Giamapaolo Giampaoli “Emozioni difficili”, presentazione

“Tutta la raccolta nasce dal desiderio di liberarsi da
pesi condizionanti, per condividere con l’altro quella aspirazione alla
serenità, al quieto appagamento interiore che il contatto catartico
con la poesia offre. Un ideale espresso con parole illuminanti, usate a mo’ di colpi di luce, come farebbe il pennello di un pittore, non per ritrarre la realtà, ma per riconfigurarla in poesia.[…]
I versi si sgranano con un ritmo compositivo lineare, sciolto, linguisticamente ricco, ma accessibile e sussurrato per non mettere in difficoltà chi legge, perché gli intendimenti dal poeta arrivino nitidi e

possano essere accolti e ricordati da chi li incontra”.(dalla Prefazione di Carla Paolini)

Emozioni difficili: il titolo suggerisce la rinascita della sensibilità, che avviene attraverso il contatto con la natura. Il poeta riscopre la necessità della catarsi dalle sofferenze della moltitudine dei luoghi e degli eventi della civiltà, il contatto assoluto con gli elementi del paesaggio rurale, in un contesto che rimanda all’universo del mito e sollecita la riflessione sulla morte.(da Controluna Edizioni di poesia)

Alcuni stralci

Gocce
A mio padre

Rivedo gli occhi
mai dimenticati
e il vento soffia
nella mia mente
mentre immagino
l’incontro.
Poche parole
bastano per noi;
una fantasia, la mia fantasia,
mentre l’acqua lava il cielo
le parole sono gocce
che conducono all’eterno

Ti avrei

Ti avrei parlato,
ma mi avrebbe ascoltato
solo il ciliegio in fiore,
ornamento del creato
a esaltare bellezza
fin dentro le emozioni.
Ti avrei ascoltato,
ma le tue parole le avrebbe
inghiottite l’atmosfera ovattata,
stanca di registrare
i nostri umori malati.
Nel silenzio vedo
il tuo volto esprimere
vicinanza, poi lontananza,
indecisione e comprensione

Giampaolo Giampaoli

Dottore di ricerca in Storia, Giampaolo Giampaoli insegna materie letterarie. La sua prima raccolta “Diario di poesia” è stata pubblicata da Prospettiva Editrice nel 2002. Dopo l’impegno nella ricerca, il ritorno alla poesia è stato nel 2017 con la “Qualità dei sentimenti” (Pagina tre) e nel 2020 con “Parole raccolte” (Sillabe di sale). Giampaoli è redattore del blog Mangialibri. (da Controluna Edizioni di poesia)

Javier Castillo “Il cuculo di cristallo”, presentazione

Dopo il successo della Ragazza di neve, Javier Castillo torna con un thriller perfettamente costruito, un rompicapo mozzafiato che trascina il lettore in una spirale di rivelazioni e segreti, dove niente è mai quello che sembra e il male si nasconde in ogni angolo, in attesa di rivelarsi.(da Salani Editore)

New York, 2017. Cora Merlo è una specializzanda in medicina: il traguardo agognato è quasi raggiunto quando un attacco di cuore la vede necessitare di un trapianto urgente; il cuore nuovo appartiene a Charles Finley, di cui Cora vuole conoscere il passato tanto che parte per Steelville, un paesino del Missouri e si ritrova in una casa piena di segreti.

”Il cuore non è mai solo un pezzo di carne” dice l’autore in una recente intervista (di Stefania Parmeggiani su Il Venerdì 3 maggio 2024) e di essere stato affascinato dal conflitto tra scienza e spiritualità. Cosa accade se all’impreovviso ti svegli con il cuore di un’altra persona?”

E  da questi interrogativi nasce il suo ultimo romanzo con un titolo che vede il cuculo, animale bellissimo e crudele, cui fa da corredo il termine “fragile”, come il cuore che ora batte nel petto di Cora e la storia prende una piega inaspettata.

Anche Il cuculo di cristallo diventerà una serie come già La ragazza di neve e il suo seguito.
Uno spazio conquistato quello di Castillo tra gli autori di thriller molto richiesti, tradotti in molte lingue, trasposti in serie televisiva.

