Novità Voland di aprile 2024

 … io non so se il modo in cui gli eventi si sono verificati fosse l’unico possibile; quello che so, invece,  è che quanto è accaduto a me e a Federico  da un certo momento in poi ha assunto i contorni  dell’inevitabilità…

Marco e Federico sono molto diversi: uno è timido e introverso, di famiglia umile, l’altro estroso ed esibizionista, figlio di ricchi padovani. E chi è Maria Zanca? È forse vero quello che si dice di lei in merito alla sparizione dello scrittore Vittorio Ferretti? Attraverso una costruzione a scatole cinesi La scrittrice nel buio ci guida in un mistero letterario venato di soprannaturale, in cui lo scontro tra due giovani uomini interseca una figura femminile potente e disturbante. 

dal 19 aprile in libreria

MARCO MALVESTIO è nato nel 1991 e lavora all’Università di Padova. Nel 2021 è uscito per Wojtek il suo primo romanzo, Annette

 

…La miseria altrui ci rende migliori, più forti, più fortunati…

Francesco Sforzi ha quarantasei anni, rider sottopagato vive ancora con i genitori. Rabbioso e razzista, è convinto che il mondo sia in debito con lui. Nonna Margherita è il suo unico riferimento, ma da tempo è affidata alle cure di una struttura. Un giorno gli viene chiesto di ripulire la vecchia villa in cui la donna ha passato la vita, in modo che possa essere messa  
in vendita. Nel mettere in ordine, si imbatte in un segreto che ridisegna totalmente la verità sulla sua esistenza e comincia uno strano ronzio, come di mosche, le stesse che invadono le stanze. La rivelazione coincide con la rinascita: Francesco diventa capolista di partito. Le sue ferree convinzioni generano voti a palate. Guidato da uno spin doctor senza scrupoli, si ritrova protagonista di una campagna politica di successo. Pillole, escort, post strategici, slogan discriminatori, ecco la ricetta per prendere le redini del paese.

Dal 26 aprile in libreria

L’autrice VALENTINA SANTINI nasce nel 1983 nella Maremma grossetana.
È laureata in Psicologia. Collabora come editor e copywriter con alcune realtà editoriali. Molti dei suoi racconti sono usciti in raccolte e per riviste online e scrive per il cinema. È cosceneggiatrice della serie tv interattiva Il confine di Moebius. Nel 2022 ha pubblicato per Edizioni e/o  il romanzo L’osso del cuore.

A.Ferrini – S.Pizzuoli “Lungo la via Francigena in Toscana”, Edida

Edida

Dalla Premessa

Questo volume sul tratto toscano di una grande strada dell’antichità, riscoperta e oggi tra i cammini più percorsi, ha un preciso obiettivo: non vuole essere una guida, in questa direzione operano già testi che svolgono egregiamente questo compito, organizzati capillarmente in base ai chilometri, alle soste, ai ricoveri, ma nasce dall’intento di fornire su questa storica via tutta una serie di approfondimenti storico geografici, trascurati, per evidenti motivi dalle guide al percorso, per soffermarsi, illustrando le caratteristiche storico-architettoniche, ambientali e artistiche, dei centri principali o degni di particolare nota attraversati o limitrofi, sia che si proceda a piedi, in bicicletta o in auto.
Il cammino, il viaggio sono da sempre stati sinonimo non solo di un bisogno di interiorizzazione o di attività salutare, ma soprattutto mezzo specialissimo per osservare da vicino e trascorrere all’interno di un territorio: unico modo per accoglierne la struttura, i mutamenti nella sua storia rimasti impressi nel paesaggio, gli aspetti culturali propri come la lingua, la cucina, le strutture architettoniche urbane e rurali, l’uso e la coltivazione della terra e gli attrezzi utilizzati, l’organizzazione sociale in città e in campagna, la viabilità, tra cui le acque gestite e utilizzate come grandi vie di comunicazione. In questa prospettiva, tra gli obiettivi principali c’è quello di poter rispondere a molte delle domande e alle curiosità che pellegrini o viaggiatori potrebbero porsi in itinere relativamente alle terre che stanno attraversando.

