Laestadius Ann-Hélen “La ragazza delle renne”, presentazione

Traduzione di S.Culeddu, S. A. Scali

[…]Romanzo di formazione e canto d’amore per un mondo che sta scomparendo, basato su una storia vera, La ragazza delle renne mette a nudo le tensioni che sorgono quando la modernità si scontra con una cultura tradizionale e con strutture patriarcali profondamente radicate, mentre la xenofobia è in aumento e i cambiamenti climatici mettono a repentaglio la sopravvivenza di un popolo che custodisce una sempre più fragile eredità indigena. E nello splendido scenario di favolosi paesaggi invernali, dove le renne corrono libere su distese infinite e sotto cieli immensi, l’orecchio di un cucciolo segretamente preservato in una scatola diventa il simbolo di tutto ciò che potrebbe andare perduto. Di tutto ciò che, forse, è già andato perduto.(Da Libri Marsilio Editore)

Elsa, la protagonista, è una ragazzina Sami di 9 anni che vive oltre il Circolo Palre Artco, in quella che è la Lapponia svedese, con il padre, la madre, un fratello maggiore e le renne.
I Sami sono una minoranza che vive articolata in varie comunità sparse tra la Svezia, la Norvegia, la Finlandia e la Russia. La loro è una cultura ricca di tradizioni, lingue, conoscenze legate soprattutto alle renne.
L’Autrice mette in luce la discriminazione che la minoranza etnica svedese ha subito nel corso degli anni per la sua determinazione a mantenere uno stile di vita tradizionale come pastori di renne tanto che  la vita della comunità è strutturata attorno ai cicli dell’allevamento degli animali.
La storia si ispira a fatti realmente accaduti che mettono in luce le difficoltà di una comunità combattuta tra tradizione e modernità in un ambiente naturale non abbastanza tutelato e protetto negli scontri tra la minoranza e la maggioranza svedese
Nell’inverno del 2008, Elsa assiste all’uccisione di un suo cucciolo di renna da parte di un cacciatore che la porta a tacere perchè è troppo terrorizzata per rivelare il suo nome, anche se suo padre e suo fratello sospettano di un ubriacone locale, Robert Isaksson. Come al solito, da quando i cacciatori non Sami hanno iniziato a torturare e mutilare i preziosi animali, la polizia locale si rifiuta di registrare i crimini come qualcosa di più di un furto ma per i Sami gli attacchi minacciano la loro stessa esistenza: il caso pertanto viene archiviato, ma il trauma perseguiterà Elsa fino all’età adulta, quando la continua cattiveria dell’uomo verso i Sami spingerà gli eventi verso un epilogo sanguinoso e inaspettato.

Ann-Helén Laestadius (1971), scrittrice e giornalista di origine sami, vive con la famiglia a Stoccolma. Dopo una serie di libri per bambini e ragazzi, per i quali ha ricevuto anche il prestigioso Augustpriset, La ragazza delle renne è il suo primo romanzo per adulti. Venduto in ventitré paesi, è diventato un film di successo per Netflix.

Walter Veltroni “Buonvino e il circo insanguinato”, presentazione

«La squadra che circonda Buonvino è un po’ improbabile: c’è un narcolettico, uno che crede alle fake news, un ipovedente, un altro che parla al telefono con la figlia morta. Volevo dimostrare che la perfezione non esiste. Quando si evoca un normotipo, in realtà si evoca qualcosa di inesistente e autoritario. Buonvino riesce a estrarre da ciascuno il suo talento.
«È accogliente, uno che sa fare squadra, che non parla sempre di se stesso, rispetta gli altri, non ama la violenza, fa perfino fatica ad arrestare le persone perché sa che comunque è un momento di dolore.(dall’intervista di Annalisa Cuzzocrea La Stampa 8 ottobre 2024)

È lo stesso Veltroni in questa intervista a indicarci le caratteristiche peculiari del suo commissario, diverso sicuramente dalle figure più diffuse dei commissari. Siamo al quinto romanzo e il Buonvino è questa volta alle prese con una morte particolare che pare essere legata solo al caso e alla sfortuna. Ma qualcosa non lo convince dentro questa grande famiglia che è quella del Circo che ha preso posto al Parco dei Daini, nel territorio di competenza del commissariato di Villa Borghese. Ha notato la presenza di sentimenti poco umanitari e che fanno parte di quel sentimento che potremmo definire di scarsa attenzione verso il prossimo. Alcune delle domande rivolte dall’intervisttrice sono chiarificatrici per quanto concerne lo spirito che anima il giallo e la visione stessa dell’attuale società che Veltroni vuole trasmetterci. La prima è riferita alla scelta dell’ambientazione del romanzo e non solo fisica

