Michèle Pedinielli e Valerio Varesi “Il confine della vergogna”, Edizioni le Assassine

Il romanzo Il confine della vergogna è il risultato di una cooperazione tra due grandi autori del romanzo giallo, la francese Michèle Pedinielli e l’italiano Valerio Varesi, da un’idea del festival Quais du Polar e delle edizioni Points nell’ambito della valorizzazione di Lione e Milano, città creative della letteratura dell’Unesco
Si tratta di un progetto di scrittura collaborativa in stile “cadaveri eccellenti”, in cui i due autori si sono alternati nella stesura dei capitoli e in cui i personaggi principali lasciano intravedere in filigrana le differenze culturali tra i due Paesi, secondo l’idea di contribuire a una migliore conoscenza reciproca.

La parte francese è stata tradotta da Barbara Monteverdi

Edizioni le Assassine

In libreria dal 23 aprile

Leonardo Morandi, un contrabbandiere franco-italiano, viene trovato morto in montagna. Il suo viso sfigurato rende inizialmente difficile il riconoscimento: unica traccia lo scontrino di un negozio di Bardonecchia per l’acquisto di un piumino piuttosto costoso, speciale per il freddo intenso. A scoprire il suo corpo è un escursionista francese, Jean Pelissier. Nel frattempo, un giovane burkinabé, che stranamente sta cercando di tornare in Italia quando ormai aveva superato l’agognato confine, viene ritrovato mezzo assiderato in alta quota. Spiegherà che il suo gruppo è stato braccato e catturato dalle forze dell’ordine francesi che lo aspettavano, probabilmente a seguito di una soffiata. L’indagine condotta da un ispettore di polizia di Lione mette in luce un traffico di sigarette su larga scala proveniente dall’Albania, ma non solo: in parallelo ha luogo un vero e proprio traffico di esseri umani. Trovare i collegamenti e la soluzione su quanto succede alla frontiera alpina tra Italia e Francia non è un compito semplice, per cui sarà necessaria la collaborazione delle forze dell’ordine di entrambi i Paesi, anche se non mancheranno sorprese su entrambi i versanti.

Incipit

«Non c’è niente di più triste di una stagione agli sgoccioli su in quota. Gli ultimi escursionisti bagnati e frettolosi nelle già brevi giornate di fine settembre, le nuvole basse a nascondere le cime e i preparativi per la chiusura del rifugio immalinconivano la fine dell’estate. La montagna tornava in solitudine dopo aver concesso i suoi sentieri ancora chiazzati di neve fin da maggio. La domenica successiva sarebbe stato il giorno del congedo. Remo Brusotti, il gestore, completava le ultime operazioni con lo stesso stato d’animo di una ritirata. Carmela Cosentino era invece allegra. Giovane e del sud, non vedeva l’ora di scendere da quei monti freddi e ormai senza più nessuno a percorrerli. Passava lo straccio sui tavoli canticchiando mentre dalla cucina arrivava un sottofondo di stoviglie accatastate. Ancora due giorni e sarebbe tornata nel tepore della costa amalfitana, dopo mesi di clausura. “Qui, settembre è come novembre giù a valle” borbottò Brusotti, pensando alla sua Milano e scrutando il salone dove mangiavano in silenzio tre escursionisti, all’apparenza tedeschi, in un arcipelago di tavoli vuoti. La luce era scarsa, l’atmosfera un po’ cupa e fuori la roccia grigia impregnava dello stesso colore il paesaggio. Alla fine anche Brusotti, che pur amava quei monti, si rassegnò a considerare la chiusura come un sollievo. Pensava di nuovo a Milano ancora immersa nella fine dell’estate coi Navigli pieni di gente che, chiusa la parentesi vacanziera di agosto, era tornata a popolare i locali. A settembre ricominciava anche la vita mondana e culturale»

Michèle Pedinielli, nata a Nizza da un mix di sangue corso e italiano, è stata giornalista per circa quindici anni. Oggi collabora al sito hhh libri di storia, della BNF e al podcast “Séries noires à la Une”. Il suo primo romanzo, Boccanera, è stato premiato con il Lion Noir 2019 al Festival del Libro Poliziesco di Neuilly-Plaisance. Nel maggio 2019 ha pubblicato Après les chiens, un nuovo caso condotto da Ghjulia Boccanera. Seguono La patience de l’immortelle (Premio speciale della giuria dell’Évêché nel 2022), Sans collier (2023) e Un seul œil (2025).

