Cristina Cassar Scalia “Il castagno dei cento cavalli”, presentazione di Salvina Pizzuoli

«La Boscaiola» era un tipo schivo, però non dava fastidio nessuno: una di quelle persone che non sembrano avere amici e nemmeno nemici. Eppure qualcuno l’ha uccisa. Poi ha infierito sul suo cadavere come se avesse un intento preciso. Un nuovo caso per Vanina Guarrasi (dal Catalogo Einaudi)

“In cima alla salita, recintato da una cancellata dipinta di verde, il Castagno dei cento cavalli si stagliava maestoso con i suoi tre tronchi e il cappello fitto di rami che in quel periodo erano particolarmente verdi. Il piú grande dei tre fusti, quasi un secolo prima, era stato in parte intaccato da un incendio doloso”.

Un cartello ne illustrava la storia

“Dai riconoscimenti di cui l’albero era stato insignito, alla leggenda da cui era derivato il nome: la storia della regina Giovanna che, arrivata dalla Spagna per visitare l’Etna con una vasta corte al seguito, aveva cercato riparo per sé e per i suoi accompagnatori sotto le fronde dell’albero che era riuscito a contenerli tutti”.

Il Castagno dei cento cavalli, riconosciuto dall’Unesco nel 2008  era un  «monumento messaggero di pace nel mondo», ma sotto le sue ampie fronde l’assassino aveva voluto seminare morte infierendo oltremodo sul cadavere. Un nuovo caso per Vanina, un caso complicato perché della vittima non si conosce il nome e quando le indagini risaliranno fortunosamente alla sua identità in effetti quest’ultima si rivelerà non effettiva. Un romanzo ancora una volta corale: tutta la squadra al completo collaborerà in modo indefesso alla soluzione: non manca nessuno all’appello nemmeno l’ormai ottantatreenne Patané, commissario in pensione, con i suoi vecchi metodi d’indagine sarà ancora una volta efficace e sempre in sintonia con le intuizioni di Vanina.

Non mancano i richiami e il continuo delle storie personali dei personaggi tutti, riallacciate agli avvenimenti pregressi che per chi ha letto tutti i romanzi sono conosciuti, ma servono al nuovo lettore per capire e condividere i nuovi sviluppi che ne fanno persone e non solo personaggi con problemi, difetti, umane debolezze. Non manca la cucina, i piatti, i dolci e le dolcezze cui Vanina non sa assolutamente rinunciare.

Una bella rimpatriata, sempre gradita e gradevole che dispiace concludere in attesa dei nuovi sviluppi che si dovranno attendere dei quali alcuni già chiari e i cui segni premonitori si ritrovano tra le righe di questo ultimo e avvincente giallo, che solo giallo non è, ambientato a Catania e a Palermo: amici ritrovati in una terra piena di sole e di mare, di bellezze, di tradizioni, di linguaggi, di efferati delitti, di antichi e nuovi problemi, ma anche di solide amicizie, amori, storie familiari, scelte, bizzarrie.

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Sabbia nera

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Scalia, De Cataldo, De Giovanni, Tre passi per un delitto

Le stanze dello scirocco

La seconda estate

Guillaume Musso “Qualcun altro”, presentazione

Traduzione di Sergio Arecco

Costa Azzurra, primavera 2023. Al largo di Cannes, uno yacht è ancorato nelle acque calme di un’insenatura. A bordo riposa Oriana Di Pietro, editrice ed erede di una famosa famiglia milanese. Sotto il sole, in quell’angolo di paradiso, viene aggredita selvaggiamente da un uomo e muore dopo dieci giorni di coma. Suo marito Adrien, un pianista jazz di fama mondiale, è il primo sospettato […] Sul caso, indaga l’ispettrice Justine Taillandier, una poliziotta eccezionale che sta però attraversando un periodo difficile […]( da La nave di Teseo)

In questo suo ventunesimo romanzo l’autore francese decide per una protagonista italiana, Oriana Di Pietro, e lo ambienta nella sua Francia del Sud.