L’INDICE

I titoli principali

Premessa                                                                                                                                     
Storia e geografia del territorio                                                                                                   
Luoghi paesaggi dintorni                                                                                                          
Fra Luni e Lucca                                                                                                              
Fra Lucca e Siena                                                                                                                      
Verso Siena
Fra Siena e la valle del Paglia                                                                                                   
La sosta del viandante: cucina storia e ricette                                                                         

Della stesa Collana, Macchie di Toscana:

La valle dell’Arno tra storia e geografia

La Val di Merse: luoghi e paesaggi

Alcune pagine dall’ebook (che è stato possibile realizzare a colori senza gravare sul prezzo di copertina): in alto la Porta di accesso alla Toscana, sotto la Rocca di Staggia, quindi una pagina dal testo in cartaceo realizzato in bianco e nero (per il motivo opposto) senza nulla togliere alla nitidezza e alla bellezza estremamente godibile del paesaggio.

E buona Francigena a tutti gli estimatori!

Younis Tawfik ” L’ISIS raccontato da mia madre”, Oligo Editore

OLIGO EDITORE

Mosul, 2017. Gli uomini dell’ISIS lasciano la seconda città dell’Iraq dopo tre anni di barbarie. Prima, solo poche videochiamate, permesse da una connessione internet incerta, sono state l’unico fragile filo a unire Younis Tawfik, trasferitosi a Torino nel 1978 per imparare la lingua di Dante, e la sua famiglia, ostaggio del fanatismo. Dallo schermo del pc, la mamma racconta di uccisioni sommarie, segregazioni, discriminazioni.

Il Paese laico e multiculturale degli anni Settanta è un ricordo lontano. L’autore, tra i maggiori esperti di Medio Oriente in Italia, mostra senza veli le ferite provocategli dal terrorismo in prima persona, mettendosi a nudo in pagine dolorose che raccontano dell’uccisione di suo fratello per mano di al-Qaida o di tutte le sofferenze sopportate dalle sue sorelle in patria; non prima, però, di avere tracciato un efficace quadro storico per comprendere le radici ideologiche e culturali dello Stato Islamico, sorto sulle ceneri del sogno pan-arabo e con l’illusione di riscattare le sconfitte dell’antico califfato abbaside.

Morire per una giusta causa potrebbe essere un’impresa nobile. Sicuramente scioccante, ma qualcosa che possiamo accettare. Tuttavia nessuna fede raccomanda di uccidersi togliendo la vita a un altro essere umano. Nella loro essenza, nel loro più autentico messaggio spirituale, le tre religioni monoteiste propongono valori morali elevati e un annuncio di autentica salvezza per l’uomo che non contempla mai la possibilità di annientare l’altro, il diverso, il quale invece deve essere sempre accolto e riconosciuto come membro della grande famiglia umana. Le tre religioni amano talmente la vita da vietare persino la possibilità di togliersi la propria, figuriamoci quella degli altri. Certo, un uomo di fede può avere dei dubbi sulla propria esistenza, può impegnarsi a smascherare gli idoli – anche quelli del nostro tempo – ma non può mai arrivare a giustificare azioni violente, tantomeno quelle nichiliste dei moderni kamikaze jihadisti. Per parlare di ISIS, di quello che è successo e che sta ancora accadendo in terre solo apparentemente lontane dal nostro Paese, voglio partire proprio da qui. Da una coppia di parole: Jihād e kamikaze.

YOUNIS TAWFIK è nato a Mosul, in Iraq. Nel 1979 si trasferisce a Torino dove nel 1986 si laurea in Lettere, per poi dedicarsi alla divulgazione della letteratura araba (traducendo autori quali Gibran) e collaborare come opinionista a testate come “Repubblica”, “Il Mattino” e “Il Messaggero”. Attualmente presiede il Centro culturale italo-arabo di Torino “Dar al-Hikma” ed è membro della Consulta islamica in Italia. Ha pubblicato libri di poesia e vari saggi e romanzi, soprattutto per Bompiani. Da La straniera (2000, vincitore del Premio Grinzane Cavour) è stato tratto l’omonimo film con la regia di Marco Turco. Per Oligo ha pubblicato La sponda oltre l’inferno (2021, secondo classificato al Torneo Robinson di Repubblica).

