Tommaso Ferrini “Le dodici rose del diavolo”, presentazione

Due i grandi protagonisti del romanzo, il Bene e il Male. Magia nera, una spy story, un romanzo di fantascienza, un romanzo storico ed esoterico, tutte etichette che potrebbero inquadrare questa avventura poliedrica, dove i riferimenti storici sono evidenti ed effettivi, in un intrigante percorso ricco di suspence, colpi di scena, fino alla conclusione rocambolesca e simbolica .

Dalla Quarta di copertina

Un Quarto Reich teocratico lancia la sua sfida agli equilibri del mondo. Tra esoterismo, spionaggio e magia nera lo scontro tra bene e male non si svolge più solo sulla scacchiera geopolitica internazionale, la posta in gioco è alta, la più alta di sempre: Abraxas.

Su Amazon in ebook e in cartaceo

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

Dialoghi più o meno probabili

Il complesso di Arkhàn

Tommaso Landi “Il diciottesimo elemento. Terre rare” NeP Edizioni

NeP Edizioni

L’avvocato Dellandito è nuovamente coinvolto in un’avventura dal sapore internazionale, glamour e intrigante.
In gioco è la supremazia tecnologica garantita alla Nazione che avrà il controllo della Stanislav, unica miniera al mondo da cui è possibile estrarre il Tragexicon, rarissimo minerale indispensabile per costruire l’hardware di un potente computer quantistico con capacità di calcolo potenzialmente illimitate.
Le principali agenzie di spionaggio del mondo dovranno competere per assicurarsi la gestione del prezioso materiale strappato alle viscere della Terra al prezzo di molto sangue versato.
Al centro della vicenda due famiglie rivali, rese nemiche da antiche ruggini, le cui azioni scateneranno reazioni imprevedibili.
Una escalation di eventi concatenati, tradimenti, omicidi e inseguimenti mozzafiato porteranno inevitabilmente allo scoppio di un conflitto, dal cui esito dipenderà un nuovo assetto geopolitico del continente europeo.
“Il diciottesimo elemento” è una spy story emozionante e credibile, in cui vengono trattati con sagacia e competenza argomenti di stretta attualità, come lo sfruttamento delle terre rare e l’evoluzione dei computer quantistici applicati all’intelligenza artificiale.
Lo stile riconoscibile di Tommaso Landi delinea una storia avvincente e intrigante, in grado di innescare un febbrile crescendo di suspense.
L’autore conduce il lettore in un viaggio affascinante descrivendo con realismo sia la dura vita in miniera che la sofisticata spensieratezza del jet-set internazionale, impegnato in regate da sogno tra la Riviera Ligure e la Costa Azzurra e soggiorni esclusivi sui laghi di Como e Lugano.
Leggendo questo thriller dal ritmo incalzante, si ha la sensazione di veder svelati i misteri e i segreti che sono alla base dei conflitti che devastano il mondo contemporaneo.

Tommaso Landi è un avvocato nato a Como nel 1977. Da sempre appassionato di letteratura, giovanissimo ha scritto due opere teatrali che furono messe in scena con il patrocinio del Piccolo Teatro Studio di Milano, allora diretto da Giorgio Strehler, raccogliendo il consenso di critica e pubblico. Ha poi abbandonato il mondo della scrittura creativa per dedicarsi alla professione forense. È autore di numerosi articoli scientifici e divulgativi in tema di diritto tributario, collabora con la redazione de Il Sole 24 Ore. Per NeP edizioni ha già pubblicato nel 2022 l’avvincente giallo di spionaggio “L’Ira di Nuba”.

Qui l’Anteprima

Alan Parks “Crepare di maggio”, presentazione

Glasgow, 20 maggio 1974: l’ispettore Harry McCoy, creato dalla penna di Alan Parks, scozzese e vivente a Glasgow, è alle pre con una serie di casi che paiono non avere niente in comune. Il romanzo, pubblicato a maggio del 2023 con la traduzione di Marco Drago, per Bompiani, è il quinto di una serie che ha per protagonista un detective rude, violento che, in quest’ultimo, è appena uscito dall’ospedale per curare un’ulcera perforata.

