Carlo Lefebvre “La fuggitiva” presentazione

La fuggitiva. Il primo caso del commissario Gerard è il primo romanzo di Carlo Lefebvre, professore ordinario fuori ruolo di Geografia Economico-Politica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e autore di saggi e monografie, e rappresenta il primo ingresso sulla scena del noir del commissario Gerard. I fatti narrati si svolgono in un arco di tempo che va dal luglio 2012 allo stesso mese del 2013. Le indagini  muovono da Marsiglia tra vicoli stretti e profumi di spezie in cui il commissario dell’intelligence francese è chiamato ad indagare sulla morte ad Amsterdam di un crittografo originario di Marsiglia. Altre morti seguiranno e i segni lasciati da una bellissima tunisina, la fuggitiva appunto, protagonista di una fuga attraverso l’Europa: spie, attentati hackeraggi informatici, omicidi che paiono slegati sono gli ingredienti che daranno corpo ad un puzzle avvincente.

 

Dal Catalogo Giunti la trama

Amsterdam, luglio 2012. Negli uffici di Seleksoft, azienda olandese specializzata nel crittaggio di informazioni sensibili, viene ucciso Mick Hendriks, un analista esperto di crittologia. Nove mesi dopo, a Châtillon-sur-Marne, il contabile di un priorato precipita alle prime luci dell’alba dal campanile della chiesa. L’ipotesi del suicidio non convince l’ispettore Legrand che parte per Marsiglia, città natale dell’impiegato. Ma la sua vita e la sua inchiesta si fermano dietro la porta di un albergo di terza categoria. Due morti che sembrano appartenere a mondi diversi. François Gerard, commissario della DCRI, l’intelligence francese, che sta collaborando con la polizia olandese sul caso Hendriks, si getta a capofitto nei vicoli di Marsiglia alla ricerca dell’assassino di Legrand, amico di vecchia data. Ma il puzzle è complicato, le tracce ambigue, gli indizi contraddittori. A Marsiglia vive una giovane e bellissima tunisina, Sahar, fuggita dal regime di Ben Alì insieme a Farid, l’uomo che credeva di amare. Lavora in una libreria sul Quai, passa le serate nei bar colorati e chiassosi del Panier e di Cours Julien. Poi, una sera, la sua vita cambia di colpo. Attirata con un tranello in casa di Farid, trova un uomo col cranio sfondato. Non ha altra scelta che la fuga. […] Il commissario Gerard […] è anche un investigatore cerebrale, raffinato e geniale nelle elaborazioni, tenace nel seguire le sue intuizioni. Inseguendo Sahar alla ricerca dell’assassino di Legrand, scopre per merito di lei che dietro le quinte si muove un personaggio che gli darà filo da torcere fino all’ultimo istante e di cui è noto solo il nome: Garcia. Un thriller internazionale con trame e azioni ricche di suggestioni e cariche di implacabile tensione.

Oyinkan Braitwaite “Mia sorella è una serial killer” presentazione in breve e recensione da CasaLettori di Maria Anna Patti

L’autrice è inglese-nigeriana al suo esordio, il romanzo, ora tradotto anche in Italia, è pubblicato da La nave di Teseo. L’ambientazione è a Lagos dove le due sorelle sono partner in crime: l’una colleziona fidanzati mentre l’altra la libera dall’ingombro di quelli “eliminati” e degli eventuali indizi. In questo strano sodalizio tutto sembra procedere senza intoppi fino a quando l’arrivo dell’amore non farà da guastafeste.

Leggi anche:

 la recensione di Maria Anna Patti

 

e anche:

 

dal catalogo La nave di Teseo editore

Quando una sera Korede riceve una telefonata della sorella sa già, purtroppo, cosa Ayoola si aspetta da lei: candeggina, guanti di gomma, nervi d’acciaio e stomaco forte. Questo è il terzo fidanzato che Ayoola uccide per autodifesa – dice lei – e la terza scena del crimine che le chiede di pulire. Korede dovrebbe andare dalla polizia ma vuole troppo bene alla sorellina, e la famiglia viene prima di tutto. Almeno finché Ayoola, la figlia prediletta e bellissima di cui tutti si innamorano, non inizia a frequentare il dottore con il quale Korede lavora e di cui è innamorata. Costretta a scegliere tra la complicità e l’amore, Korede dovrà ora decidere fino a che punto è disposta a spingersi per proteggere sua sorella. Affilato, ironico, sfrontato, questo romanzo d’esordio acclamato dalla critica lancia Oyinkan Braithwaite come una delle voci più promettenti della letteratura nigeriana.

