Cristina Núñez Pereira “Emozionario. Dimmi cosa senti” edizione illustrata, Nord Sud Edizioni

Opinioni dei lettori: di Adriana Casalegno

Con l’ ‘Emozionario’ ci si può addentrare nel paesaggio delle sensazioni, da soli o in compagnia. Basta lasciare in giro questo attraente libro per sfogliarlo, consultarlo quando si è richiamati dalla frase di  copertina ‘dimmi cosa senti’.
Le emozioni si affacciano in palloncini tondi e corrono lungo un filo sottile. Sono tante, 42 voci. Ognuna ha il suo numero di pagina e lì la sua narrazione, il suo disegno, i suoi colori.
La timidezza è rosa e rossa, un gentile uccellino blu fa capolino tra tazze di tè. L’ira, invece, ha pennellate di rosso acceso, lingue di fuoco attorno ad un piccolo mostro e, sullo sfondo, scivola nel marrone. Allora si può anche seguire la frase: ‘di che colore mi sento’ e cercare il proprio nelle immagini realizzate da tanti bravissimi illustratori.
Le sensazioni non sono perenni e non sono solitarie, si può continuare a stare con loro finché ci si riconosce. Più tardi, domani, sarà un’altra emozione o forse due, magari di opposta natura, come accadde a Tebaldo. Tebaldo, cugino di Giulietta, al ballo mascherato riconobbe il nemico Romeo dalla voce. Non poté attaccarlo lì a casa dello zio e pensò: “la pazienza costretta ad incontrarsi con la collera che vuole erompere ad ogni costo mi fa tremare il corpo per il contrasto della loro natura”.
Cercare, leggere, scoprire, parlare di emozioni e delle loro relazioni fa parte della conoscenza di sé e via via si comprendono le emozioni altrui, quelle dei compagni e, nel tempo, anche quelle di Tebaldo e di tanti altri personaggi.

Dai 3 anni ai 10 con i più grandi, dai 10 in poi per tutti.

Walter Siti “Bontà” da Il Tirreno, recensione

Siti è uno dei pochi scrittori italiani che dice ai suoi lettori quello che non vogliono sentirsi dire. Un grande narratore del tracimare di quest’epoca. Siti costruisce da anni – nel povero panorama della scrittura italiana di oggi – un’archeologia del presente. E lo fa con grande maestria. Proprio per questo, il suo nuovo libro, “Bontà” (Einaudi, pp. 136) è in pieno un libro natalizio. Perché bontà è una delle parole più usate in stagione. Perché il presente trabocca di persone che vogliono stare dalla parte giusta. Sentirsi buone.

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Vanessa Roghi “Piccola città, una storia comune di eroina” da La Repubblica, di Nadia Terranova

“Piccola città”, il memoir di Vanessa Roghi «Io sono una bambina degli anni Settanta», scrive Vanessa Roghi a pagina 139 di Piccola città. Una storia comune di eroina (Laterza) e io conosco quelle sette parole, le guardo e mi vedo allo specchio. Ho qualche anno in meno di Vanessa ma la sua storia è, appunto, così comune da essere anche la mia. Il suo libro parla di me fin dal titolo, dalla foto che ne costituisce l’incipit: una bambina con una piuma in testa e delle foglie in mano, davanti a uno striscione di Democrazia proletaria per festeggiare un risultato minuscolo e gigantesco.

Alle politiche del 1976 Dp ha preso l’1,5%, sei deputati. Un fallimento, anzi no, un successo! Eccoli, quegli anni: piccoli numeri, grandissimi sogni. L’infanzia di Vanessa è costellata di sigle che per i bambini di oggi non significano nulla: Pci, Dp, Pdup, gli amici di papà che raccontano la Favola di Mao Tse Tung, la mamma femminista che canta moltissimo, canta in macchina, per strada e dentro casa.

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Da Il Corriere on line “La Lettura premia Javier Marías”

“Ne viene fuori una fotografia della produzione editoriale che trascende le classifiche librarie, si disinteressa della dimensione dell’editore, sceglie il titolo preferito con passione e competenza, dando il voto (un massimo di tre voti per la Classifica di Qualità, uno per la Traduzione) alla qualità dell’opera, alla capacità di uno scrittore e di un traduttore: compaiono nella lista molti autori bestseller e nomi di culto, ma anche molti titoli più di nicchia cui il voto in classifica dà nuovo rilievo”.

 

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Ora tocca ai lettori:

da domani, domenica 16 dicembre, si può votare online su corriere.it/lalettura per scegliere il proprio libro preferito tra quelli della Top Ten della Classifica di Qualità. E sui social network (@LaLettura su Twitter, @lalettura su Instagram, @LaLetturaCorriere su Facebook) si può indicare (hashtag #librodel2018) il proprio libro del cuore tra quelli usciti nel 2018″.

 

Javier Marías “Vite scritte” recensione di Salvina Pizzuoli

Javier Marìas “Berta Isla”

Sebastiano Vassalli “La notte della cometa” recensione

Un buon libro, un bel libro. La notte della cometa di Sebastiano Vassalli è entrambe le cose. Si legge come un romanzo biografico, ma è di più, racconta un uomo, un poeta, il poeta “pazzo” di Marradi: Dino Campana.

Scritto nel lontano 1984 resta un romanzo – verità sulla vita di Dino Campana

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dello stesso autore: “Amore lontano” recensione di Salvina Pizzuoli

Giorgio Scerbanenco “Luna di miele” presentazione in breve

Scritto nel ’44 e pubblicato nel ’45, non fu più ristampato. Racconta la storia di un omicidio nato dal classico “triangolo” . La voce narrante è quella di un sacerdote che immagina più che sapere e assiste alla fine drammatica di un matrimonio nato dall’inganno che scoperto conduce i due sposi Alberto e Lena a trascinare la loro unione tra la quotidiana frustrazione con un epilogo immaginabile da parte di Don Paolo che sospetta, mentre la polizia indaga. Questa di Scerbanenco è la prima opera più propriamente noir.

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