Valerio Varesi, nato a Torino nel 1959, laureato in filosofia, è stato giornalista de La Repubblica per molti anni. È autore di una decina di romanzi. Grande ammiratore di Giorgio Scerbanenco e del duo Fruttero e Lucentini, si inserisce brillantemente nella tradizione del giallo italiano classico e impegnato. Il commissario Soneri è il protagonista di diversi romanzi che si svolgono a Parma e dintorni: Il fiume delle nebbie (nominato al prestigioso premio Strega) ha ricevuto nel 2017 il premio Violeta Negra del Festival Toulouse Polars du Sud, Le ombre di Montelupo, La pensione di via Saffi, Le mani vuote, Oro, incenso e polvere, La casa del comandante, La mano di Dio, È solo l’inizio, commissario Soneri e La strategia della lucertola. Ultimo romanzo pubblicato: L’altra legge (2025).

Alessia Gazzola “Miss Bee e il fantasma dell’Ambasciata”, presentazione

Longanesi

La terza avventura di Miss Bee si ambienta a Londra nel 1925: la giovane figlia del professore universitario Bernabò docente di italianistica all’università di Londra, la ventenne Beatrice detta Bee, partita da Firenze con le sorelle in seguito all’incarico del padre, si è stabilita con la famiglia a Queen’s Gate negli anni tra le due guerre. Presto partecipe nel mondo dell’aristocrazia inglese, tra amori e pasticci sentimentali ma anche omicidi, sui quali si rivela capace di indagare, la giovane viene sistemata dal padre presso l’Ambasciata italiana che spera possa tenerla lontana da ulteriori guai.

Qui, impegnata come segretaria, sarà presto chiamata a organizzare eventi e ricevimenti in onore di ospiti prestigiosi: due membri del comitato scientifico degli Uffizi verranno da lei accolti insieme a Edoardo, figlio dell’ambasciatore italiano, e la sua fidanzata, Elisa. Non mancheranno il visconte Julian Lennox e la sua promessa sposa Lady Octavia, verso il quale i sentimenti della protagonista non sono del tutto spenti. Ed è proprio nel pieno dell’evento e soprattutto di notte che non mancano fenomeni definibili “strani”: rumori improvvisi, sussurri  e presenze. Un  fantasma?

Storie terrificanti si tramandano

«Miss Bernabò, posso farvi un’ ultima domanda?»
«Certo» replicò Beatrice, con uno sguardo su Berkeley Square, una delle sue piazze preferite di tutta Londra.
«Lo sentite mai, voi, il fantasma?»
Beatrice abbandonò il finestrino e si voltò verso Emily. «Fantasma?» ripeté, perplessa.
«C’è un fantasma che infesta l’ambasciata, lo sanno tutti!»
«E la prima volta che ne sento parlare! Che storia c’è dietro?» incalzò quindi Beatrice, che aveva una certa inclinazione verso le storie gotiche (non a caso divorava i romanzi di Carolina Invernizio).
«Una storia tristissima, come tutte le storie di fantasmi» rispose Emily, con aria cospiratoria. «È
il fantasma di Lady Mary Ingham. Era la figlia di un ricchissimo mercante di zucchero ed era arrivata da un’isola lontana per sposare un conte. Viveva li, in quelle stesse stanze dove voi adesso lavorate.»
A Beatrice venne da rispondere: «Da me non si è mai lasciata vedere!»
«Il conte l’aveva fatta internare perché lei diceva di vedere i fantasmi… Ma poi dovette riprenderla in casa perché nel frattempo era rimasta incinta. Mori di parto in una notte da lupi maledicendo il conte e tutta la sua stirpe e da quel momento» concluse la ragazza, abbassando la voce con tono teatrale, «Lady Ingham infesta il palazzo, tetra e spaventosa come i fantasmi che l’avevano perseguitata per tutta la vita.»

