Francesco Recami “La cassa refrigerata- Commedia nera n.4”, presentazione

Il racconto si apre con la morte di un’anziana zitella, Maria Carrer, per poi dipanarsi intorno alla vera rappresentazione, senza veli, di ipocrisie, pregiudizi, egoismi, mancanza di rispetto per il prossimo e desiderio di facile arricchimento, e altre virtù che caratterizzano uno scampolo di società provinciale, quella veneta in particolare, di 22 +1 viventi e un deceduto, numeri che variano nel proseguo degli avvenimenti, con tre cadaveri in più.

Uno scampolo di società in cui ovviamente si può ravvisare un quadro sociale più ampio.

Ma chi sono?

Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare non sono né amici né parenti della defunta Maria, ma personaggi disparati a caccia, sfrenata e senza remore, del tesoro della signorina Maria, ricca e tirchia, che potrebbe trovarsi nascosto tra le pareti dell’abitazione o tra le carte di un eventuale testamento segreto. Ma cosa scatenerà queste morti? Complice un diluvio, la villetta in cui è esposta la salma sarà isolata e non sarà più possibile fuggire dallo sconosciuto assassino che si aggira tra i presenti intrappolati.

Dello stesso autore:

“L’atroce delitto di via Lurcini. Commedia nera n. 3”recensione di Roberto Iovacchini

leggi l’intervista all’autore  dal Corriere fiorentino

dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

Il diario segreto del cuore recensione di Ermanno Paccagnini

e anche:

su mangialibri le recensioni ai romanzi di Francesco Recami

Dal catalogo di Sellerio Editore

Voglia di leggere?

A dicembre nuove letture gratis in ebook,

iniziamo con:

Il Viaggistorie. Racconti fantastici di Salvina Pizzuoli

La promozione sarà attiva il giorno 7 e 8 dicembre

 Guardare il mondo con gli occhi del Viaggiastorie. Viaggi fantastici per sorridere, pensare, riflettere in leggerezza. Illustrato da Elena Salucco.

La fantasmagorica copertina sintetizza nei personaggi e nei colori lo spirito del contenuto, non solo leggerezza ma anche metafora dei comportamenti umani, colto in modo personalissimo dall’illustratrice Elena Salucco autrice anche dei disegni all’interno del volume

E buona lettura a tutti!

Dall’Indice

I racconti del Viaggiastorie
Storie di colla
Nel distretto di Abbeh
La foglia
La figlia e la foglia
Chi è stato a incollare?
Storie scollate
Nel distretto di Scol-am
Lo scollo provocatore e il mistero della testa scollata
Lo scollo discreto e senza scollo, collo lungo e collo corto
Parole incollate e parole scollate:
Mani di colla e colli di colla
La colla seccata
Chi è seccato non s’incolla
Nel distretto di Monad:
Tante uniche case, tante uniche botteghe
La bottega dove nascono i Monadesi
Io parlo loro no, ma qualcuno mi segue
Parole incollate: Guardare
Parole scollate: Emozioni
Io e le emozioni
Io e l’innamoramento
Storie di città
Culdesac
Pozland
Set
Colori
Vaiuz
Piram
Asex e Bisex
Acronos e Bicronos
Storie di un viaggiatore senza tempo
La montagna incantata
In viaggio
Il mio film
La seconda porta
Lettori e personaggi
Fuori

Curiosità bibliofile: la legatura, la carta, i caratteri tipografici

La storia del libro, come oggi lo conosciamo, ha un lungo cammino pregresso legato al mutare del gusto, alla capacità inventiva e artistica di quanti, artigiani e creatori di strumenti ad hoc, abbiano voluto rispondere alle nuove richieste dei committenti. Il primo passaggio avviene dal codex o libro manoscritto, formato da fascicoli “legati” insieme, che sostituì il rotolo o volumen realizzato in papiro o pergamena in epoche antecedenti il IV – V secolo, periodo in cui viene collocata la comparsa delle prime legature.

Ma in cosa consisteva la legatura?

