Il Diavolo si nasconde tra le righe
Come spiegare certa passione per tutto ciò che è eterogeneo e bizzarro? Una pista è nel saggio che Michel Pastoureau dedicò all’ossessione medievale per i tessuti a strisce, sinonimo di eresia e disordine.
Perché noi oggi amiamo tutto ciò che è eterogeneo, singolare e bizzarro?
[…] La risposta non è semplice, però c’è un piccolo libro di uno studioso della cultura medioevale, in particolare di sistemi araldici, Michel Pastoureau, oggi noto soprattutto come studioso di colore, che può aiutarci. Si tratta di un libro non più ristampato dal 1993: La stoffa del diavolo. Una storia delle righe e dei tessuti rigati (il Melangolo).
Nel corso del Medioevo le rigature erano ritenute cause di disordine.
Le indossavano i traditori, i condannati, i lebbrosi, gli appestati, i servitori, tutte le professioni infamanti (saltimbanchi, prostitute, carnefici), ma anche i macellai e i mugnai, oltre gli eretici, gli ebrei e i mussulmani. Tutti sono ritenuti trasgressori dell’ordine sociale.
C’è poi un ordine religioso che sfida questa valutazione dando il via a uno scandalo. Si tratta dei frati carmelitani. Nel 1254 quando San Luigi rientra in Francia dopo la sua fallimentare crociata porta con sé questi religiosi, che indossano un mantello rigato[…] A Parigi vengono immediatamente coperti di lazzi e insulti. Dei religiosi si permettono di indossare abiti con le righe?[…] Perché oggi ci piacciono le righe?
Perché rappresentano la parte ordinata del disordine, mettono in forma il disordine stesso, lo disciplinano senza espellerlo. La nostra società ama il disordine, la sovversione, il ribaltamento, e insieme chiede che sia ristabilito un ordine sovrano. Un eterno pendolo, non solo psichico, anche sociale e persino politico. Per quanto poi un problema resta.
Scrive Pastoureau: «Troppe righe fanno impazzire». Ha perfettamente ragione.(Da MARCO BELPOLITI La Repubblica)
Dello stesso autore “Blu. Storia di un colore