Gino Carlomagno “Misteriosa morte nella Tuscia”, NeP Edizioni

Un nuovo intrigante caso da risolvere per Giorgio Gregòri, l’ispettore nato dalla fervida penna di Gino Carlomagno. In arrivo il cofanetto in edizione limitata.

“L’ispettore lasciò trascorrere alcuni secondi prima di rispondere,con lo sguardo passò in rassegna il volto di ognuno dei presenti,abituato come era a intuire dalle espressioni dei volti durante gliinterrogatori quando in questi ci fosse menzogna”.

Un ritorno tanto atteso, quello dell’ispettore Gregòri, protagonista di una fortunata serie di romanzi gialli edita da NeP edizioni, particolarmente apprezzata da lettori e critica.
Il prossimo maggio la casa editrice pubblicherà un cofanetto che li raccoglie tutti, in edizione limitata.
In Misteriosa morte nella Tuscia, quello che a prima vista sembra essere un suicidio, altro non è che un maldestro tentativo di depistaggio.
L’ispettore Gregòri, che in altri episodi ha abituato i lettori al suo inconfondibile fiuto poliziesco, riesce a smascherare la messa in scena dietro cui si nasconde un delitto.
Il crimine finirà per catapultare l’ispettore e la sua squadra in un mondo del tutto nuovo, fatto di rimandi storici e reperti archeologici, portando ad esplorare località del viterbese dall’antico fascino etrusco.
Forte della sua ricca produzione letteraria e della sua familiarità con il romanzo poliziesco, la scrittura di Gino Carlomagno tratteggia con abilità personaggi e situazioni, oltre a rendere con arguzia sfumature e paesaggi.
Come sempre intuito, costanza e perspicacia finiranno per portare ai risultati tanto sperati.

Di origine lucana, Gino Carlomagno si trasferisce in giovane età a Biella. La passione per la scrittura lo accompagna sin dall’infanzia e le sue opere, rimaste a lungo nel cassetto, vedono la luce solo a seguito di un felice incontro con NeP edizioni. Nella scrittura predilige il romanzo poliziesco, complice un breve trascorso nella Polizia di Stato. Oltre a “Misteriosa morte nella Tuscia”, con NeP edizioni ha pubblicato: “Caro Amico”; “Dal Girino Al Mouse”; “Dieci Racconti Fantastici” (2016); “Tre milioni di passi sotto il cielo. Camminare per vedere”; “La pagliuzza nell’occhio”; “Il Killer invisibile” (2017); “La pietra che non affonda”; “Il Dito Mancante”; “Nel Sonno Urlavo… Gargatun” (2018); “Il Decimo Indizio”; “1 – DICXON, non tradisce” (2019); “Queen Mary Donna Coraggiosa”; “Hotel Repubblica 55-Camera con Balcone”; “Il Segreto dell’Acqua” (2020); “All’Ombra dei Pini”; “Consuelo” (2021) e “Tarli Ossessivi” (2022).

Roberta Bobbi “Trappola morale”, presentazione

Copertina di Fabio Lupo

Francesca Ausili, sessantenne ridotta a lavorare come cartomante. Elena Venanzi, ex-carabiniera estromessa dall’Arma. Monica Selloni, giovane masochista mai sazia di maltrattamenti. Tre donne irretite dai propri fallimenti. In un susseguirsi di ore in cui gli eventi si accaniscono su di loro e le conducono a intersecare i loro destini, incappano in un tranello che le inchioda a una corresponsabilità che, nonostante lo zelo con cui il Commissario De Sanctis cerca di fiaccarle, negano con tutte le loro forze.( da La Torre dei Venti Libri)