Detta anche rilegatura o coperta del libro, era costituita da parti ben precise, ciascuna con un proprio nome a identificarne le diverse componenti: serviva per legare insieme i diversi fascicoli per formare il volume e dargli non solo consistenza e compattezza ma anche una veste più elegante e duratura. Le parti fondamentali erano i due piatti e il dorso a cui erano assicurati i diversi fascicoli.

Senza entrare nello specifico*, lo schema sopra riportato servirà egregiamente a illustrare le diverse voci della composizione. I materiali costitutivi erano diversi: storicamente si passa da assi di legno, alla pergamena, al cartone mentre i rivestimenti dei piatti erano in pelle, carta decorata, stoffa.

Legature raffinate hanno contraddistinto nel tempo quest’arte che ha lasciato traccia di sé non solo nella storia del libro come oggetto, ma nella cultura in genere contraddistinguendo l’evoluzione del gusto, nel senso del bello abbinato al pregio e all’abilità. Se ci capitasse di consultare un dizionario bibliofilo resteremmo esterrefatti dalla quantità di tipi di legatura individuati, ciascuna con le proprie caratteristiche e nome proprio. In questa breve carrellata sulle curiosità bibliofile, ne saranno citate solo alcune partendo dalla aldina, dal nome del famoso tipografo Aldo Manuzio, veneziano, che operò dal 1494 al 1515.

Caratteristiche precipue sono i piatti in cartone, più adatti a volumi di piccolo formato, foderati di marocchino bruno decorati con una semplice cornice. Il marocchino è un tipo di cuoio pregiato utilizzato per le edizioni di lusso, ottenuto dalla concia con il tannino o le noci di galla. Fu molto utilizzato durante il Rinascimento e dai legatori veneziani. Una variante assai pregiata è il marocchino verde oliva, detto marocchino veneziano.

In uso a Napoli nel Quattrocento la legatura detta Aragonese, caratteristica per il motivo centrale a mandorla o rettangolo a foglia d’oro su marocchino colorato. Particolare quella detta di Caterina de’ Medici, fatte per la sua collezione, con agli angoli e al centro del piatto i simboli del lutto, dopo la morte di Enrico II: montagne su cui piovono lacrime.

Continua con la storia della carta e i diversi tipi di carta…

*Nomenclatura:

piatti: le parti solide della coperta, uno anteriore e uno posteriore

dorso: cui si applica la cucitura

rialzi o nervature: le sporgenze poste a intervalli regolari lungo il dorso

capitelli: piccole venature alle due estremità del dorso tessute in uno o più colori

guardie: le pagine bianche che seguono e precedono il testo

sguardie o risguardie: fodere interne della copertina

bindelle: striscioline di pelle o seta inserite sui margini esterni tra il piatto e la coperta, per far chiudere il libro

Per saperne di più:

In questa pagina i nomi delle parti che compongono il libro del XX secolo

La legatura su Sapere.it

Su tuttatoscanalibri: Curiosità bibliofile: Le copertine

Antonio Tabucchi “Che ore sono da voi? Racconti scelti da Paolo Di Paolo Presentazione

Amo i racconti, i revival e gli inediti, in poche parole quanto c’è in questa nuova pubblicazione a firma Feltrinelli. Una raccolta, come indica il sottotitolo, curata da Paolo Di Paolo insieme all’ Introduzione alle short story di Antonio Tabucchi. Molti conoscono il romanzo che ha reso l’autore popolare, quel grande romanzo che è “Sostiene Pereira”, ma questa raccolta ha il pregio di avvicinarci alla narrativa breve di Tabucchi. “Il racconto è un appartamento in affitto”, diceva, come riporta nella sua interessante Introduzione Paolo Di Paolo, riferendosi ad un’intervista televisiva in cui lo scrittore contrapponeva “alla disponibilità del romanzo […] la misura chiusa del racconto” che non permette dilazioni nel tempo, ma deve essere fatto lì, in quel momento e non in un altro e pertanto come l’appartamento in affitto, se lo si lascia, si perde. Come sottolinea a tale proposito Paolo Di Paolo, il racconto breve richiede infatti all’autore la massima concentrazione e un lavorio sofisticatissimo. In genere la produzione del racconto è tale e, a maggior ragione, quella del racconto breve. Chiude l’Introduzione un simpatico ricordo che mette in evidenza una particolarità: i racconti di Tabucchi nascevano sulla carta, ma la loro stesura definitiva avveniva attraverso la voce che li “ravvivava, li accendeva”, scrive Di Paolo, quasi quelle carte ne fossero solo la matrice.