– Perché il circo?
«Perché è un luogo in cui si va con un’ambivalenza di sentimenti. Lo si rispetta, se ne coglie il lato struggente, ma trasmette un senso di inquietudine. Chaplin e Fellini lo hanno raccontato meravigliosamente. Io qui lo uso come luogo di vita totale, dove si sta sempre insieme, i bambini studiano, imparano gli esercizi. Una struttura integrale in cui i pagliacci sono la quintessenza del doppio: fanno ridere e mettono paura. E infatti Buonvino al circo si trova di fronte a un omicidio che non capisce se sia davvero un omicidio».

Con la seguente invece si fa luce su un atteggiamento diffuso oggi nei rapporti con gli altri

– Nel suo romanzo ha un ruolo il rancore cieco, quello la cui ragione non si comprende.
«Perché è pieno di gente che spera solo nel male per gli altri, che si sente nella condizione di dover giudicare chiunque

Così risponde Veltroni, un male oscuro quindi che si sta diffondendo e si sta sostituendo alla comprensione, alla
gentilezza di cui il nostro Buonvino è invece forse l’ultimo paladino.

Un giallo sì, con molte chiavi di lettura.

La sinossi
Roma è nel pieno delle feste natalizie e al Parco dei Daini, nel territorio di competenza del commissariato di Villa Borghese, si è installato il colorato tendone di un circo. Invitato alla prima, il commissario Buonvino ha modo di conoscere i componenti della carovana e avverte tra loro strane tensioni sotterranee. La sera lo spettacolo inizia regolarmente e gli spettatori si lasciano catturare dalla inossidabile magia circense. Durante il numero dei trapezisti, però, la giovane figlia del direttore di scena, Manuelita, mentre effettua un’acrobazia particolarmente complessa e rischiosa cade sbattendo contro l’unica parte dura della rete di protezione. I soccorsi sono inutili, la ragazza è morta sul colpo. Tutto lascia credere che si sia trattato di un terribile incidente, una sciagurata fatalità. Ma Buonvino intuisce che qualcosa non torna e si mette a indagare scoprendo che, spente le luci della pista, tra i membri di quella che a un primo sguardo sembra una grande famiglia unita e solidale covano sentimenti di rancore, invidia, odio. E anche qualcosa di più.(da Marsilio Editori)

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Gabriella Genisi “Giochi di ruolo”, presentazione

Giancarlo Caruso, il fascinoso vicequestore siciliano in servizio a Padova che i lettori hanno conosciuto in Dopo tanta nebbia e nei successivi libri delle indagini di Lolita Lobosco, dopo un anno sabbatico trascorso in Puglia e il fallimento della sua relazione con la commissaria più famosa d’Italia, accetta l’incarico di primo dirigente presso il commissariato di Manfredonia, in provincia di Foggia, nonostante presenti diverse criticità.(da Marsilio Editore Libri)

Il nuovo romanzo della Genisi vede in primo piano il suo ex, il vicequestore Giancarlo Caruso,  trasferito a Manfredonia dove un sistema criminale tiene in pugno l’intero territorio.

Già vicequestore a Padova, fa fatica ad inserirsi nel nuovo ambiente pesando più a lui la fine della relazione con Lolita oltre alla perdita dell’amato Buck, il suo cane lupo fatto saltare in aria ad opera delle cosche locali. In questa situazione difficile si inserisce pesantemente il nuovo e caso: a Siponto, nota stazione balneare in provincia di Manfredonia, in una villa liberty sul mare viene trovato il cadavere di un uomo seduto davanti al televisore e nel braccio l’ago di una siringa con il Fentanyl; la porta chiusa dall’interno porta ad immaginare una morte per overdose ma la fidanzata dell’uomo smentisce che facesse uso di stupefacenti. Ripercorrere a ritroso i percorsi dell’uomo porterà le indagini a Bologna e alla scoperta del mondo dei giochi di ruolo come anticipato dal titolo del romanzo.
E per concludere, come sempre, un nuovo piatto, questa volta di tagliatelle!