Quando gli avvenimenti  si aggravano, anche l’intervento della polizia si rende necessario nella persona dell’ispettore capo Archer Blackburn che Beatrice ha già conosciuto durante le indagini dei casi precedenti. Riuscirà ancora una volta la nostra intraprendente fanciulla a trovare il bandolo della matassa in cui sembrano coinvolte anche le presenze più tenebrose?

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Miss Bee e il cadavere in biblioteca

Miss Bee e il principe d’inverno

Una piccola formalità

La costanza è un’eccezione

La ragazza del collegio

Un tè a Chaverton house

La nuova trilogia con Costanza Macallè

Lena e la tempesta

Premio Bancarella ad Alessia Gazzola

Franco Busato “P.38 Solo i colpevoli devono morire. Solo Molina indaga ancora”, Mursia

MURSIA Collana: Crime & Thriller
Dal 14 aprile in libreria

«Ed è quando l’uomo e la pistola si incontrano che la vita si fa tragedia.»

Una serie di cruenti omicidi, apparentemente slegati tra loro, scuote una Milano che si appresta ad affrontare i primi freddi autunnali. Cosa hanno in comune un anziano musicista emaciato e in pigiama, che suona un pianoforte in una stanza di un ospedale, e una pistola, il cui nome è divenuto triste emblema degli anni di piombo? Uno dona la vita e l’altra regala la morte.
La commissaria De Santis, per riuscire a risolvere questi casi, dovrà seguire la storia della pistola, con il fondamentale supporto di Solo Molina, che dovrà rivivere nella sua mente episodi della sua gioventù da malvivente. Il percorso ci porterà a conoscere aspetti di una Milano fatta di terrorismo e ’ndrina, di droga e violenza, dagli anni Ottanta ad oggi, che ruotano attorno a piazza Prealpi, divenuta da luogo di spaccio a piazza dei diritti con le sue panchine colorate. Le note del pianoforte e i colpi di pistola si intrecciano. La verità è nascosta tra le pieghe della musica e quelle della manchevolezza della giustizia.

La stanza della musica si trovava al secondo piano dell’ospedale San Carlo Borromeo a Milano, salendo le scale che portavano nei vari reparti te la trovavi di fronte, nel mezzo della confluenza di due lunghi corridoi, uno che arrivava da destra e l’altro da sinistra, che parevano le due braccia tese sulla croce, e sui quali si affacciavano molteplici porte, tutte a distanza regolare tra loro e allineate su uno stesso lato. Sopra ad ogni porta vi erano infissi dei cartellini con dei numeri progressivi, insieme a una grossa spia luminosa rossa, che serviva per richiamare l’attenzione degli infermieri in caso di bisogno, mentre all’interno delle stanze vi erano dei letti, dei tavolini, delle apparecchiature mediche, flebo e attacchi per l’ossigeno, il tutto per i degenti ricoverati.

Franco Busato (Milano 1957), scrittore di gialli, direttore di testate giornalistiche, fondatore di un centro culturale, ha conseguito diversi premi letterari internazionali. In Delitto a Villa Arconati (2017) e Balfolk killer (2018), Solo Molina indaga tra giallo, arte e ballo in una Milano affascinante, misteriosa e ricca di storia. Con Mursia ha pubblicato Chi ha ucciso il Pret de Ratanà (2020) e L’ottava maledizione di Ötzi (2022).