L‘Incipit

Ci siamo quasi. Il segnale di fonia sta per convertirsi in impulso elettrico, è in procinto di mettersi in cammino. Per ora è ancora lì, all’imbocco della rete di accesso, immobile e pulsante come uno sciatore che in cima alla piattaforma aspetta di saltare sulla pista di lancio, ma a breve sarà commutato e poi instradato dentro i fasci dei cavi delle telecomunicazioni, nel caso provenga da un apparecchio fisso o agganciato dalle onde e caricato su un ponte radio, nel caso scaturisca invece da un apparecchio mobile. La lancetta dell’amperometro schizzerà dunque verso l’alto e in un lampo la vibrazione acustica agiterà il portatile poggiato sul tavolo facendolo squillare. Allora sarò costretta a portarmelo all’orecchio, a stendere forzatamente le labbra in un sorriso fasullo e rispondere: «Pronto, sono Loredana, in cosa posso esserti utile?»
Ridotta a un utensile, a donna di pubblica utilità, ma non di servizio. Questo sono diventata. Ho a che fare con l’ottusità del genere umano, soprattutto con quella femminile.
Io lavoro per chi si vuole comprare un vaticinio favorevole, per chi non sa oltrepassare le proprie misere passioni. Vendo chiacchiere, le vendo al minuto, per pochi centesimi e pure in nero.

La Quarta di copertina: note biografiche e un breve stralcio

Cristina Cassar Scalia “Il Re del gelato”, presentazione

[…]

– Ispettore, me lo dice che successe, per cortesia? – Spanò sembrava un buon elemento, ma aveva il vizio di parlare assai.

– Ragione ha, dottoressa, mi scusi, – s’imbarazzò il poliziotto. – La volevo avvertire che mi chiamarono poco fa dalla gelateria di Agostino Lomonaco -. Si fermò un attimo. – Le conosce le gelaterie di Lomonaco, no? Il Re del gelato.

Vanina si sforzò di ricordare, ma no: Catania per lei era ancora un’incognita. – No, non le conosco.

– Non può essere! Manco una? – si stupì l’ispettore. La Guarrasi perse la pazienza.

– Spanò, la vogliamo finire? Mi dice che successe in questa gelateria? (Dal Catalogo Einaudi)

E la Scalia ritorna a raccontare di Vanina e sceglie di farlo a ritroso: è la vice questore Guarrasi prima di “Sabbia nera”, già a Catania da Milano da qualche mese, con gli scatoloni ancora ingombri e da sistemare, l’appartamento a Santo Stefano e la signora Bettina già dedita a riempire con deliziosi manicaretti i vuoti dei fornelli, con amicizie da consolidare e una squadra al lavoro ma ancora in rodaggio e le “catanesate” alla prima stesura.

Fine agosto, un caso, all’apparenza solo una “fesseria”: nel gelato di Agostino Lomonaco, non uno qualsiasi ma “il re del gelato”, il rinvenimento di alcune pasticche provoca la denuncia dei clienti per “avvelenamento”; quando la fesseria si trasformerà in omicidio ecco che per la vice questore aggiunto si aprono le indagini  rese più difficili dalle titubanze e dai tremori del pm dottor Vassalli.

Tra notti insonni, pasti saltati, piste non sempre chiare o addirittura fuorvianti, l’istinto, il buon lavoro di squadra e il metodo investigativo che scava nel passato delle vittime, porteranno la vice questore ad avere ragione di un caso delicato e ingarbugliato da vecchi rancori, rapporti filiali, traffico di droghe e debiti di gioco.

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri:

Sabbia nera

La logica della Lampara

Il talento del cappellano

L’uomo del porto

La salita dei saponari

La carrozza della santa

Scalia, De Cataldo, De Giovanni, Tre passi per un delitto

Le stanze dello scirocco

La seconda estate

Hans Tuzzi “Curiosissimi fatti di cronaca criminale”, recensione di Salvina Pizzuoli

I miti ci parlano, e le fiabe, le loro semplici figlie andate fra gli umani per un mondo già vecchio, ma tanto più giovane del nostro, sono vivide gemme di un tesoro nascosto, stelle fiorite di un giardino incantato comune a tutta l’umanità, poesia potente che infonde vita alla parola facendone la radice originaria del mondo in cui ogni cosa trasuda storie e il nome è sortilegio. Le fiabe parlano al cuore, e il cuore è bambino.

Mi è sembrato di trovare in queste parole la chiave di  lettura di questo conte che si sa da subito, scorrendo semplicemente l’ elenco dei personaggi, tanti, che lo popoleranno, che non è solo un racconto “giallo” : quattro le morti efferate, in cui le date giocano un ruolo importante, giochi di corrispondenze che riportano ad altri avvenimenti, personaggi e luci e scale luminose, bambini, animali parlanti, ingredienti di una magnifica fiaba dentro la quale solo un cuore bambino può trovare la soluzione e salvare il mondo dall’ingiustizia di coloro che il cuore bambino lo hanno perduto.