Gabriella Genisi  è nata a Bari e vive in Puglia. È autrice di numerosi libri, diversi dei quali sono tradotti all’estero. È l’ideatrice della serie poliziesca dedicata alle indagini di Lolita Lobosco (pubblicata da Sonzogno), dalla quale è stata tratta una serie tv andata in onda su Rai Uno e trasmessa in tutto il mondo. Il suo Pizzica amara (Rizzoli 2020) è stato inserito da la Lettura tra i migliori libri del 2019. La sua ultima pubblicazione è Silvia Spider e il ragazzo scomparso (Il Battello a Vapore 2024). In un sondaggio del Corriere della Sera, insieme a Camilleri è risultata la giallista più amata d’Italia.

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Togawa Masako “Diario di un seduttore”, presentazione

Traduzione di Antonietta Pastore 

Opera della più grande scrittrice di noir d’Oriente, Diario di un seduttore è un piccolo gioiello che trascina il lettore in una storia sordida e sensuale dove niente è ciò che sembra, e lo conduce alla scoperta di quell’ambigua scena notturna di Tokyo, tra dancing e locali fumosi, di cui la stessa Togawa Masako era la regina.(dalla scheda libro di Marsilio Editore)

Il protagonista è Honda Ichiro ed ha tutte le qualità per essere amato e ammirato: è bello, ricco, professionista inappuntabile, lavora nella capitale e tutti i fine settimana torna dalla moglie ad Osaka, un moderno Jekyll di giorno e un Mister Haid di notte quando si trasforma in un ossessionato dongiovanni che caccia le sue prede annusandone le debolezze, la solitudine, il bisogno d’amore. Un vero camaleonte: si presenta o come artista o come pilota, altre volte è ufficiale di marina, o cittadino straniero con nomi sempre diversi e in tasca un passaporto falso. Spietato come un killer la notte le cattura nella sua rete e il suo istinto è così perfetto che per le sue riuscite missioni tiene un diario. Ma c’è un ma che si manifesta presto: le donne che lui ha sedotto muoiono una dietro l’altra.

Una svolta e un finale inatteso concludono il noir

Togawa Masako  (1931-2016) è stata una delle più importanti scrittrici giapponesi di noir. Nata a Tokyo, cantante, attrice e per anni titolare di un nightclub, ha raggiunto la fama non solo come giallista, ma anche come icona gay e femminista. Residenza per signore sole ha vinto il prestigioso premio per il genere intitolato a Edogawa Ranpo.

Francesca Ghedini “Maledette. Le donne nel mito”, presentazione

Una veste sontuosa, un gomitolo, una corona, una lettera esibita e abbandonata, l’assenza totale di un episodio dal repertorio iconografico o l’abbondante varietà di un altro… Sono queste le tracce che Francesca Ghedini segue per ricostruire, nel continuo confronto con i testi greci e latini, le vicende di cinque grandi figure della tradizione occidentale.
Fronteggiando le mille contraddizioni che una civiltà pervasa e invasa dalle immagini conserva e riproduce nei secoli, l’autrice rilegge momenti poco noti o celeberrimi tramandati dal canone letterario e scava nell’iconografia che gareggia con le parole.
( da Marsilio Libri)

Cinque figure femminili, Fedra, Arianna, Medea, Circe, Pasifae “Nel grande mare della letteratura classica ho scelto cinque donne diverse per carattere ed esperienze, ma unite non solo da uno stretto legame di sangue, in quanto appartenenti a quell’articolata famiglia mitica che ha come capostipite il Sole, ma anche dall’amaro destino di essere condannate ad amori infelici, nefasti o contro natura”.

Fedra incestuosa, Arianna sedotta e abbandonata, Medea matricida, Circe la maga, Pasifae moglie di Minosse che si innamora di un toro.

Tutte vittime di una maledizione, quella di Afrodite: fu il Sole a denunciare ad Efesto,  consorte della dea, la  relazione focosa che la univa al bellicoso Ares; è da quest’episodio che inizia il racconto

Un racconto che, come scrive Maria Grazia Ciani nella prefazione, “è un originale confronto tra le fonti letterarie e le fonti iconografiche greche, magnogreche e romane”,  ricostruisce le vicende della stirpe del Sole, segnata dalla maledizione di Afrodite, in un “rispecchiarsi della poesia nell’immagine e dell’immagine nella poesia, in un intreccio tra parola e arte grafica o pittorica dove la prima descrive e la seconda ne coglie il significato più profondo, “oppure ignora il particolare più importante per dare rilievo a fatti secondari. Logos contro imago e imago contro logos. E, secondo l’autrice, il logos è spesso meno eloquente dell’imago

