Le pagine di tuttatoscanalibri più visitate nel mese di settembre 2022

Alessia Gazzola e la nuova trilogia con Costanza Macallè

Alessia Gazzola “La costanza è un’eccezione”

Michiko Aoyama “Finché non aprirai quel libro”

Hannah Lynn ” Il segreto di Medusa”

Hermann Hesse “Il canto degli alberi”

Edgar Lee Masters “Antologia di Spoon River”

Italo Calvino la trilogia: Il cavaliere inesistente

Sebastiano Vassalli “La notte della cometa”

Gaja Cenciarelli “Domani interrogo”

Livia Manera “Il segreto della principessa Amrit Kaur”

Curiosità bibliofile: i caratteri tipografici

Fabio Santa Maria “Versetti ironici contro l’ansia”

da Incipit23 Edizioni

Quando Fabio scopre che il 79% degli italiani ha avuto un attacco d’ansia almeno una volta nella vita, decide di seguire il consiglio del suo analista e inizia un diario terapeutico.

Ma descrivere l’ansia, neanche a dirlo, gli mette ansia. Molto meglio raccontare una serie di aneddoti (sur)reali sugli aspetti più ridicoli della sua grande nemica, quella che gli fa tremare le mani, che gli fa battere il cuore a mille, che lo spinge a consultare il perfido Dottor Google e a immaginare mondi alla rovescia. E decide di chiamarli “versetti ironici”, perché sono brevi e così non stressano, perché fanno il verso all’ansia e poi perché versetti suona biblico, quasi apocalittico, e così l’ansia si spaventa. Dopotutto è nato da una madre ansiosa e da un padre ferocemente ironico, un mix genetico esplosivo che produce in loop l’ansia e i suoi anticorpi, e che gli consente di riempire il diario anche con improbabili e divertenti strategie per fronteggiarla.

Versetti ironici contro l’ansia si fa portavoce delle disavventure dei tantissimi ansiosi del mondo a cui l’autore chiede di unirsi per un coming out collettivo, in una sorta di accattivante orgoglio ansioso.

Alcuni stralci

Ci rifletta: l’ansia sarà anche una grana in più, sarà anche diecimila volte più pericolosa del pericolo vero e proprio, ma la cerchiamo anche quando non c’è. Ci nutre, ci permette di sentirci vivi. La sua assenza sarebbe francamente ben più preoccupante della sua presenza. Noi ansiosi, in fondo, salviamo il mondo dal devastante appiattimento della noia.

***

[…] Ecco, ora diglielo che ti sei buttato a studiare come funziona l’ascensore solo perché eri terrorizzato di precipitare dall’ottavo piano, o di rimanere bloccato – anzi intrappolato – fino a morirci dentro per il panico. Diglielo che hai calcolato la media dei tempi utilizzati dai tecnici per ogni intervento e che solo dopo aver scoperto – statistiche alla mano – che era molto più probabile cadere dalle scale che dall’ascensore, ti sei deciso a utilizzare quello del condominio.
Invece, da bravo ipocrita, riesco anche a sorridere e a dirle che no, non sono un ingegnere, ma scrivo racconti e allora sono sempre molto curioso di scoprire come funzionano le macchine. Tutte le macchine.
Poi l’ascensore comincia a muoversi lentamente, con piccoli balzi da brivido.
«Ecco», confermo, «qualcuno dall’alto sta riportando la cabina al piano. Lo sapevo io che non c’era da preoccuparsi!» E lo dico mentre in realtà sto pensando che quei balzi potrebbero essere anche dovuti al freno che inizia cedere, o alle guide laterali usurate per un cortocircuito.
Invece, da bravo ipocrita, riesco anche a sorridere e a dirle che no, non sono un ingegnere, ma scrivo racconti e allora sono sempre molto curioso di scoprire come funzionano le macchine. Tutte le macchine.
Poi l’ascensore comincia a muoversi lentamente, con piccoli balzi da brivido.
«Ecco», confermo, «qualcuno dall’alto sta riportando la cabina al piano. Lo sapevo io che non c’era da preoccuparsi!» E lo dico mentre in realtà sto pensando che quei balzi potrebbero essere anche dovuti al freno che inizia cedere, o alle guide laterali usurate per un cortocircuito.

