Le pagine di tuttatoscanalibri più visitate nel mese di dicembre 2021

Alessia Gazzola e la nuova trilogia con Costanza Macallè

Hans Tuzzi intervista Ottavia Niccoli autrice del giallo “Morte al filatoio”

E.Lee Masters “Antologia di Spoon River”

“Terapia forestale” a cura di Francesco Meneguzzo e Federica Zabini

Juan Gómez Jurado “Regina rossa”

Gianfranco Bracci “I misteri del tempio dimenticato”

Jorge Luis Borges “L’Aleph”

Paolo Cognetti “La felicità del lupo”

Una trilogia da non perdere… in attesa del quarto!

Alessandro Manzoni “I promessi sposi” stralci

Sebastiano Vassalli “Amore lontano”

Ottavia Niccoli “Morte al filatoio”

e BUON ANNO a tutti!

Buon 2022!

John Gardner “Il mestiere dello scrittore”, introduzione di Raymond Carver, premessa di Davide Rondoni, Marietti Editore

Collana: Le lampare.

Pagine: 264. Prezzo: 22 euro.


Non si tratta né di imparare l’ispirazione, né di insegnare l’arte e neppure di scegliere tra i corsi di scrittura e i corsi di lettura. In uno stile diretto, Gardner affronta i problemi del mestiere di scrittore e non quelli del talento, le nevrosi quotidiane e non quelle del genio. Con esempi, citazioni e suggerimenti affronta i problemi pratici della scrittura: la resa degli effetti, la necessità di revisioni, la punteggiatura, l’interazione necessaria con la figura dell’editor. Gardner si assume il rischio di incoraggiare i giovani scrittori, ma con una riserva, che dà ironica misura della sua coscienza del problema e che consiste nel non dare per scontato che lo scrittore non debba imparare anche le regole fondamentali dell’ortografia.

Sommario
1. La fiducia di John di Davide Rondoni. 2. Introduzione di Raymond Carver. 3. IL MESTIERE DELLO SCRITTORE. 4. Prefazione. 5. Il carattere dello scrittore. 6. Il tirocinio e l’istruzione dello scrittore. 7. Pubblicazione e sopravvivenza. 8. Fiducia ( da Marietti Editore)


John Gardner (1933 -1982), medievista e scrittore, ha dedicato molti anni all’insegnamento e alla riflessione sulla pratica del narrare. Figura popolare e controversa, è morto a soli 49 anni in un incidente motociclistico.
Raymond Carver (1938 – 1988) è tra i maggiori scrittori americani del Novecento.  Le sue opere sono pubblicate in Italia da Einaudi.
Davide Rondoni, poeta e scrittore, dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. Cura programmi per la Rai e Tv2000.

Gaia Manzini “A Milano con Bianciardi” presentazione

Copertina di Maurizio Ceccato

Gaia Manzini racconta gli anni milanesi dello scrittore maremmano, città dove fu chiamato nel 1954 come redattore nella nascente Casa Editrice Feltrinelli: lascia così Grosseto dove era nato nel 1922 per trovarsi a tu per tu con quel “torracchione” simbolo della catastrofe umanitaria nella miniera di Ribolla (la morte di 43 minatori nell’esplosione, nel 1954, nella miniera proprietà della Montecatini) e sede dell’azienda responsabile della morte dei minatori, “a contatto diretto con il nemico” per far saltare quel torracchione simbolo appunto delle dure condizioni di lavoro dei minatori.

Ne La vita agra (1962) Bianciardi ne ripercorrerà in chiave autobiografica le vicende: il protagonista infatti arriva a Milano proprio per far saltare “il torracchione” della Montecatini.

Ma Milano è una città diversa da come immaginava, chiusa e indisponibile, quasi come quella che aveva lasciato: è quella frenetica degli anni Sessanta, quella del boom, quella della trasformazione del tessuto economico dell’Italia che abbandona le sue radici contadine e insegue il benessere, in effetti aperto a pochi.

Licenziato nel 1957 dalla Feltrinelli sarà traduttore di grandi autori, soprattutto Miller, mentre continua a scrivere. Non sta bene a Milano, una città detestata che lo ha deluso ma mai abbandonato fino alla morte.

Lo seguiamo all’arrivo allora trentunenne e alloggia forse all’Hotel Baviera e poi, novello Marcovaldo, nella pensione le cui notti sono illuminate da una lettera C di Cinzano; al bar Jamaica, e nella casa in via Domenichino dove lavora strenuamente a molte traduzioni; la breve parentesi di Rapallo e il ritorno in città.