“Le immagini sono state il filo rosso che ha accompagnato tutta la mia vita di studiosa. Le ho analizzate dal punto di vista della formazione e trasmissione, del significato, della gestualità e della prossemica, e ho cercato di capire il senso che le raffigurazioni create da artisti e artigiani classici potevano avere non solo per noi, che in esse cerchiamo echi di mondi perduti, ma per i contemporanei, che ne erano circondati. Evocative e sfuggenti a un tempo le immagini sono infatti un tassello importante per avvicinarci alla cultura classica. Popolavano il quotidiano degli antichi, si dispiegavano su oggetti d’uso e su doni votivi, sulle pareti e i pavimenti delle case, sulle stoffe da arredamento o da abbigliamento, sui gioielli e sulla suppellettile di lusso, sulle monete e sui grandi monumenti pubblici che esaltavano le glorie della città”(dal capitolo primo La stirpe dannata).

Francesca Ghedini, professoressa emerita di Archeologia all’Università di Padova, è autrice di qualche centinaio di pubblicazioni. Fra i vari ambiti della sua ricerca, si è dedicata principalmente allo studio dell’iconografia e all’uso delle immagini come specchio delle società che le hanno prodotte. Tra i suoi ultimi volumi, Giulia Domna. Una siriaca sul trono dei Cesari (2020) e Lo sguardo degli antichi. Il racconto nell’arte classica (2022).(da Marsilio Autori)

Gaia de Beaumont “Scandalosamente felice” presentazione

Dopo Scusate le ceneri e Tra breve io ti scorderò, mio caro, la biografia romanzata di Dorothy Parker la prima, di Edna St. Vincent Millay la seconda, Gaia de Beaumont  celebra Joséphine Baker (1906 – 1975) la “venere nera”, la ballerina di colore statunitense, naturalizzata francese, che nei ruggenti anni ‘20 innamorò Parigi, dove nel 1925 si esibiva al Théâtre des Champs-Elysées, oltre ad uno stuolo di scrittori, a cominciare da Simenon, e artisti che non resistevano al suo fascino di giovane donna esuberante e fresca, dalle lunghe gambe sottili che sapeva muovere con agile frenesia così come quando si esibiva giovanissima ad Harlem.

Personalità eclettica riscosse sempre maggiori successi esibendosi in vari teatri di varietà in giro per l’Europa, ma fu anche impegnata nella Resistenza e nella lotta al nazismo trasportando messaggi segreti tra le pagine degli spartiti e impegnandosi nella lotta antirazzista partecipando alla marcia della pace di Martin Luther King nel 1963.

Una vita la sua tumultuosa, anche sentimentalmente, aveva collezionato ben cinque matrimoni e vissuto amori bisex, adottato ben 12 bambini di diverse nazionalità e si era circondata di animali di ogni specie.

Dal corrente anno riposa nel Pantheon di Parigi.

Scandalosamente felice è la storia di Joséphine Baker (1906-1975), che nel racconto esatto e confidente di Gaia de Beaumont diventa il romanzo di una vita che in sé è già un romanzo, e di avventura. Nata poverissima ma con una grande passione per la danza Joséphine riesce, con peripezie degne dei bambini di Dickens, a fuggire dal mancato amore della madre e a raggiungere prima New York, poi Parigi, e soprattutto riesce a ballare[…]Con una lingua vicinissima e distante come quella di un biografo inglese, ironica e dolente, Gaia de Beaumont srotola, come un nastro dorato, la vita di Joséphine Baker, restituendo amori ed errori a un’icona che non è mai stata ferma nel tempo”.( da Marsilio Editore)

e anche

Brevi note biografiche

Gaia de Beaumont vive a Roma. Oltre a Vecchie noiose, con Marsilio ha pubblicato Scusate le ceneri (biografia romanzata di Dorothy Parker; 1993, 2019), Ghiaia (1996), Care cose (1997), Vogliamoci male (1997), La bambinona (2001), Tra breve io ti scorderò, mio caro (biografia di Edna St. Vincent Millay; 2004), I bambini beneducati (2016) e Scandalosamente felice (2021). Ha collaborato con quotidiani e settimanali e ha lavorato come sceneggiatrice e ghostwriter.( da Marsilio Autore)

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri.com:

Vecchie noiose