Dalla Quarta di copertina, hanno scritto:
Alessandro Baricco: “Le fotografie raccolte in Olive Kitteridge non le si riesce a guardare senza commuoversi” (La Repubblica)
Daria Bignardi:
“Un romanzo delicato, sottile ma anche brusco e sensibile come la sua protagonista” (Donna Moderna)
Elizabeth Strout, autrice statunitense, con Olive Kitteridge ha vinto il premio Pulitzer nel 2009.
Un romanzo dalla struttura narrativa particolare, ambientato in un piccolo centro della provincia americana, sull’oceano Atlantico: Crosby, nel Maine. La narrazione, che scorre a racconti tra le esistenze degli abitanti del piccolo abitato, la cui collocazione geografica e paesaggistica gioca un ruolo importante nella relazione tra individuo comunità e ambiente, ha come filo conduttore Olive Kitteridge, un’insegnate in pensione, acuta nel cogliere e leggere le reazioni degli altri e che sa essere pungente, pur nella sua onesta sincerità di pensiero. Forse per questo incute timore? Un raccontato, quello della Strout, che lascia nel lettore la netta impressione di partecipare anche ad una spettacolazione più ampia, che prevarica gli angusti confini e familiari e della piccola città, e indaghi sulla condizione umana, tra conflitti gioie e tragedie, insieme alle risorse e alla forza che richiedono per superarle tutte, nel bene e nel male. In questo contesto Olive Kitteridge è un personaggio forte, coraggioso, resiliente e pertanto indimenticabile: con la stessa spietata onestà sarà in grado di leggere dentro se stessa e dentro la propria esistenza.
Salvina Pizzuoli
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