Massimo Gatta “Breve storia di delitti in libreria”, presentazione


[…]Massimo Gatta, […] bibliografo erudito, costringe deliziosamente il lettore a concentrarsi per non confondere il reale con la fantasia, distinguere i luoghi di carta da quelli che hanno un vero indirizzo, e separare i personaggi dai loro creatori. Il gioco riesce così bene che perfino la prefazione è a firma di un celebre personaggio bidimensionale di gialli, primo dirigente della Questura di Milano, il quale di questo saggio ha scritto che «è, a ben vedere, una scorribanda tanto dotta quanto ammiccante fra delitti, librerie e biblioteche bidimensionali per investigatori bidimensionali».(da Scheda libro di Graphe.it)

Massimo Gatta, bibliotecario dell’Università degli Studi del Molise e studioso di editoria del Novecento, bibliografia, storia della bibliofilia e di quanto concerne il libro, come contenuto e quanto lo racchiude, ha pubblicato per Graphe.it Brave storia di delitti in libreria. Un testo smilzo, 60 pagine, risultato di due anni di ricerche, costruendo una guida ragionata ad un sottogenere del “giallo”: il bibliomistery.

La storia del genere bibliomistery raccoglie esempi datati e illustri dove la libreria non costituisce solo l’ambientazione ma la scena del crimine e dove ogni indizio tende a depistare, tanto che la Premessa al saggio è scritta a nome Norberto Melis. Chi conosce e legge i gialli di Tuzzi sa bene di chi si tratta: un personaggio ben riuscito, amato dai lettori e protagonista di ben 16 opere in giallo di cui è primo dirigente, precedentemente vice questore e commissario, ad indagare con la sua squadra nella Milano degli anni ’80. Un personaggio di carta che svolge un compito, scrivendo la Premessa ad un saggio, e ponendo immediatamente alla ribalta per il lettore la necessità di muoversi e saper distinguere  tra pagine d’autore, personaggi di carta, di fantasia e la realtà. L’ho trovato curiosamente interessante anche per essere conoscitrice ed estimatrice di tutti i romanzi di cui il Melis è attento  e capace investigatore.

Un genere il bibliomistery che fa la sua prima comparsa nel 1836 ad opera di Gustave Flaubert e che in Italia ha avuto in De Angelis, nel 1936, il primo ad utilizzare la libreria come scena del crimine;  e ancora, che dopo di lui il genere ha trovato molti seguaci e molti esempi che, per conoscerli tutti, basterà leggere l’interessante saggio di Gatta.

Da sottolineare che il volume si completa di un poster con le copertine delle edizioni originali delle opere citate.

Brevi note biografiche

È autore di circa cinquecento pubblicazioni, tra le ultime: L’Aldo degli scrittori. La figura e l’opera di Aldo Manuzio nell’immaginario narrativo (secoli XVI-XXI), (Biblohaus, 2018), Metallibri. Latta, ferraglia & bulloni nell’editoria futurista (Biblohaus, 2018), Segnalibro (Babbomorto editore 2018) e Librai, librerie et amicorum. Appunti per una bibliografia (Biblohaus, 2018), Come e perché mantenere in perfetto disordine i propri libri (FuocoFuochino, 2019).(da Graphe.it)

INCIPITOJO, copertine di libri immaginari, un concorso letterario gratuito e molto altro…

INCIPITOJO {AD USO DI STARVI A FANTASIAR}

ESPOSIZIONE DI COPERTINE DI LIBRI IMMAGINARI & CONCORSO LETTERARIO

terza edizione

dal 22 APRILE al 28 GIUGNO 2024 a FIRENZE presso i due cimiteri evangelici:

Cimitero agli Allori Via Senese 184, dal lunedì al sabato 8.30- 12.30 & 15-18 – domeniche 28 aprile & 26 maggio 8.30- 12.30 055 2320064 cimiteroevangelicoallori.it
Cimitero degli Inglesi Piazzale Donatello 38 lunedì 9 -12 dal martedì al venerdì 15 – 18
055 582608 http://www.florin.ms/TuonisilenziosiI.html
ingresso gratuito