Una fiaba, sì, un conte philosophique, compagine narrativa spesso utilizzata, che mi ha richiamato altre opere magistrali, in cui ho visto molte consonanze, soprattutto nella denuncia di un declino della società.

Una storia il cui contenuto non è da sintetizzare, ma gustare sì: citazioni, caratterizzazioni linguistiche, tra usi e costruzioni, richiami storici, ma soprattutto la forza della parola che narra, che sa ammaliare e coinvolgere, l’atmosfera che sa creare, come solo una pagina di letteratura può fare.

Eclettico Tuzzi, è riuscito ancora una volta a sorprendere!

Si apre in una fredda mattina del 21 gennaio del 1960 con la prima delle morti, incredibili e impressionanti proprio perché inspiegabili nella loro esecuzione e nei confronti del personaggio “Perché quel morto, oltre che assurdo, era stato importante, da vivo. E rischiava d’esserlo ancora di più ora che era morto”. E un simbolo siglato nel sangue “Sul battente di una porta erano raffigurate due serpentine parallele, separate da una fitta serie di tratti orizzontali, uno sopra l’altro, come tanti pioli”.

E ancora: una testa troncata di netto e niente sangue; e ancora, in una stanza chiusa dall’interno: il delitto, quello che ha tutte le caratteristiche del mistero, quello che mente umana non può concepire e risolvere

«La casa, chiusa dall’interno con la serratura di sicurezza, tant’è che si dovette entrare da una portafinestra dell’attico…»

«Aperta o chiusa?» abbaiò il Questore.

«Chiusa, i pompieri dovettero forzarla. La casa, dicevo, chiusa dall’interno, non presentava tracce di lotta o di sangue, il che, per  uno morto a quel modo…»

«Appunto, certo. Non c’era nemmeno sangue sui vestiti».

L’ambientazione storica è ricca della cronaca italiana di quegli anni, così come le asserzioni e le notazioni, spesso amare e presenti nel tessuto narrativo, che concludono le vicende.

L’unica era sperare nel lento bovino opaco oblio italico. Ma, per il momento…[…] e nessuno seppe interpretare in modo convincente quel simbolo misterioso: due serpentine parallele separate da una fitta serie di tratti orizzontali, uno sopra l’altro, come tanti pioli. Così misterioso che a oggi nessuno è riuscito a forzarlo.

Un messaggio ampio e articolato raggiunge il lettore: come in tutte le fiabe che si rispettino, non è mai unico o univoco ma si presta a più chiavi di lettura.

Dal Risvolto di copertina

“E forse alle galassie, nell’Italia di fine gennaio 1960, gli inquirenti dovrebbero guardare per risolvere un delitto inspiegabile, anzi:  impossibile. Al quale ne segue un altro, simile. Per entrambi, testimoni affermano di avere  visto in cielo strane luci. Mentre i giornali si buttano sul possibile avvistamento di «marziani», gli inquirenti devono attenersi alla realtà fattuale delle cose. E l’unica sgradevole ipotesi logica è il coinvolgimento di apparati dello Stato. Nel primo delitto, i Carabinieri. Nel secondo, la Polizia. Chiamati però alla massima collaborazione dai competenti Ministeri. Intanto il gatto Miao e l’uccellin Belverde rivelano al bimbo Agostino che, negli antichi giorni del mondo…”

“Tuzzi ci regala una storia vorticosa e onirica, esilarante e fiabesca, enciclopedica e grottesca, un avvincente insieme di toni e di stile ordito con l’autorevole maestria che lo ha reso uno tra gli scrittori, e i giallisti, più amati del nostro Paese”.(da Bollati Boringhieri)

La Quarta di copertina

su tuttatoscanalibri: Tutto Tuzzi

Piergiorgio Pulixi “La libreria dei gatti neri”, presentazione di Salvina Pizzuoli

“Pulixi firma un giallo pieno di suspense e ironia che parla di libri e omaggia i classici del mystery, rendendo i lettori i veri protagonisti di questa storia.” (da Marsilio Libri)

Il protagonista Marzio Montecristo, dopo una disavventura come maestro, decide di aprire una libreria specializzata nel genere giallo: Les Chats Noirs, nome in omaggio ai due gatti neri, Miss Marple e Poirot, che un giorno si erano presentati e non se ne erano più andati.