Brevi note biografiche

Fabio Santa Maria, ansioso sin da quando nacque a Milano nel 1964, voleva fare di tutto tranne lo scrittore. Nel corso degli anni ha collaborato con piccole ma importanti realtà editoriali. Il suo amore per gli animali lo ha portato a vivere (randagio), spostandosi in tutta Italia per prendersi cura di cani, gatti e altri compagni a quattro zampe. Vive da alcuni anni in Sicilia con la sua compagna e, insieme, hanno realizzato il progetto Libri e Letture Vagabonde, per la distribuzione gratuita di libri usati frutto di donazioni che provengono da tutta Italia, attraverso piccole iniziative culturali e popolari con lo scopo di incentivare la lettura. Questo è il suo primo libro di narrativa.

Aldo Dalla Vecchia “Diabolik dietro la maschera. Indagine sul Re del Terrore”, Graphe.it Edizioni

Prefazione di Gabriele Acerbo

Pagine 108, prezzo 9 euro,

Graphe.it Edizioni

Il fascino di Diabolik, spietato nel crimine quanto abile nella fuga, ha colpito nel tempo migliaia di lettori. L’aura sfuggente del Re del Terrore non offusca però la nitidezza di questo dettagliatissimo saggio: del celebre antieroe mascherato ci verrà svelata ogni cosa, dalla storia della cravatta di Ginko ai curiosi retroscena editoriali, compreso il mistero del primo disegnatore dell’albo, scomparso letteralmente nel nulla dopo l’uscita dell’episodio 1.

Aldo Dalla Vecchia accompagna una mole sconfinata di riferimenti e notizie per veri appassionati con una scrittura brillante e godibile, da cui traspare un sincero entusiasmo verso le vicende del personaggio. In undici capitoli corredati da appendice viene resa quindi ampiamente giustizia alla complessità di questo fumetto, nato per riempire un viaggio in treno di mezz’ora, ma che ha finito per durare sessant’anni.

ALDO DALLA VECCHIA (Vicenza, 1968) è autore televisivo e giornalista da oltre trent’anni. Vive a Milano con i gatti Carmelina e Assuntina e il cane Alma. Ha firmato programmi come Target Verissimo, e ha collaborato con Corriere della Sera TV Sorrisi e Canzoni. È il coordinatore editoriale di Mistero Magazine e scrive per il settimanale Oggi. Tra i suoi libri ricordiamo i romanzi Rosa Malcontenta e La consapevolezza di te. Con la Graphe.it edizioni ha pubblicato Mina per neofiti, Viva la Franca, Trionfo d’amoreIn nome di Maria, l’eBook Vasco l’investigacane (che ha inaugurato la collana Flavia, dedicata al giallo con un pizzico di leggerezza), e Le avventure di Amerigo Asnicar, il primo di una serie sulle investigazioni nel mondo del jet set.

Carlo Lapucci “L’arca di Noè. Bestiario popolare”, Graphe.it Edizioni

Miti, tradizioni, simboli, giochi, curiosità, proverbi e credenze del mondo animale.

Pagine 326, prezzo 15,90 euro

in libreria dal 26 settembre per Graphe.it

Cosa è rimasto dell’universo simbolico sugli animali che tanta parte ebbe nella cultura medievale? Che resta della grande metafora che rappresentava il mondo animale per gli antichi?

Sulla scia degli antichi bestiari, Carlo Lapucci va alla ricerca delle tracce della tradizione popolare e ci propone un catalogo in cui l’animale riemerge quale interlocutore dell’uomo che lo riscopre come compagno nel viaggio della vita.

CARLO LAPUCCI vive a Firenze, dove ha insegnato per molti anni. I suoi interessi si muovono nel campo della letteratura, della linguistica e delle tradizioni popolari, incentrati sull’individuazione delle radici profonde della cultura italiana. Con Graphe.it edizioni ha pubblicato: La Vecchia dei camini. Vita pubblica e segreta della Befana (2018), L’arte di fare il cattivo. Ovvero origine, epifanie e metamorfosi dell’Orco (2019) e Gesù bambino nasce. Poesia popolare del Natale (2019). In questa stessa collana ha visto la luce il saggio Magia e poesia (2022).