S.P.

Da Giangiacomo Feltrinelli Editore

[…] da Il gioco del rovescio a L’angelo nero, fino a Il tempo invecchia in fretta, è come se immergesse la narrativa breve in un’acqua diversa, misteriosa. L’enigma, il rebus, la coincidenza, il piccolo equivoco senza importanza. C’è l’uomo misterioso che commette l’omicidio di cui si parla su un quotidiano del giorno dopo; quattro giovani e un poeta alla vigilia della caduta di un regime totalitario; una ex spia che ha un segreto da raccontare alla tomba di Brecht; qualcuno che scrive una lettera da Casablanca e comincia, chissà perché, parlando di una palma. Basta un dettaglio a fare la differenza, a modificare la prospettiva sulla realtà. Le storie di Tabucchi sono storie “fatte a voce”, e d’altra parte lo scrittore è un collezionista di voci: “voci portate da qualcosa, impossibile dire cosa”. Raccontare è un atto umano che nasce così, labbra e fiato; perché ogni racconto è una evocazione, e ancora, perché chi racconta può dare voce a chi l’ha persa o non l’ha mai avuta. […]

Su mangialibri le recensioni:

Antonio Tabucchi “Sostiene Pereira”

e anche la recensione ad altre opere dell’autore

Valentina Morelli “Un avanzo di troppi risvegli” presentazione e due recensioni

Recensione da:

Il mestiere di leggere di Pina Bertoli

e mangialibri

Un avanzo di troppi risvegli è il titolo del romanzo d’esordio di Valentina Morelli

Due storie parallele, di un uomo e di un bambino, due storie che finiscono per incontrarsi: l’ uomo, una vita contrassegnata da vent’anni di prigione, sostenuto da un obbligo: tornare in Sicilia perché lo ha promesso. Saro, un adolescente, fa consegne a domicilio per la macelleria del padre ma odia la carne di cavallo che lui macella e sogna un futuro diverso insieme ad Agata di cui è perdutamente innamorato. Due vite difficili, l’una che insegue un obiettivo, l’altra fatta di sogni e di fughe da un presente che attanaglia. La prima vita si muove da Milano, la seconda ha come sfondo Catania.

Dal catalogo di CasaSirio editore

Saro sogna di fuggire. Da Catania, da quelle catene che non lo fanno respirare, dal rischio di diventare come suo padre e suo fratello. Allora Saro studia, e immagina il futuro assieme ad Agata, quella ragazza di cui è follemente innamorato e che prima o poi lo noterà.

A Milano un uomo senza nome sale su un treno. Ha i vestiti stracciati, le scarpe sfondate e una piccola sacca con dentro tutta la sua vita. Deve tornare a casa. Anche se non ha soldi, anche se non ha certezze. Anche se gli ultimi vent’anni li ha passati in carcere. Perché ha fatto una promessa, e non esiste nulla di più importante.

Valentina Morelli è nata a Modena e cresciuta a Milano, vive a Genova da vent’anni dove lavora come project manager. Ha collaborato con la rivista letteraria Cadillac. “Un avanzo di troppi risvegli” è il suo primo romanzo.

Le pagine di tuttatoscanalibri più visitate nel mese di novembre2020

Donatella di Pietrantonio “Borgo Sud”
Susanna Tamaro “Una grande storia d’amore”
Brian Phillips “Le civette impossibili”
E. Lee Masters “Antologia di Spoon River”
Fabio Leocata “La gentilezza vola lontano”
Dacia Maraini “Trio”
Cristina Comencini “L’altra donna”
Simonetta Agnello Hornby “Piano nobile”
Alessia Gazzola e la nuova trilogia con Costanza Macallè
Christiane Ritter “Una donna nella notte polare”
Michel Pastoureau “La stoffa del diavolo”
Gianrico Carofiglio “Testimone inconsapevole”
Su Consigli.it: i migliori 10 romanzi con il commissario Maigret
Peter Cameron “Cose che succedono la notte”