Di fatto poco frequentata, anche per le risposte burbere e il carattere poco accattivante del proprietario, vede un rilancio con la nascita di un gruppo di affezionati lettori, “gli investigatori del martedì” organizzati e guidati da Nunzia, un’anziana frequentatrice della libreria, che ne diventa la Presidente: questi esperti di gialli si riuniscono dopo la chiusura per confrontarsi e discutere sul romanzo proposto per la settimana in corso.

La loro pratica come lettori di polizieschi li aveva visti capaci di collaborare, l’anno prima, con la sovrintendente, una vecchia amica di Montecristo, a risolvere un caso vero.

Ora l’animatore del gruppo è lo stesso Montecristo da quando l’anziana Presidente è stata colpita dall’ Alzheimer e un nuovo caso, veramente agghiacciante, chiede ancora una volta il loro coinvolgimento: “un pensionato “pedante”, un religioso assai poco «ortodosso», un’ottuagenaria monomaniacale, e una ragazzina dark” come li definisce Marcello Fois in una recensione (su tuttolibri del 21 gennaio 2023) che aggiunge “È un giallo classico”[…]“tentativo, riuscito, di riprodurre un giallo rivoluzionariamente tradizionale”; conclude poi l’articolo scrivendo “Tutta la trama si regge su questo intreccio di caratteri, forse un po’ troppo pronti per la sceneggiatura, e grandi classici della letteratura gialla Agatha Christie su tutti, ma anche Artur Conan Doyle, George Simenon, in una specie di viaggio organizzato, come quelli che si fanno sul torpedone scoperto, nella grande Giallilandia, con un guidatore estremamente motivato che ci tiene a farci godere ogni singolo angolo di questo mondo parallelo”. Lettura che condivido e a cui aggiungerei: un amore non corrisposto che si svela con tragica ironia insieme ad un’agnizione finale strappa lacrime, chiudono il giallo con un’imprevedibile quanto voluta pennellata da feuilleton.

Piergiorgio Pulixi è nato a Cagliari nel 1982 e vive a Milano. Ha pubblicato diversi romanzi polizieschi con cui ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio Scerbanenco 2019 per il miglior noir dell’anno. È considerato uno dei maggiori esponenti della nuova generazione di scrittori noir e thriller. I suoi romanzi sono tradotti in Francia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera, Polonia e Russia.

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

Un colpo al cuore

Grazia Verasani “Senza ragione apparente”, presentazione

[…] Emilio, studente diciassettenne in un liceo della città, si è suicidato senza ragione apparente, lasciando solo un laconico messaggio: «Sono stanco.» A otto mesi dal fatto, la madre di Emilio è decisa a trovare i responsabili morali della sua morte. (dalla scheda del libro, Marsilio Editori)

Narrato in prima persona è il quinto romanzo che ha come protagonista l’investigatrice bolognese Giorgia Cantini, protagonista del primo successo in Quo vadis, baby da cui fu tratto un film ed una serie. Senza ragione apparente ha ottenuto una particolare menzione al premio Scerbanenco 2015.

Il tema affrontato è un tema sociale o comunque il noir è di tipo esistenziale, tratta infatti delle inquietudini adolescenziali in relazione con il mondo degli adulti, quest’ultimi spesso confusi e incapaci di offrire loro una visione serena del futuro che li attende, in una società in cui predominanti sono la superficialità, l’apparenza e la ricerca della felicità quasi fosse possibile eliminare il dolore, la morte, il rifiuto, l’allontanamento. L’idea nasce da un articolo di cronaca e indaga due suicidi di giovanissimi. Capace di scrutare dentro i suoi interlocutori, la protagonista sa guardare dentro di sé, esercizio che le permette di sperimentare percorsi che colgono le emozioni, i problemi che travagliano il difficile periodo adolescenziale, dentro e fuori la scuola e in famiglia in un’apparente distanza che nasconde la loro affettiva fragilità.