*********

Dopo Pescia (2019) e Lucca (2022), sarà Firenze a ospitare la terza edizione di Incipitojo {ad uso di starvi a fantasiar}esposizione all’aperto di copertine di libri immaginari, presso i due cimiteri evangelici. I visitatori saranno invitati a chiedersi cosa quelle pagine non ancora scritte possano mai contenere e a comporre quindi opere ispirate alle copertine. Partecipando così all’annesso (e gratuito) concorso letterario, tramite il sito www.incipitojo.it; e percorrendo a ritroso l’usuale iter editoriale, che vede la copertina a valle dell’opera. La manifestazione è ideata e realizzata da Lorenzo Scacchia, in collaborazione con la Chiesa Evangelica Riformata Svizzera di Firenze, con il contributo di Fondazione CR Firenze e il patrocinio di Accademia delle Arti del DisegnoAssociazione Amici degli Allori e Associazione Nazionale Case della Memoria (aderiscono a quest’ultima entrambi i cimiteri). La Biblioteca delle Oblate ospiterà una conferenza collaterale (11 maggio | 16:00 | Sala storica Dino Campana), che racconterà i due cimiteri e personalità là sepolte. In tale sede Veronica Scerra leggerà un racconto inedito di Marco Vichi, partecipante fuori concorso all’Incipitojo. La premiazione del concorso letterario è prevista per il 24 ottobre presso il Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, il cui fondatore è sepolto nel Cimitero degli Inglesi.

Lorenzo Scacchia ha fotografato nei due cimiteri alcuni elementi poi divenuti il fulcro delle venti copertine esposte, ciascuna contenente inoltre un titolo e il logo di un editore fittizio. Ogni cimitero metterà in mostra dieci copertine, con elementi fotografati nell’altro cimitero; il pubblico sarà quindi invitato a visitare entrambe le sedi espositive, per poter incontrare tutti i libri immaginari e ampliare così le fonti d’ispirazione. La metà delle copertine presenta un titolo in lingua inglese, per chiamare alla partecipazione anche la comunità anglofona.

Sarà possibile presentare in concorso opere inedite in prosa o poesia, senza alcun vincolo su genere e registro di scrittura. Lunghezza massima: 5400 caratteri, spazi inclusi. Età minima per la partecipazione: 14 anni. Termine per la consegna: 14 luglio.

Oltre a singole persone, sostengono l’iniziativa (con concessione di premi e/o presenza in giuria) anche enti collegati a personalità sepolte nei due cimiteri. Di seguito, la lista delle adesioni (da Firenze, ove non specificato):~ case editrici: Alvivo (Serravalle Pistoiese) | Centro Di | Federighi (Certaldo) | Florence Art | Leo S. Olschki | Polistampa | Società Editrice Fiorentina~ riviste letterarie: Atelier | K~ APS Casa Museo Schlatter~ Associazione Culturale Il Palmerino~ Casa Guidi~ Casa Natale Amedeo Modigliani, Livorno~ Galleria Frilli~ Paperback Exchange, libreria angloamericana~ PartecipArt, visite guidate~ Alyson Price, archivista e revisore di testi~ Sirpa Salenius, accademica~ Scuola Carver, palestra di lettura e scrittura a Livorno~ la Serra, Vivaio Letterario a Frontin (BL)~ turismoletterario.com

Le copertine sono stampate da Saal Digital.

Aldo Moro – Pietro Nenni “Il carteggio ritrovato(1957-1978)”, Arcadia Edizioni

Oltre 300 tra lettere, biglietti ricostruiscono gli scambi tra i leader democristiano
e socialista durante i governi di centro-sinistra.

A cura di Stefano Godano, Renato Moro, Antonio Tedesco

Introduzione Renato Moro, prefazioni di Fabio Martini e Marco Damilano

 Arcadia Edizioni

Un fitto carteggio, in gran parte inedito, di oltre trecento tra lettere, biglietti e telegrammi, consente di ricostruire il rapporto umano e politico che si venne a creare tra il democristiano Aldo Moro, per cinque volte Presidente del Consiglio, e Pietro Nenni, leader storico del Partito socialista italiano.