In libreria dal 28 marzo una nuova edizione dei romanzi “La musica del Re” e “Il violino noir”del musicologo e musicista Gabriele Formenti

GIALLI IN MUSICA, UN’OPERA TRAFUGATA DI BACH E UN VIOLINO STRADIVARI TESTIMONI DI MISTERIOSI OMICIDI TRA LA PRUSSIA E GLI STATI UNITI

La musica del re. Delitti e misteri alla corte di Potsdam 

Bibliotheka
Due misteriosi omicidi, una composizione di Bach e uno strumento musicale che potrebbe contenere la soluzione del giallo si intrecciano nel romanzo La musica del ReDelitti e misteri alla corte di Potsdam.

La quiete della corte di Federico II, Re di Prussia, viene improvvisamente sconvolta da un misterioso omicidio: Christophe Braumsieger, copista reale, viene ritrovato morto nel suo studio. Anche l’Offerta Musicale, la composizione di Johann Sebastian Bach cui l’uomo stava lavorando per conto del sovrano, è scomparsa. Spetterà a Carl Philipp Emanuel Bach, musicista di corte e figlio prediletto di Johann Sebastian, condurre le indagini. Sulla scia di un secondo, inspiegabile omicidio, inizia così un avventuroso viaggio alla ricerca della verità tra incantevoli città europee, musiche d’altri tempi, personaggi indimenticabili e strumenti musicali come il Fortepiano, prototipo settecentesco del pianoforte.

Il violino noir 

Bibliotheka

Il violino noir inizia invece a Cremona nel 1721. Antonio Stradivari, il più famoso liutaio del suo tempo, riceve la commissione per realizzare un nuovo violino destinato a un anonimo sommo maestro dell’archetto. Oltre quarant’anni dopo, a Parigi, Jean-Marie Leclair, tra i maggiori violinisti dell’epoca barocca e tra i primi a far conoscere lo stile italiano in Francia, viene brutalmente assassinato e il suo prezioso strumento trafugato. La misteriosa vicenda prosegue a San Francisco nel 2013. Uno strano omicidio coinvolge il Teatro dell’Opera. In uno dei camerini viene ritrovata senza vita la violinista Elizabeth Chang. Il suo prezioso strumento, uno Stradivari del 1721, appartenuto a Jean-Marie Leclair, è stato rubato. Gli agenti speciali Michael Turner e Sharon Bliss sono incaricati delle indagini e dovranno risolvere lo strano caso di uno strumento musicale che nel corso dei secoli è stato testimone di più omicidi.

I due gialli in musica portano la firma di Gabriele Formenti, giornalista professionista, musicologo e musicista, diplomato in flauto traverso e in flauto traversiere storico nei Conservatori Statali di Milano e Vicenza. Laureato in Storia della musica all’Università Statale di Milano, collabora con emittenti radiofoniche Radio Classica – Class Editori, RSI-RadioTelevisione Svizzera Italiana e quotidiani. Nel 2009 ha vinto la prima edizione del premio giornalistico Benvenuto Cellini nella categoria miglior servizio radiofonico.

Gabriella Genisi “Una questione di soldi”, presentazione

“16 marzo, Bari. In una delle strade del quartiere murattiano viene rinvenuto il cadavere di una donna, che pare essersi gettata dal balcone del suo appartamento. Quando Lolita Lobosco arriva sul posto, però, capisce subito che non si tratta di un gesto avventato, bensì di un omicidio. La vittima è Margherita Colonna, direttrice della filiale di un istituto di credito, recentemente separata e in una nuova relazione, eppure priva di grandi affetti. Ma c’è dell’altro: la donna è spaventosamente simile a Lolita”[…].( da Sonzogno Editori)

E non solo fisicamente; la vittima, Margherita Colonna, per molti aspetti assomiglia a Lolita: è delusa dagli uomini, non comunica, se non apparentemente, il vuoto che l’attanaglia e che cerca di colmare acquistando abiti e scarpe di lusso, Louboutin comprese, concentrandosi sulla carriera, apparendo avida e insensibile anche nei confronti dei figli; il tutto la rende di fatto una donna sola
Anche Lolita ha concentrato la sua vita sulla carriera, per vendicare il padre carabiniere ucciso, un padre idealizzato che non teme confronti con qualsiasi altro uomo, anche con Giancarlo Caruso, collega e amante, ma che l’ha tradita.

Una questione di soldi è il titolo di quest’ultimo romanzo in ordine di tempo ma che sarà il penultimo, come afferma l’autrice in una recente dichiarazione: il personaggio di Lolita ha ormai vent’anni, è nato nel 2006, è quindi venuta l’ora di chiudere con lei. Probabilmente per questo nel finale di questo penultimo un colpo di scena impensabile precorre l’evento conclusivo?
Agli affezionati non resta che attendere il prossimo anno.
Non manca comunque, come in tutti i precedenti, la parentesi legata ai piatti e alla cucina tradizionale: il cibo e la sua preparazione secondo ricette tramandate e tipiche è accudimento, tradizione, amore per se stessi e per gli altri, e non può mancare

Gabriella Genisi è nata e abita a pochi chilometri da Bari. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio di Lolita Lobosco, protagonista dei romanzi pubblicati da Sonzogno che hanno ispirato la fortunata serie tv trasmessa su Rai 1: La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014), Spaghetti all’Assassina (2015), Mare nero (2016), Dopo tanta nebbia (2017) e I quattro cantoni (2020). Per Rizzoli sono usciti Pizzica amara (2019) e La regola di Santa Croce (2021).

Alessia Gazzola “Miss Bee. Il principe d’inverno”, presentazione

Longanesi

Il cadavere in biblioteca,  uscito a novembre, è stato già seguito dal Il principe d’inverno, a marzo è previsto il terzo Il fantasma dell’ambasciata.

Ambientati nella Gran Bretagna tra le due guerre hanno per  protagonista la giovana Beatrice, secondogenita del docente di italianistica all’Università di Londra, Leonida Bernabò. Trasferitisi da Firenze vivono a Queen’s Gate dove presto Beatrice, detta miss Bee, farà amicizia con la vicina di casa, Minerva Ashbury, vedova e madre dell’affascinante Kit, studente a Oxford,.
In questa nuova avventura, la giovane viene  invitata per Natale ad Alconbury Hall, residenza di campagna dei Lennox, in qualità di segretaria di Lady Millicent Carmichael, che vuole scrivere le sue scandalose memorie, da dattare alla facente funzione di segretaria, la giovane Bee. Ricompare quindi l’aristocratico  e affascinante Julian Lennox, undicesimo visconte di Warthmore,  lo scontroso Blackburn ispettore capo a Scotland Yard, ed  Alexander, cugino di Julian con ascenden­ze russe, bello ma dall’aria cupa, un vero principe d’inverno. Ma la gioiosa atmosfera natalizia, con il paesaggio invernale della campagna inglese che ne esalta la suggestiva magia, rischia di essere rovinato dalla tensione tra gli ospiti e da un’accusa di furto: ma è soltanto l’inizio e la nostra protagonista, combina pasticci sentimentali  ma capace di indagare e  risolvere delittuosi intrighi, sarà chiamata a districarsi in questa nuova situazione.
Ci riuscirà? Lei così leale e coraggiosa, così impulsiva e nello stesso tempo insicura, segnata da quella cicatrice sullo zigomo mascherata dal nuovo taglio alla maschietta:

“[…] stava fissando la cicatrice sulla guancia che Beatrice aveva da quando era bambina, il rattoppo di un chirurgo che aveva bisogno di fare ancora un po’ di pratica. Era finita contro lo stipite di una porta mentre lei e sua sorella Clara giocavano a inseguirsi per tutta la casa e quella cicatrice era il suo punto debole. A volte ne dimenticava l’esistenza, ma alla fine, qualcuno gliela ricordava sempre. In quel caso, Mrs. Wade si stava evidentemente chiedendo: è possibile che ad Alexander interessi una ragazza con quel brutto solco sul viso?”

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Miss Bee e il cadavere in biblioteca

Una piccola formalità

La costanza è un’eccezione

La ragazza del collegio

Un tè a Chaverton house

La nuova trilogia con Costanza Macallè

Lena e la tempesta

Premio Bancarella ad Alessia Gazzola

Michele Navarra “Per non aver commesso il fatto”, presentazione

Uno dei romanzi più amati di Michele Navarra, con protagonista Alessandro Gordiani, qui giovane avvocato incaricato della difesa di un uomo accusato di omicidio.(dal Catalogo Fazi Editore)

Alessandro Gordiani è il  protagonista dei legal thriller di Michele Navarra, scrittore e avvocato penalista, che torna con Fazi in libreria con questo suo secondo romanzo, già edito nel 2010 da Giuffré.

L’avvocato Gordiani, reduce da una crisi esistenziale e professionale, è tornato a esercitare e divide lo studio a Roma con un collega civilista. La sua attività si limita alla difesa di piccola delinquenza e ad illeciti minori; tutto cambia quando si presenta a lui Carlo Baldini, agente immobiliare sospettato di aver ucciso un ex collaboratore, Finotti, probabilmente l’amante della moglie. L’accusa arriva ad opera di una “spiata”: un criminale in cambio della soffiata chiede clemenza. Grazie ai dettagli forniti, è stato infatti ritrovato il cadavere di Finotti chiuso nel bagagliaio di un’auto da tempo sul fondo del lago di Bracciano: è così che  i sospetti ricadono su Baldini,  marito tradito.
Un caso certamente difficile e non solo perché scoperto a distanza di anni: all’avvocato Gordiani il difficile compito di trovare risposte e seri indizi prima di giungere al processo, conciliando la sua attività di indagine con i preparativi per il suo matrimonio e con l’imminente nascita della figlia, con le sue idiosincrasie, con il suo perfezionismo e con le sue debolezze: un processo difficile e delicato proprio perché indiziario, nella speranza di ottenere una sentenza assolutoria per il suo cliente proprio per non aver commesso il fatto.

Michele Navarra è avvocato penalista dal 1992, nel corso della sua carriera ha avuto modo di seguire alcune delle vicende giudiziarie più importanti della storia italiana, dalla strage di Ustica alle imprese della banda della Uno bianca. Nei suoi libri ha creato il personaggio seriale dell’avvocato Alessandro Gordiani, presente anche nei romanzi Solo Dio è innocente (2020), Nella tana del serpente (2021) e Una giornata cominciata male (2022, vincitore del Premio Caravaggio nello stesso anno), tutti editi da Fazi Editore.

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Solo Dio è innocente

Gino Carlomagno “Le onde del mare raccontano”, NeP Edizioni

Un nuovo intrigante caso da risolvere per Giorgio Gregòri, l’ispettore nato dalla fervida penna di Gino Carlomagno

Un gradito ritorno, quello dell’ispettore Giorgio Gregòri, protagonista di una fortunata serie di romanzi gialli di Gino Carlomagno, edita da NeP edizioni e particolarmente apprezzata da lettori e critica.

“Le onde del mare raccontano” è il nuovo accattivante giallo presentato in anteprima sabato 7 dicembre nel centro congressi “La Nuvola” di Roma, in occasione di Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria, quando l’autore incontrerà i lettori e la stampa.
Anche stavolta, Carlomagno si cimenta con un’ardita prova letteraria, dallo stile inconfondibile e disinvolto.

L’ispettore Gregòri, che già in altri episodi ha abituato i lettori al suo infallibile fiuto poliziesco, si troverà alle prese con una complicata indagine sull’Isola del Giglio, che vedrà la sua intera squadra impegnata a comporre il puzzle di due delitti all’apparenza mai accaduti.
Gregòri sarà guidato, oltre che dalle sue ormai note capacità investigative, da insistenti richieste di giustizia, che baleneranno direttamente nella sua mente e nelle profondità del suo cuore. Anche in questo caso, intuito, costanza e perspicacia finiranno per portare ai risultati tanto attesi.
Attraverso il suo profondo amore per il mare, Gregòri troverà infatti il sentiero giusto da percorrere per riuscire ad assicurare i malfattori alla giustizia.

Una scrittura dal sapore autentico e garbato, quella di Gino Carlomagno, che, forte della sua ricca produzione letteraria e della sua familiarità con il romanzo poliziesco, alterna con equilibrio e abilità descrittiva e momenti riflessivi di introspezione dei personaggi. Il ritmo narrativo coinvolgente e audace e l’originalità della trama di “Le onde del mare raccontano” incuriosiscono pagina dopo pagina il lettore, accompagnandolo con l’immancabile suspense in una piacevole scoperta immersiva.

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Una sola mamma

Il segno della vendetta

Misteriosa morte nella Tuscia

Maurizio de Giovanni “Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi”, presentazione

È il luglio del 1940, l’Italia è in guerra. Ricciardi – preoccupato per la figlia Marta e per i suoceri, in grave pericolo a causa delle origini ebraiche – ha ormai trasferito la famiglia a Fortino, il paese dove è nato. Lí, nei luoghi dell’infanzia, sperava di avere un po’ di quiete. Invece,[…] , tra le montagne del Cilento il commissario è messo faccia a faccia con un passato che avrebbe voluto scordare. Per lui, e non solo per lui, è arrivato il momento di regolare i conti con la propria storia.( da Einaudi Libri)

Volver, un altro nome di tango, come Soledad  e Caminito che lo hanno preceduto.
Non casuale la scelta di un titolo che è il nome di un ballo e di  un testo che ne accompagna la musica
Nell’immaginario collettivo il tango è un ballo particolare, un cammino, di un danzatore con la sua compagna, una coppia che per trovare sintonia deve in primis essere in sintonia con se stesto e con il partner, ma è anche abbraccio, sostegno, non sentirsi soli, ma accompagnati per resistere alle intemperie della vita, è nostalgia, è incontro.
Volver conclude il ciclo con il commissario Ricciardi, così racconta lo stesso De Giovanni in un bellissimo articolo (Ricciardi, ecco perché ti dico addio comparso sul  Corriere della Sera il 23 Nov 2024) non solo una “spiegazioe”, un perché, ma ricco di riflessioni d’autore di cui mi piace riportare solo alcuni pezzi che mi hanno colpito per le rivelazioni che contengono relative al rapporto che si crea  tra  scrittore e personaggio.

“Alle porte dell’uscita di questo romanzo, Volver, mi ritrovo a interrogarmi su Ricciardi e su me stesso: e scopro di avere più risposte che domande, sfogliando le istantanee, che il cuore più che la mente mi restituisce, di questi vent’anni in cui tutti e due siamo profondamente cambiati, ognuno nel suo tempo e ognuno nel suo mondo, legati da questo filo stretto e fortissimo che ci unisce ma che ci mantiene lontani. Io Ricciardi, sapete, lo guardo vivere da una finestra, come un vicino di casa di cui si sanno molte cose ma che non si è mai formalmente presentato. E adesso che questa finestra sta per chiudersi, almeno su quella fetta della sua esistenza che ho finora raccontato, posso chiedermi che cosa siamo stati l’uno per l’altro. E che strada tortuosa e accidentata abbiamo percorso, per arrivare fin qui”.

E ancora

“Storia dopo storia siamo rimasti insieme, e ogni tanto l’ho incontrato nei posti meno prevedibili, pronto a raccontarmi un altro pezzo di storia. Come si fa tra amici, che non si vedono da un po’ e poi si aggiornano su quello che è successo, ed è come se non si fossero mai allontanati di un millimetro.Tra noi però c’è sempre stato un accordo: avrei smesso di raccontare di lui nell’imminenza della guerra. Per la verità, venendo meno al patto, avevo provato a fermarmi prima, quando per lui era il 1934 e per me il 2021, con la morte della moglie e la nascita della sua bambina; credevo che fosse uno snodo insuperabile, e che l’immediato futuro gli avrebbe riservato solo dolore. Se vuoi bene a qualcuno non ti va di osservarne la sofferenza, e per poterne raccontare dovevo vedere”.

Ambientato nel luglio del 1940, in un’Italia segnata dalla guerra, il romanzo intreccia, come sa fare perfettamente De Giovanni,  le inquietudini del personaggio Ricciardi con il dramma collettivo. Se Ricciardi torna nelle sue tenute di Fortino, nel Cilento, a Napoli sono rimasti i due compagni di sempre, il medico legale in pensione Bruno Modo e il brigadiere Raffaele Maione, prossimo anch’egli al pensionamento. Tanti e riconosciuti i molti protagonisti:  il primo candidato ad eseguire l’attentato che si progetta ai danni di  un funzionario tedesco di passaggio in città, mentre sulle note del tango di Carlos Gardel, “Volver”, torna cercando forse un’ultima speranza la donna da Buenos Aires; la piccola  Marta, che ha ereditato gli stessi “doni” e tormenti del padre, gli sarà di aiuto per scoprire la verità su un’antica storia. Marta, che “sente” la voce della vecchia Filumena sorda e muta, la cui rivelazione servirà per riannodare i fili di un remoto fattaccio; e tra i protaginisti certamente Napoli, non solo sfondo a tante vite.

Non si può non essere coinvolti, Ricciardi è un personaggio nella cui vita siamo entrati e lo abbiamo serguito per molto tempo, è un protagonista travagliato ma che sa comunque procedere dentro la propria vita non con rassegnazione, ma con costante coraggio: di certo non facile da amare, ma so che mi mancherà non trascorregli ancora accanto .

dello stasso autore su tuttatoscanalibri

Il metodo del coccodrillo

Gli occhi di Sara

Tre passi per un delitto (con Scalia e De Cataldo)

Un volo per Sara

Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi

Sorelle. Una storia di Sara

Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi

Pioggia. Per i Bastardi di Pizzofalcone

Gaetano Savatteri “La Magna Via”, presentazione

Saverio Lamanna e Peppe Piccionello, la coppia Stanlio e Ollio del giallo italiano protagonista della fortunata serie TV Màkari, sfidano la Sicilia interna lungo l’antica «magna via francigena» che collega per sentieri e strade provinciali, Palermo ad Agrigento. Ma sulla loro scia si verificano alcune morti violente e misteriose da decifrare.(Da Sellerio Editore)

Tra i temi affrontati nel romanzo c’è anche l’aspetto sociologico che scaturisce percorrendo appunto la  “magna via”, nell’entroterra siciliano tra paesi sempre più svuotati, da cui emerge la questione dell’emigrazione spesso forzata e anche quella della “restanza” che presuppone decisione e coraggio non solo per chi la opera in prima persona, ma perché implica anche una scelta per chi, almeno in un primo momento, deve accoglierla, come accade a Salvatore Picone e alla figlia e come accade al gruppo che come lui si impegna contro lo spopolamento dei paesi delle colline dell’entroterra siciliano.
In questo viaggio c’è per il protagonista anche la ricerca del mondo dell’infanzia e insieme ad essa la volontà di ricostruire un rapporto con il padre come accade a Racalmuto, il paese dove ha trascorso la sua infanzia. Lontano dal suo mare, insieme al padre, a Piccionello e a Suleima, si muove tra ricordi, emozioni, citazioni e richiami letterari dove, come in ogni giallo che si rispetti, non mancheranno avventure, imprevisti, ironie e misteri, tra cui morti efferate e soluzioni da trovare.

Gaetano Savatteri (Milano, 1964), cresciuto in Sicilia, vive e lavora a Roma. Con questa casa editrice ha pubblicato: La congiura dei loquaci (2000, 2017) La ferita di Vishinskij (2003), Gli uomini che non si voltano (2006), Uno per tutti (2008), La volata di Calò (2008) e La fabbrica delle stelle (2016), Il delitto di Kolymbetra (2018), Il lusso della giovinezza (2020), Quattro indagini a Màkari (2021), La Magna Via (2024).

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri, i racconti in tre raccolte della Sellerio:

Cucina in giallo

Una notte in giallo

Una settimana in giallo