Alla fine degli anni ’70, uno studente di biologia ventenne accetta, più per curiosità e avventura, che per reale propensione, di trascorrere 7 mesi in totale isolamento nelle montagne rocciose, lavorando come guardiano responsabile di 2 milioni e mezzo di uova di salmone collocate in un canale tra due corsi d’acqua. Da metà ottobre a metà giugno, periodo in cui le temperature arrivano anche a -40 gradi e le strade rimangono isolate a causa delle neve, Pete vivrà con l’unica compagnia della sua canina, in una tenda di tela alla confluenza di due fiumi, il Selway e l’Indian Creek, nel bel mezzo del Parco Naturale del Selway Bitterroot. Dovrà imparare tutto, a cacciare, a mettere al riparo le provviste dal gelo e dagli animali, imparerà a sopravvivere al clima, alla wilderness, alla solitudine. Imparerà a superare i propri limiti e ad assaporare ogni attimo e ogni nuova esperienza, imparerà a confrontarsi con il significato profondo delle cose e con il rapporto tra civiltà e natura. E noi con lui. Un romanzo di formazione, autobiografico, dove la natura fa da protagonista assoluta, senza sentimentalismi. Un racconto epidermico che ti entra addosso come il freddo delle montagne rocciose e ti porta a riposizionare le cose della vita. Prezioso.

Libreria On the road, via Vittorio Emanuele II,32A rosso, Firenze, come tutti i libri di viaggio consigliati da Martina Castagnoli:
Lorenzo Barbiè “Pacific crest trail”
Alberto Bile “Una Colombia. Canzone del viaggio profondo”
Patrick Leigh Fermor “Mani. Viaggi nel Peloponneso”
Mjlienko Jergovic “Radio Wilimowski”
Hernan Huarache Mamani “La profezia della curandera”
Paola Mastrocola “Non so niente di te”
Jenny Offill “Tempo variabile”
Vito Paticchia “Via della lana e della seta”
Catherine Poulain “Il grande marinaio”
Juan Pablo Villarino e Laura Lazzarino “Vie invisibili”