Una Milano che non c’è più, percorsa in lungo e in largo dall’Autore a cui piaceva camminare, soprannominato per questo “piedone”. Un libro per conoscere Bianciardi e una vecchia Milano scomparsa.

“Gaia Manzini ripercorre passo dopo passo una Milano fervente e in espansione, ritrovando nelle sue strade la “vita agra” di Bianciardi, le sue abitudini da bohémien, le sue lotte e i suoi furori”.(da Giulio Perrone Editore)

e anche

Brevi note biografiche

Gaia Manzini vive e lavora a Milano; ha scritto Nudo di famiglia (Fandango, 2009, finalista Premio Chiara), La scomparsa di Lauren Armstrong (Fandango, 2012), Ultima la luce (Mondadori, 2017) e Nessuna parola dice di noi (Bompiani, 2021). Collabora con «Il Foglio» e «L’Espresso».

Giorgio Gruppioni e Silvano Vinceti “Dante e i suoi misteri”, Armando Editore

Pagine 282- Prezzo 15,00

Come per tanti altri grandi personaggi della storia, anche la figura e molte vicende della vita e della morte di Dante Alighieri sono avvolte nel mistero, a partire dal luogo e dalla data della sua nascita, alle sue vere sembianze fisionomiche e alla causa della sua morte; per non parlare poi delle vicende rocambolesche delle sue spoglie mortali e dei dubbi sulla loro autenticità. Intorno a questi misteri è fiorita una sterminata letteratura nella quale, dalle labili o talora inesistenti informazioni storiche, sono state tratte interpretazioni e formulate ipotesi e congetture che hanno contribuito a stendere un velo che ha finito per celare o deformare la probabile verità dei fatti.

Di questo e di altro si occupano gli autori in questo libro con l’intento di avvicinare il lettore alla figura e alla vicenda umana del nostro più grande poeta, senza rinunciare al fascino intrigante dei misteri trattati.

Giorgio Gruppioni, già professore ordinario di Antropologia nell’Università di Bologna e di Ecologia umana presso l’Università dell’Aquila, svolge la sua attività scientifica nel campo della biologia, ecologia e genetica dell’uomo, con particolare riguardo allo studio del rapporto uomo/ambiente e alla ricostruzione della storia, della vita e delle dinamiche bio-culturali delle comunità umane, anche attraverso l’esame dei resti umani d’interesse storico archeologico.

Silvano Vinceti, scrittore, autore e conduttore televisivo in Rai di programmi storico-culturali. Fra gli ultimi libri pubblicati, nelle nostre edizioni: L’enigma CaravaggioPorto Ercole l’ultima dimora di CaravaggioFrancesco il Rivoluzionario di Gesù, Leopardi il filosofo della speranzaAlla Ricerca della GiocondaIl Furto della Gioconda – un falso al Louvre? (2019) e Raffaello tra Leonardo e Michelangelo (2021). È Presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici, Ambientali e Culturali. Ha concluso felicemente la ricerca dei resti mortali della modella della Gioconda.

Isaku Yanaihara “I miei giorni con Giacometti”, presentazione

Isaku Yanaihara nel 1954 è a Parigi: filosofo e critico d’arte giapponese è nella capitale francese con una borsa di studio per approfondire alcune tematiche della filosofia francese. Conosce e frequenta numerosi scrittori, artisti tra i quali Alberto Giacometti che incontra al Café des Deux Magots di Parigi e visita più volte gli studi dell’artista. Tra i due nasce una profonda amicizia e, nel 1956, Giacometti gli chiederà di posare per lui.

Un ritratto senza fine ma che si realizzerà in tanti disegni e in una impasse per il pittore scultore che lo porterà però ad una svolta nello stile.

Durante le pose, protratte per giorni e mesi, per circa 230 giorni in tutto, durante le quali il modello riusciva a restare immobile fino a dieci ore consecutive, ma soprattutto durante le pause di riposo, spesso notturne e in compagnia di Annette la moglie di Giacometti, si aprono conversazioni sull’arte, sugli artisti, sui costumi, sulla morale, su argomenti dell’attualità politica anche sui rapporti fra Oriente e Occidente, che il professor Yanaihara appunterà e da cui negli anni successivi avrebbe tratto una monografia su Giacometti mentre lui avrebbe avuto diversi dipinti, numerosi disegni e due busti scolpiti.