I loro scritti ci permettono di entrare nella «stanza dei bottoni» del primo governo di centro-sinistra negli anni Sessanta e di verificare i problemi concreti e le difficoltà in anni di grandi cambiamenti della società italiana. L’opportunità viene offerta dal libro Il carteggio ritrovato (1957-1978), in libreria il 19 aprile per le edizioni Arcadia con un’introduzione di Renato Moro, le prefazioni dei giornalisti Fabio Martini e Marco Damilano e a cura di Stefano Godano, Renato Moro e Antonio Tedesco (pagine 360, 21 euro).

Uomini diversi per estrazione politica e ideologica, per carattere e temperamento, ma uniti dall’esigenza di dare una forte spinta alla modernizzazione del Paese, Moro e Nenni collaborarono, pur tra difficoltà e ostracismi, per consentire all’Italia di raggiungere importanti risultati nell’ambito dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili, del welfare e del contenimento degli squilibri economici dei territori dopo gli anni del frenetico boom economico.

Un primo aspetto è proprio il contributo che il centro-sinistra ha dato alla modernizzazione del Paese, con redditi migliori e più equamente distribuiti, l’accorciamento delle distanze tra il Sud e il resto del paese, il significativo abbassamento del tasso di analfabetismo.

“Accanto alle riforme più incisive (nazionalizzazione dell’energia elettrica, scuola media obbligatoria, Statuto dei lavoratori), la classe politica diede anche risposta a paure fondamentali come la vecchiaia e la malattia”, ricorda in una delle prefazioni Fabio Martini inviato del quotidiano La Stampa. “È allora che furono fissati i pilastri della sanità pubblica e del sistema previdenziale. È allora che nasce lo Stato sociale in Italia”.

Nel carteggio tra i due statisti emergono diversi elementi di interesse per gli storici e per coloro che intendono approfondire una stagione importante della vita politica italiana. In primo luogo, con un’angolatura nuova, le vicende e le dinamiche che hanno contraddistinto l’azione dei governi di centro-sinistra e le spinte politiche provenienti dai due principali partiti della coalizione, il Psi e la Dc, spesso in aperta contrapposizione.

“Nella storiografia sul centro-sinistra – ricorda Marco Damilano, giornalista, conduttore del programma Il cavallo e la torre su Rai Tre – è sempre prevalsa la critica, l’accento è andato sulle lentezze e le carenze, sul Paese mancato, più che sulle realizzazioni. Eppure, per i due leader l’operazione politica ha un valore in sé, l’incontro di diversi riformismi, aspramente contrastati per il movimento che provocano, più profondo dei singoli provvedimenti, dalla scuola alla programmazione alla riforma urbanistica, che costituiscono l’oggetto della contesa politica”.

Il carteggio rivela anche gli aspetti connessi al rapporto di stima e di fiducia che si viene a creare tra Nenni e Moro sin dalla fine degli anni Cinquanta. “Venivano da esperienze e da culture profondamente diverse – spiega Renato Moro, docente di Storia contemporanea a Roma Tre – ma costruirono un intenso rapporto umano. Moro fu certamente impressionato dalla limpidezza della figura di Nenni. Molto più giovane del Segretario socialista, Moro guardò certamente a Nenni con il rispetto dovuto a un leader anziano, carico di esperienza e di storia”.

Un rapporto umano che si conserva ben oltre la fase della collaborazione governativa e si spinge fino agli ultimi giorni di vita del leader democristiano, ucciso nel 1978 dalle Brigate rosse.

“Una vera amicizia tra gentiluomini – la definisce Renato Moro – che profuma di antico e che ci ricorda un modo di fare politica che non dobbiamo dimenticare”.

Pietro Nenni (Faenza, 9 febbraio 1891 – Roma 1° gennaio 1980), politico e giornalista, è stato leader storico del Partito socialista italiano. Cresciuto in orfanotrofio, durante la guerra di Libia sfida i carabinieri di Giolitti e viene imprigionato, esperienza che nel corso della vita ripete per ben otto volte. Negli anni Venti si oppone ai compagni massimalisti che, su indicazione di Mosca, intendono liquidare il PSI. Per quasi vent’anni combatte il fascismo dall’esilio e negli anni Cinquanta sfida la perdurante eredità dello stalinismo in Italia. Nel decennio successivo è vice presidente del Consiglio nel primo governo di centro-sinistra presieduto da Aldo Moro.

Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978), statista immune «alle dolci lusinghe dell’utopia», ma anche al «fascino maschio della decisione», è stato tra i fondatori della Democrazia cristiana e suo rappresentante all’Assemblea Costituente. Segretario della Dc dal 1959 al 1964, presidente nel 1976, ministro più volte e per cinque presidente del Consiglio, ha guidato esecutivi di centro-sinistra tra il 1963 e il 1968 con i socialisti, e tra il 1974 e il 1976 promuovendo la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito comunista italiano attraverso il compromesso storico. Nel maggio del 1978 viene rapito dalle Brigate Rosse e barbaramente ucciso.

Federica Falzone “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi”, CN Oligo Editore

Questo libro non è il racconto della malattia ma uno scrigno di osservazioni sulla curaLa gentilezza, lo sguardo alla storia di ciascuno è fondamentale. Quando tutto inverte la rotta, qualcosa di essenziale rimane ed è necessario custodirlo.

Un libro intenso che affronta una malattia ancora troppo poco conosciuta

Con una lettera di Marco Trabucchi

CN (Oligo Editore)

In libreria il 19 aprile

Il diario appassionato e pieno di speranza di una psicologa clinica, che si trova dall’“altra parte”, a vivere su di sé l’esperienza della malattia. Ma la scoperta della sclerosi multipla non abbatte Federica, che riesce a fare della fragilità il punto di forza della nuova se stessa. Il libro si conclude con una lettera di Marco Trabucchi, già presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Cosa accade a una psicologa clinica che scopre di dover combattere una grave malattia?

Incipit

«Continuo a ripetere nella mia mente, in silenzio, con fermezza nei pensieri: “Io ho la sclerosi multipla, io ho la sclerosi multipla”. Lo faccio mentre lascio lo sguardo tra il cemento e la cupola di una chiesa che non riconosco, lo faccio mentre aspiro questa sigaretta che non dovrei fumare, sul terrazzino dell’ospedale che da qualche giorno è diventato la mia casa e dove comincio a riconoscere i passi nel corridoio, i tempi del mattino, i suoni dei carrelli, il cambio delle luci. Continuo a ripetere “Io ho la sclerosi multipla” e quel pronome assume un peso notevole, perché stavolta quella malattia parla a me. Sembra passato tanto tempo da quando ho deciso di non sottovalutare i sintomi, i formicolii, le parestesie, l’addormentamento degli arti, i dolori, i problemi alla vista. Sembrano essere trascorsi mesi, eppure solo pochi giorni fa mi presentavo al pronto soccorso in bici, con la mia borsetta; io che ho sempre evitato medici, visite, controlli, stavolta capisco di non poterne più fare a meno. Mi sembra così poco, perché è stato tutto rapido e improvviso. Mi sembra così assurdo perché l’ultima foto presente nella galleria del mio telefono era stata scattata ore 10 prima sulla costa ligure, ero lì sorridente e inconsapevole, camminavo senza sapere che le mie gambe stavano già per cedere».

Nota al testo di Federica Falzone: 

«La scrittura è stata sempre centrale nella mia vita. Dopo la diagnosi trasformare in pagine ogni emozione è stato naturale, condividerle è stato più difficile. Romanzi e poesie precedentemente pubblicati non contenevano così tanto di me. Questo volume non è il racconto della malattia ma uno scrigno di osservazioni sulla cura. Stare “dall’altra parte” ha reso ancora più profonda la certezza del mio lavoro di ogni giorno da psicologa: la gentilezza, lo sguardo alla storia di ciascuno è fondamentale. Quando tutto inverte la rotta, qualcosa di essenziale rimane ed è necessario custodirlocoltivarlo. Intrecciare le mie parole alla lettera del Professor Trabucchi è stato un privilegio. Attraverso la sua professionalità e umanità ho modellato gran parte del mio senso di cura»

Nota del Professore M. Trabucchi:

«La lettura del testo della dottoressa Falzone mi ha ricordato alcune parole chiave che caratterizzano il mio impegno professionale: la fedeltà alla persona che soffre, il dovere di sviluppare la ricerca per combattere la sofferenza, l’attenzione alla complessità che caratterizza la vita di ognuno, in particolare quando la malattia ne diviene compagna dolorosa, l’impegno per un’accurata formazione di chi è al servizio delle persone fragili nella famiglia e nei servizi. Per tutto questo, grazie dottoressa Federica».