Un’indagine nei sentimenti, analizzati a freddo con acume e comunque con umana partecipazione seppure nel distacco dell’inchiesta. Una diversa versione del noir, senza morti ammazzati, cui fa da sfondo una Bologna nebbiosa e grigia, dove non si tralasciano aspetti della quotidianità: una recente convivenza e le sue incognite con Luca Bruni il capo della omicidi e l’incontro con il figlio di lui, il sedicenne Mattia.

Grazia Verasani (Bologna, 1964) ha esordito giovanissima con alcuni racconti apparsi su il manifesto. Oltre alla fortunata serie con protagonista Giorgia Cantini, ha scritto vari romanzi tra cui From Medea (Sironi 2004), dal quale nel 2012 è stato realizzato il film Maternity Blues di Fabrizio Cattani, Tutto il freddo che ho preso (Feltrinelli 2008), Mare d’inverno (Giunti 2014), Lettera a Dina (Giunti 2016), La vita com’è (La nave di Teseo 2017). Nel 2021, sempre per Marsilio, è uscito Non ho molto tempo, in cui racconta della propria amicizia con Ezio Bosso. I suoi libri sono tradotti in molti paesi tra cui Francia, Germania, Portogallo, Stati Uniti e Russia. (da Marsilio Autori)

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri:

Come la pioggia sul cellofan

Maurizio De Giovanni “Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi”, presentazione

Stradina che il tempo ha cancellato/ che un giorno ci hai visti passare assieme/ sono venuto per l’ultima volta/ sono venuto a raccontarti la mia pena (Caminito. Testo di Gabino Coria Peñaloza e musica di Juan de Dios Filiberto,1926)

Napoli, 1939, aprile: i corpi di due giovani trucidati nella loro intimità consumata tra le fronde di un cespuglio in un boschetto tra le case del quartiere.

Napoli mozzafiato, con i suoi scorci, il mare e il fil di fumo che si connatura con il suo vulcano in una primavera incipiente. L’anno racconta un’Italia alle prese con guerre oltre confine e una prossima che si giocherà anche in casa. Il regime si muove tra sospetti e sospettati, persecuzioni e confino di chi è poco “gradito”, siano omosessuali, ebrei oppure oppositori, in un clima di paura, omertà, pregiudizio e denunce, più o meno rispondenti, tra vicini e conoscenti. In questo scenario ricompare Ricciardi: trentanovenne, vedovo di Enrica e padre di Marta, poliziotto fedele ai valori legati al suo ruolo, agli amici, anche a chi si spende in prima persona per contrastare il regime, vittima del “potere” di saper vedere e ascoltare le voci dei morti di morti violente.

E non solo. In apertura un canto triste, dall’altro capo del mondo, un tango da cantare, la musica e i versi di un amore perduto. Un canto difficile da interpretare, soprattutto da parte di una donna, così come spiega a Laura il suo accompagnatore al piano, raccontandole la storia “che le stradine, i caminitos, sono due. Una ha ispirato la musica, nel 1923, una le parole, nel 1926. È chiaro? – E io quale dovrei cantare? Perché a me sembrano la stessa cosa. – Ma sono la stessa cosa, infatti. È questa la magia, la corrispondenza perfetta dei due sentimenti, quello del musicista e quello del poeta. A distanza di tre anni, in due città diverse, due uomini provano cose uguali”.

Un canto quello di Laura che avrà successo anche se il suo è un dolore diverso, c’è la possibilità del ritorno… Un giallo nel giallo che lascia intendere un nuovo seguito: la donna che in realtà si chiama Livia ha un legame con il commissario; la figlia di quest’ultimo parrebbe non essere afflitta dallo stesso potere del padre ma le appartiene un’acuta sensibilità, un altro dono, tutto da scoprire, in una nuova storia…

“Con l’aiuto del fidato Maione – in ansia per una questione di famiglia – Ricciardi dovrà a un tempo risolvere il caso e proteggere un caro amico che per amore della libertà rischia grosso. Intanto la figlia Marta cresce: ormai, per il commissario, è giunto il momento di scoprire se ha ereditato la sua dannazione, quella di vedere e sentire i morti” (dal Catalogo Einaudi)