Sulla copertina una foto raffigura l’accesso allo studio, aperto a pochissimi, dell’artista al 46 di Rue Hippolyte Maindron a Parigi.

Dalla Quarta di copertina

«Guarda, nei paesaggi reali non esiste neanche uno di quei colori accesi, non troverai mai una tonalità di rosso o di verde come quella che viene fuori dai tubetti di colore. Gli alberi, le case, i tetti, perfino il cielo, tutto è una continuità color cenere, ci sono delle sottili differenze, delle complicate sfumature, ma non si può dire che esistano colori indipendenti».

Al sentire le sue parole, le foglie dell’albero di acacia non mi sembravano più, in effetti, verdi, ma cominciavano ad apparirmi come se fossero di una particolare gradazione di grigio e il paesaggio si trasformava di fronte ai miei occhi in un avvicendarsi di spazi privi di colore. Mi chiesi se ciò derivasse dalla luce spenta di quella melanconica città di pietra oppure se si trattasse invece di una caratteristica intrinseca alle cose, un elemento universale.(da Giometti&Antonello Macerata)

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Una trilogia da non perdere… in attesa del quarto!

“O.D.E.S.S.A. Operazione Damocle

è il terzo thriller storico di una fortunata trilogia.

Agli amanti del genere una nuova avventura di Leonard Walder. Sarà infatti coinvolto in una difficile missione nella terra dei faraoni negli anni ’60, ai tempi di Nasser e delle sue velleità di fare dell’Egitto una potenza preminente del mondo arabo.


La sinossi

Dopo la sconfitta del Terzo Reich i nazisti trovarono rifugio non solo in America latina ma anche nei paesi arabi, in particolare nella Siria di Assad e nell’Egitto di Nasser: è qui, nell’antica terra dei faraoni, che ancora una volta Leonard Walder sarà chiamato all’azione dall’amico Mike e dal Mossad, per scongiurare un grave pericolo per Israele. Terzo di una trilogia (ODESSA. L’ora della fuga / ODESSA Caccia in Argentina) anche in Odessa Operazione Damocle l’ambientazione e il contesto storico, precisi e rigorosi, saranno come sempre protagonisti sullo sfondo dell’intricata situazione che Walder si troverà a gestire: abbandonata la passione che da sempre lo anima per l’arte e per la bellezza, si voterà alla causa con la segreta speranza di sopravvivere e tornare a coltivare le proprie inclinazioni. Riuscirà Walder nell’intento o lo rivedremo presto in azione?

L’ Antefatto

Il Cairo, 23 luglio 1962

Erano solo le 9.30 del mattino ma il sole batteva già impietoso sulle gradinate riservate alle autorità; da lì a poco avrebbero assistito alla grande parata militare in celebrazione del decimo anniversario del colpo di stato dei Liberi Ufficiali che aveva spazzato via la monarchia di re Faruk e, dopo il breve periodo del governo di transizione presieduto dal generale Muhammad Nagib, instaurato il potere definitivo di Gamal Abdel Nasser. Lo stesso presidente, in prima fila sul palco d’onore, attorniato da alti ufficiali con al fianco il vicepresidente, generale Anwar al-Sadat, aveva appena pronunciato il solenne discorso nel quale rivendicava i successi della sua politica indirizzata a costruire in Egitto un nuovo modello di socialismo e di giustizia sociale. Ma la parte del discorso che di lì a poco sarebbe rimbalzata in tutte le cancellerie internazionali, suscitando sbigottimento e preoccupazioni, fu quella in cui il rais annunciava al mondo che era stato avviato con successo un programma di armamento missilistico che avrebbe reso l’Egitto un’indiscussa potenza fra i paesi arabi. I missili Al-Zafir ‘il Trionfatore’ e Al-Qahir, ‘il Conquistatore’, a propellente liquido, sarebbero stati in grado “di colpire qualsiasi bersaglio a sud di Beirut”, tenne a precisare. Non occorreva ricorrere ad analisti esperti per capire che Israele era nel mirino. Dopo pochi minuti alcuni prototipi di tali ordigni montati su autocarri aprivano la parata tra gli applausi del pubblico.