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

Carlo Lapucci “Magia e poesia”

Catia Buselli “Brie e le coccole”, Paesi Junior Edizioni

Una bimba come tante, le cui giornate sono un susseguirsi di esperienze a volte buffe, altre volte difficili o emotivamente impegnative. Scritto dalla pedagogista familiare Catia Buselli, il primo capitolo del personaggio è dedicato alle “caccole”, un albo illustrato divertente per piccoli e adulti, utile per affrontare con creatività i problemi della quotidianità. Illustrazioni di Iolanda Filipponi

Chi è Brie? Una bambina come tante. O forse no? Comuni sono certamente le sue giornate, le avventure e gli ostacoli che incontra, raccontati dall’autrice e ideatrice Catia Buselli, pedagogista familiare e istruttrice di Mindfulness, che da quaranta anni si occupa di infanzia attraverso la consulenza e l’editoria.

Brie non usa “super poteri” per affrontare le sfide e vivere le sue giornate, ma li apprende dalle persone che incontra. Fa tutte le cose che fanno i bambini, anche quelle che a volte possono mettere in difficoltà gli adulti. Come il rapporto con le caccole, a cui il primo capitolo delle sue avventure è dedicato. 

Il racconto della sua prima avventura prende vita, pagina dopo pagina, tra parole proibite, inventate o sconosciute, piccole rime e filastrocche che danno ritmo e musicalità alla storia, permettendo al bambino di mantenere l’attenzione durante la lettura.

Le illustrazioni di Iolanda Filipponi rinforzano il testo in quei passaggi in cui si nominano oggetti o situazioni che i bambini non conoscono ancora, e che pertanto non possono evocare, ma che attraverso il disegno diventano parte di una nuova conoscenza.

«Un libro birichino pensato per divertire i bambini e gli adulti e aiutarli ad affrontare le piccole difficoltà in modo meno drammatico e più creativo».

Hermann Hesse “Il canto degli alberi”, recensione di Salvina Pizzuoli

Il testo raccoglie scritti in prosa, versi, racconti in date e periodi diversi con un unico denominatore: gli alberi e la natura in genere.

Titolo originale è Bäume, ovvero Albero.

Gli alberi hanno infatti una loro preminenza nei testi soprattutto nelle pagine in prosa, perché l’autore ha una particolare predilezione per molte specie arboree, li considera infatti “santuari. Chi sa parlare con loro – scrive – chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita” ( tratto da Alberi, il testo che apre la raccolta e che porta la data 1919).

Paesaggi, ricordi, emozioni, ma soprattutto pensieri e riflessioni che lo scrittore presenta in forma di prosa o di poesia percorrono nel tempo i momenti che legano periodi della vita con spettacoli naturali.

Oltre ad essere santuari gli alberi sono amici: ci si rammarica infatti per l’amico abbattuto dal vento, si gioisce per i suoi nuovi germogli, si apprezza la sua forza e la sua resistenza di fronte alle intemperie, si impara o li si vorrebbe imitare nel loro distacco dalla vita e accogliere i consigli che potrebbe dare alleviando i periodi bui.

Il raccordo tra vita dell’uomo e gli alberi in particolare permea tutti gli scritti siano essi in prosa o in poesia.

Colpiscono alcune riflessioni legate alla memoria dei paesaggi “vissuti” per alcuni periodi e che senza alberi sarebbero mutili e non sarebbe possibile ricordarli, collocarli precisamente : “Come resterà più tardi nella mia memoria il paese in cui vivo ora, non lo so, ma non riesco a immaginarmelo senza pioppi, così come non riesco a immaginarmi il Lago di Garda senza ulivi e la Toscana senza cipressi”.

Non mancano i paragoni tra i due cammini, quello dell’uomo e quello della natura: paragoni come nella poesia Quercia spezzata

Mille volte hai sopportato/Finché furono in te tenacia e volontà!/Io ti somiglio, con le mie ferite,

[…]

Paziente metto nuove foglie/Sul ramo spezzato mille volte,/ E a dispetto del dolore resto/ Innamorato in questo pazzo mondo.

E ancora in:

Foglie appassite

Ogni pianta aspira al frutto,/Ogni alba si fa sera,/Nulla dura sulla terra/Tutto muta e fugge via.

Per concludere:

Gioca la tua partita, non fare resistenza,/Lascia che tutto segretamente accada./Lascia che il vento ti porti via/E verso casa ti trascini.

Come tutti gli scritti che riportano emozioni, vanno letti e scoperti un po’ alla volta, anche in momenti diversi.

