John Williams “Opere”, presentazione

Le strade dei libri possono essere tortuose e imprevedibili, ma il loro sopravvivere e riaffiorare non è mai un puro e semplice frutto del caso. Libri come Butcher’s Crossing e Stoner sono come farmaci, e leggerli equivale a un esercizio filosofico. Anche se non corrispondono esattamente ai nostri gusti, hanno il raro e impagabile potere di condurci in vista dell’essenziale. (da Emanuele Trevi, La Lettura 3 marzo 2024)

Tornano in libreria i romanzi di John Williams e il  Meridiano Opere, Oscar Mondadori Cult, li raccoglie insieme agli inediti e alle poesie. Se oggi Williams è considerato uno tra i principali autori americani del Secondo Novecento, in vita la sua opera passò quasi sotto silenzio. Fu grazie alla traduzione nel 2011 del suo capolavoro, Stoner, il suo terzo romanzo scritto nel 1965, da parte della scrittrice Anna Gavalda che lo tradusse in Francia, che il romanzo potè essere conosciuto e riconosciuto.  

Il volume che oggi ne edita le opere contiene quattro romanzi oltre a due brani di un romanzo incompiuto, due raccolte di poesie con testo a fronte e cinque racconti e precisamente:

Oltre ai quattro romanzi già noti al grande pubblico (Nulla, solo la notte, Butcher’s Crossing, Stoner e Augustus) il volume propone le due raccolte di versi pubblicate in vita dall’autore (Il paesaggio infranto e La necessaria menzogna), cinque racconti mai tradotti in italiano e due frammenti del romanzo incompiuto Il sonno della ragione.

L’opera  si correda dell’Introduzione di Francesco Pacifico che la colloca nel contesto della letteratura americana a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta mentre Charles J. Shields ne traccia la Cronologia e le Notizie sui testi.

[…]“quelle di Williams sono fondamentalmente storie di apprendistato, come se vivere fosse imparare una lingua straniera che trasforma nel tempo i significati dei suoi segni. Ne scaturisce un’idea di saggezza di sapore decisamente classico e stoico. È proprio questo il cuore pulsante dell’umanesimo di Williams: che poté certamente sembrare una visione arrivata fuori tempo massimo, perché era fondata su una totale e convinta accettazione della realtà e delle arcane leggi naturali che la governano” così scrive Trevi nella sua interessante presentazione all’opera dell’autore texano

E sottolinea in questo ulteriore stralcio

“Sia Will Andrews di Butcher’s Crossing, il ragazzo di città che si trasforma in cacciatore di bufali inseguendo quella Natura di cui tanto ha letto nei libri, che Bill Stoner, il figlio di contadini del Missouri convertito alla letteratura da un sonetto di Shakespeare, procedono con fatica verso il punto di massima consapevolezza di sé e del mondo che gli è dato ottenere percorrendo una strada irta di abbagli e disinganni. Che possieda un senso oppure no, non possono sottrarsi all’obbligo di vivere la loro vita”

John Williams (Clarksville, Texas, 1922 – Fayetteville, Arkansas, 1994), dopo aver frequentato il college, nel 1942 entrò nell’esercito e combatté in India e in Birmania. Conseguiti a Denver la laurea e un master in Letteratura inglese, e il dottorato all’Università del Missouri, nel 1954 ritornò a Denver dove fino al pensionamento insegnò scrittura creativa e letteratura inglese nella locale università. Ha pubblicato due raccolte di poesie e quattro romanzi: Nulla, solo la notte (1948), Butcher’s Crossing (1960), Stoner (1965), Augustus (1972, National Book Award).

Tama Janowitz “Schiavi di New York”, presentazione

Il libro di Tama Janowitz si rivela ancora oggi attuale, innovativo e irresistibilmente comico.