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

Un volo per Sara

Gli occhi di Sara

Scalia, De Cataldo, De Giovanni “Tre passi per un delitto”

Il metodo del coccodrillo

Gabriella Genisi “Lo scammaro avvelenato e altre ricette”, presentazione

“Questa storia è un mix di indagine e prelibatezze, come se avessi cucinato un pranzo di Natale per i miei lettori. Un libro da tenere sottomano mentre si prepara il cenone”

Così risponde l’autrice alla domanda di Raffaella Silipo che l’ha intervistata (tuttolibri la Stampa 19 novembre ’22) “La pace si fa a tavola?

La domanda è calzante non solo perché lo “scammaro” di cui recita il titolo è un piatto povero ma squisito ed è al centro delle indagini e che, nel periodo natalizio in una Bari sovraffollata, gioca un ruolo centrale, ma anche perché in chiusura, come sempre, troviamo le ricette di Lolì, brava non solo come commissario ma anche come cuciniera. La storia, coinvolgente e accattivante, per condirla al meglio è infatti corredata da tante ricette, come si legge nella presentazione del romanzo (nella pagina di Sonzogno)

“Una storia avvincente e deliziosa, arricchita dalla raccolta di tutte le ricette di casa Lobosco: oltre cento piatti, dalle stuzzicanti preparazioni finora inedite ai grandi classici della tradizione pugliese, come la focaccia, i panzerotti e la parmigiana, rivisitati secondo il gusto di Lolì”.

Un romanzo quest’ultimo definito dalla Genisi nell’intervista già citata “più leggero, più natalizio, anche se ci sono i social e il loro potere terribile di detonatore dei conflitti” ponendolo in relazione ai mali che affliggono la Puglia e in riferimento in particolare a “Terrarossa” in cui ha affrontato il problema del caporalato. La vicenda si ambienta in periodo prenatalizio come si legge nella sinossi (da Sonzogno):

“25 novembre. Nella città affollata e piena di turisti in attesa del Natale, il bed & breakfast di Carmela, la sorella di Lolita Lobosco, riscuote sempre più successo. Tra gli ospiti, anche uno scrittore romano, Enrico Fasulo, che ha deciso di ritirarsi a Bari per qualche settimana e dedicarsi alla stesura del suo nuovo libro. Carmela, sensibile al suo fascino, cucina per lui e, tra le sue tante specialità, gli prepara uno scammaro squisito secondo la ricetta di nonna Dolò. Il giorno dopo, l’uomo viene trovato morto. L’autopsia non lascia dubbi sulla causa del decesso: si tratta di avvelenamento”… di cui sarà accusata Carmela.

e anche

Brevi note biografiche

Gabriella Genisi è nata e abita a pochi chilometri da Bari. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio di Lolita Lobosco, protagonista dei romanzi pubblicati da Sonzogno che hanno ispirato la fortunata serie tv trasmessa su Rai 1: La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014), Spaghetti all’Assassina (2015), Mare nero (2016), Dopo tanta nebbia (2017) e I quattro cantoni (2020). Per Rizzoli sono usciti Pizzica amara (2019) e La regola di Santa Croce (2021).

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

“Terrarossa”

Gabriella Genisi “Terrarossa”, presentazione

Terrarossa è l’ultimo romanzo della serie che ha come protagonista la commissario Lolita Lobosco: è iniziata nel 2011 con La circonferenza delle arance, è stata seguita da altri otto romanzi.

Un poliziesco ambientato a Bari e zone limitrofe con protagonisti, oltre alla commissario, la squadra con Forte, vecchio compagno di classe, ed Esposito; non mancano tra i protagonisti l’amica d’infanzia pm, la famiglia, gli amori, il mare, la cucina pugliese con le sue tradizioni e piatti tipici e non per ultima la lingua come elemento caratterizzante. Così le piacevoli pagine si alternano tra indagini, gli affari di cuore non sempre fortunati della protagonista, alcuni piatti, con le ricette di Lolì che trovano posto alla fine del romanzo, momenti e personaggi nelle stanze della questura, luogo di lavoro certamente, ma anche di relazioni umane.

