Emanuele Trevi “I cani del nulla. Una storia vera”, presentazione

“Nella paura cosmica di Gina, cane dalle zampe troppo lunghe e le orecchie enormi, c’è lo sgomento della vita di fronte alla propria nullità. È questo che ci affratella agli animali: il sentimento ineludibile, spaventoso, della nostra imperfezione.

[…] come i cani di D’Annunzio nella poesia che apre il romanzo e ne è il filo rosso, gli esseri umani sono «stupidi e impudichi», e al pari del vecchio poeta capiscono infine di non essere nulla.[…]”

In queste poche righe estrapolate dalla presentazione al romanzo nel Catalogo Einaudi in sintesi la chiave di lettura di questo che solo romanzo non è. Scritto nel 2003 è stato rieditato ora ancora da Einaudi con l’interessante introduzione di Sandro Veronesi.

E Nicola H. Cosentino nel suo articolo sul Corriere (18 luglio 2021) scrive nel sottotitolo:

[…]si tratta di un romanzo-non romanzo, un girovagare tra realtà e letteratura. La morale: si deve incarnare l’amore che si prova”

E poi nel testo

“Perché I cani del nulla (sottotitolo: Una storia vera) è un romanzo, come gli altri di Trevi, sulla letteratura; un’opera che si sbarazza presto delle proprie premesse, della propria primaria ispirazione, del profilarsi di una trama, per farsi guidare, compilare e poi concludere da altri libri e altre voci, e cioè da quel che avviene fuori e dentro l’autore: conversazioni con la moglie, scodinzolii, letture, passeggiate. […]

E capiamo ancora meglio leggendo il ricordo che l’Autore stesso dedica sul Corriere (23 agosto 2021) all’amico carissimo recentemente scomparso, Libero De Renzo, colui che materialmente gli aveva regalato la piccola Gina, prelevata in un canile.

Indirettamente fu anche l’ispiratore del libro:

Picchio (ndr nomignolo con cui l’amico veniva chiamato) era convinto che la presenza di quell’animale nella mia vita avrebbe avuto conseguenze artistiche capitali nella mia carriera di scrittore. Mi incitava a prendere appunti, a redigere una cronaca delle difficili giornate di Gina. E aveva ragione: […] mi ero reso conto che Gina era non tanto l’emblema, ma l’incarnazione vivente e scodinzolante di quello che andavo cercando, e non avevo ancora trovato, con la scrittura.

E così gli appunti, realmente presi seguendone il consiglio, verranno trasformati in un testo.

E conclude:

Picchio e Gina mi hanno insegnato tantissimo, e soprattutto mi hanno insegnato ad imparare, che è la scienza più difficile a prescindere dal suo contenuto apparente e momentaneo.

Un’affermazione importante che fa riflettere a fondo, soprattutto in questo nostro tempo come sottolinea Veronesi:

Chiunque riesca a continuare a imparare anche da adulto, chiunque mantenga la mentalità dell’allievo anche quando non va più a scuola risulta un sapiente, un iniziato. Ed è proprio ciò che viene da pensare di Emanuele Trevi, leggendo questo bellissimo libro, pervaso com’è in ogni pagina dallo strenuo, solitario, e dunque eroico sforzo di capire le cose che l’autore ha sotto gli occhi tutto il giorno, laddove lo schema sociale cui appartiene gli chiede solamente di accumularle e amministrarle. 

Un messaggio che è un richiamo forte a mantenere accesa la curiosità e interrogando e leggendo le cose che ci circondano senza essere solo “pastori” accudenti, come sottolinea Trevi, delle proprie cose.

Brevi note biografiche ( da Einaudi Autori)

Emanuele Trevi è nato a Roma nel 1964. Tra le sue opere: Senza verso. Un’estate a Roma (Laterza 2004), Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010), Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie 2012), Sogni e favole (Ponte alle Grazie 2019), Due vite (Neri Pozza 2020). Per Einaudi ha pubblicato I cani del nulla (2003 e, in una nuova edizione, 2021) e Il popolo di legno (Einaudi 2015). Sempre per Einaudi, è fra gli autori di Figuracce. Collabora con «Il Corriere della Sera».

