Valérie Perrin, l’autrice di “Cambiare l’acqua ai fiori”, prima di diventare famosa con questo suo secondo romanzo aveva scritto “Il quaderno dell’amore perduto” un quaderno in cui la protagonista Justine, giovane assistente in una casa di riposo, raccoglierà i ricordi di Hélène, un’assistita, la cui vita è stata piena di coraggio e di un grande amore. L’autrice, impegnata nel suo terzo romanzo, racconta ancora una volta personaggi della provincia francese, les gens de peu, come ama definirli, le persone che hanno poco, ma a suo avviso davvero immense.
La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l’una uguale all’altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly – un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia – e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un’esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi – quell’amore – dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione.[…]
Dello stesso autore:
Sophia, Miriam, Olivia, Cesare, Pietro, Mauro sono amici che si ritrovano il giovedì sera, con Catania che fa da quinta teatrale, per raccontarsi, in questa fascia di età di quasi ex cinquantenni che è come uno scollinare, un passaggio tra l’età adulta e quella irrimediabilmente adulta adulta… con le paure e le illusioni che l’accompagnano: sono i sessantenni di Elvira Seminara
Pubblicato per la prima volta nel 1923 fu poi editato in Italia una trentina d’anni dopo; Adelphi ripubblica questo romanzo breve che rese famoso il suo autore. Lady into fox il titolo originale di questo racconto fantastico in cui la signora Tebrick, da nubile Fox ( quando il nome si fa omen), si trasformerà proprio in questo animale. L’ambientazione è quella della campagna inglese dove i due coniugi conducono una vita tranquilla in una villa appartata: mentre assistono ad una battuta di caccia, in un pomeriggio del 1880, avviene l’incredibile trasformazione e quanto ne consegue di drammatico:
Può capitare, seduti da passeggeri sui sedili di un treno, di guardare fuori dal finestrino il paesaggio che ci sfreccia davanti agli occhi e, posandosi lo sguardo su qualche abitazione, interrogarsi su chi ci abiti e fantasticare sulle loro vite. Per Rachel, la protagonista de “La ragazza del treno” di Paula Hawkins, questi pochi minuti di intromissione nella quotidianità altrui sono una via di fuga che le permette da un lato di avere un po’ di conforto e dall’altro di allontanarsi dalla propria di realtà, diventata buia e solitaria.


Al suo debutto come scrittrice, Sara Fruner, autrice di Riva del Garda, è arrivata dopo aver pubblicato prima la raccolta di poesie in inglese “Bitter bites from Sugar Hills”, e poi quella in italiano “Lucciole in palmo alla notte” . “L’istante largo” è una storia tra incognito e formazione il cui protagonista principale è un ragazzino quindicenne, Macondo, alla ricerca di notizie della sua nascita, di sapere quale delle tre madri, che ritiene tali ma che non ricorda, sia quella che lo ha messo al mondo, in attesa che la scatola che la nonna, celebre pittrice, tiene in alto nel suo scaffale, gli venga consegnata allo scadere della maggiore età, come ha deciso. Quale verità lo attende? E intanto il giovane impaziente indaga, mette a fuoco indizi e li cerca in quel mondo di artisti che lo circonda, in un intrecciarsi di storie e di ricordi di famiglia, anche tragiche e dolorose.
Dodici racconti dei quali è un omonimo a dare il titolo alla raccolta. Storie di coppie, di famiglie nell’America contemporanea. Pubblicato nel 2018 e ora in Italia da Feltrinelli. In “La sicurezza degli oggetti” , scritto nel 1990 ma pubblicato in Italia una decina d’anni dopo, l’autrice aveva tratteggiato con estrema freddezza adulti e ragazzini insieme allo stile di vita americano. In questa raccolta, scrive Mariarosa Mancuso nella sua recensione su Robinson Libri (25 luglio 2020), “molti racconti sembrano più interessati alla sorte dei figli abbandonati che alla voglia di libertà dei genitori”. Tanto che, aggiunge “il passaggio da ragazzini terribili e molestatori di barbie […] a ragazzini sofferenti toglie alla Homes la perfidia che le conoscevamo”. Perfidia che, a detta della commentatrice, l’autrice ha perso scivolando, in alcuni racconti, nel manierismo. Nel 1999 la scrittrice era stata inserita nel novero dei giovani scrittori del nuovo millennio.