In quest’ultimo romanzo che si apre con la situazione esplosiva della pandemia da Covid, trova spazio un’altra “peste”, il caporalato, uno dei mali annosi che pervadono con strapotere le campagne meridionali di cui sono vittima e i manovali assoldati tra le schiere di migranti irregolari, ma anche, come in questo caso, chi lotta a costo della vita per scalzarla: Suni Digioia la giovane imprenditrice e attivista per i diritti dei braccianti nonché ecologista convinta. La prima ipotesi di suicidio viene presto abbandonata dalla Lobosco tornata dalle ferie perché chiamata in modo accorato dall’amica e coinvolta dallo stesso questore per i “nomi” implicati nella vicenda. Oltre all’indagine poliziesca, condotta con scrupolo e amor di giustizia dalla protagonista, interessanti pagine vengono dedicate al caporalato, male di cui tutti sanno che assurge alle cronache solo per le violenze e le morti efferate ma mai estirpato.

“Sullo sfondo di una città stravolta e quasi irriconoscibile, eppure pervasa come ogni estate dal profumo della salsa di pomodoro, la tenace commissaria barese torna con un nuovo caso da risolvere – intricato come la sua relazione con Caruso –, lottando ancora una volta per far trionfare la giustizia”. (da Sonzogno Editori)

E anche

Brevi note biografiche

Gabriella Genisi è nata e abita a pochi chilometri da Bari. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio di Lolita Lobosco, protagonista dei romanzi pubblicati da Sonzogno che hanno ispirato la fortunata serie tv trasmessa su Rai 1: La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014), Spaghetti all’Assassina (2015), Mare nero (2016), Dopo tanta nebbia (2017) e I quattro cantoni (2020). Per Rizzoli sono usciti Pizzica amara (2019) e La regola di Santa Croce (2021).

Maurizio De Giovanni “Un volo per Sara”, presentazione

[…] il passato tutto è tranne che passato. E che invece non perde l’occasione di ripresentarsi, fresco e appuntito, tagliente e pericoloso […] (Maurizio de Giovanni, Corriere 24 maggio ’22)

Continua la serie di De Giovanni con Sara Morozzi “un meraviglioso ping pong tra passato e presente” scrive lo stesso De Giovanni presentando il quinto romanzo della serie sulle pagine del Corriere (cit.). Una storia fatta per Sara perché, scrive l’autore, servivano “ i suoi trent’anni di lavoro in un’unità dei servizi, passati a decodificare il linguaggio non verbale, le espressioni, gli sguardi e le parole non pronunciate”. Ma serviva anche il collega non vedente con le sue precipue capacità di riconoscere voci e rumori, ma anche Pardo e Viola, tutti personaggi già presenti nelle pagine dei precedenti romanzi. Un quinto volume, racconta De Giovanni che era stato già scritto, ma poi è arrivata una notizia di cronaca e tutto si è dovuto modificare: lo scenario immaginato e che si era aperto nella mente immaginifica dello scrittore aveva trovato la sua perfetta ambientazione. Così è nato il nuovo noir.

“Un piccolo aeroplano turistico diretto in Sardegna si schianta nel mar Tirreno con a bordo diverse persone. Tra loro, un noto imprenditore che ha rilasciato la sua ultima intervista poco prima del decollo […] Quando l’agente dei Servizi in pensione Andrea Catapano sente le voci delle vittime – lui che non vede ma sa ascoltare meglio di chiunque altro – un ricordo nitido riaffiora. Così decide di chiamare l’ex collega Teresa Pandolfi, ora a capo dell’Unità investigativa. Il disastro potrebbe celare un mistero che risale agli anni di Tangentopoli.[…]L’unica che può scoprire la verità è la donna invisibile, Sara Morozzi. Affiancata dall’ispettore Davide Pardo e da Viola, Mora si trova a investigare su personalità pubbliche intoccabili, scavando dentro gli ingranaggi del potere d’Italia a suo rischio e pericolo, senza paracadute.(da Rizzoli Libri)

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

Gli occhi di Sara

Tre passi per un delitto

Il metodo del coccodrillo