JAVIER CASTILLO è cresciuto a Malaga. Ha studiato Economia aziendale e ha conseguito un master in Management presso la ESCP Europe Business School. I suoi romanzi hanno ottenuto un enorme riconoscimento, sono in corso di traduzione in più di sessanta Paesi e hanno venduto più di un milione e trecentomila copie. Con Salani ha pubblicato il bestseller La ragazza di neve, da cui è stata tratta una serie Netflix di grande successo

Hannah Ritchie “Non è la fine del mondo”, presentazione

Come possiamo costruire un pianeta sostenibile

Traduzione di Carla Manfredi

Ribaltando alcuni falsi miti su cui abbiamo costruito la nostra coscienza ambientalista – dall’esaltazione dell’alimentazione a chilometro zero e della vita in campagna, alla demonizzazione della sovrappopolazione, delle cannucce in plastica e dell’olio di palma –, Non è la fine del mondo ci fornirà gli strumenti per capire su cosa dobbiamo concentrarci urgentemente per poter consegnare un pianeta sostenibile alle generazioni future. Questi problemi sono enormi. Ma sono risolvibili. Non siamo condannati. Possiamo costruire un futuro migliore per tutti. Trasformiamo questa opportunità in realtà.

Non è la fine del mondo è una guida, di facilissima lettura, per aggiustare il pianeta.”

New Scientist

“Un libro confortante per chi fa fatica a credere in un futuro migliore.”

The Times

(da Aboca Edizioni)

Aboca pubblica un testo che ci dà indicazioni precise: sì perché è di questo che abbiamo bisogno. Essere spaventati e parlare di futuro incerto per le future generazioni non serve, occorre fare qualcosa, operare praticamente e ciò che può esserci utile sono quindi precise indicazioni. L’autrice, non è certo una che neghi la situazione davvero difficile, la sua preparazione scientifica è infatti elevata essendo docente di sostenibilità ambientale presso l’Università di Edimburgo e vice direttrice di Our world in data, la ong che fornisce informazioni statistiche sui problemi ambientali globali.

Ciò che è stato fatto, rispondendo all’allarme dal 2015, scrive, ha ottenuto dei risultati che certamente non bastano a scongiurare gravi crisi climatiche ma sono indicativi di un percorso che apre a speranze.

Un testo utile quindi, pratico, una giuda che ci libera dall’inutile catastrofismo e aiuta ad immaginarci operatori attivi.

Hannah Ritchie, ricercatrice del Programma per lo sviluppo globale dell’Università di Oxford, è vicedirettrice e capo del Dipartimento di ricerca del progetto Our World in Data, che riunisce i dati più recenti sui maggiori problemi del mondo e li rende accessibili al pubblico. Le sue analisi appaiono regolarmente su “New York Times”, “Economist”, “Financial Times”, “New Scientist”, “Wired”, “Vox” e BBC e sono state usate in bestseller come Illuminismo adesso di Steven Pinker, Factfulness di Hans Rosling e Clima. Come evitare un disastro di Bill Gates. È honorary fellow dell’Università di Edimburgo. Il “New Scientist” l’ha definita “la donna che ha fornito i dati sul covid-19 al mondo”. Non è la fine del mondo è il suo primo libro: ha debuttato al 6° posto della classifica del “Sunday Times” ed è in corso di traduzione in 18 paesi.( da Aboca Edizioni)

Maurizio de Giovanni “Pioggia. Per i Bastradi di Pizzofalcone”, presentazione

Leonida Brancato era stato un penalista imbattibile. Il re del cavillo, lo chiamavano. Quando era andato in pensione, in procura avevano fatto festa. Da anni non si sapeva piú nulla di lui, ma ora qualcuno lo ha ucciso e ha infierito sul suo cadavere. Un omicidio che appare privo di movente e che mette di nuovo alla prova i Bastardi. Sotto un diluvio che non concede tregua, circondati da nemici e nonostante dolorosi problemi personali, i formidabili poliziotti del commissariato di Pizzofalcone si districheranno fra segreti, ipocrisie, rancori. Arrivando a scoprire una verità quanto mai inaspettata.(dal Catalogo Einaudi)