Ringrazio Luisa, la mia cara amica, di avermi inviato il link al video dove viene drammatizzato il testo Alberi, lettura che mi ha spinto a conoscere tutta la raccolta e a provare a palesarne i messaggi emozionali e permesso indirettamente di cogliere altre sfaccettature dell’autore.

Da Guanda Libri:

[…] Faggi, castagni, peschi, betulle, tigli, querce e molti altri, nella magnificenza della fioritura o con i rami nodosi offerti alle brinate notturne, illuminati dal sole o al chiarore della luna: sono loro i protagonisti indiscussi di questa raccolta. Essi accompagnano lo scrittore, silenziosi e saggi, nel corso della sua vita, segnano momenti precisi, suscitano riflessioni e ricordi, vengono invocati come esseri viventi, come amici.

e anche

Brevi note biografiche

Hermann Hesse nacque nel 1877 a Calw, nel Württemberg. Dopo studi in seminario, presto abbandonati, si dedicò alle più svariate attività. A rivelarlo al grosso pubblico fu, nel 1904, il romanzo Peter Camenzind. Viaggiò in India e si stabilì in Svizzera, dove scrisse negli anni ’20 le sue opere più importanti come Siddharta e Il lupo della steppa. Vinse il premio Nobel nel 1946 e morì a Montagnola (Svizzera) nel 1962. (da Guanda Autori)

Gianluca Morozzi “Il libraio innamorato”, Fernandel Editore

Pagine 164, prezzo 13 euro,

in libreria dal 23 settembre

Fernandel Editore

«I libri sanno realizzare magie. Ti fanno viaggiare nel tempo e nello spazio, ti fanno materializzare davanti agli occhi contesse russe e principesse marziane, moschettieri e criminali. Quanti amori sono nati prestando o consigliando un libro? Questa è la storia di due librerie, di un libraio che ama una libraia, di uno scrittore in crisi, di una scrittrice dimenticata, e di alcuni decisamente insoliti lettori.» Gianluca Morozzi.

C’è un libraio che ha un segreto: è innamorato di una ragazza che fa il suo stesso mestiere. Sogna di sposarla, di unire le rispettive librerie e di far giocare i figli che verranno nel reparto libri per bambini, ma per il momento si accontenta di vederla in un’osteria di Bologna per raccontarle dei clienti più strani che incontra.

Per esempio, c’è un uomo che entra nel suo negozio ogni giorno alla stessa ora, scompare tra gli scaffali per trenta minuti esatti, e all’uscita compra il primo libro che gli capita fra le mani. Perché?

Ma anche la libraia ha clienti bizzarri: c’è infatti una ragazza che va da lei in libreria cercando romanzi che non esistono, dei quali però ricorda perfettamente le trame. E quei romanzi, un anno dopo, escono davvero. Come fa?

E poi c’è uno scrittore di successo, anche lui ha un segreto: è riuscito a scrivere solo negli anni in cui nessuno lo voleva pubblicare. Ha accumulato nel cassetto tanti romanzi, che poi ha pubblicato uno alla volta fingendo di averli appena scritti. Ma il cassetto adesso è vuoto. Come farà ad accontentare il suo editore e la sua agente, entrambi in spasmodica attesa del suo prossimo, annunciato best seller?

Infine c’è una scrittrice che pubblica libri di genere erotico tantrico col nome d’arte di Samantha Samsara. Il suo conto in banca è in rosso, e adesso sta cercando chi la mantenga in cambio del privilegio di poterla guardare mentre scrive a piedi nudi. Troverà qualcuno?

Quando il libraio innamorato proporrà alla bella libraia di far incontrare i due insoliti clienti, i destini di tutti loro convergeranno in un modo inaspettato.

«Lui e Monica avevano una cosa in comune: facevano lo stesso mestiere. Librai indipendenti, sia l’uno che l’altra, in due librerie del centro storico di Bologna, due esempi di resistenza culturale in mezzo ai tanti negozi di catena. Navigando nello stesso tormentato mare si erano aiutati a vicenda e avevano finito per fare amicizia. Le due librerie non erano molto distanti fra loro: millequattrocento metri, diciassette minuti a piedi. L’osteria del Sole era più o meno a metà strada di quel chilometro e mezzo scarso. Camere Separate era il nome che Alessio Barbieri aveva dato alla sua libreria. Era stata una scelta facile: dopo lunghe ricerche era riuscito a trovare i locali perfetti in Strada Maggiore, a pochi passi dalla casa-museo del pittore Giorgio Morandi, ma soprattutto dai luoghi bolognesi di Pier Vittorio Tondelli. Per lui era stato quasi automatico dedicare quegli spazi allo scrittore di Correggio»

Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Autore estremamente prolifico, ha pubblicato per Fernandel una quindicina di libri, a partire dal suo esordio con il romanzo Despero (2001), e altrettanti con editori come Guanda, Tea, Castelvecchi. Colpiscono la sua facilità di scrittura e la capacità di coinvolgere il lettore fin dalle prime righe.