Eleanor crea gioielli in gommalacca a forma di torte, Stash dipinge quadri con protagonisti Daffy Duck e Gatto Silvestro, Marley sogna di andare a Roma a realizzare una cappella a due passi dal Vaticano… Sono solo alcuni dei personaggi che abitano Schiavi di New York: una fauna stralunata, composta da artisti emergenti, stilisti in erba, aspiranti registi, prostitute occasionali, tutti apparentemente incapaci di trovare la realizzazione personale e la felicità, ma soprattutto costretti a ogni tipo di compromesso pur di non rinunciare al sogno che la città rappresenta per loro.(da Accento Edizioni)

Fu pubblicato negli States nel 1986, l’anno successivo in Italia per Bompiani.

Il testo ebbe un grande successo, divenuto anche un film, e ritorna in libreria per Accento Edizioni con la prefazione di Veronica Raimo, la nuova traduzione di Rosella Bernascone e la nuova copertina a firma Giovanni Cavalieri e tre racconti inediti; si compone di 24 in totale dei quali il secondo la titola.

Sono gli anni Ottanta, la città, come recita il titolo è New York, i protagonisti giovani squattrinati che di fatto non svolgono un vero lavoro, anche se vivono al di sopra delle loro possibilità e per farlo sono disposti a rinunciare all’amore, a scegliere un partner che possa ospitarli in appartamenti di lusso, a prostituirsi; sono attori, scrittori emergenti, artisti nell’ingegnarsi pur di non rinunciare ai loro sogni e a vivere la città: il ritratto di una gioventù in un periodo preciso, quel decennio particolare che furono gli anni Ottanta.
Tama Janowitz, insieme a Bret Easton Ellis e Jay McInerney, con il suo successo divenne membro del brat pack letterario (ovvero letteralmente “banda di monelli”) indicando con questo una nuova generazione di scrittori. Il successo del romanzo spinse  Andy Warhol ad acquistare  i diritti del libro e farne un film.  Alla sua morte, improvvisa, il progetto passò nelle mani del regista James Ivory che realizzò un lungometraggio nel 1989 con lo stesso titolo del libro .

La copertina dell’edizione Bompiani del 1887

” […]Questo libro è senza tempo, oppure splendidamente datato, perché è ambientato in un’era dello spirito: gli anni ’80 a New York. È un tempo che è stato cristallizzato e celebrato da chi l’ha vissuto, ma anche da chi l’ha solo sentito raccontare, come capita quando abbiamo a che fare con un presente strabordante: la Parigi anni ’20, la Roma anni ’60, la San Francisco anni ’70… Janowitz si è scelta il compito di rendere l’esperienza quotidiana di una città con una disinvolta mitopoiesi: racconti brevi, squinternati, comici, personaggi che si intrecciano, ritornano, si perdono, un esibito disinteresse per i sistemi narrativi, per le coerenze stilistiche, e soprattutto per il compiacimento del lettore.[…]”(dalla Prefazione di Veronica Raimo)

L’incipit da

Una santa moderna n. 271

Da quando mi ero messa a fare la puttana avevo dovuto vedermela con peni di ogni forma e dimensione. Certi grossi, altri raggrinziti e coi testicoli penduli. Certi venati di blu che puzzavano di stilton, altri avari. Peni bisbetici, fatati, cosparsi di perle come i grandi minareti del Taj Mahal, peni burloni, striati come la coda di un procione, ardenti, crestati, impossibili, profumati. Più passava il tempo e più ero contenta di non possedere una di quelle appendici. Naturalmente avevo un pappone, un tipo fuori dal comune, già candidato a due dottorati, uno in Filosofia e l’altro in Letteratura americana all’università del Massachusetts. Quando ci eravamo conosciuti faceva il tassista, ma dopo un po’ aveva scoperto che quel mestiere non gli lasciava il tempo di seguire la sua vera vocazione: quella di scrittore. Quando fu chiaro che non mi avrebbero dato quel posto di segretaria di produzione per un film tedesco da girare in Venezuela, ci rendemmo conto che si doveva trovare un altro modo per fare soldi in fretta.[…]

Attilio Vanoli “Possiamo ancora gustare le fragole”, NeP Edizioni

A tre anni dall’uscita de “Le favole di Rodi”, l’autore torna a cimentarsi con la scrittura, attraverso una proposta decisamente coinvolgente e genuina.
Ci sono dei viaggi che si fanno senza viaggiare, dove si viaggia di più che in un viaggio vero e proprio. Viaggi che si sa dove cominciano ma non dove finiscono. Viaggi di fame sulle strade della vita affamata di vita. Una fame di cibo sottile, di conoscenza e di bellezza.
In uno di questi viaggi l’autore incontra Armonica, un suonatore ambulante, trovatore e menestrello, metà vagabondo e metà artista.Dalla loro amicizia vengono fuori molte storie, nate alla buona dietro un gesto semplice o un bicchiere di vino rosso, magari un po’ aspro come a volte è la vita, ma sempre autentico.