Il giallo si apre con un lungo monologo un piovoso martedì di novembre; nella parte in chiusura si legge

Eccola, la pioggia che intendo. Nulla di piú lontano dalla vostra acqua che cade, dai tergicristalli e dagli ombrelli. Un sentimento nero, che appena compare trasmette l’assoluta certezza che non finirà mai, che lascerà tracce profonde, e cicatrici, e ferite sanguinanti, che correrà persino il rischio di portarvi in qualche posto oscuro dal quale un pezzo della vostra anima non sarà capace di tornare indietro. Ci dovrete fare i conti per il resto dei giorni, con la luce della pioggia del martedí mattina. O del venerdí, o della domenica, se è per questo. È talmente forte, la luce di quella pioggia da dietro la finestra opaca del bagno, che neanche ha bisogno di illuminare per essere indimenticabile. E sapete perché? Proprio perché è un sentimento nero. Che da quando nasce, finché non lo si sazia, cresce e cresce sino a infestare come un rampicante ogni parete delle stanze buie che avete in corpo.

Come un brutto sogno.

Come una vendetta.

Perché la pioggia è protagonista, è un sentimento ed è luce: cambia le relazioni tra le persone, induce a trovare un riparo che a Napoli, dove piove molto, non c’è e la città infatti è sempre impreparata all’evento che aggiunge un senso di precarietà di inquietudine e di inadeguatezza. Ma è anche luce negli interni che devono accendersi perché fuori è più buio, luci fuori orario magari, fredde per quella colorazione blu che assumono.

Cosa accade oltre la pioggia?

Un omicidio, quello di un anziano penalista, un personaggio di spicco e i Bastradi hanno poco tempo a disposizione prima che gli levino l’inchiesta, se senza risultati. E intanto piove, piove anche su di loro e sulle loro vite oltre che sull’inchiesta.

Così nell’undicesimo romanzo dedicato ai Bastardi di Pizzofalcone

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

Il metodo del coccodrillo

Gli occhi di Sara

Tre passi per un delitto (con Scalia e De Cataldo)

Un volo per Sara

Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi

Sorelle. Una storia di Sara

Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi

Dianella Bardelli “Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore”

Lenore Kandel, la musa dell’amore hippy

Lenore Kandel è una figura tutta da scoprire per il pubblico italiano. Il suo libro di poesie The Love Book provocò un terremoto nell’America degli anni Sessanta. Lenore fu tra le protagoniste della Summer of Love di San Francisco nel 1967: la stagione che avrebbe dovuto cambiare il mondo.
Bellezza carismatica, forme rotonde e sensuali, un carattere forte e sereno, Lenore si legò a Bill, un membro della banda degli “Hell’s Angels”.
Proprio dal loro incontro comincia questa biografia romanzata, che trova una improvvisa, drammatica svolta nell’incidente in moto della coppia, da cui Lenore uscirà menomata e reclusa in casa per il resto della vita.
Al centro di tutto resta The Love Book, un inno all’eros fra i più espliciti e totali che siano mai stati scritti. Sono passati cinquant’anni e più: ma la sua forza esplosiva, la sua quasi divina energia sensuale scuoteranno ancora le lettrici e i lettori di oggi.
(La sinossi da Compagnia Editoriale Aliberti)