Un incendio doloso, un suicidio, il cadavere di una ragazza rinvenuto senza documenti, sono i tre casi che lo vedono impegnato alla ricerca di soluzioni che scorreranno dentro capitoli brevi ma intensi in cui sono le date a dare il titolo e la scansione degli avvenimenti. A tutti i casi indicati, quasi non bastasse, si aggiunge la scomparsa di Paul, il figlio di un vecchio amico, padre assente, che lo ha perso di vista: ma, nella foto rinvenuta vicino al cadavere della ragazza senza nome, s’intravede proprio Paul.

Come per i precedenti, ciascuno per ogni mese (Gennaio di sangue, Il figlio di febbraio, L’ultima canzone di Bobby March e I morti di aprile), i fatti si svolgeranno nel mese di maggio.

Alan Parks è nato in Scozia e vive a Glasgow. Ha lavorato per oltre vent’anni nel mondo della musica. Gennaio di sangue, romanzo d’esordio pubblicato da Bompiani, ha ottenuto un enorme successo di critica. Sempre Bompiani ha pubblicato gli altri tre romanzi con protagonista l’ispettore Harry McCoy, Il figlio di febbraio, L’ultima canzone di Bobby March e I morti di aprile.(da Bompiani Autori)

Ottavia Niccoli “Nel campo degli zingari”, recensione di Salvina Pizzuoli

Vallecchi Firenze

Aprile 1593: cinque mesi dopo gli avvenimenti narrati in “Morte al filatoio”, il protagonista è ancora don Tomasso, secondogenito di una famiglia nobile e prete investigatore, con Gian Andrea , il toso “che solo pochi mesi prima era venuto dalla strada a partecipare alla sua vita”, insieme ad altri personaggi già incontrati e che il lettore ritroverà nuovamente nelle prime pagine che si aprono con l’”umor saturnino” del protagonista; tra questi Sabatina che gestisce da trent’anni insieme a lui le incombenze dell’ospizio che accoglie i pellegrini di passaggio, capace anche di curare gli eventuali malati, come capitava in quegli anni di crisi tra chi, in cerca di lavoro, si spostava di città in città. ma anche vagabondi e ladruncoli che si barcamenavano per sopravvivere.

E la trama si arricchisce di personaggi nuovi e nuovi protagonisti legati alla famiglia d’origine di don Tomasso con cui da tempo aveva rotto i legami. È proprio il conte Ercole che, su consiglio di Sabatina, chiederà a don Tomasso di amministrare come legista il piccolo feudo di Cerreto nell’Appennino bolognese ai confini con il modenese dove si sono verificati degli omicidi e dove potrebbero essercene ancora a causa della presenza di un gruppo di zingari, ma con la segreta convinzione che possa giovare alla sua salute un soggiorno lontano dalla città.

Ed è proprio nel piccolo feudo che il nostro sacerdote si troverà, alle prese con due delitti, in uno ancor prima di arrivare, ruberie e attentati su cui fare luce. Una matassa ingarbugliata della quale il nostro valente investigatore saprà trovare il bandolo. Ma il lettore sarà catturato non solo dalla figura di don Tomasso e dei suoi collaboratori, ma dagli usi, l’abbigliamento, le feste, le abitudini, i medicamenti di un tempo così lontano ma a cui partecipa trascorrendoci e seguendo i protagonisti nelle loro giornate: scopre così le convinzioni mediche del tempo, come ad esempio i quattro umori del corpo umano, e l’uso dell’iperico per curare l’umor nero oppure le ferite con il bianco d’uovo, e non solo, anche regole, come la certificazione che accompagnava il viaggiatore a comprovare che il luogo di provenienza era immune dalla peste… qualcosa che ci ricorda tempi presenti anche se afflitti da altre pesti! Oppure la festa dei maggi ovvero l’usanza tra la notte del 30 aprile e il 1 maggio di “rizzare pali o giovani alberi sradicati ai quali attaccare fiori e doni per le ragazze”, giusto per citarne alcune spigolando nel testo.