Gli altri due della trilogia: Il primo

Una spy story fuori dagli schemi e dai risvolti imprevedibili dentro una scrupolosa ambientazione e ricostruzione storica. Siamo quasi alla fine del secondo conflitto mondiale, l’epilogo imminente incombe sugli alti ranghi della Germania nazista: Leonard Walder, ufficiale della Wehrmacht, incappa suo malgrado in un’operazione segreta, ODESSA. Inseguito e ricercato trascorrerà il periodo dell’immediato dopoguerra fuggendo, spia e spiato, e la sua storia personale si intreccerà con il tragico esito del conflitto. Il romanzo è il primo di una trilogia: “ODESSA. L’ora della fuga”, “ODESSA. Caccia in Argentina”, “ODESSA. Operazione Damocle”.

Il secondo:

Walder, Mike e Fox ancora insieme in una nuova, esaltante avventura: dollari falsi, aste sospette, antichi tesori trafugati dai nazisti in fuga e una donna come intermediaria tradue continenti. Con questi elementi si scatena una caccia al di là dell’oceano a chi, grazie alla rete ODESSA, ha trovato rifugio in un Paese che pare il diorama di un piccolo borgo delle Alpi Bavaresi. Colpi di scena e una ‘caccia nella caccia’ in questo secondo romanzo, dopo il successo del primo thriller “Odessa. L’ora della fuga”. Il romanzo è il secondo di una trilogia: “ODESSA. L’ora della fuga”, “ODESSA. Caccia in Argentina”, “ODESSA. Operazione Damocle”.

Gianfranco Bracci “I misteri del tempio dimenticato” AppenninoSlow Editore, recensione di Luisa Gianassi

Gianfranco Bracci, libero ricercatore della civiltà etrusca e progettista di reti escursionistiche è l’autore delle pagine che portano il titolo “I misteri del tempio dimenticato”, un romanzo che tiene incollati alla lettura con incredibile magnetismo.

La trama ha il fascino intrigante dell’intreccio di interessanti narrazioni storico/mitologiche, rese avvincenti dall’enigmatica atmosfera del romanzo giallo. Un giallo, ma anche un romanzo di ambientazione storica la cui trama si snoda in un armonico avvicendarsi di presente e passato.

I protagonisti sono un ispettore di polizia e la fidanzata Aura Seanti, una giovane archeologa i cui sogni e incubi esoterici vissuti un epoca etrusca, aiutano a svelare i segreti di importanti ritrovamenti archeologici e favoriscono la risoluzione dell’enigma su efferati delitti, retaggio dei culti misterici sopravvissuti fino ad oggi. I vuoti storici che si incontrano inevitabilmente quando si parla di civiltà etrusca, sono riempiti con la fantasia dell’autore che rende ancora più coinvolgente il racconto. L’esoterismo connesso all’interpretazione dei sogni di Aura è la porta di accesso tra passato e presente dal quale, tra mito e religione, emerge il desiderio atavico di immortalità che ha accompagnato l’uomo in tutte le epoche, spingendolo ai peggiori compromessi nella speranza di continuare a esistere in qualche modo, oltre la morte fisica.

Terminato il romanzo il lettore si rende conto che resta ancora qualcosa da scoprire, delle curiosità da soddisfare che l’autore ha sapientemente stimolato. Come non fare una escursione a Poggio Colla a Vicchio di Mugello dove il ritrovamento di una stele etrusca fa pensare a un passato lontano 2600 anni “dove le partorienti trovavano l’energia sufficiente per mettere al mondo i propri figli”? E ancora: come non fare trekking fino al castello del Trebbio presso S. Piero a Sieve dove “Lì sembra vi fosse il trivium della Flaminia Minor o militare. Adesso infatti c’è un’edicola dedicata alla Madonna che accanto ha una vasca che raccoglie le acque di una sorgente… Quella è l’acqua santa della Madonna che in antichità era dedicata alla dea Artume, Diana e, prima ancora, alla Grande Madre: ovvero la primordiale forza benefica dell’universo.”

Dal Trebbio è d’obbligo salire a piedi fino al Santuario del Monte Senario dove un’antica pergamena porta all’epilogo del romanzo “…Sette uomini pagani e malvagi, mossi da un’antica divinità etrusco-romana, talvolta producono delitti in nome dell’immortalità dell’anima…”

Borges scriveva che i libri regalano benessere e sono una farmacia dell’anima, mentre è scientificamente provato che camminare nei boschi a contatto con la natura, energizza e aiuta a trovare l’equilibrio interiore. Leggere e camminare: una sinergia magica che si trova in questo romanzo.