Marco Malvaldi “Il borghese Pellegrino” presentazione

Marco Malvaldi, l’autore de “I delitti del Barlume”, ritorna in edicola per Sellerio con questo nuovo giallo che, come nel precedente “Odore di chiuso”, ha per protagonista il famoso gastronomo ottocentesco Pellegrino Artusi autore del celebrato libro “La scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”, un manuale di cucina del 1891 conosciutissimo tanto da diventare proverbiale e vero compendio della tradizione culinaria italiana. Oltre al protagonista tra i personaggi reali Paolo Mantegazza, fisiologo e antropologo che aiuterà Artusi nelle indagini. C’è infatti un omicidio tra gli ospiti convenuti nel castello di Campoventoso dove Artusi  sarà ospite dell’imprenditore  Secondo Gazzolo, proprietario di un’industria conserviera d’avanguardia, che vorrebbe far assaggiare i suoi prodotti e soprattutto aprire rapporti commerciali con il mercato ottomano, un omicidio “a camera chiusa”, un classico del giallo, come Poe insegna ne “I delitti de la Rue Morgue”. L’ironia non manca tra le pagine, come l’autore ha già abituato i suoi lettori, calate nella Belle époque, la felice epoca che  caratterizza il periodo dell’ambientazione

Dal Catalogo Sellerio

Ritorna Pellegrino Artusi, padre della gastronomia italiana, in un giallo dal meccanismo perfetto tra atmosfere gotiche e buona cucina.

A cinque anni di distanza dal suo primo, fortuito, caso criminale (raccontato nel precedente Odore di chiuso), Pellegrino Artusi è ospite di un antico castello che un agrario capitalista ha acquisito con tutta la servitù, trasformando il podere in una azienda agricola d’avanguardia. È stato invitato perché è un florido mercante, nonché famoso autore della Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, il libro con cui codificava la cucina italiana e contribuiva anche, con i sapidi aneddoti uniti alle ricette, a diffondere nei tinelli delle case la lingua nazionale. Oltre al proprietario, Secondo Gazzolo, con la moglie, completano il gruppo altri illustri signori. Il professor Mantegazza, amico di Artusi, fisiologo di fama internazionale; il banchiere Viterbo, tanto ricco quanto ingenuo divoratore di vivande; il dottor D’Ancona, delegato del Consiglio di Amministrazione del Debito Pubblico della Turchia; Reza Kemal Aliyan, giovane turco, funzionario dello stesso consiglio; il ragionier Bonci, assicuratore con le mani in pasta; sua figlia Delia che cerca marito ma ancor più avventure. […] viene trovato morto un ospite; è chiuso a chiave in camera da letto ma il professor Mantegazza è sicuro: è stato soffocato da mani umane.[…]

Toshikazu Kawaguchi “Finché il caffè è caldo” recensione di Salvina Pizzuoli

Quattro incontri, quattro storie, un’unica ambientazione: un’antica caffetteria singolare e esclusiva, con pochi posti a sedere di cui uno particolare su cui ci si accomoda rispettando regole stringenti e restrittive, una sedia comunque ambita, e spesso occupata, da chi sente l’urgenza, o l’ha sentita, di lenire in qualche modo i palpiti del cuore, le ansie, i dolori, ricordando scelte sbagliate, possibilità e occasioni non valutate e sfuggite. Tra le regole una è fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si freddi, perché se ciò accadesse le conseguenze sarebbero terribili, si rischia di diventare “fantasmi”.

Quattro storie raccontate con mano felice e spirito esotico, con quel tocco di magico che non guasta in un romanzo che acquieta, apre alla speranza, come solo le buone favole sanno fare; come in tutte le favole l’eroe protagonista dovrà superare una serie di prove per scoprire se stesso e scegliere o saper attendere il proprio futuro o semplicemente superare le proprie difficoltà o valutare con giusto mezzo le occasioni perdute; tra le righe si può leggere anche una morale: la vita, come un caffè, va gustata a piccoli sorsi, cogliendone gli attimi senza i rimpianti che appartengono al passato e non si possono modificare mentre è il presente ancora tutto da giocare e mettere a buon frutto “serve solo cuore”.