Federica Falzone è psicologa clinica. Si è laureata a Palermo con una tesi su attaccamento e trauma e ha conseguito un master in psicogeriatria. Lavora dal 2019 presso la Fondazione Madonna della Bomba Scalabrini di Piacenza. Si occupa di sostegno psicologico e di formazione. È autrice di articoli a scopo divulgativo, racconti e romanzi. Il suo ultimo libro è Il mare che ci abita dentro (TraccePerLaMeta 2023) www.federicafalzone.it

Silvano Benedetti “Guglielmo Marconi e la Marina italiana. Storia di un legame indissolubile”, Töpffer Edizioni (OLTRE)

Il prossimo 25 aprile ricorre il 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi.

Töpffer Edizioni (OLTRE)

Tutto è stato già scritto sulla vita di Guglielmo Marconi, dalla sua nascita il 25 aprile 1874 a Bologna, fino alla sua morte a Roma il 20 luglio 1937; per questo, senza entrare eccessivamente negli aspetti più tecnici dei suoi studi e delle sue scoperte, il testo presenta i cardini che hanno determinato la grandezza di Marconi come scienziato e sperimentatore: la formazione scientifica, come giunse per primo al traguardo della telegrafia senza fili, superando personaggi ben più titolati e affermati di lui, come le sue ricerche siano sempre state un passo avanti agli altri scienziati, fino allo studio delle onde radar poco prima della sua morte, avvenuta a soli 63 anni. 

La vera novità di questo saggio è fondata sugli straordinari rinvenimenti di reperti avvenuti negli ultimi anni alla Spezia, sui quali mancava ancora una pubblicazione ufficiale. Attorno a queste novità eccezionali, nel 2017 il Museo Navale della Spezia ha inaugurato una intera sala dedicata a Guglielmo Marconi, dove sono esposti questi nuovi reperti marconiani originali, i più antichi al mondo, insieme a una collezione di apparati originali utilizzati dalla Marina italiana a partire dal 1897, e una porzione dello scafo di nave Elettra, laboratorio navigante dello scienziato. Il saggio si sviluppa attraverso un ideale parallelo tra l’attività scientifica di Guglielmo Marconi e lo sviluppo della radiotelegrafia all’interno della Marina italiana; le sperimentazioni sono state rese possibili dal suo stretto rapporto di collaborazione con la Forza Armata che portò enormi giovamenti allo sviluppo della radio; non manca nelle pagine il racconto di Marconi uomo, industriale e patriota.  

Questo saggio è corredato da un ricchissimo apparato iconografico costituito da 110 fotografie in bianco e nero, inserite nel testo, e 50 fotografie a colori in un apposito inserto

Silvano Benedetti Il Contrammiraglio (ris) Silvano Benedetti è laureato in Scienze marittime e navali presso l’ateneo di Pisa e in Scienze religiose presso l’ateneo di Genova. Al termine della sua carriera, nella quale ha svolto incarichi dirigenziali e di comando nell’ambito della Marina Militare, della Difesa e della NATO, ha diretto il Museo Navale della Spezia, ne ha curato la ristrutturazione e l’allestimento delle nuove sale dedicate a Guglielmo Marconi e alle Polene, e ne ha rilanciato il ruolo culturale.Da anni si dedica alla ricerca d’archivio, ha pubblicato numerosi volumi e articoli di storia locale ed è inoltre curatore di mostre ed eventi di carattere tecnico e storico.È socio fondatore e Presidente della Pro Loco del Golfo attraverso la quale promuove la ricerca storica e la valorizzazione e la conoscenza del territorio.