È proprio l’autenticità a caratterizzare i numerosi personaggi, come Adalgisa, Beto, Camilla, Clementina e Gualtiero, che si avvicendano nei racconti di Armonica e popolano un mondo candido e nostalgico che si perde in un tempo indefinito. Nella loro semplicità, questi racconti diventano insegnamenti di vita e spunti effimeri di riflessione su valori da preservare e trasmettere.

La scrittura di Attilio Vanoli si conferma agile e disinvolta, arricchita dalla schiettezza dei dialoghi e da un ritmo narrativo fluido e originale.

Attilio Vanoli è nato a Gavirate (VA), dove vive e lavora.Nel 1998 ha pubblicato “Le Favole della Cicala”, la sua prima raccolta di favole (L’Autore Firenze – Libri Maremmi Editore) e, nel 2001, la seconda “Le Favole di Acchiappa Nuvole”.Seguono “C’era una volta Geraldina, racconti e favole di una Rondine” (2005, I Fiori di Campo), la fiaba illustrata “Le Fate Pasticcere” (2006, I Fiori di Campo) e “FLEUR. Le Avventure di una bambina vispa e intelligente” (2010, L’Autore Libri Firenze MEF).Nel 2016 è uscito il suo primo romanzo per adulti, dal titolo “Soggiorno in Provenza. Vivre la Vie” (Macchione Editore) e nel 2018 “La magica storia di nonna Oona” (White Edizioni).Nel 2021 ha pubblicato per NeP il libro “Le favole di Rodi”.Ha scritto inoltre commedie per il teatro e per il teatro dei burattini e filastrocche musicali a scopo didattico.Ha partecipato a numerosi premi e concorsi letterari di narrativa e poesia, vincendone alcuni e ottenendo menzioni da altri.

Qui l’Anteprima

Marta Ajò “Di cibo e di amore” , Graphofeel Editore

La maternità è di per sé la decisione di donarsi ad un altro essere. Il primo atto che si compie è quello di offrire cibo, come in tutte le specie animali. Nelle società, è segno di condivisione e amicizia. Nelle religioni un dono divino che si riceve. Nelle tradizioni il pane va baciato, perché è prezioso. Non esiste solo un modo per nutrire né il cibo giusto. È quell’insieme che passa alla nascita dai genitori ai figli. Nella madre siamo abituati a considerarlo come un valore assoluto.
A volte qualcosa non va. Nonostante l’amore. (Marta Ajò)

La sfida più dura nella vita di una persona, affrontare la malattia di chi si ama senza farsene uccidere. Se poi le protagoniste sono una madre e una figlia, e il terreno del confronto è il cibo, uscirne tutte e due vincenti è veramente difficile.

Sovvertire le dinamiche e riuscire entrambe a sopravvivere?

Un romanzo forte e delicato, pervaso di intelligente ironia, percorso da dialoghi serrati, aneddoti vividi, consapevolezze profonde e scoperte inaspettate. Sullo sfondo una Roma dalle circonvallazioni spietate, dalle scelte obbligate e dalle curve improvvise; metropoli contemporanea come tante, lontana anni luce dai palazzi del potere e dai Fori Imperiali. Una narrazione libera da ogni sovrastruttura o stereotipo, con un finale aperto alla speranza.

Il disturbo alimentare è un disagio psichico profondo, un desiderio di attenzione, insieme a quello di sottrarsi, che rivela soprattutto la mancanza o la corresponsione di amore, condiviso, incondizionato. 