Dello stesso autore vincitore del Premio Strega 2021

“Due vite”

I vincitori del Premio Viareggio-Rèpaci

Sabato 28 agosto è stato assegnato il Premio Viareggio-Rèpaci all’approdo turistico la Madonnina da Paolo Mieli, insieme al sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro e all’assessore alla Cultura, Sandra Mei, un Premio nato in Versilia nel 1929, per iniziativa dei tre amici Leonida Rèpaci, Carlo Salsa e Alberto Colantuoni, che era e vuole restare indipendente dalle influenze delle Case Editrici o clan letterari, come recentemente dichiarato dal nuovo direttore Paolo Mieli, e che consta di tre le sezioni di finalisti per la narrativa, la poesia la saggistica:

Narrativa

Edith Bruck Il pane perduto, La nave di Teseo

Gilda Policastro La parte di Malvasia, La nave di Teseo

Alice Urciuolo  Adorazione, 66thand2nd

Poesia

Andrea Bajani  Dimora naturale, Einaudi

Vittorino CurciPoesie (2020-1997), La Vita Felice

Flavio SantiQuanti (truciolature, scie, onde) 1999- 2019, I&L industria & letteratura

Saggistica

Alessandra Necci, Al cuore dell’impero. Napoleone e le sue donne fra sentimento e potere, Marsilio

Walter SitiContro l’impegno, Rizzoli

Gianni Sofri, L’anno mancante. Arsenio Frugoni nel 1944-45, il Mulino

Per la sezione di Narrativa si aggiudica il Premio Edith Bruck

Per la Poesia Flavio Santi

Per la Saggistica Walter Siti

Brevi note biografiche dei vincitori

Edith Bruck scrittrice ungherese naturalizzata italiana, è sopravvissuta alla deportazione nei campi di concentramento ed ha trascorso gran parte della sua vita a raccontare la terribile esperienza per mantenere viva la memoria. Il suo libro d’esordio è l’autobiografico Chi ti ama così del 1959; tra le suo opere  Quanta stella c’è nel cielo(2009, Premio Viareggio), Il sogno rapito(2014), La rondine sul termosifone(2017), Ti lascio dormire(2019), Il pane perduto(2021, Premio Strega giovani, È stata anche traduttrice, autrice teatrale e di poesie, sceneggiatrice e regista di tre film. Nel 2021 è stata insignita del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Flavio Santi docente universitario e traduttore nonché narratore del suo Friuli raccontato in poesia Rimis te sachete/Poesie in tasca (Marsilio, 2001), Asêt/Aceto (La barca di Babele, 2003), e nel memoir on the road Il tai e l’arte di girovagare in motocicletta (Laterza, 2011) . Nel 2016 è uscita la prima indagine dell’ispettore Drago Furlan, La primavera tarda ad arrivare (Premio La Provincia in Giallo).

Walter Siti, docente universitario è originario di Modena, vive a Milano. Come narratore esordisce nel 1994 con il romanzo Scuola di nudo, È il curatore delle opere complete di Pier Paolo Pasolini ed è autore di vari saggi letterari, Tra i suoi libri, Il canto del diavolo Resistere non serve a niente (Premio Strega 2013). Il suo ultimo romanzo è Exit strategy (2014).

Noemi Vola “Sulla vita sfortunata dei vermi. Trattato abbastanza breve di storia naturale” presentazione

Tra le recenti pubblicazioni della Corraini Edizioni, casa editrice, galleria d’arte, spazio di sperimentazione e ricerca per artisti, illustratori e designers italiani e stranieri, che ha annoverato Bruno Munari tra i collaboratori, c’è un testo veramente particolare che colpisce subito per la copertina in cui compare, tra le spire di un lombrico rosa, il titolo in cui si condensa tutta la sua particolarità, si legge infatti: “Sulla vita sfortunata dei vermi. Trattato abbastanza breve di storia naturale”.

Chi avrebbe mai immaginato di dedicare un libro, illustrato da Noemi Vola, ad un essere il cui nome generico di verme di terra viene spesso utilizzato in espressioni poco edificanti?

Eppure è stato eletto da ProNatura nel 2011 animale dell’anno e definito misconosciuto e instancabile lavoratore, ma è in effetti uno sconosciuto. Si scopre sfogliando le pagine della rilegatura in cartonato che ne assomma ben 256, tutte illustrate, che ne esistono 700 specie diverse e molte ancora non del tutto indagate dalla scienza.

