Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra
Un animale selvaggio è un thriller mozzafiato costruito attorno a un meccanismo di suspense perfetto, che ci ricorda perché Joël Dicker, l’autore di La verità sul caso Harry Quebert, è diventato un fenomeno editoriale mondiale.(da La nave di Teseo)
La sinossi da La nave di Teseo
2 luglio 2022, due ladri stanno per rapinare una importante gioielleria di Ginevra. Ma questo non sarà un colpo come tutti gli altri. Venti giorni prima, in un elegante sobborgo sulle rive del lago, Sophie Braun sta per festeggiare il suo quarantesimo compleanno. La vita le sorride, abita con il marito Arpad e i due figli in una magnifica villa al limitare del bosco. Sono entrambi ricchi, belli, felici. Ma il loro mondo idilliaco all’improvviso s’incrina. I segreti che Arpad custodisce cominciano a essere troppi perché possano restare nascosti per sempre. Il loro vicino, un poliziotto sposato dalla reputazione impeccabile, è ossessionato da quella coppia perfetta e da quella donna conturbante. La osserva, la ammira, la spia in ogni momento dell’intimità. Nel giorno del compleanno di Sophie, un uomo misterioso si presenta con un regalo che sconvolgerà la sua vita dorata. I fili che intrappolano queste vite portano lontano nel tempo, lontano da Ginevra e dalla villa elegante dei Braun, in un passato che insegue il presente e che Sophie e Arpad dovranno affrontare per risolvere un intrigo diabolico, dal quale nessuno uscirà indenne. Nemmeno il lettore.
Lasciata l’ambientazione americana del Maine di Harry Quebert, i protagonisti operano in un contesto più familiare e contemporaneo: la città natale Ginevra, due coppie di protagonisti quasi quarantenni con i figli ancora piccoli, coinvolti loro malgrado in una rapina e attanagliati in un intrigo dal quale nessuno esce indenne, nemmeno chi lo vivrà solo sulla carta, come il lettore.
In una recente intervista (di Alberto Infelise su tuttolibri del 27 Aprile 2024) alla domanda
I suoi romanzi si stanno avvicinando alla sua vita?
“Senza dubbio il sottotesto dei miei libri è molto vicino a quello che io sono. Harry Quebert era un libro in cui la domanda fondamentale su cui si basava tutto era “chi sono io e cosa voglio diventare”. Avevo venticinque anni quando l’ho scritto e quella era la domanda cruciale per me”.
“In questo ultimo libro a mettere in moto l’azione è il sentimento di non avere mai abbastanza, di non apparire mai abbastanza, di non essere mai abbastanza. I personaggi sono tutti a loro modo inseriti nella società, hanno successo nelle cose che fanno. Ma qualcosa li spinge sempre a volere di più[…] Il discrimine tra l’ambizione, il sogno, la speranza e l’insoddisfazione è molto labile. Dov’è il limite tra essere ambiziosi ed essere insoddisfatti?”
E precisa più avanti riflettendo sugli obiettivi che ciascuno si pone nella propria vita
“[…]E questo ha molto a che fare con i personaggi di Un animale selvaggio e con il modo in cui costruiscono le loro vite. Come le stanno costruendo? Per loro stessi o per la società? In questa società dell’apparenza, dei social, di Instagram, le persone si costruiscono per poter essere guardate e ammirate o per cosa è davvero importante per loro?”
Un’intervista interessante anche in relazione alle risposte, insite nel romanzo stesso.
Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. I suoi romanzi sono tradotti in 40 lingue e hanno venduto più di dieci milioni di copie. Ha pubblicato La verità sul caso Harry Quebert (2013), Gli ultimi giorni dei nostri padri (2015), Il libro dei Baltimore (2016), La scomparsa di Stephanie Mailer (2018), L’enigma della camera 622 (2020), Il caso Alaska Sanders (2022). Ha ricevuto il Prix des écrivains genevois 2010, il Grand prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des Lycéens 2012.