E poi c’è la giustizia e coloro che l’amministrano e coloro come don Tomasso, doctor utriusque iuris, dottore in diritto sia civile che canonico, che si adopera perché essa sebbene amministrata dal potere pubblico, “dai padroni, come si diceva a Bologna”, assomigliasse anche in modo pallido a quella di cui lo stesso don Tomasso aveva definito per Gian Andrea le caratteristiche:

“La Giustizia è una virtù che consiste nel volere fermamente dare a ciascuno ciò che gli è dovuto e nell’agire di conseguenza”

Una definizione che calza a pennello ancora oggi ma che ancora oggi assomiglia pallidamente a quella virtù così semplicemente delineata per un monello di strada.

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

“Morte al filatoio”

Hans Tuzzi intervista Ottavia Niccoli

Kim Sherwood “Double or Nothing” presentazione

Una nuova trilogia dedicata alla spia creata da Ian Fleming, l’agente dell’MI6, con il doppio zero, la licenza di uccidere: James Bond. Il primo volume è in uscita il 1 settembre in inglese per HarperCollins scritto da Kim Sherwood, scelta dalla Ian Fleming Publications per continuare le avventure dell’agente più conosciuto, immortalato nelle pagine delle opere di Flaming e nelle trasposizioni cinematografiche che lo hanno reso tale. Gli appassionati potranno trovare “il seguito” con nuovi protagonisti: Double or Nothing inizia dalla scomparsa di Bond, sparito senza lasciare tracce. È proprio Il mistero sulla sua sorte alla base del primo romanzo della trilogia.

L’azione è assegnata a tre agenti, colleghi di Bond e con il doppio zero, gestiti da Miss Moneypenny; un cast variegato, di diverse etnie, che si rispecchia nella composizione multietnica della popolazione inglese: Johanna Harwood, è di madre algerina, Sid Bashir è asiatico, Joseph Dryden, giamaicano.

Uno scenario che si amplia per includere nuovi protagonisti.

Kim Sherwood è una scrittrice e docente di scrittura creativa all’Università di Edimburgo. Il suo premiato romanzo d’esordio Testament è stato pubblicato nel 2018 e nel 2019 Kim è stata selezionata per il Sunday Times Young Writer of the Year Award. A Wild & True Relation , che segue una donna che si unisce a una banda di contrabbandieri nel Devon del diciottesimo secolo, sarà pubblicato da Virago nel 2023. Double or Nothing è il primo di una trilogia di romanzi Double O che espandono l’universo di James Bond. (da HarperCollins)

Isaka Kōtarō “La vendetta del professor Suzuki”, presentazione

La vendetta del professor Suzuki è il prequel del bestseller I sette killer dello Shinkansen.

Suzuki è un tranquillo insegnante di matematica fino a quando la moglie viene travolta e uccisa da un’auto pirata ed è così sconvolto dal dolore che decide di vendicarsi.

Ma come? Infiltrandosi nella struttura criminale responsabile: al volante c’era il figlio del boss.

Entra così nella Reijo, che in italiano suonerebbe “Signorina”, una potente e intoccabile organizzazione criminale, governata dal signor Terahara, intoccabile proprio perché fondata su un do ut des con i politici con cui si scambiano favori: se qualcuno dà loro fastidio, Terahara lo toglie di mezzo. In compenso i politici gli assicurano l’impunità. Dentro l’organizzazione si fronteggiano assassini a pagamento dai nomi pittoreschi:

“Il Cicala ammazza chiunque, soprattutto gli innocenti. La Balena persuade le vittime a suicidarsi. Lo Spingitore agisce ai semafori o nelle stazioni. A Tokyo sono i migliori in circolazione. A chi verrebbe in mente di sfidarli?”( dal Catalogo Einaudi)

Brevi note biografiche

Isaka Kōtarō è uno dei più celebri scrittori giapponesi di crime e non solo. Nel corso della sua straordinaria carriera ha vinto tra gli altri lo Shincho Mystery Club Prize, il Mystery Writers of Japan Award, il Japan Booksellers’ Award e lo Yamamoto Shugoro Prize. Per Einaudi ha pubblicato I sette killer dello Shinkansen (2021 e 2022) e La vendetta del professor Suzuki (2022).(da Einaudi Autori)

La recensione su CasaLettori

Su tuttatoscanalibri dello stesso autore:

I sette killer dello Shinkansen