Un trattato breve di storia naturale che vuole riscattare l’ingiusto ruolo in cui è stato relegato,

“Mescolando osservazioni scientifiche e folgorante ironia in oltre 200 pagine illustrate, Sulla vita sfortunata dei vermi ci racconta di un piccolissimo animale che si trova ad affrontare grandi cambiamenti e grandi domande”.(da Corraini Edizioni con l’anteprima di alcune pagine)

e anche

Brevi note biografiche

Noemi Vola -nata nel 1993, è autrice e illustratrice italiana. Ha pubblicato con Corraini Edizioni Da Qui a Molto LontanoUn libro di cavalli rivoluzionari e Un orso sullo stomaco, vincitore nel 2018 del Premio Nazionale Nati per Leggere e selezionato, nello stesso anno, per la mostra “100 Outstanding Picturebooks” curata da dPICTUS alla Frankfurt Book Fair. Il suo libro “FIM? Isto nao açaba assim” (Planeta Tangerina) è vincitore dell’International Serpa Picturebook Prize 2017. Nel 2019 è stata selezionata alla Mostra Illustratori della Children’s book Fair di Bologna. Ha collaborato con varie realtà editoriali in Italia e all’ estero, tra cui Bruaá Editora, Danchu Press, Vogue Bambini, Smemoranda, Kuš!.( da Corraini Autori)

Daniela Missaglia “Un colpevole silenzio” presentazione e con la recensione da Libri Panorama

Protagonista di questo romanzo, un esordio nella narrativa per l’avvocato matrimonialista Daniela Missaglia specializzata in Diritto di famiglia e autrice di vari saggi su temi nati dall’esperienza sul campo, è il silenzio.

Perché il silenzio?

È quello assordante che ignora, non vede, non vigila; frastornati dalla fagocitante quotidianità, spesso non vediamo quanto accade attorno a noi. È la storia del gesto terribile e tragico di un ragazzino tredicenne, Giovanni, vittima di quel comportamento violento che chiamiamo bullismo.

“Attraverso la storia di Giovanni, vittima sacrificale designata per il riscatto narcisistico e autoreferenziale dei suoi carnefici, Daniela Missaglia realizza un racconto destinato a scuotere le coscienze”.(dalla descrizione su IBS)

Su Panorama Libri la recensione a cura della Redazione

Gino Tellini “Palazzeschi” presentazione

Un’interessante monografia che presenta i diversi volti di un autore fiorentino che, nella sua lunga vita, ha attraversato tutto il Novecento: Aldo Palazzeschi, derivato dal cognome della nonna, è lo pseudonimo di Aldo Giurlani nato a Firenze nel 1885 ( morto a Roma nel 1974).

Ampia e variegata la sua produzione letteraria: esordisce come poeta, ma è stato romanziere, novelliere, nonché saggista, memorialista, aforista. Conosciuto dal grande pubblico con Il codice di Perelà, l’incredibile omino di fumo, e con il suo romanzo più famoso “Le sorelle Materassi”(1934).

Una fisionomia la sua alquanto complessa che il professor Tellini, come precisa in una recente intervista, ha cercato di ricomporre anche perché spesso si tende a considerare solo un settore e se ne parla “come se esistessero cinque o sei o sette Palazzeschi, invece Palazzeschi è uno solo”. L’ironia, l’autoironia, il gusto per il comico e l’antisoggettivismo sono gli aspetti peculiari di Palazzeschi, aperto “alla molteplicità del reale” con cui riesce a cogliere “ i risvolti più vari e diversi delle cose” con una inclinazione verso la diversità, legata anche alla sua natura omosessuale, per diventare valorizzazione della medesima.

Un autore poliedrico, senza possibili etichettature, sicuramente da conoscere e approfondire nel saggio di Tellini e ancora più sicuramente da leggere.

“Rio Bo («Tre casettine / dai tetti aguzzi»), La fontana malata («Clof, clop, cloch»), Chi sono? («Chi sono? / Il saltimbanco dell’anima mia»): giocoliere irriverente e spericolato, come l’aereo omino di fumo protagonista del romanzo Il Codice di Perelà, il fiorentino Aldo Palazzeschi (1885-1974) è autore poliedrico, poeta e narratore controcorrente. Dalle avanguardie storiche a inizio secolo, tra suggestioni crepuscolari (I cavalli bianchi) e futuriste (L’Incendiario), è approdato in piena maturità alla stagione tra le due guerre (Stampe dell’800Sorelle MaterassiIl palio dei buffi), per poi rinnovarsi, nel periodo della Neoavanguardia e dopo il Sessantotto, con una sempreverde energia inventiva”.(da Salerno Editrice)

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Brevi note biografiche

Gino Tellini insegna Letteratura italiana nell’Università di Firenze. Tra le sue opere più recenti: Il romanzo italiano dell’Ottocento e Novecento (Milano 1998, 2006). Presso la Salerno Editrice ha pubblicato Leopardi (2001), e Manzoni (2007).