Chi cerca di scomparire vuole essere visto.(Marta Ajò)

Marta Ajò, giornalista dal 1981, ha pubblicato e curato numerosi testi di narrativa e saggistica. Si è a lungo occupata della condizione femminile in Italia e all’estero. Ha creato e dirige il sito Donne ieri oggi e domani, attivo dal 2005. Ha progettato e diretto il primo sito d’informazione della Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio (1996/2004). Prima di dedicarsi interamente al giornalismo e alla scrittura ha ricoperto numerosi incarichi quali la Vicepresidenza del Comitato di Parità presso il Ministero del Lavoro e presso il Ministero degli Affari Esteri

Elisabetta Moro, Marino Niola “Mangiare come Dio comanda”, presentazione

Einaudi Editore

Il cibo è il carburante della storia, ma è anche il motore della mitologia. Per due semplici ragioni. Una naturale e una culturale. La prima, ovvia, è che l’uomo mangia per vivere. La seconda, forse più decisiva, è che vive per mangiare. Se a noi umani fosse sufficiente nutrirci e basta, non ci distingueremmo dagli altri animali. Invece, dalla scoperta del fuoco all’invenzione dell’agricoltura, le grandi rivoluzioni che hanno segnato il cammino dell’umanità sono tute legate all’alimentazione.E di questi tornanti decisivi la storia ricostruisce le ragioni, indaga le cause, mentre la mitologia li trasforma in simboli e in figure, traducendoli nel suo linguaggio poetico. (dal testo La cucina del mito)

In queste poche righe con cui si apre l’interessante saggio, i due autori indicano il tipo di indagine che andranno ad affrontare: “mangiare come Dio comanda” non è solo un modo di dire ma vi è una stretta relazione tra norme alimentari e norme morali, regole e tabù, legate ai principi religiosi, regolano le scelte alimentari  dei seguaci delle diverse fedi; ne indagano quindi le analogie e le differenze dalla produzione al consumo, una precettistica morale  e non solo alimentare da cui non sono esenti le recenti forme di digiuno “intermittente”, le scelte vegane o vegetariane più integraliste, la rinuncia in nome di un fisico asciutto  e del buon tono muscolare: cibo e fede appunto, come Dio comanda.

Degli stessi autori su tuttatoscanalibri

Baciarsi

I segreti della dieta mediterranea

Daniela Alibrandi “Quella improvvisa notte a Venezia” ora anche nella versione in inglese

That sudden night in Venice

La presentazione alla versione in italiano a questo link

A girl who has just graduated, with the dream of becoming a prominent journalist; a newspaper, The Voice of the Shadows, put together as best as possible by new journalism graduates to try to make ends meet, with the ambitious goal of entering the information elite; Omar Xantios, a famous and mature South American orchestra conductor, which is in his Venetian tour, and whose past is surrounded by a mystery regarding his controversial role in South America, during the political upheavals in his country. These are the ingredients of the engaging story, unfolding in the magical triangle existing among Verona, Treviso and Venice. Chiara needs to interview the great music Maestro to publish the weekly article, or the newspaper risks failing, but things don’t go as expected. In fact, Omar Xantios does not grant interviews. So, at the newspaper, with great difficulty, they manage to allocate a sum, which will allow Chiara to stay at least one night in the same, very luxurious hotel where Maestro Xantios is staying in Venice. Descriptions and atmospheres are the amazing frame of the involving story.

Scent of Italy literary series is a literary container offering the English editions of some novels by the accomplished Italian author Daniela Alibrandi, an Italian writer born in Rome, set in the Italian places that best express the soul and scent of the Italian land. In the first round the following three novels will be part of the series:
THAT SUDDEN NIGHT IN VENICE is the first novel of the three, published in the month of March 2024. An engaging story that unfolds in the magical triangle existing among Verona, Treviso and Venice. Descriptions and atmospheres are the amazing frame of the story.(From the Italian novel “Quella Improvvisa Notte a Venezia” by Daniela Alibrandi 2018)

Suzumi Suzuki “L’ultima poesia”, Fanucci Editore

LA LETTERATURA GIAPPONESE FA IL SUO ESORDIO NEL CATALOGO LEGGEREDITORE CON UN ROMANZO DALLE TINTE FORTI E UNA PROSA RICERCATA. NELLA SHORTLIST PER IL 167° PREMIO AKUTAGAWA