Un’estate di avventura e viaggi… di carta, con Edida:

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con i classici

Jules Verne “La sfinge dei ghiacci”

R.L. Stevenson “Il diavolo nella bottiglia” con testo a fronte

R.L. Stevenson “lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde

con i thriller

Alessandro Ferrini Salvina Pizzuoli, “Odessa: l’ora della fuga”

Alessandro Ferrini Salvina Pizzuoli “ODESSA Caccia in Argentina”

Alessandro Ferrini e Salvina Pizzuoli ODESSA Operazione Damocle

con le immagini (e non solo)

Salvina Pizzuoli “La valle dell’Arno tra storia e geografia” 

Ferrini Pizzuoli “La val di Merse. Luoghi e paesaggi”

nel passato e nel futuro

Alessandro Cosi “L’oro di Tolosa”

Tommaso Ferrini, “Il Complesso di Arkhàn: L’altra me che decise di restare”

in giallo

Maria Castellett, “Delitti. Due casi per il commissario Bellantoni”

nel quotidiano inquieto

Salvina Pizzuoli “Il tempo smarrito. Memorie di un’ottuagenaria”

Salvina Pizzuoli “Nell’altro giardino” Cartaceo

Salvina Pizzuoli, “Corti e… fantastici”

Tommaso Ferrini “Dialoghi. Più o meno probabili”

in cucina

Salvina Pizzuoli – “Quattro donne e una cucina” 


Li trovate tutti su Amazon a un piccolo prezzo sia in ebook che in cartaceo


E molto altro su Edida!

 

Lidia Ravera “Tempo con bambina” presentazione

Due Mara, la piccola nell’immediatezza della felicità del vivere, e Mara la grande nel dolore e nel ricordo ma da coinvolgere e con la quale partecipare questa nuova storia d’amore, una storia diversa perché vissuta da una donna che l’età ha reso diversa, una nonna, che sa bene quanto il futuro sia ” impervio e breve” mentre il passato pullula di ricordi. Così Lidia Ravera racconta la felicità nuova e ritrovata in questo rapporto con la nipotina e la necessità di condividerla con la Mara grande, la nonna legittima, l’amata sorella che non c’è più. È un tempo quello dei nonni in cui “godersi l’attimo con l’attenzione e lo stupore dei molto piccoli. Non puoi guardare né avanti né indietro e allora tocca giocare la carta dell’intensità ” (Le citazioni sono tratte dall’itervista all’autrice da Brunella Schisa su Il Venerdì La Repubblica del 3 luglio 2020)

Dalla Presentazione da Bompani Editore

[…] Tempo con bambina racconta i primi tre anni di vita di Mara Piccola, che a quattordici mesi veste i panni di bambina operaia, a due anni quelli di esploratrice avventurosa, e a tre e mezzo si avvia ad essere un’adolescente da latte, in lotta per la sua autonomia dal sostegno degli adulti. Sono gli anni più eccitanti di tutto il percorso di vita di un essere umano, i primi tre, e Lidia Ravera li scruta, li descrive e ne condivide l’incanto in un dialogo a distanza con sua sorella, Mara Grande, che è la vera nonna di Mara Piccola, o lo sarebbe se non fosse morta giovane ventisei anni fa, poco dopo aver affidato la figlia a Lidia. […] Che cosa vuol dire essere nonna oggi? Nel secolo scorso era l’unica parte in commedia offerta alle donne quando non erano più né giovani né madri. Il nipotino copriva un vuoto. La nonna viveva in casa dei figli, funzione della loro vita. Adesso non è più così. Per far posto ai figli dei figli devi spostare impegni, creare spazi, far saltare appuntamenti. Ma la forza del sentimento è immutata: è l’appassionata curiosità che chi si avvicina alla fine della vita prova per chi la sta incominciando.

