40. Fu pubblicato invece a molti anni di distanza e fuori dalla Russia da Giangiacomo Feltrinelli nel 1957 e da lì in tutte le altre lingue.

Il dottor Živago di Pasternak, autore conosciuto in patria (Mosca 1890/1960), come poeta e traduttore, fu osteggiata, e per la visione socio politica dell’autore e per l’impostazione dell’opera, al punto da impedirne la pubblicazione. Fu Giangiacomo Feltrinelli che riuscì a pubblicarlo nella sua giovane Casa Editrice, fondata nel 1954, nel novembre del 1957.

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John Leland “Scegliere di essere felici” recensione su La Stampa

 

È semplice il segreto della felicità: basta ascoltare i super-anziani

[…]Scegliere di essere felìcì di John Leland, cinquantanovenne, giornalista del New York Times.

Si tratta del resoconto di un anno trascorso dall’ autore conversando, in varie puntate, con sei persone molto in là con gli anni. E precisamente: Fred Jones, 87 anni, impiegato statale in pensione, Helen Moses, 90 anni, da sei mesi fidanzata con un altro anziano allocato nella stessa casa di riposo, John Sorensen, novantenne gay incapace di accettare la morte del suo compagno libraio, Ping Wong, 89 anni, fanatica del Majong ed ex lavoratrice immigrata, Ruth Wìllig, 91 anni, capace di organizzare un argomentato programma di lamentele da non riconciliata senza per questo perdere il buon umore e Jonas Mekas, 92 anni, regista e scrittore, ancora molto attivo e creativo.

Ciascuno dei personaggi incontrati, più che ricevere l’onore di un interesse costante quanto inusuale (ai vecchi, si sa, nessuno presta attenzione). regala all’ autore una complessa ed imprevedibile «lezione di felicità». Ciascuno, pur limitato dai problemi del corpo invecchiato, offre a Leland vie d’uscita mentali o morali che, se applicate quando si è ancora nel pieno della mezz’ età, suonano come campane a festa. I vecchi sono «felici malgrado», mentre i giovani sono «felici se». E questa è una piccola rivoluzione esistenziale: se impari a mantenere il tuo sguardo positivo quando vedi, nello specchio del mattino, soltanto un reticolo di rughe, puoi buttare la crema che ti illudeva, fino alla scorsa stagione, di poter diventare più bella e perciò più felice.[…](da Lidia Ravera La Stampa)