Vita e poesia di  Lenore Kandel di Dianella Bardelli

Lenore Kandel ( N.Y 1932 – S.F. 2009 ) è stata una poetessa americana della San Francisco degli anni ’60. Leader del movimento dei Diggers è nota soprattutto per un piccolo libro di poesie erotiche, “The love book”.
I Diggers sono stati un gruppo hippy e anarchico attivo a San Francisco dall’autunno del  1966 al Giugno del  1968, quando la summer of love finì nelle mani degli  “hip capitalists”, che cominciarono a fare affari con la droga, con gli spettacoli, con i negozi. I Diggers si sciolsero. Ci fu chi si diede all’ecologismo, chi alle religioni orientali, Lenore Kandel rimase fedele alla sua poesia. Esiste un loro archivio molto interessante:www.diggers.org in cui è possibile vedere il filmato del loro ultimo evento pubblico davanti al palazzo del comune di San Francisco dal 21 Marzo al 21 Giugno 1968 che è documentato in questo filmato fatto dai componenti di questo gruppo: http://www.diggers.org/nowsreal.htm#film.
Fu l’unica donna a salire sul palco dell’”Human be-in”, il raduno hippy al Golden Gate Park di San Francisco del Gennaio del 1967, dove declamò alcune sue poesie. Era il compleanno di Lenore e 10.000 voci si levarono a cantarle “ Happy Birthay to you”.
Il suo libro “The love book” tratta dell’amore fisico tra un uomo e una donna. Il libro subì un processo e fu condannato per oscenità. The love book è scritto in prima persona e quindi rispecchia le personali esperienze della poetessa; il linguaggio esplicito usato nel poema paradossalmente è ciò che spiritualizza l’atto sessuale in esso descritto e lo rende sacro, pur rimanendo un atto di piacere.

Brevi note biografiche

Dianella Bardelli Ha pubblicato vari romanzi. L’ultimo, nel 2018, dal titolo 1968 , è dedicato alla Bologna di quell’anno. Ha insegnato Lettere e scrittura creativa.(da Compagnia Editoriale Aliberti)

CITTÀ E FUTURO. A cura di Roberto Besana e Roberto Poli

Contributi di

Gabriella D’Elia, Giulia Fasoli, Safaa Mataich, Fabio Millevoi, Elena Petrucci, Carlotta Poli, Roberto Poli, Silvia Rigamonti, Mattia Rossi, Stefania Santilli

Fotografie di

Diego Bardone, Roberto Besana, Cesare Salvadeo

Töpffer per Oltre Edizioni

Le città devono essere capaci di gestire le molte trasformazioni in maturazione e per farlo serve una classe dirigente capace di guardare lontano, di capire le trasformazioni in atto, di realizzare progettualità innovative, di coinvolgere i cittadini nel disegnare i loro futuri. Ecco perché questo libro non è solo sulle città, ma sui futuri delle città. Non è e non vuole limitarsi a una descrizione dell’esistente ma, a partire da spunti offertici dalle fotografie (del presente!), cerca di proporre alcune ipotesi di lettura dei cambiamenti possibili che si verificheranno nelle città italiane nei prossimi decenni.  Gli autori, con questo lavoro, presentano un’occasione di reframing, un modo di vedere, con uno sguardo diverso, un tema altrimenti noto, per scoprire indizi che potrebbero suggerire nuove vie di azione, possibili speranze dove altrimenti si vedono solo profezie negative. Ovviamente, un libro può suggerire, ma non può in alcun modo sostituire un vero e proprio esercizio di futuro.

In poco più di diecimila anni – un battito di ciglia nella storia dell’homo sapiens – siamo passati da micro-gruppi di cacciatori nomadi a megacities. In questo volume non parleremo di megacities – fenomeno prevalentemente asiatico e africano – né di sprawls – le città diffuse tipiche degli Stati Uniti. Sono due modi abnormi di usare lo spazio in cui ovunque si giri lo sguardo e per decine di chilometri ci si trova sempre all’interno di contesti urbanizzati. Fortunatamente in Europa ne abbiamo pochi esempi. Ci occuperemo invece di piccole e medie città – diciamo fra i trentamila e il milione di abitanti. Si tratta delle città in cui vive la grande maggioranza dei cittadini italiani (ed europei). Queste città non sono né troppo grandi né troppo piccole. Offrono i vantaggi del vivere in un contesto urbano senza imporre i costi supplementari legati agli sviluppi abnormi dell’urbanizzazione, che sia intensiva come nelle megacities o estensiva come nelle sprawls. Anche se pochi se ne sono accorti, i primi anni di questo secolo hanno incluso un momento di svolta: per la prima volta nella storia dell’umanità il numero dei cittadini ha superato il numero dei campagnoli. La tendenza verso un ulteriore aumento delle persone che vivono in contesti urbani continua e le Nazioni Unite si aspettano che per il 2050 tre quarti della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani. Questo unico dato – ci sono e ci saranno sempre più cittadini – spiega perché ha senso pensare a un libro sulle città e sui loro futuri: perché riguarda la maggior parte di noi. (Dall’introduzione di Roberto Poli)