Middleton Stanley “Holiday”presentazione

Nel 1974 vinse il Booker Prize, oggi è per la prima volta stampato in Italia da SEM nella traduzione di Alfredo Colitto. Indaga su una tragedia familiare, la morte di un figlio e la crisi di un matrimonio. Fisher, il protagonista, è docente universitario, sposato con una donna molto bella nella quale la morte del figlio ha scatenato momenti di accesa rabbia e furore che comportano liti furibonde. È dopo l’ennesima che Fisher decide di allontanarsi da lei e dalla loro situazione in un viaggio verso il passato, in una località marina frequentata da ragazzo: Bealthorpe. Un ambiente operaio molto diverso da quello che lui frequenta anche per il matrimonio con Meg, figlia di un uomo che ha saputo farsi da solo e arrivare, rappresentante emblematico del mondo borghese nell’Inghilterra degli anni ‘70, anni in cui è ambientato il romanzo. È lì che indaga se stesso e gli altri, insieme a ruoli e situazioni tralasciate e mai analizzate a fondo. Stanley Middleton da osservatore attento presenta al lettore il quadro di una società ben precisa tra apparenza, desiderio di normalità e di felicità difficilmente raggiungibile, il tutto con una prosa felice che sa rendere attraverso dettagli, minimi particolari, la profonda essenzialità dei diversi personaggi.

“Una storia estremamente sottile, un ritratto della vita di provincia inglese raccontata con tutta l’abilità e la profondità di sentimento di Stanley Middleton. Questo romanzo, che ha vinto il Booker Prize nel 1974 (a pari merito con Nadine Gordimer), definisce Middleton come uno degli scrittori più interessanti del dopoguerra inglese, un autore dalla prosa attenta e meticolosa; non del tutto tenera, non del tutto spietata, ma capace di infilarsi come una lama nel cuore delle situazioni” (da SEM Libri)

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Brevi note biografiche

Middleton Stanley (1919-2009) è nato a Bulwell, in Inghilterra. Cominciò a scrivere all’università, e nel 1958 pubblicò il suo primo romanzo, A Short Answer. Per diversi anni ha fatto l’insegnante di inglese alla High Pavement Grammar School, ed è stato uno scrittore molto prolifico, con quarantaquattro romanzi pubblicati.

Gabriele Romagnoli “Cosa faresti se” presentazione

Sette racconti senza titolo se non enumerati in sette giorni anonimi, con un aggettivo che li scandisce da Primo a Settimo. Racconti di personaggi che vivono solo dentro alcune pagine, altri ritornano, come nel Settimo dove ne ricompaiono vari, ma non è una festa, è un funerale. Chi sono, cosa rappresentano? È il titolo che li raccoglie a mettere il lettore sull’avviso. Cosa faresti se? Tutti sono protagonisti alle prese con decisioni importanti, che impegnano il loro presente e il loro futuro non solo immediato. Scelte drammatiche che attraversano la loro vita per durare momenti o giornate o notti. Come scegliamo, chi o cosa ci porta a scegliere o comunque ad accogliere una o l’altra soluzione? Quanti dubbi, quanti tentennamenti, quante richieste di aiuto esterno o nei segni del destino o l’istintività fattasi immediatezza!

È nella scelta che ci sveliamo, è nella scelta che ci indaghiamo o spesso sono immediate e non mediate dalla ragione, ma dal sentimento o forse da un miscuglio perché siamo ragione e sentimento, tra dilemmi morali e scherzi del destino.

Sette racconti che pongono domande.

Sì, ma perché sette e perché nel settimo molti protagonisti ricompaiono? Sette di una stessa settimana dove nel Settimo le scelte degli uni coinvolgono anche altri.

“Esseri umani davanti a un crepaccio. Il passo da fare è scivoloso e irreversibile” scrive Paolo di Paolo nella sua presentazione sul Venerdì (del 16 luglio 2021) enucleando nel titolo una chiave di lettura “Il destino è una reazione a catena”.