Si apre con l’omicidio, prosegue riportando gli articoli comparsi sulla stampa: il caso ha suscitato un vero scalpore. Prosegue con la riapertura del caso ben un anno dopo, in seguito ad una telefonata anonima, e affidato a Justine Taillandier che  è una ispettrice davvero eccezionale ma il suo acume e la sua lucidità sono raffreddate da una storia personale che l’angustia, la distoglie al punto da diventare quasi una stalker nel seguire le vicende dell’ex marito: una separazione dolorosa che, come riporta l’Autore in una recente intervista, la rende molto umana e la sua tragedia personale colpisce e coinvolge il lettore

“Fatica a superare il divorzio, l’abbandono. Diventa una specie di stalker, segue ogni mossa dell’ex marito attraverso i social, per lei è una droga. Credo che la sua sofferenza sia toccante, si finisce per immedesimarsi in lei e nel suo dolore»”(da La Lettura del Corriere della sera 16 giugno 2024)

cui segue la risposta interessante alla domanda relativa alla frase in esergo

“La frase in esergo è di Milan Kundera: «Poter vivere una vita sola è come non vivere affatto». Perché l’ha scelta?

“Perché i miei personaggi, come tutti noi, si affannano a fare quello che sembra più ragionevole, o più giusto, ma non c’è mai la controprova, non sapranno mai se la strada che hanno intrapreso sia davvero la migliore. Kundera dice che dovremmo potere vivere una seconda volta per mettere a frutto gli insegnamenti della prima. Invece le nostre vite personali sono dominate dal caso, per quanto cerchiamo di controllarle e indirizzarle”

risposta che proietta una luce ben precisa sul contenuto del romanzo la cui conclusione, sempre nell’ultima pagina, è davvero inattesa e sorprendente anche se Musso ha abituato i propri lettori a veri coup de théâtre

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La sconosciuta della Senna

Angélique

Eleonora Lombardo “Sea Paradise”, presentazione

Due donne si apprestano a salire sulla Sea Paradise, una nave da crociera capace di regalare un’esperienza unica e travolgente a migliaia di passeggeri.  Tutto luccica, abbaglia, seduce, nelle cabine curatissime, tra i ponti a picco sull’oceano, nei giardini sospesi sull’orizzonte. Ma dietro il sogno dorato e abbagliante c’è il buio: tutti sanno che prima o poi, in questo o nel viaggio successivo, l’oscurità arriverà.( Nadia Terranova,dal Catalogo Sellerio)

Una crociera, su una nave di lusso, dove tutto è concesso e possibile, unico limite le regole fissate nel protocollo sottoscritto dai viaggiatori, tutti appartenenti ad una precisa fascia di età, cui è consentito un massimo di 10 viaggi completamente gratuiti…

Tutto troppo perfetto o no?

Si apre subito nell’esergo indicandoci il tema con una poesia di Robin Morgan dedicata alla vecchiaia: “La nuova vecchia”, questo il titolo la cui prima terzina recita

“ La donna vecchia non è mai per intero colei che crede
perché è anche sempre tutte quelle che è stata –
sebbene mai davvero la donna che gli altri erano certi di conoscere.

Per concludersi

[…]blande superfici.
di pelle – tese un tempo a tamburo, che chiede colpi
per risuonare – libere finalmente di capire, ora,
ciò che il cervello sa da sempre: l’intelligenza cresce nelle rughe.

 In questo romanzo distopico ambientato in futuro non precisato ma perfetto anch’esso:  l’umanità è riuscita a combattere i suoi mali peggiori, come ad esempio l’emergenza climatica che tanto ci affligge, e dove un “bene comune” è un bene in cui credere; unico prezzo da pagare, quello delle Regole, durissime e una crociera forse senza ritorno. E così le due amiche di lunga data, diverse, ma unite, Amanda e Elvira, s’imbarcano perché non è possibile accettare altre strade fuori dal Protocollo se non difficili da percorrere.

“All’imbarco si occupa di noi un Impeccabile di nome Maurice, ha un sorriso seducente, illuminato come la sua uniforme.[…] è compiacente, ci fa sapere che alla reception, dentro la pancia brulicante di attività della Sea Paradise ci aspetta Thyco, il nostro impeccabile personale”

E più avanti è Thyco ad illustrare l’incredibile realtà sulla Sea Paradise che le aspetta “parla delle attività, dei massaggi con le pietre calde, dello yoga meditativo, “Non vi annoierete mai” continua a ripetere”…

E poi c’è subito Achille, così chiamato da Elvira per i suoi talloni scoperti dentro i sandali, come ha notato mentre sono in coda all’ingresso, che si manifesta sfacciato in accappatoio bianco e con una bottiglia di champagne e declama versi che Elvira riconosce subito senza citarne l’autore, ma riconoscibili anche per il lettore, sono di Johon keats, tratti da Ode su un’urna greca, una lirica romantica il cui tema lega arte, bellezza e verità, nel passato nel presente, senza tempo.