GLI AUTORI

Gabriella D’Elia. Ingegnere, Responsabile attività di Processes, Monitoring & Demand della Direzione Consumer presso TIM. Senior ICT Manager, Innovation Manager. Consigliera di Amministrazione presso Telsy, azienda del gruppo TIM specializzata in soluzioni di cybersecurity. Dopo aver conseguito il Master in Previsione Sociale presso l’Università di Trento, coltiva studi e metodi per lo Strategic e il Corporate Foresight.

Giulia Fasoli. Laureata in Gestione delle Organizzazioni e del Territorio è ora assegnista di ricerca presso l’Università di Trento. I suoi interessi di ricerca si concentrano sul tema del governo anticipante nella Pubblica Amministrazione e sulla valutazione delle attività di futuro.

Safaa Mataich. Approda ai Futures Studies da una carriera accademica scientifica e da un percorso professionale come educatrice nei servizi di riabilitazione psichiatrica e di marginalità. Utilizza la Futures Literacy ed i metodi degli Studi dei Futuri per aiutare organizzazioni ed individui a gestire l’incertezza, collaborando con team multiprofessionali.

Fabio Millevoi. Nasce a Trieste, città dallo sguardo presbite, nel 1958. È Direttore di ANCE Friuli Venezia Giulia per professione e futurista per necessità. Consegue la laurea in giurisprudenza nella sua città e il Master in previsione sociale a Trento. Docente a contratto in Futures studies e Sistemi anticipanti nel Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste. Vice Presidente di INARCH Triveneto. Ideatore e responsabile del Laboratorio dell’immaginazione delle Costruzioni Future (LICoF) promosso da ANCE FVG e da Area Science Park Ente Nazionale di ricerca. Autore di “Breve storia sui futuri della casa” (Graphe.it edizioni).

Elena Petrucci. Come futurista si occupa di formazione e consulenza nell’ambito dei Futures Studies e dell’Anticipazione. Si occupa di ricerche di settore e di individuazione di segnali di cambiamento che possono trasformarsi in opportunità. Facilita gruppi di lavoro a supporto di attività di Strategic Foresight (esercizi di futuro complessi).

Carlotta Poli è Storica dell’arte specializzata in Storia dell’Arte Contemporanea. Lavora come consulente strategica e content curator per realtà artistiche, tech ed editoriali. Si è avvicinata ai Futures Studies all’Università di Trento con il Master in Previsione Sociale (2021-22), con una tesi sul sistema dell’arte contemporanea italiana nel 2040, la Winter School, Futures Literacy & Foundations of Futures Studies (2022) e la Foresight Masterclass “Il futuro della comunicazione” dell’Institute for the Future di Napoli (2023).

Roberto Poli. Professore ordinario all’Università di Trento, Direttore del Master in Previsione sociale, il primo master di studi di futuro in Italia. Titolare della Cattedra UNESCO sui sistemi anticipanti. È nella lista Stanford degli scienziati più citati. Ha scritto Lavorare con il futuro (Egea 2019) e curato l’Handbook of Futures Studies (Elgar 2024).

Silvia Rigamonti. Economista per formazione, umanista per vocazione. Dopo una carriera nell’M&A internazionale – tra l’euforia dell’avvento di Internet e le crisi Lehman Brothers & derivati – da un decennio si occupa di coaching, mentoring e sviluppo dei talenti nelle organizzazioni. Grazie alla sua start-up innovativa Hacking Talents SB contribuisce a liberare il potenziale delle persone per un mondo del lavoro al passo coi tempi. Master in Previsione sociale all’Università di Trento e docente presso LIUC Business School.

