Il primo o l’ultimo? Gabriele Romagnoli capovolge l’antico detto perché amare è difficile e occorre essere maturi per affrontare questo viaggio in due
Se il primo amore è «un universo, un enigma, un lungo aspettami e torno», è possibile raccontare l’approdo, la fine del viaggio, la certezza di essere «in un luogo da cui non vorrò andarmene al risveglio»? Se il primo amore è un mito, l’ultimo è una possibile salvezza, l’approdo, il desiderio di fermarsi, la sicurezza di non volere altro; c’è questo nell’ultimo amore: la consapevolezza di aver trovato nell’altro la fine del viaggio e la certezza di fermarsi.
E per questo è il più avventuroso di tutti, perché “smetti di aspettare non quando perdi la speranza, ma quando l’hai trovata. Quando non ti giri più a guardare chi scende nell’altra direzione sulla scala mobile. Quando non invochi più il domani perché domani è adesso”.