Ma non è l’unico viaggiatore che il lettore imparerà a riconoscere: personaggi protagonisti di questo viaggio particolare, tanti e ciascuno con le proprie peculiarità.

E la nave va…

Eleonora Lombardo è laureata in greco antico e ha conseguito il master in Teoria e tecnica della narrazione presso la Scuola Holden di Torino. Ha lavorato come autrice in Rai e per il teatro. Giornalista, scrive di cultura e tiene corsi di scrittura creativa. Ha pubblicato vari racconti e il romanzo La disobbedienza sentimentale (2019).

Giancarlo De Cataldo “Il bacio del calabrone”, presentazione di Salvina Pizzuoli

Una morte sospetta proietta un’ombra sinistra su una prima all’Opera.

Giancarlo De Cataldo compone con maestria una trama affascinante, dal sapore classico e dal ritmo serrato. Un mistero che porta il Pm Manrico Spinori a conoscere, molto da vicino, l’ambiente dell’alta moda internazionale.(dal Catalogo Einaudi)

Un nuovo caso per il pm Manrico Spinori, il contino, protagonista dalle caratteristiche particolari che oltre alla sequela di nomi propri che precedono il suo nobile cognome, sequela che mi ha sempre ricordato Il Cavaliere inestistente di Calvino, è alto, naturalmente elegante, nobile e bello, ed è anche un melomane convinto che la soluzione di molti delitti possa trovarsi tra le note di un’Opera lirica o che comunque su quella strada, appena intuita l’opera chiave, sarà possibile rintracciarla

“Era convinto che non esistesse situazione umana, incluso il delitto, che non fosse stata affrontata da un melodramma. Dinanzi al delitto, dunque, si trattava di individuare l’opera di riferimento. Era ungioco, e non lo era: in alcuni casi scottanti il meccanismo opera[1]crimine aveva funzionato. Perché nell’opera si annidano i moti profondi dell’animo, e i delitti, tutti i delitti, da quello dipendono, in ultima analisi: da un’alterazione dei moti dell’anima”.

 In questo nuovo caso la vittima è il titolare di una nota maison la cui morte è avvenuta  nel laboratorio dei costumi del Teatro Costanzi di Roma per la prima della Traviata, come dall’incipit

“ La serata era cominciata male per Manrico Spinori. Su invito del sovrintendente Luci, aveva assistito alla prima di una nuova edizione della Traviata di Giuseppe Verdi. La regia scolastica di un lituano che andava incomprensibilmente per la maggiore e l’intollerabile sovrabbondanza di pizzi, trine e crinoline lo avevano messo di cattivo umore. Nemmeno il cast, di buon livello, era riuscito a compensare la pretenziosità dell’insieme. Eppure, i battimani non erano mancati. Mentre cercava con fatica di guadagnare l’uscita del Teatro Costanzi, Manrico si domandava se non stesse diventando uno di quei melomani inaciditi ai quali non va mai bene niente. Era a due passi dalla sospirata libertà di una fresca sera di aprile quando Luci, distaccandosi da un gruppetto di entusiasti dall’inequivocabile aspetto di gentiluomini nordeuropei, lo prese sottobraccio.
– Manrico! Ti unisci a noi per la cena, naturalmente.
Non ebbe cuore di sottrarsi. Durante il tragitto verso la meta, fu costretto a mentire spudoratamente: sí, lo spettacolo gli era piaciuto, la messa in scena era entusiasmante, le voci impareggiabili…
L’espressione perplessa del sovrintendente, però, la diceva lunga sul suo talento di attore. E cosí, scortato da una hostess in tailleur nero e dal sorriso raggelato, si ritrovò a un tavolo rotondo da dodici, nell’immenso salone del Laboratorio del Teatro dell’opera. Da qualche anno, in occasione di eventi particolari, il Laboratorio veniva usato per la cena di gala, riservata a una ristretta selezione di invitati”.

Una morte cui Manrico occasionalmente sarà spettatore. Ma non sarà l’unica: riguarderà l’avvocato addetto alle trattative di vendita della maison e un ex modello. Affiancato dalla sua squadra investigativa e dalla insostituibile ispettrice Deborah Cianchetti, il nostro giungerà al fine ad avere ragione dei casi grazie anche alla lirica che nella finzione contiene e nasconde la verità.

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Stefania Coco Scalisi “Un’insopportabile donna morta” Biblioteka Edizioni

Maria Parr “Oscar e io” Beisler Editore

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