Sinossi da Ponte alle Grazie Editore
Allarmata per l’improvvisa scomparsa del padre, una giovane donna torna nel luogo in cui ha trascorso l’infanzia: una piccola abitazione su un’isola deserta, al centro di un lago nel Québec. La porta non è chiusa a chiave, la casa è vuota, su uno scaffale ci sono fogli con disegni incomprensibili, ma del padre non c’è traccia. I tre amici che accompagnano la ragazza vivono questa gita come un’avventura, mentre per lei tornare nei luoghi dell’infanzia assume i contorni di un dolente pellegrinaggio interiore che coinvolge la sua identità di donna, il suo ruolo in un mondo che non è più in contatto con la natura e in cui gli uomini hanno perso di vista sé stessi. Inondata dai ricordi, la ragazza si rende conto che tornare a casa significa entrare in un altro luogo ma anche in un altro tempo, ed è costretta a confrontarsi con gli spettri del suo passato. Inquietante e poetico, costruito su una prosa limpida e affilata, il romanzo srotola il filo della narrazione nel labirinto oscuro e simbolico dell’intimità. Ma sa anche portare chiarezza sui temi della contemporaneità: il rapporto dell’uomo con la natura, il matrimonio, le famiglie, le donne frammentate e come potrebbero tornare a essere integre.
Dalla recensione di Leonetta Bentivoglio
“Sono le ultime trenta pagine la parte più stupefacente per originalità di “Tornare a galla”, secondo romanzo di Margaret Atwood uscito nel 1972, quando la siderale dama canadese non era ancora nota e celebrata come adesso. Surfacing, cioè risalire in superficie (o anche, appunto, tornare a galla), viene ora riproposto in Italia da Ponte alle Grazie, e profetizza bene l’inimitabile tessuto di scrittura, e le radici di un femminismo libero e spregiudicato, appartenenti all’autrice di un classico del Novecento come “Il racconto dell’Ancella”, nato nell’85” così scrive Leonetta Bentivoglio nella sua presentazione a questo particolare romanzo della Atwood in cui l’autrice “espone una metamorfosi kafkiana della protagonista. Che è una donna innominata a cui capita di fondersi con la natura”. Dentro una foresta del nord, fradicia e quasi marcia, il corpo della protagonista si fa pianta, terra, animale e dove “l’eroina vaga smarrendo ogni identità” sommersa dai ricordi del passato di eventi trascorsi ma mai effettivamente metabolizzati. L’autrice, conclude la Bentivoglio, “Gioca su un confronto complesso ed interrogativo fra natura e cultura. Riesce a scavare con potenza estrema nel tema dell’esistere al femminile. Una frase, lanciata dalla senza-nome verso la fine, ne distilla furiosamente il messaggio: «Questo soprattutto: rifiutare di essere una vittima»”.(da Leonetta Bentivoglio Robinson La Repubblica 6 giugno)
E ancora:
Su mangialibri varie recensioni ad alcune delle opere della Atwood
“Riscoprire Margaret Atwood” articolo di Gaja Cenciarelli da Il Tascabile



A più di un secolo dalla sua prima pubblicazione, torna in libreria un poliziesco a firma Carolina Invernizio, la signora del romanzo d’appendice e pioniera del giallo all’italiana. Pubblicato nel 1909 da Salani, l’editore fiorentino che ne stampò tutte le opere, ha come protagonista la bella Nina che, come recita il titolo “Nina, la poliziotta dilettante”, da operaia e sospettata si trasforma in una e vera e propria detective per scoprire l’assassino del promesso sposo, bello, innamorato e nobile: i temi del poliziesco, suspance colpi di scena e travestimenti, si inframmettono così a quelli tipici del feuilleton e del romanzo rosa.
Le strade sono da sempre affascinanti percorsi che nell’immaginario collettivo identificano avventura, incontri, conoscenze, paesaggi, conquiste e invasioni, ma anche unione e unificazione di uomini e territori. Con questa premessa un libro che racconta la storia sottesa alle strade dell’Europa, non può non essere interessante e avvincente, soprattutto quando il racconto si perde nel lontano passato: come sottolinea infatti lo stesso autore, giornalista e scrittore olandese, nel suo reportage storico-narrativo, quelle europee sono strade percorse da tanti e sin dai tempi dei tempi, sicché sotto ogni strada c’è un sentiero, un tracciato che ne ricalca uno precedente. E così sulle orme di viaggiatori sconosciuti, protagonisti dei viaggi sulle antiche strade, la Storia nelle pagine di Deen si fa microstoria: pellegrini e banditi, commercianti, corridori ed esploratori, protagonisti oscuri le cui orme sono difficili da reperire, mancanza a cui fa da contrappeso il paesaggio attraversato con le cui dimensioni fisiche e geografiche i viaggiatori di ieri, come quelli di oggi, hanno dovuto confrontarsi e misurarsi.

Un romanzo per i più piccoli, consigliato a partire dai sette anni, ma adatto a tutte le età e/o a una lettura insieme di grandi e piccini: quando c’è di mezzo un cane “speciale” e tante avventure e una fantasmagoria di personaggi, non ci sono limiti di età, la storia diventa appassionante per tutti. L’autore poi è uno dei più noti in Danimarca.
Se per guardare la vita con più leggerezza prendessimo in prestito la saggezza degli antichi? Un viaggio sorprendente alla ricerca di noi stessi e della felicità. (da