Ottavia Niccoli “Morte al filatoio”, recensione di Salvina Pizzuoli

Protagonista della vicenda, che si dipana tra il lunedì 9 novembre 1592 e il giovedì 19 novembre dello stesso anno a Bologna, è don Tomasso che dirige l’ospizio di San Biagio, un antico ospedale ridotto a ricovero. Lo anima amor di giustizia, anche se terrena e quindi imperfetta e non uguale per tutti, tanto da voler trovare, lui prete, gli autori di tre terribili omicidi.

Una figura di religioso che, a detta della stessa autrice nella Nota conclusiva, è assai improbabile a quei tempi per quel che sappiamo, i preti della piena Controriforma erano piuttosto differenti, anche per questo cattura: per essere uomo di fede e di carità, per la sua strenua e caparbia lotta contro i soprusi e le angherie che i deboli subivano nel contesto sociale di quel preciso periodo storico. Il lettore è così trasportato nella Bologna del tempo che si anima e rivive colorandosi tra le pagine ora seguendo i tragitti a piedi di don Tomasso lungo le strade della città, nel traffico di carretti, cavalli, lettighe, ora entrando con lui nelle case dei ricchi e degli indigenti, nei luoghi di lavoro e di produzione come il filatoio o le botteghe artigiane o dentro le stanze del Torrone dove si amministra la giustizia degli uomini e dove si recava di frequente sostituendo il ministrale del quartiere, pigro e inattivo, che avrebbe dovuto assolvere al compito di denunciare ogni reato.

Un anno difficile quello dell’ultimo scorcio di secolo, in cui si alternano cattive stagioni e magri raccolti, dove alla carestia si aggiungono le intemperie. Un mondo di miseria, di sfruttamento, di abiti logori, di putti e tose strappati alla loro infanzia, di morti ammazzati, di torture, di pratiche magiche come “la calamita battezzata, la brocca piena d’acqua, il setaccio con le forbici” pratiche vietate ma restie ad essere abbandonate dentro un presente e un futuro incerti, dove don Tomasso continua le sue indagini e non si arrende e cerca risposte, sentendo montare dentro di sé un’ansia forte di averla vinta sull’ingiustizia e sulla violenza, che non avvertiva contraria al suo stato di prete.

A fargli compagnia un tosetto malandrino, vivace, intraprendente, curioso che collaborerà con lui rivelandosi spesso un prezioso aiutante per ascoltare e riferire, alla ricerca di fondamentali indizi rivelatori, spesso da interpretare e talvolta anche fallaci.

Brevi note biografiche

Ottavia Niccoli, già docente alle Università di Bologna e Trento, è autrice di saggi su Rinascimento e Riforma editi da Einaudi e Laterza, noti e tradotti a livello internazionale. Questo è il suo esordio come romanziera (da Vallecchi Autore)

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Desy Icardi “La biblioteca dei sussurri”, presentazione

Anni Settanta, un casolare lungo l’argine della Dora, a pochi chilometri da Torino, lì vive una bambina di sei anni che porta il nome del fiume e che condivide l’abitazione con i genitori, gli zii, il cugino Fulvio, la prozia Dorina: un nucleo familiare che si contraddistingue per i rumori che ne sottolineano le azioni, azioni comuni, ma particolarmente rumorose.

È il terzo dei romanzi dedicati ai cinque sensi: dopo L’annusatrice di libri e La ragazza con la macchina da scrivere, quest’ultimo è dedicato all’udito.

Dora infatti ha un superpotere come la zia Dorina, che libera le “case lamentose” dove spesso la porta con sé, soprannominata per questo ‘Dorina degli Spifferi’, sente suoni misteriosi che nessun altro è in grado di percepire,

La storia si snoda dall’infanzia all’adolescenza della protagonista: un brutto giorno i rumori familiari si spengono per un improvviso lutto e Dora sente rumori sinistri che la inquietano e per sfuggirli si rifugia in biblioteca dove conoscerà l’avvocato Ferro centenario e grande lettore.

“Nella vita di Dora, però, continuano a susseguirsi eventi inaspettati; la sua famiglia si divide inevitabilmente e la casa sul fiume diventa solo un ricordo. Sarà proprio grazie agli insegnamenti dell’avvocato Ferro e al grande amore per i libri che Dora deciderà di far pace con il proprio passato per riavvicinarsi a coloro che ama di più” (dal Catalogo Fazi Editore)

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

La ragazza con la macchina da scrivere”