Omaggio a Javier Marías (1951 – 2022)

Ha iniziato a scrivere romanzi a diciannove anni con I territori del lupo e con Un cuore così bianco del 1992 è entrato tra gli scrittori più letti e più tradotti (quaranta traduzioni e oltre due milioni di copie vendute); gli ultimi due, Berta Isla (la presentazione su tuttatoscanalibri) e Tomás Nevinson, il secondo seguito dell’altro: perché “Marías — che usava solo una «bussola» e non aveva già in testa il destino dei suoi personaggi mentre iniziava a scrivere — era «curioso di sapere», proprio come noi, che «fine avesse fatto» il marito della protagonista del suo penultimo romanzo” così scrive Paolo Legri ( Il Corriere 12 settembre ’22)

Il suo ultimo romanzo

Ma cos’è la “bussola”?

Un autore, spiega Lepri, che costruiva un rapporto particolare con i propri personaggi.

In un recente incontro, virtuale, con Claudio Magris, in occasione del premio von Rezzori i due scrittori si sono scambiati pareri e riflessioni sulla letteratura e sulla creatività; è qui che Marías esplicita il suo metodo: Ci sono tanti scrittori – dice – che hanno già deciso esattamente cosa succederà a ogni personaggio. Io invece, scrivo con una bussola. Non è che non sappia esattamente dove voglio andare: voglio andare verso il nord, e questo me lo permette la bussola, ma non conosco davvero la strada che percorrerò. E allora comincio e poi faccio una cosa assurda: non cambio mai nulla dei miei romanzi. Se nella prima versione a pagina 20 ho detto qualcosa e poi mi rendo conto a pagina 200 che mi conveniva dirne un’altra, invece di cambiare come fanno quasi tutti gli scrittori, mi attengo a quello che è scritto, come si attiene uno a quello che ha vissuto: mi governo per lo stesso principio di conoscenza che regola e governa la vita.

Autore di quattordici romanzi e di molte traduzioni e degli articoli settimanali scritti per El País, come ogni scrittore annoverava tra i testi quello cui era particolarmente legato: Tutte le anime, ambientato a Oxford, dove aveva insegnato, anche Vite scritte, (su tuttatoscanalibri la recensione) brevi ritratti di scrittori, ma riteneva Il tuo volto domani il suo libro migliore.

Autore anche di un’interessante raccolta di racconti Tutti i racconti , (la presentazione su tuttatoscanalibri) trenta in totale, organizzati dallo stesso autore in “accettati” e “accettabili”.

Una simpatica curiosità: Marías era re di Redonda con il nome di Xavier I dal 1997. La piccola isola delle Antille esiste nella realtà ma nell’immaginario era diventata il regno delle Lettere da dove il re, dall’alto della sua carica, conferiva titoli: tra i beneficiari Francis Ford Coppola, Alice Munro ma anche Claudio Magris, dal 2003 duca di “Segunda Mano” e Paolo Lepri, cittadino onorario.

Gaja Cenciarelli “Domani interrogo”, presentazione

Un liceo linguistico della periferia romana, Rebibbia. È novembre ed è in quella Scuola scalcinata che la giovane insegnante inizia la propria avventura di docente, di persona, di studiosa, di romana tra romani che parlano solo il dialetto e ai quali dovrebbe insegnare l’inglese. Spaventata ma non passiva saprà reagire e entrare piano piano in quella comunità in cui si sente estranea e spaesata: non scapperà e tornerà l’indomani, “l’inizio di una grande storia d’amore”.