Dal Catalogo Feltrinelli

[…] Una scelta irresolubile eppure necessaria, come quella di Laura e Raffaele, una coppia che desidera adottare un figlio e si ritrova a decidere in poche ore – una lunga, interminabile notte – se accogliere una bambina gravemente malata. O come quella di Adriano, che scopre da un video sul cellulare che il figlio, dopo aver preso in prestito la sua auto, ha investito un uomo senza fermarsi a prestare soccorso. Adriano, che da quando ha perso la moglie e il lavoro è incapace di decidere qualsiasi cosa, esce di casa per cercare fuori da sé, un passo dopo l’altro, una risposta: denunciare il figlio o costituirsi al suo posto per salvarlo? Mentre solo un istante viene concesso a Giovanni, il tassista Urano 4, per prendere la risoluzione più importante.
Seguendo quale ragionamento o intuizione, quale concezione del mondo e di sé, questi e gli altri personaggi, tutti sottilmente connessi fra loro, potranno compiere una scelta nell’arco di sei giorni e ripresentarsi insieme, nel settimo, per il giudizio finale? […]

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Brevi none biografiche

Gabriele Romagnoli (Bologna, 1960) Giornalista professionista, a lungo inviato per “La Stampa”, direttore di “GQ” e Raisport è ora editorialista a “la Repubblica”. Narratore e saggista, il suo ultimo libro è Senza fine (Feltrinelli, 2018). Fra le sue opere: Navi in bottiglia (Mondadori, 1993), Louisiana blues (Feltrinelli, 2001), L’artista (Feltrinelli, 2004), Non ci sono santi (Mondadori, 2006), Un tuffo nella luce (Mondadori, 2010), Domanda di grazia (Mondadori, 2014) e Solo bagaglio a mano (Feltrinelli, 2015), Coraggio! (Feltrinelli, 2016) e Senza fine. La meraviglia dell’ultimo amore (2018).

Un giallo per l’estate?

I romanzi di Daniela Alibrandi

Daniela Alibrandi, “Quelle strane ragazze”

Daniela Alibrandi, “Nessun segno sulla neve”

Daniela Alibrandi “Una morte sola non basta”

Daniela Alibrandi “Un’ombra sul fiume Merrimack”

Daniela Alibrandi “I misteri del vaso etrusco”

Daniela Alibrandi “Delitti fuori orario”

Daniela Alibrandi “Delitti postdatati”

Daniela Alibrandi “Viaggio a Vienna”

Djaïli Amadou Amal “Le impazienti” presentazione

Il romanzo di una donna per le donne e non solo del suo Paese: l’autrice è la camerunense Djaïli Amadou Amal che con “Le impazienti” ha vinto il premio Goncourt des Lycéens nel 2020 in Francia che ora è stato pubblicato anche in Italia da Solferino.

Consapevole del destino che opprime le donne del suo paese, essa stessa è stata vittima di una tradizione che le schiaccia prepotentemente, in nome della sopportazione e della pazienza: anch’essa sposa a diciassette anni si libera del primo e del secondo marito fuggendo dal paese natale nella capitale del Camerun, lavorando, scrivendo e fondando un’associazione (Femmes du Sahel) e da lì in America per dare voce alle donne sotto la spinta iniziale, come lei stessa racconta in una recente intervista, di evitare alle proprie figlie il medesimo futuro, invitando quindi le giovani a chiedere di studiare sottraendosi all’educazione delle madri che sono esse stesse le proseguitrici pazienti di quanto loro imposto e vissuto.

Proprio perché, come fa presente nella recente intervista, “nella cultura peul, nella quale ho ambientato il mio romanzo, una delle virtù fondamentali è la pazienza, munyal, intesa come accettazione. Bisogna portare pazienza, accettare il destino che è stato deciso per noi, non c’è altra scelta”(Corriere della Sera 12 agosto 2021, intervista di Stefano Montefiori). Intervista in cui afferma con convinzione che “il problema delle violenze sulle donne riguarda tutti, anche gli europei. Per questo penso che il mio romanzo abbia un valore universale, non va letto come la storia esotica che riguarda una lontana cultura africana”.

La storia racconta di tre donne nella regione del Nord del Camerun e dei loro tre matrimoni imposti senza possibilità di sfuggire alla situazione se non accettarla con pazienza in nome di Allah.

“Con questo romanzo polifonico Djaïli Amadou Amal ci riporta a un universo sommerso, tribale, in cui la femminilità non ha diritti e il rapporto fra i sessi è fondato sulla prepotenza. Scortica, disseziona, riduce all’osso i meccanismi di una cultura patriarcale progettata per schiacciare le donne, mostrandoci i danni irreparabili che produce, la sua intrinseca violenza. Una violenza cui le donne stesse si condannano, nel momento in cui rinunciano ai sogni per abbracciare i doveri, insegnando alle proprie figlie a fare lo stesso. Così Amal ci insegna a guardare con sospetto, sempre e ovunque, chi ci chiede di «pazientare » a ogni costo, mettendoci in guardia contro la subdola minaccia che in questo invito si annida”(da Solferino Libri)