Corrado Augias “Breviario per un confuso presente” presentazione

Sono proprio i grandi cambiamenti del presente a renderlo, appunto, confuso. Augias si sofferma sul fatto che la rivoluzione tecnologica e politica degli ultimi anni sta sconvolgendo la nostra civiltà e scardinando riferimenti etici e culturali che son stati finora punti di riferimento. In questo “breviario” l’autore, come chiaramente indica nel capitolo introduttivo, potremo trovare non certo la soluzione, ma “una serie di riflessioni, note, citazioni, resoconti […] anche personaggi ed eventi del passato dai quali si possa ricavare un significato ancora utilizzabile ai nostri giorni” . È un invito quindi ad affrontare le incertezze del nostro presente, proprio perché “viviamo anni rivoluzionari” , alla luce di quanto il passato ha saputo tramandarci: la memoria del passato infatti ci aiuta a mettere quanto avvenuto in prospettiva, di cogliere le cause e gli effetti da cui è possibile trarre un punto d’orientamento. E oggi “avere consapevolezza e memoria del percorso che ci ha portato fin qui”[…] è ancora più importante come lo è “conservare quanto più si possa di un sapere che contiene insegnamenti fondamentali quale che sia il tipo di comunicazione e di convivenza nel prossimo futuro che ci aspetta”. L’autore propone al lettore un’interessante carrellata storica, un viaggio fatto di titoli e citazioni da opere di narrativa e saggistica, un patrimonio culturale raccolto, rivisitato e aggiornato in base ad un personale percorso di formazione.

Dalla presentazione da Giulio Einaudi Editore

 

Prendendo spunto dai temi e dai problemi con cui ci confrontiamo ogni giorno, attraverso la lettura di autori prediletti come Spinoza e Montaigne, Augias ricollega il presente al passato e alle cause che l’hanno provocato, rendendo più comprensibile e meno ansioso l’orizzonte degli eventi.

«Viviamo anni rivoluzionari in cui scompaiono abitudini consolidate, canoni politici, riferimenti culturali ed etici che a lungo hanno dato fisionomia alla nostra civiltà. Innovazioni scientifiche e tecnologiche inimmaginabili fino a pochi decenni fa hanno reso possibili e anzi banali risultati e capacità smisurate; i cambiamenti si succedono con vertiginosa velocità trasformando non solo il nostro mondo fisico e virtuale, ma la psicologia delle nuove generazioni – secondo alcune diagnosi la loro stessa stessa antropologia -, e comunque introducendo nuovi modi di vivere, e nuove epidemie […]  Non c’è futuro, luminoso o obbligato che sia, che ci salvi dal dovere di trasmettere il passato, prima che tutto finisca travolto da un nuovo mondo, come presto o tardi certamente avverrà».

Javier Cercas “Terra Alta” presentazione

Javier Cercas è stato con Terra Alta vincitore nel 2019 insignito del Premio Planeta, uno dei maggiori riconoscimenti letterari spagnoli. In un articolo a firma dell’autore, comparso recentemente su La Repubblica, racconta e spiega come sia arrivato a costruire questo suo ultimo romanzo, operando scelte narrative diverse determinate “dalla mia trasformazione come persona e della mia urgenza di reinventarmi come scrittore”. E indica la crisi catalana del 2017 come svolta personale da cui è derivata anche quella come scrittore. Ma fino ad un certo punto però, perché scrive “possiamo essere soltanto ciò che siamo. “Terra Alta” è una mescola di thriller e di western, però, a ben guardare, tutti i miei libri precedenti lo sono. “Terra Alta” gira intorno a temi a cui avevo appena accennato negli altri miei libri – la giustizia, la vendetta, l’odio – però alcuni loro temi essenziali – l’eroismo, il passato come dimensione del presente – compaiono anche qui[…]questo libro aspira ad essere diverso […] e radicalmente fedele” a quanto scritto fino ad ora, conclude nel suo articolo di presentazione al suo ultimo lavoro, aggiungendo la notazione che spetterà al lettore riconoscergliene o meno la riuscita.  (le citazioni sono tratte da La Repubblica Cultura 2 luglio 2020)

Dalla Presentazione sulla pagina di Guanda Editore

La trama del libro è segnata da un terribile crimine che sconvolge gli abitanti dell’assonnato villaggio di Terra Alta, nella provincia catalana, e la cui dinamica corre lungo tutto il libro, formato da due percorsi che hanno al centro il protagonista Melchor Marín, un giovane poliziotto che, in seguito allo scontro a fuoco vittorioso contro i terroristi islamici dell’attentato di Barcellona dell’agosto 2017, è allontanato dalla sede militare della capitale e inviato a Terra Alta per indagare su un recente fatto di sangue che ha sterminato i proprietari dell’impresa Gráficas Adell. È l’inizio di un thriller avvincente che si dipana lungo tutto l’arco del romanzo alternando, accanto alla cronaca dell’indagine, la rivisitazione dell’iter biografico del personaggio.