Traduzione di Chiara Pasqualini

Leggereditore/Fanucci

La protagonista di questo seducente romanzo se ne è andata di casa a 17 anni. Ora che ne ha 25, lavora come intrattenitrice nel quartiere notturno di Tokyo. La madre, con cui non ha rapporti da tempo e che è gravemente malata, si presenta all’improvviso alla sua porta con il desiderio di rimanere da lei per un po’ di tempo e comporre così la sua ultima poesia. Ma un giorno collassa e viene portata in ospedale dove i dottori le danno pochi giorni di vita. Oltre a prendersi cura della madre, la nostra protagonista deve affrontare il lutto per la sua cara amica Eri, una sex worker che si è suicidata da poco. Con la fine sempre più vicina, madre e figlia riusciranno a relazionarsi e a trovare un punto di incontro? Qual è il segreto dietro ai segni di bruciature sul braccio della figlia? E chi è l’uomo misterioso che fa visita alla madre? 

Una storia toccante, una Tokyo sconosciuta e ammaliante, una ragazza alle prese con sfide più grandi di lei, uno spaccato inedito della cultura e della vita giapponese.

INCIPIT

 Giro dietro al palazzo sulla strada che separa il quartiere dei divertimenti da Korean town, in fondo al parcheggio apro una porta pesante e subito dopo salgo la scala laterale interna fino al terzo piano. Finita la scala c’è di nuovo una pesante porta che conduce al corridoio, la spingo con il peso del corpo fino a che, superato un certo punto, fa un rumore simile a un cigolio metallico; poi, prima che lentamente si richiuda, inserisco la chiave nella serratura della porta del mio appartamento, la giro verso sinistra e sento il rumore della serratura che si apre. Sono i due rumori che ogni notte scandiscono il mio rientro. Nell’intervallo, lungo o corto che sia, tra il rumore cigolante dei cardini della porta che si chiude e quello della vecchia serratura a perno che si apre non mi sento serena: se mi capita di appoggiare una borsa pesante a terra o mi cadono le chiavi per distrazione il ritmo si spezza.

Suzumi Suzuki è un’acclamata sociologa e editorialista giapponese. Si è laureata all’Università Keio in Environmental and Information Studies per poi conseguire un master all’Università di Tokyo. Prima di diventare giornalista per la Nikkei Inc., ha lavorato come attrice di video per adulti, e la sua tesi di laurea, basata su interviste ad attrici del settore, è stata pubblicata come A Sociology of AV Actresses (2012). Tra le sue pubblicazioni: Sell Your Body, and It’s Goodbye (2016); Flowers for Love and the Womb (2017); A Prostitute’s Bookself (2022) e Letters of Correspondence (2021), scritto insieme alla più acclamata studiosa femminista giapponese Chizuko Ueno. Con L’ultima poesia, il suo romanzo d’esordio nominato al premio Akutagawa, debutta nel catalogo Leggereditore.

Umberto Guidoni “Sfidare lo spazio. Un astronauta racconta l’esplorazione del cosmo”

Entro la fine di questo secolo, i nostri nipoti lavoreranno sulla Luna, vivranno in avamposti permanenti su Marte e utilizzeranno materie prime provenienti dagli asteroidi:  in una parola, l’umanità diventerà una vera specie interplanetaria

Mursia

Il 4 ottobre 1957, il mondo intero assistette al lancio dello Sputnik 1, il primo “compagno di viaggio” della Terra, l’evento che ha segnato l’inizio della sfida spaziale. Oltre sessanta anni dopo, i viaggi nello spazio sono diventati una realtà. Tra qualche anno torneremo sulla Luna, le prossime generazioni vedranno Marte dalla visiera di un casco ed esploreranno le lune dei giganti gassosi, e la “frontiera spaziale” si sposterà sempre più lontano dalla Terra, fino ai limiti del nostro Sistema Solare e oltre, verso lo spazio profondo, verso pianeti di altre stelle e, forse, potremo imbatterci in altre forme di vita o in vere e proprie civiltà extraterrestri.

«Il 2037 potrebbe essere la data per la prima missione con equipaggio verso Marte. Il veicolo cargo di supporto lascerebbe la Terra 2 anni prima, nel 2035, seguendo una traiettoria di minima energia che lo porterebbe a raggiungere Marte in poco più di 200 giorni. Il volo degli astronauti avverrebbe nel 2037 con tempi di transito di circa sei mesi per l’andata e altrettanti per il ritorno. Con un tempo di permanenza su Marte di un anno e mezzo, la durata totale della missione si aggirerebbe intorno ai 900 giorni. Buona parte di questo tempo verrebbe trascorsa sulla superficie di Marte, mentre i tempi di transito interplanetario sarebbero ottimizzati per ridurre al minimo l’esposizione dell’equipaggio alle radiazioni solari e ai raggi cosmici.»

Umberto Guidoni è nato nel 1954 a Roma, dove si è laureato con lode in Fisica. Ha compiuto il suo primo volo in orbita nel 1996 ed è stato il primo europeo a salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nel 2001. In veste di divulgatore, ha condotto rubriche sullo spazio in radio e TV, oltre a pubblicare libri per ragazzi, saggi e articoli. Per i suoi contributi, ha ricevuto la nomina di Grande Ufficiale e la medaglia della NASA per Exceptional Service. Gli è stato dedicato l’asteroide 10605-Guidoni. Con Mursia ha pubblicato insieme a Donato Altomare il romanzo Wormhole (2022).

Linda Lercari “Kaijin L’ombra di cenere”, presentazione

Giappone – Periodo Kamakura, anno 1330.
Le parole che il fedelissimo samurai Haka mormora sul letto di morte sono un enigma e diventano un tarlo che rode la mente del suo signore.

Alla ricerca di indizi che possano far luce sul mistero, Momokushi ripercorre la storia dell’amicizia con l’amico e guerriero, scavando nel passato e visitando i luoghi che sono stati testimoni delle loro imprese di gioventù.
Ma ciò che Haka ha mantenuto celato per oltre cinquant’anni non è solo un segreto in grado di sconvolgere una vita, ma anche la più struggente dichiarazione d’amore che un essere umano possa lasciare in dono.
( da Idrovolante Edizioni)

Alcuni stralci

Sogghignò. Era stata dura riuscire a diventare tanto forte da non dover temere il giudizio altrui, ma era una vittoria che gustava ogni giorno, una vittoria che impediva al suo cuore di affogare in quel mare di lacrime che si portava dentro e che non poteva assolutamente mostrare. Era un Asura e
come tale si comportava.
Allentò la presa sulla spada. Era una giornata di festa e aveva deciso di godersela senza pensieri.
Probabilmente era persino il giorno del suo compleanno, ma non v’era certezza. La madre aveva raccontato più volte di aver scelto il suo nome proprio per i bellissimi fiori di mandorlo sotto i quali aveva partorito, ma questo ricordo, ormai, apparteneva a qualcuno che non esisteva più.
Si accomodò su uno scranno pieghevole e rivolse lo sguardo ai rami carichi di rosea bellezza. Uno spettacolo degno per festeggiare i suoi venticinque anni.

Linda Lercari
Scrittrice di narrativa, poesia, fantapolitica, racconti noir, romanzi gotici e romanzi storici, pratica l’arte marziale del Kendo presso la storica Scuola Kendo Lucca ed èstata attrice nella compagnia Next Artists di Viareggio specializzata in testi di Shakespeare rigorosamente in lingua originale. Ha frequentato corsi di recitazione tenuti da Federico Barsanti del Piccolo Teatro Sperimentale, da Pietro Malavenda, da Marco Sodini del Teatro del Giglio di Lucca, da Cathy Marchand del Living Theatre e Mark Roberts dell’Ensemble Studio Theatre di New York. Inoltre fa parte del TOF – Testo Originale a Fronte – gruppo di artisti attivi in Versilia. Attualmente pubblica con le case editrici Amarganta, Bookabook, Booktribu, Bré e DelosDigital, con quest’ultima è bestseller Amazon per racconti erotici.