I libri dedicati alla cucina o che indagano attorno ai piatti e alle pietanze sono davvero tantissimi, corredati di ricette non vogliono essere solo ricettari, ma presentare il proprio punto di vista sul cibo, questo incredibile elemento vitale che ci impegna e continua a impegnarci anche se, come afferma l’autrice, Simonetta Agnello Hornby, il rapporto con il cibo e con il cucinare è davvero cambiato.
La cucina del buon gusto non vuole solo essere un percorso della memoria che indugia e si sofferma sui piatti tradizionali rinnovellando un’infanzia ed una giovinezza in luoghi lontani da quelli in cui le autrici sono poi vissute, vuole essere una riflessione sul cibo, nell’attuale quotidianità dominata da tanta fretta e in cui per necessità il fast food predomina, e sul valore del cucinare per sé e per gli altri: per far questo molti capitoli presentano come introduzione stralci dalle pagine tratte da Anthelme Brillat-Savarin “Fisiologia del gusto”, un autore francese, scritte nel lontano 1825, in cui alterna a riflessioni sui cinque sensi, anche descrizioni, aneddoti, digressioni filosofiche e di costume, insieme a notazioni scientifiche, indagando il mondo del cibo sotto l’aspetto sociale; compito che implicitamente l’ autrice affida al proprio testo scritto a quattro mani con Maria Rosario Lazzati:
Cucinare è il legame benefico con la natura attraverso la scelta e la preparazione degli ingredienti. La consapevolezza di quello che si cucina, del perché lo si cucina e per chi, dà godimento e appaga i sensi[…]Cucinare ci fa sentire umani […] Cucinare è il piacere di prendersi cura dei propri cari […] cucinare le ricette di casa è sentirsi vicini alla propria famiglia e parte della sua storia. Chi vive lontano dal paese d’origine prova un senso d’appartenenza quando condivide un piatto casalingo con la famiglia o con gli amici, ma anche se lo consuma da solo. Cucinare distrae e placa l’ansia.
E non mancano ricordi e riferimenti a quanto si va affermando, a momenti simpatici, a descrizioni di ambienti, all’arte di apparecchiare e ricette ed eventi che intrattengono piacevolmente il lettore. E, soprattutto, questo testo sa di abbracci, calore, affettività, sa di famiglia, fa Natale, quello di una volta e che ci manca molto!
Dal Catalogo Feltrinelli Editore
“Brillat-Savarin è stato per noi una scoperta recente. Avevamo già deciso di scrivere un libro di cucina per esprimere la profonda gioia che ci dà il cucinare e il grande conforto che ne abbiamo tratto vivendo all’estero. Volevamo celebrare la gastronomia e i piaceri dei sensi che si incontrano nel preparare il cibo, nel servirlo e nel mangiarlo. Cucinato, condiviso, consumato da soli, regalato; occasione d’incontro, simbolo di appartenenza a gruppi e a religioni, nutrimento del corpo e della psiche, il cibo è potentissimo antidoto contro l’isolamento e la tristezza. Rosario […]all’estero, cucinava per mantenere la propria identità […]Molte alunne della sua scuola di cucina londinese frequentano i corsi da anni, perché hanno imparato che cucinare aiuta a stare meglio. Simonetta, cuoca per tradizione familiare e per necessità, ha sperimentato attraverso le vicissitudini della vita il valore catartico della cucina. Per lei, la cucina e la tavola, oltre a essere elementi fondamentali dell’esistenza, costituiscono un trionfo dei sensi, della bellezza e dell’ospitalità.”
Brevi note biografiche
Simonetta Agnello Hornby, palermitana, laureata in giurisprudenza, vive da tempo a Londra. Ha esercitato la professione di avvocato aprendo a Brixton lo studio legale “Hornby&Levy” specializzato in diritto di famiglia e minori. Nel 2002 esordisce con La Mennulara cui seguono La zia Marchesa, del 2004, La monaca, del 2010 e Caffè amaro, del 2016.
Maria Rosario Lazzati, milanese, con La cucina del buon gusto (con Simonetta Agnello Hornby; Feltrinelli, 2013) racconta la sua esperienza culinaria, sia in famiglia sia come insegnante di cucina.
Dello stesso autore:
Simonetta Agnello Hornby Piano nobile
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