A. Ferrini e S. Pizzuoli “O.D.E.S.S.A. Operazione Damocle” la presentazione e la trilogia

“O.D.E.S.S.A. Operazione Damocle

è il terzo thriller storico di una fortunata trilogia. Esce in questi giorni su Amazon  per far vivere agli amanti del genere una nuova avventura di Leonard Walder. Sarà infatti coinvolto in una difficile missione nella terra dei faraoni  negli anni ’60, ai tempi di Nasser e delle sue velleità di fare dell’Egitto una potenza preminente del mondo arabo.


La sinossi

Dopo la sconfitta del Terzo Reich i nazisti trovarono rifugio non solo in America latina ma anche nei paesi arabi, in particolare nella Siria di Assad e nell’Egitto di Nasser: è qui, nell’antica terra dei faraoni, che ancora una volta Leonard Walder sarà chiamato all’azione dall’amico Mike e dal Mossad, per scongiurare un grave pericolo per Israele. Terzo di una trilogia (ODESSA. L’ora della fuga / ODESSA Caccia in Argentina) anche in Odessa Operazione Damocle l’ambientazione e il contesto storico, precisi e rigorosi, saranno come sempre protagonisti sullo sfondo dell’intricata situazione che Walder si troverà a gestire: abbandonata la passione che da sempre lo anima per l’arte e per la bellezza, si voterà alla causa con la segreta speranza di sopravvivere e tornare a coltivare le proprie inclinazioni. Riuscirà Walder nell’intento o lo rivedremo presto in azione?

L’ Antefatto

Il Cairo, 23 luglio 1962

Erano solo le 9.30 del mattino ma il sole batteva già impietoso sulle gradinate riservate alle autorità; da lì a poco avrebbero assistito alla grande parata militare in celebrazione del decimo anniversario del colpo di stato dei Liberi Ufficiali che aveva spazzato via la monarchia di re Faruk e, dopo il breve periodo del governo di transizione presieduto dal generale Muhammad Nagib, instaurato il potere definitivo di Gamal Abdel Nasser. Lo stesso presidente, in prima fila sul palco d’onore, attorniato da alti ufficiali con al fianco il vicepresidente, generale Anwar al-Sadat, aveva appena pronunciato il solenne discorso nel quale rivendicava i successi della sua politica indirizzata a costruire in Egitto un nuovo modello di socialismo e di giustizia sociale. Ma la parte del discorso che di lì a poco sarebbe rimbalzata in tutte le cancellerie internazionali, suscitando sbigottimento e preoccupazioni, fu quella in cui il rais annunciava al mondo che era stato avviato con successo un programma di armamento missilistico che avrebbe reso l’Egitto un’indiscussa potenza fra i paesi arabi. I missili Al-Zafir ‘il Trionfatore’ e Al-Qahir, ‘il Conquistatore’, a propellente liquido, sarebbero stati in grado “di colpire qualsiasi bersaglio a sud di Beirut”, tenne a precisare. Non occorreva ricorrere ad analisti esperti per capire che Israele era nel mirino. Dopo pochi minuti alcuni prototipi di tali ordigni montati su autocarri aprivano la parata tra gli applausi del pubblico.


Gli altri due della trilogia   

Qing Li “Shinrin-Yoku. Immergersi nei boschi” il consiglio di luglio di Martina Castagnoli

Un libro dagli effetti benefici e pacificatori sull’educazione a sollecitare i 5 sensi quando ci si immerge nella natura. “Shinrin Yoku” letteralmente significa “bagno nella foresta”,ed è un’antica pratica giapponese; non a caso la cultura, la filosofia e la religione di questo paese sono state plasmate dalle numerose foreste che ne ricoprono la superficie. Il libro si propone di far riflettere sulla nostra parte più energetica e primordiale spesso sopita da ritmi di vita nevrotici e da uno sradicamento dalla nostra madre terra. Un manuale pratico e teorico per applicare questa disciplina e migliorare la propria vita. Corredato da suggestive fotografie e trafiletti interessantissimi su alcune cose utili da conoscere e tenere a mente. Per riscoprire le meraviglie e i benefici prodigiosi della natura che ci circonda e saperli apprezzare con tutti e 5 i sensi di cui siamo provvisti. Salutare.

Il libro è disponibile in libreria: