Ken Follett “Il cerchio dei giorni”, presentazione di Salvina Pizzuoli

Mondadori

The Circle of Days, titolo originale de Il cerchio dei giorni, è l’ultimo romanzo di Ken Follett che con le sue opere di narrativa di ambientazione storica ha portato il lettore in epoche lontane, a partire dall’eccezionale e decisamente impareggiabile I pilastri della terra, con pagine vivide e con personaggi perfettamente tracciati e vicende che hanno saputo costruire per gli appassionati lettori un mondo medievale fuori dai  cliché, fornendo contemporaneamente una pagina di storia ben documentata, attendibile nonché indelebile.
Con questo nuovo romanzo, ambizioso e ponderoso, ha voluto trasportarci in epoche non solo remote ma addirittura in qualche modo dentro uno degli enigmi più significativi ancora esistenti: Stonehenge e la società che lo ha edificato

Se I pilastri della Terra poggiava su fonti storiche e personaggi realistici, Il cerchio dei giorni si muove nel terreno della possibilità e del mito: i protagonisti sono figure archetipiche, più simboli che individui. Diversi nello stile e nell’ambientazione, i due romanzi condividono però la stessa idea di fondo: l’uomo che costruisce, la sua fatica, fede e genialità, forze eterne del bisogno umano di creare, capire e lasciare traccia.

Al lettore trarre le proprie considerazioni, mi soffermerò pertanto sui dati essenziali senza rivelare troppo.

Una società quella narrata ambientata circa 4500 anni fa, una società tribale.
Tre le tibù umane che vi compaiono: i pastori, gli agricoltori, gli abitanti dei boschi. Gruppo a parte sono le sacerdotesse, donne che stanno con le donne, proprietarie di antiche conoscenze e sanno tramandarsele.
A differenza di quanto tradizionalmente trasmesso saranno i pastori che con le loro precise caratteristiche e impostazioni mentali daranno vita a creazioni e a percorsi decisamente nuovi. Se gli appartenenti sono inclini a non risolvere le controversie in modo violento, se sanno accogliere le differenti scelte dei propri membri anche in ambito sessuale, il loro contrario sono gli agricoltori. E non solo.
I tipi umani che ci caratterizzano ancora oggi, sono tutti rappresentati: violenti e concilianti, rozzi e cortesi, di bella presenza e decisamente no, arroganti e geniali, generosi e accaparratori, …
Lotte e scontri caratterizzerenno i lunghi e occasionali periodi di convivenza tra i diversi gruppi umani, e vi si distingueranno due personaggi in modo particolare divenendo i protagonisti di un progetto temerario: Seft, un cavatore di pietra, particolarmente  talentuoso e creatore di “macchine” e Joia, la sacerdotessa che spera e agogna di sostituire i cerchi di legno con pietre gigantesche, quelle del Monumento che è nato a gloria del sole e permette alle sacerdotesse di contare, conoscere i numeri,  tramandare il “tempo”, onorando con canti e danze il sorgere del sole e i suoi movimenti.
Una lotta tra progresso per tutti e il suo contrario, determinata a impedire la realizzazione per quanto ambiziosa del progetto, caratterizzeranno l’ultimo scorcio della narrazione.
L’autore ha condotto ricerche approfondite, si è stabilito in antiche miniere e si è confrontato con archeologi per immaginare quel mondo lontano, senza dimenticare che la materia  è in gran parte avvolta dal mistero e dai limiti delle fonti, come  l’autore ammette chiaramente, spiegando che “si sa così poco che ho dovuto immaginare molto di più”.
Un immaginario gradevole, ben articolato, che sa catturare nonostante la mole che lo caratterizza

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

I pilastri della terra

Fu sera e fu mattina

Le armi della luce

Maddalena Crepet “Dall’anima in su”, Armando Editore

dal 24 novembre in libreria

Illustrazioni di Sergio Kalisiak

Armando

Una raccolta di otto racconti che esprime, sotto otto forme diverse, lo stesso concetto: il non sentirsi necessari, l’essere ai margini, il vivere ai margini, il sentirsi invisibili.
Ogni racconto è accompagnato da illustrazioni che vogliono assecondare il testo, renderlo ancora più vivido, perfino tagliente, in alcuni passaggi, tutte partorite dalla mano, altrettanto mancina come quella dell’autrice, del disegnatore Sergio Kalisiak

Maddalena Crepet Roma 1994, laureata in Storia contemporanea, ha frequentato la Scuola Holden di Torino, lavora come ufficio stampa e consulente editoriale e ha pubblicato racconti su riviste letterarie. Ci siamo traditi tutti (2024) è il suo primo romanzo. Ha già all’attivo diverse pubblicazioni di racconti per riviste letterarie.

Sergio Kalisiak (San Benedetto del Tronto, 1987) consegue la laurea in arti grafiche in un posto sperduto del centro Italia. Illustratore, designer e videomaker, collabora con piccole realtà editoriali sparse per lo Stivale, pubblicando Storie di Brace – 43 racconti silenziosiArrivederci, Waterville! Esperimenti Notturni.

Daniela Alibrandi “Il bacio dei vecchi”, il secondo racconto tratto da “Storie tra luci e ombre”

Oggi 22 novembre “Il bacio dei vecchi” il secondo racconto di Daniela Alibrandi tratto dalla sua Antologia “Storie tra luci e ombre

<<Nel bacio dei vecchi c’è tutto>> ricordo che pensai quel pomeriggio d’autunno, seduta su di una panchina del Pincio. Andavo sempre lì quando qualcosa mi angustiava, e aspettavo che il sole tramontasse oltre la terrazza che dava su Piazza del Popolo, inondando di luce forte e calda le cupole romane. Lui mi aveva lasciato e ora guardavo con rabbia il diario e i libri dove avevo scritto centinaia di volte il suo nome. Mi sembrava di essere calata in un baratro senza possibilità di ritorno. Il mio primo amore, quello che poeti e scrittori hanno sempre decantato come il sentimento dei banchi di scuola, se n’era andato senza darmi un perché. Iniziava l’autunno e io avvertii una serie di brividi. Faticavo a capire se fossero dovuti al fresco serale o alla solitudine con cui mi accingevo a trascorrere l’inverno senza di lui. Non piangevo più, no. Ciò che sentivo in quel momento andava ben oltre le lacrime.
Il sole iniziava la sua rapida discesa e io non sapevo come affrontare la sera, la prima sera nella quale non avrei pensato a lui se non con una rabbia infinita. Fu in quel momento che una coppia di anziani si sedette sulla panchina avanti alla mia. Mi davano le spalle e il sole che filtrava attraverso i loro capelli ne evidenziava la vecchiaia. Seduti vicini si guardavano e si tenevano le mani e, quando parlavano, io riuscivo a indovinare dei leggeri spruzzi di saliva, che uscivano dalle loro labbra, o dalle allentate dentiere. Lei era curata, pettinata con uno chignon sulla nuca e lui ancora aveva buona parte della chioma, che ora veniva scompigliata dal leggero vento dell’autunno romano. Indossavano già il cappotto e sembrava avessero molto da dirsi, mentre si stringevano sempre di più l’un l’altro. Poi iniziarono a baciarsi, prima sulle guance, poi sulle labbra, come due adolescenti. Sempre più affondavano le loro bocche, e mi sembrò di intuire in quei movimenti il desiderio o la reminiscenza di una grande passione. Ricordo che mi chiesi se non avessi frainteso la loro età, magari ingannata dal sole che abbagliava sempre più il mio sguardo.
Si alzarono dopo un po’, lui barcollava mentre offriva la mano alla sua dama, per farla alzare dalla panchina. Quando lei si levò si tennero stretti per trovare l’equilibrio e poi, insieme, sottobraccio, si incamminarono per il viale ormai quasi in ombra. Li seguii, volevo capire. Non fecero caso alla mia presenza alquanto vicina e parlavano forte, persi in quel mondo dove ormai arrivano solo i suoni che si vogliono udire.
“Stasera la prendiamo una pizza?” chiedeva lui, che ora in posizione eretta mostrava un’età avanzata, con la schiena un po’curva.
“Lo sai che il dottore te l’ha proibita!” lo ammoniva lei mentre, ancora dritta e con portamento fiero, sembrava stare al suo passo solo per farlo contento.
“Allora facciamo mezza per uno, io voglio festeggiare!” suggerì lui.
Lei non rispondeva. Gli poggiò il capo sulla spalla.
“E va bene, però una margherita e pure scondita, d’accordo?” Solo la voce della donna, leggermente stridula, tradiva la sua età. Adesso era lui a non parlare. Le carezzò un attimo lo chignon, senza scompigliarle i capelli.
“Va bene, come vuoi tu!” Erano alquanto alti e tuttora magri, avvolti nei loro cappotti di lana dal taglio non più di moda. Mi venne persino da immaginare che bella coppia dovevano aver formato da giovani.
“Però domani mi porti a trovare Giannina?” gli chiedeva lei.
“Lo sai che ti fa male ogni volta che andiamo là! Poi soffri per tanti giorni, almeno oggi non pensiamo a lei!” rispondeva lui, in un’amorevole supplica.
Lei sembrò scostarsi per un momento, quasi imbronciata, e subito lui: “Dai, lo sai che ci andremo presto e le portiamo un bel mazzo di fiori, te lo prometto!” e la tirò più forte verso di sé. Ora lei gli carezzava i capelli e non rispondeva.
Si strinsero ancora di più, come per affrontare forse l’ultimo inverno che avrebbero potuto vivere insieme, e scomparvero nell’oscurità di un portone in ferro battuto, in uno dei palazzi antichi della Roma del centro.
Rimasi un po’ in piedi davanti a quel portone, come per chiarire ciò che sentivo suscitato nel mio animo. Poche parole, alcuni gesti dai quali io sentii di aver compreso la loro vita.
Due individui insieme da sempre, che sapevano ancora esprimere il significato di un tenero corteggiamento, ricercando lo stimolo della passione che aveva unito chissà quante volte i loro corpi. Ancora felici, ma con un immenso dolore da condividere.
<<Nel bacio dei vecchi c’è tutto>> pensai ancora. Mi vergognai di aver spiato la loro intimità, di aver voluto infiltrare quella sfera soffice che avvolgeva le loro ombre, di aver voluto addirittura definire l’indefinibile tepore che essi emanavano.
I sentimenti mutano, ma negli anni non si affievoliscono. C’è solo una mano tra le mani del mondo capace di carezzare proprio in quel modo, di dare il tocco in grado di fare aprire il proprio corpo, quell’unico sguardo che, solo tra i tanti, riesce a penetrare l’inaccessibile sfera dell’intimità. Il bacio dei giovani, quello scambiato tremando e che, travolgente, sa sconvolgere l’animo, non sempre è in grado di suscitare, in seguito, il genere di sentimento che avevo scoperto per caso. Attraverso le effusioni di quei due anziani, invece, avevo conosciuto un altro tipo d’amore, in grado di avvolgere e superare ogni cosa, passione, delusione, angoscia, disperazione. Un fluido certo e costante capace di restituire, anche nei momenti bui, immutati e intensi frammenti di felicità. Quei due ancora cercavano qualcosa l’uno dall’altra per cui valesse la pena di attendere. Forse c’è sempre qualcosa che chi ama può ricevere, anche fosse la tacita e intima promessa di morire insieme.

Daniela Alibrandi “Storie tra luci e ombre”

Daniela Alibrandi “L’ultima prospettiva”, il primo dei quattro racconti

Lev Tolstoj “Amore e dovere”, Bibliotheka Edizioni

TOLSTOJ FA I CONTI CON L’AMORE
IN LIBRERIA UNO SCRITTO DIMENTICATO DEL GRANDE AUTORE RUSSO

Nota di lettura di Roberto Maier

Traduzione di Antonio Salucci

Bibliotheka

Dal 21 novembre

Da ufficiale, nel Caucaso e a Sebastopoli, conduce un’esistenza “d’orgia e di gioco” e assiste agli orrori della guerra. A trentaquattro anni si sposa e, nell’ambiente calmo e pacifico della famiglia, scrive due dei suoi capolavori, Guerra e pace e Anna Karenina. Ma, alle soglie dei cinquanta, Tolstoj abbandona il mondo e si ritira nel suo eremo di Jàsnaja-Poljana per lavorare la terra. Un’esistenza semplice che, ispirata alla dottrina cristiana, rinuncia alle ricchezze terrene ed esercita la bontà verso gli altri.  A questa concezione religiosa lo scrittore si ispira anche nel trattare il grande problema dell’amore come appare in uno scritto dimenticato, Amore e dovere,

Scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo, Lev Tolstoj (1828 – 1910), divenuto celebre in patria grazie a una serie di racconti giovanili sulla realtà della guerra, acquisì risonanza mondiale grazie al successo di Guerra e Pace e Anna Karenina, a cui seguirono opere narrative sempre più rivolte all’introspezione dei personaggi e alla riflessione morale. È ricordato per la sua idea della “non violenza attiva”, secondo la quale l’uomo deve impegnarsi fortemente contro le ingiustizie, senza usare la violenza. Un pensiero che ispirò importanti figure di pacifisti, tra cui il Mahatma Gandhi e Martin Luther King. 

Roberto Maier è docente di Teologia e di Etiche della terra all’Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Piacenza) e di Ethics and Anthropology of Food all’Università di Parma.

Le novità Voland del 21 novembre 2025

Edurne Portela Maddi oltre il confine

“Qualcuna piange. Nessuna la consola. Siamo stanchedi consolarci. Quando consoli dài una parte di te. Consolare logora

dal 21 novembre in libreria collana Amazzoni

Anni ’30 del ’900. María Josefa Sansberro detta Maddi, donna indipendente e piena di contraddizioni, cattolica e divorziata, senza figli e al contempo madre, gestisce un albergo molto popolare ai piedi del Monte Larrún, al confine tra Spagna e Francia. Finché un giorno la guerra non bussa inesorabile alla sua porta e un manipolo di soldati tedeschi requisisce l’intero edificio, riconvertendone le stanze in alloggi per l’alto comando dell’esercito. Costretta a servire gli ufficiali con apparente sottomissione, Maddi rafforza sempre di più il proprio ruolo come agente della Resistenza, nascondendo informazioni e persone a pochissimi metri di distanza da coloro che ora occupano i suoi letti ed esponendosi a rischi via via maggiori…
Immergendosi completamente in un prezioso archivio di documenti storici, Edurne Portela ne colma i vuoti e ricostruisce con prosa appassionata la vicenda reale di una donna che non si è conformata alle convenzioni del suo tempo, che ha superato confini sia fisici che morali, facendo ciò che nessuno si aspettava da lei.

Edurne Portela Scrittrice basca, figura chiave nel panorama letterario spagnolo, dopo aver lungamente vissuto negli Stati Uniti dal 2019 risiede in un paesino della Sierra de Gredos, dove si dedica a tempo pieno alla scrittura. Storica di formazione, si interessa ai meccanismi della violenza e alle sue manifestazioni individuali, politiche e sociali. In Italia sono apparsi per Lindau Meglio l’assenza (2019) e Forme di lontananza (2020). Nel 2022 Con gli occhi chiusi (Voland 2023) le è valso il Premio Euskadi de literatura en castellano. Collabora regolarmente con i principali media spagnoli. 

Sebastiano Martini Il frastuono del mondo

“Non si affanni a cercare il silenzio.Il silenzio non esiste.”

dal 21 novembre in libreria
Collana Intrecci

Orlando Ferrero soffre di acufene, un disturbo che gli rende insopportabili i rumori della vita quotidiana. In un mercatino dell’usato di Trieste, città che inizia a frequentare grazie al suo lavoro da agente immobiliare, si imbatte in un venditore ambulante che gli propone l’acquisto di un paio di vecchie cuffie con il cavo tagliato, presentandole come “un rimedio contro il frastuono del mondo”. Orlando declina con diffidenza ma quell’incontro lo scuote profondamente, come anche leggere sul giornale della morte di un amico di gioventù. Le circostanze dell’accaduto sembrano lasciare spazio a dubbi ed è così che un episodio riaffiora nella memoria…
Un romanzo sulle coincidenze del caso, sul sentimento di inadeguatezza che ognuno di noi conosce.

Sebastiano Martini nato a Parma nel 1978, lavora come avvocato civilista. Ha pubblicato i romanzi Covadonga (EdizioniLeucotea 2019), La notte dell’acqua alta (Edizioni Ensemble 2020), Stato passivo (Edizioni Ensemble 2021), Il mare delle illusioni(Arkadia Editore 2023), proposto al Premio Strega 2023.  Ha pubblicato anche il saggio narrativo In Costa Azzurra con Scott Fitzgerald. Le illusioni perdute della Riviera (Giulio PerroneEditore 2024) e, in ultimo, il romanzo Il desiderio imperfetto (Arkadia Editore 2025), proposto al Premio Strega 2025.

Raffaella Ferrari “La Falena”, Gammarò Edizioni

Gammarò

Dal 20 novembre in libreria

“La Falena” non è solo un night club, è l’epicentro di un’ossessione.

Tra le sue pareti vellutate, dove il fumo si mescola a segreti inconfessabili e peccati, si muovono le ombre di una notte infinita. Al bancone, Lucio, un cinico alchimista che non mescola solo cocktail, ma anche i destini di chi varca la soglia. Tra cortigiane dagli sguardi taglienti e figure equivoche, emerge la figura centrale di Nora, una donna tanto misteriosa quanto pericolosa, affilata come una lama di rasoio. 
In questo inquietante universo di perdizione si aggira persino un professore esperto di occulto, alla ricerca di verità dimenticate. Intanto, lontano dai neon e dal turbine del night, un vecchio ex imbalsamatore consuma le sue giornate. Prigioniero di un corpo stanco, vive tra i ricordi di un lavoro lontano e un amore perduto, con la sola compagnia di una badante devota. 
Due mondi apparentemente distanti, due storie che sembrano non avere nulla in comune. Eppure, in un labirinto di segreti, oscure sparizioni e passioni proibite, qualcosa di inatteso li unisce nell’oscurità de La Falena. Quando questo legame emergerà dall’ombra, svelerà un disegno finale più spaventoso di qualsiasi incubo.

Gli occhi di Nora, anche quando Nora non era in veste di cortigiana, avevano qualcosa di speciale. Non si chiudevano come quelli di tutte le altre, ma piuttosto somigliavano agli occhi delle tigri con le palpebre posizionate in modo da donare uno sguardo pigro e lento. Verso il naso sembravano uniti da un punto di sutura che li rendeva piccoli e con un che di lascivo simile a quella particolare espressione che ha una persona quando desidera ardentemente qualcosa. E questo eccitava gli uomini a prescindere che dividessero il letto con lei o che le stessero servendo un caffè al bancone di un bar. Infilò le scarpe di vernice nera dal tacco vertiginoso e uscì di casa. Ad attenderla davanti al portone c’era un taxi. Come tutti i venerdì sera.

Raffaella Ferrari vive e lavora alla Spezia. Si occupa principalmente di didattica. Oltre ad aver insegnato a tempo determinato ha collaborato con diverse scuole a vari progetti sull’introduzione alla lettura dei gialli e dei noir. Ha al suo attivo la pubblicazione di sette romanzi di cui uno, L’ultima magia è risultato vincitore del Premio Internazionale Pontiggia di Santa Margherita Ligure e l’ultimo, L’odore del diavolo si è aggiudicato nel 2024 il Premio di Alto merito nel Concorso Internazionale La Via dei Libri nell’ambito del Bancarella a Pontremoli. Numerose le collaborazioni con riviste letterarie e le partecipazioni ad antologie di racconti tra cui, per Gammarò Edizioni, Giallo come il Golfo, e Nero come la Luna.

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Giallo come il Golfo

Nero come la luna

Alvaro Claudi “Mugello terra mia. Ricette , storie e ricordi di ieri e dell’altro ieri”, presentazione di Luisa Gianassi

Caro Alvaro Claudi 

“Mugello Terra mia” è molto più di un libro: è un viaggio affettuoso nella memoria collettiva di una terra ricca di storia, tradizioni e umanità. L’ho letto con grande piacere, e pagina dopo pagina mi sono ritrovata immersa nei racconti semplici e veri di un mondo che ha popolato la mia infanzia.  Il tuo  stile profondamente evocativo, riesce a far riaffiorare personaggi, gesti quotidiani, proverbi e usanze che appartengono al nostro passato contadino e artigiano, riportandoli alla luce con delicatezza e amore.
Particolarmente interessante  è la parte dedicata alle ricette tradizionali: piatti poveri ma ricchi di sapore, che raccontano l’ingegno e la sobrietà di chi viveva con poco, senza mai rinunciare al gusto e al valore dello stare insieme.
Un’emozione particolare l’ho provata scoprendo, in quarta di copertina, il QR code che rimanda alle registrazioni del 1969 di alcune canzoni di Tonino di Lutiano. Le avevo ascoltate dalla viva voce, e risentirle oggi  grazie a te  mi ha profondamente toccata.  Quelle melodie, quei testi, portano con sé l’anima autentica della nostra gente. È stato come se il tempo si fosse fermato, riportandomi indietro a quei giorni in cui la musica accompagnava il lavoro e la vita 
Il tuo libro ha anche un importante valore divulgativo: non solo racconta il Mugello, ma lo promuove. Ne delinea la geografia e la storia, rende vive le sue comunità e i suoi borghi, come Scarperia, con la sua secolare tradizione dei coltelli e il fascino discreto di un paese rimasto autentico. È una lettura utile per chi non conosce il Mugello, ma è un dono ancora più grande per chi come me  ci è nato, ci vive o lo porta nel cuore. Un vero e proprio omaggio alla nostra identità.
Una parte particolarmente toccante del libro è quella dedicata alla tua storia familiare. Le tue origini montanare e contadine affiorano con forza e dolcezza, restituendoci  non solo un ritratto personale, ma anche uno spaccato autentico della vita rurale di un tempo. Attraverso ricordi di infanzia, racconti di nonni e genitori, la fatica del lavoro nei campi e la vita nei poderi, si percepisce un legame profondo e rispettoso con la terra e con le tue radici.
Non c’è nostalgia fine a sé stessa, ma la consapevolezza di provenire da una cultura fatta di valori semplici ma solidi: il senso della famiglia, il rispetto per il lavoro, la solidarietà tra vicini. La montagna e la campagna diventano così luoghi dell’anima, dove si sono formati carattere e visione del mondo. In ogni parola si sente l’orgoglio per quelle origini, mai rinnegate ma anzi valorizzate, come fondamento di un’identità che oggi rischia di perdersi, ma che con questo libro custodisci e trasmetti con gratitudine. I tuoi racconti delle scuole elementari e medie  hanno per me sapore speciale, perché parlano di luoghi e personaggi che anche io ho frequentato e conosciuto, vissuto. Le aule, i banchi, maestri e maestre i compagni di scuola, le corse nell’intervallo, il freddo pungente dell’inverno, le  scarpe bagnate poste ad asciugare al termosifone della classe… tutto mi è familiare, come se quelle pagine parlassero anche un po’ della mia infanzia.
Scarperia, con le sue vie, le sue botteghe, le sue abitudini, fa da sfondo a una quotidianità semplice e genuina, in cui molti possono riconoscersi. I nomi che emergono dalle pagine del libro, maestri, compaesani, figure del paese sono come tessere di un mosaico che racconta una comunità viva, stretta intorno ai suoi valori e alla sua identità.
Caro Alvaro riesci a restituire non solo il ricordo personale, ma anche  quello collettivo, e chi ha vissuto quegli anni in Mugello ritrova in queste pagine un frammento della propria storia.
Grazie di cuore per questo tuo dono.
Luisa

La Quarta di copertina Miraggi Edizioni

Maria Parr “Oscar e io e quella volta che…”, Beisler Editore

Torna in libreria Maria Parr, la “nuova Astrid Lindgren” della Norvegia (già autrice del bestseller Cuori di waffel, 30.000 copie vendute e Premio Andersen e finalista Premio Strega). Arriva in Italia il tanto atteso seguito di Oscar e io (Beisler 2024): “Oscar e io e quella volta che…”, le nuove avventure dei fratellini Oscar e Ida. Il primo volume, Oscar e io ( Beisler 2024) è stato un successo internazionale venduto in 20 paesi, adattato per una serie TV e vincitore del Premio Cento e finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2025.

Illustrazioni in bianco e nero di Åshild Irgens
Traduzione di Alice Tonzig
Collana “Il serpente a sonagli”

BEISLER
Dal 14 novembre

Questa volta Oscar è innamorato di Bums, l’elefantino di peluche ospite fisso nella classe di Ida. La regola è che ogni fine settimana uno degli alunni lo porta a casa con sé per fargli vivere grandi avventure. Ida è la prescelta, suo malgrado: dovrà prendersi cura di Bums e inventarsi qualcosa di speciale per lui. Fortuna che c’è Oscar e le sue invenzioni geniali e bizzarre: la parola chiave è SPA. Nella stanza da bagno nasce un vero e proprio Centro benessere, pensato per rimettere a nuovo lo stressatissimo Bums! Quello che sembra un semplice fine settimana si trasforma così in un’avventura fatta di idee strampalate, momenti di allegria e qualche piccolo imprevisto. Ma come sempre, tra fraintendimenti, emozioni e fantasia, i fratellini sapranno affrontare tutto insieme con coraggio e ironia. Una storia dolce e profonda che, con delicatezza, introduce e accarezza i temi universali della preadolescenza.

Maria Parr è nata in Norvegia, dove ha studiato lingue e letterature nordiche. Prima di diventare scrittrice a tempo pieno, ha lavorato a lungo come insegnante. Il suo primo romanzo, Cuori di waffel (Beisler 2014), ha riscosso un successo folgorante vendendo oltre 30.000 copie in Italia, vincendo il Premio Andersen per la categoria 9/12 anni, il Super Premio Andersen Libro dell’Anno 2015, il Premio Legambiente 2015 ed è stato finalista della prima edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2016. Dal romanzo è stata tratta una serie televisiva di grande popolarità in Norvegia. Con Beisler Editore ha pubblicato anche Oscar e ioTonja Valdiluce e il seguito di Cuori di waffelLena, Trille e il mare, finalista al Premio Strega 2019.

Åshild Irgens è nata nel 1976 e ha studiato disegno e illustrazione alla Scuola di Belle Arti di Oslo e alla School of Visual Arts di New York. Dopo la laurea, ha iniziato a collaborare con alcuni dei più importanti editori norvegesi per l’infanzia. Nel 2011 è stata presidente della giuria “Libri più belli dell’anno”, storico comitato norvegese dedicato alla promozione della qualità grafica dei libri. Vive e lavora a Oslo come illustratrice e graphic designer. Per Beisler Editore ha illustrato Oscar e ioTonja Valdiluce (Premio Samarelli 2018) e la copertina e le vignette di Lena, Trille e il mare.

Alice Tonzig è nata a Milano nel 1972 e attualmente è docente di Business English, Cross Cultural Communication e Storytelling presso Høyskole Kristiania a Oslo. Insegna italiano presso l’Istituto Italiano di Cultura di Oslo e italiano come lingua straniera presso la scuola superiore Bjertnes Videregåendeskole. Dal 1998 svolge attività di traduttrice letteraria dal norvegese, specializzandosi in libri per bambini e ragazzi. Tra i numerosi titoli tradotti figurano Olla scappa di casa di Ingunn Thon, William Wenton e il ladro di Luridium di Bobby Peers e i libri Oscar e ioCuori di waffel e Tonja Valdiluce di Maria Parr.

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Oscar e io

Maria Benedetta Cerro “Corrispondenze. Proposte di interazione e scrittura poetica”, Macabor Editore

Confronto e dialogo tra 21 autori.

Macabor

Stralci dalla Premessa e dalle sezioni Metodo e Appilicazione

“La presente proposta di interazione poetica ha avuto un inizio casuale, privo di una finalità divulgativa, che invece si è configurata in itinere. L’occasione è nata da alcune poesie ricevute da uno dei gio vani poeti frequentati negli ultimi anni, con i quali ho condiviso esperienze culturali, eventi, scambi poetici”. […]
“Un’ipotesi di lavoro è stata la riscrittura del testo dal proprio punto di vista, facendo appello a quel sentire ultra-profondo, remoto, inesplorato, richiamato alla luce dai versi analizzati. Ne sono derivate alcune esperienze esemplificative: due ‘a specchio’ (proposta-risposta), l’altra ad ‘incastro’, (ovvero a voci dialoganti)”.[…]
“Un ‘gioco di specchi’ che ha trovato applicazione nei testi di altri autori, che man mano si sono aggiunti (attraverso esplicita richiesta o autonoma proposta) con esiti diversi, in termini di invenzione poetica, a seconda delle affinità, delle difficoltà, della scintilla euristica. Gli autori che hanno accolto il confronto sono qui rappresentati in ordine casuale, come di volta in volta si sono succeduti”(di Maria Benedetta Cerro, Corrispondenze, dalla Premessa e dalle sezioni Metodo e Appilicazione )

La Quarta di copertina

Maria Benedetta Cerro è nata a Pontecorvo (1951) e risiede a Castrocielo (Frosinone).Ha pubblicato: Licenza di viaggio (Premio pubblicazione, Edizioni dei Dioscuri 1984); Ipotesi di vita (Premio pubblicazione “Carducci – Pietrasanta”, Lacaita 1987), nella terna dei finalisti al Premio Città di Penne; Nel sigillo della parola (Piovan 1991); Lettera a una pietra (Premio pubblicazione “Libero de Libero”, Confronto 1992); Il segno del gelo (Perosini 1997); Allegorie d’inverno (Manni 2003, nella terna dei finalisti al Premio Frascati “Antonio Seccareccia”); Regalità della luce (Sciascia 2009); La congiura degli opposti (LietoColle 2012), premio “Città di Arce”; Lo sguardo inverso (LietoColle 2018); La soglia e l’incontro (Edizioni Eva 2018).

“La passion predominante. Antologia della poesia erotica italiana”, Bibliotheka

TORNA IN LIBRERIA L’ANTOLOGIA DELLA POESIA EROTICA ITALIANA PUBBLICATA 40 ANNI FA DA
GUIDO ALMANSI E ROBERTO BARBOLINI

 Un percorso insolito e vastissimo che ci restituisce la ricchezza e il valore della produzione erotica nella letteratura italiana

A cura di Guido Almansi e Roberto Barbolini

Prefazione di Roberto Barbolini

Introduzione di Guido Almansi

Bibliotheka

Dal 14 novembre

«Il sesso è stata la cosa più divertente che ho fatto senza ridere», recita una vecchia battuta di Woody Allen. Ma forse un equipaggio di alieni piovuti sul nostro pianeta da qualche remota galassia per studiare i costumi sessuali degli umani una bella risata se la farebbe, davanti alle comiche posizioni, agli improbabili accrocchi, alle intricate piramidi umane suggerite dai manuali amatori e dalle fantasie che diventano liriche. Lo testimonia La passion predominante. Antologia della poesia erotica italiana che l’anglista Guido Almansi (1931-2001) e lo scrittore Roberto Barbolini pubblicarono da Longanesi nel 1986 e che torna in libreria, in parte rivista e con una nuova introduzione. 
Da Cielo d’Alcamo a Cesare Zavattini il libro suggerisce un percorso sulle tracce della lirica erotica italiana: le pastorelle di Marino e le favolose isole incantate di Tasso; i versi sconvenienti di un solitamente impettito Alfieri e le più note rime di Porta; i saporiti e irrispettosi canti di Belli.
 “Il sesso rimane una faccenda abbastanza misteriosa”, spiega Barbolini. “È il chiodo fisso che alimenta tanto la ‘passion predominante’ del Don Giovanni di Da Ponte-Mozart quanto il “pensiero dominante” del Poeta di Recanati, ma ridotto all’osso trova la sua sintesi forse più precisa nel cartesiano “coito ergo sum” di un freddurista implacabile come Marcello Marchesi, che da autentico umorista sapeva guardare gli umani (incluso sé stesso) come farebbero i marziani, e non poteva evitare di trovarli un po’ ridicoli”.

Guido Almansi (1931-2001), anglista, scrittore e traduttore, è stato docente di Letteratura inglese a Glasgow, Canterbury, Dublino e Norwich. Critico letterario del quotidiano la Repubblica e recensore teatrale di Panorama, si è occupato di temi poco frequentati come l’osceno, la parodia, l’erotismo, l’ironia e il sogno.

Roberto Barbolini ha lavorato con Giovanni Arpino al Giornale di Montanelli, è stato critico teatrale di Panorama e ha collaborato a QN-Quotidiano nazionaleTuttolibri e al Domenicale del Sole 24 ore. Con Bibliotheka ha pubblicato Il detective difettosoRitorno al futuro per il romanzo poliziesco (2024) e La strada fantasma (2025).

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