Si apre con una Nota dell’Autrice che raccoglie in 10 punti le leggi fondamentali della vita di un insegnante, di quella metamorfosi a cui va incontro un essere umano quando inizia ad insegnare, procede con un Prologo dove molte sono le domande, durante il girovagare in una Roma che non conosce, che si accavallano nella mente della protagonista prima dell’ingresso in classe: è il 19 novembre, ha accettato una supplenza annuale in una quinta, ma non è all’altezza, non ce la farà, non conosce nessuno, è sola in una scuola enorme, non ha gli strumenti per affrontare i ragazzi di quella zona di Roma con i quali non sa con quale lingua parlerà e lei non sa se conosce la lingua giusta e loro se ne accorgeranno e la uccideranno… Seguirà quindi la Prima Parte con il titolo emblematico “Il Romanticismo”: il primo impatto, difficile, disperante, proprio lei che dovrebbe dare l’esempio, si esprimerà in dialetto usando un’ espressione chiara e volgare.

Un impatto forte con la realtà di una classe raccontata da chi la Scuola la conosce e ci si misura.

“Tra i professori di Frank McCourt e Domenico Starnone, passando per gli studenti in piedi sul banco nell’Attimo fuggente, sta la professoressa di Gaja Cenciarelli, convinta sì che la cultura sia qualcosa di quotidiano, convinta sì che certe parole dialettali o certe squadre di calcio, certe sigarette fumate insieme agli studenti prima che la lezione cominci facciano parte del lavoro di chi insegna e di quello di chi impara, ma disillusa che l’istruzione possa – come si sente dire spesso – salvare il mondo. Ciò nonostante, in questo romanzo di Shakespeare e spaccio, la professoressa il mondo lo salva. Perché il mondo è le persone che incontriamo. Specialmente a scuola”.(da Marsilio Editori)

e anche

Brevi note biografiche

Gaja Cenciarelli scrittrice e traduttrice, vive e lavora a Roma. Ha scritto romanzi, racconti, interventi critici. Fa parte dei “Piccoli Maestri” e ha pubblicato, fra gli altri, Extra omnes. L’infinita scomparsa di Emanuela Orlandi (Zona 2006), Sangue del suo sangue (nottetempo 2011), ROMA. Tutto maiuscolo come sulle vecchie targhe (Ventizeronovanta 2015), Pensiero stupendo (Lite Editions 2015). Per Marsilio, nel 2019 è uscito La nuda verità. Insegna lingua e letteratura inglese a Roma.

Filippo Cerri “Di macchia e di morte. Ballata degli ultimi briganti”, presentazione

La storia del brigantaggio post-unitario ha sicuramente un fascino particolare tanto che i suoi personaggi, la loro vita e le loro avventure, di violenza e di sangue, facilmente sono diventate appannaggio di leggenda.

La Maremma annovera nella storia del periodo personaggi legati al fenomeno del brigantaggio come Domenico Tiburzi, sicuramente il più famoso esponente del brigantaggio in Maremma tra l’Ottocento ed il Novecento, che l’autore “Di macchia e di monte. Ballata degli ultimi briganti” conosce essendosi documentato, tra tradizione orale e saggistica, sulla sua figura e su altre storie e fatti realmente accaduti che hanno poi ispirato il romanzo stesso.

Una realtà storica che però viene narrata alla fine, quasi una ballata malinconica di personaggi realmente esistiti, sebbene coperti da nomi immaginari: Ettore Manfredi re dei boschi dei monti dell’Uccellina, Scannafosso il sanguinario, la Dama bella e misteriosa, Consolazione signora della malavita locale, protagonisti di un mondo dimenticato.

“Sono le storie dei luoghi d’Italia illuminati da una luce violenta e tetra, quella Maremma in cui si muovono i briganti: il biondo Bianciardi, il selvatico Manfredi, Tribunale di Grazia e Giustizia, e sopra di tutti, lo sfuggente Bastiani, modellato sulla falsariga del famoso Tiburzi, Re della Macchia, e numerosi altri figuri le cui storie originano dal vero ma finiscono nella leggenda”(da Effequ Edizioni)

e anche

Brevi note biografiche

Filippo Cerri (1991) è sceneggiatore e videomaker. Ha realizzato videoclip musicali, cortometraggi, documentari e ha contribuito alla realizzazione video dell’inchiesta vincitrice del Premio Morrione 2021. Suoi racconti sono pubblicati in riviste (come «In fuga dalla bocciofila») e antologie (come Albinia. 12 vie per raccontare una periferia, effequ 2017).