Mattia Rossi. Vocazione umanistica, esperienza manageriale, lavora come executive e business coach ICF (credenziale PCC) e facilita esercizi di futuro per organizzazioni e individui. Esplora i futuri possibili all’incrocio di umanità e tecnologia, tra realtà virtuale e simulazioni, biohacking e cyborg. Master in Previsione sociale all’Università di Trento, Master in Filosofia del Digitale e Intelligenza Artificiale all’Università di Udine.

Stefania Santilli.  È avvocata e designer di servizi legali; si occupa della tutela e della promozione di comunità inclusive e della valorizzazione di policy per il rispetto della diversità, con una visione orientata alla ricerca di futuri preferibili e strategie anticipanti per la loro realizzazione. Nel 2020 è stata inclusa nella lista di esperti Sogi del Consiglio d’Europa nel campo dei diritti umani sociali ed economici – revisione legislativa e politica. Masters in Previsione sociale all’Università di Trento e Design dei Servizi presso il Poli.design di Milano.

I FOTOGRAFI:

Diego Bardone. Si avvicina alla fotografia a metà degli anni ‘80, collaborando con il Manifesto e due piccole agenzie per alcuni anni.  La strada è il suo habitat naturale, la semplicità dello scorrere della vita di tutti i giorni ciò che ama ritrarre, usando il BN come mezzo espressivo d’elezione. Al suo attivo diverse mostre, personali e non, e pubblicazioni su alcuni magazine fotografici, italiani e internazionali. Libri: Street life Milano, Edizioni del Foglio Clandestino, 2018 Strange days, 2021 Indigo – Oltre le apparenze, (coautrice Maria Grazia Scarpetta), Massimo Fiameni Design, 2021

Roberto Besana. Un lungo passato da manager editoriale giunto sino alla Direzione Generale della De Agostini, coltiva la sua passione per la fotografia operando per lo sviluppo e realizzazione di progetti culturali attraverso mostre, convegni, pubblicazioni.   Le sue immagini sono principalmente “all’aria aperta”, dove lo portano i passi. Ambiente e paesaggio sono i suoi principali filoni di ricerca. I suoi lavori fotografici sono presenti in libri e quotidiani, siti web, riviste. Al suo attivo innumerevoli mostre personali e collettive. Dirige o collabora alla realizzazione di eventi e festival culturali. Membro del comitato scientifico del periodico culturale Globus, curatore editoriale della collana “Fotografia e Parola“ di  Oltre Edizioni, ha una rubrica fissa sui periodici .eco,  Educazione sostenibile, NOCSensei

Cesare Salvadeo. Si avvicina alla fotografia fin da piccolo e cresce come autodidatta, aiutato tecnicamente da un anziano fotografo negoziante. Dopo un breve periodo trascorso nel circuito dei concorsi fotografici, dove peraltro ottiene riconoscimenti nazionali e internazionali, approda ad un suo linguaggio più specifico affrontando reportage a sfondo sociale e la fotografia di strada. La sua prima mostra personale, nel 1972, è incentrata sul tema del mondo contadino che sta ormai scomparendo. Contemporaneamente lavora sul genere Street photography e su questa tematica allestisce numerose mostre personali che trovano eco sulla stampa specializzata. Espone in Cina nel 2015 e nel 2021 al Festival Internazionale di Lishui. Si occupano della sua attività le maggiori testate giornalistiche e la TV.

Carlo Lapucci “Uniamoci, amiamoci.Blasoni e complimenti verbiali tra popoli italici”, Graphe.it

Si deve andar d’accordo a costo di litigare! Una scorribanda nella storia e nella geografia di questo mondo sorprendente, indefinibile, contraddittorio che è l’Italia, un paese che, nonostante tutto, è ancora unito.

dal 26 maggio in libreria

Graphe.it

Questa ricerca è uno studio, con un repertorio esemplificativo di un settore dei proverbi che nel tempo non ha avuto molta attenzione, classificato come tipologia generica di utilità pratica. Il blasone proverbiale serve più a marcare le differenze, le distanze, le particolarità, usando preferibilmente i difetti altrui. I riflessi antropologici segnalati da questo studio sono notevoli, profondi e anche divertenti, dal momento che scoprono un lato singolare del carattere tipico d’una popolazione che ha più elementi in comune di quanti non vorrebbe avere, tenendo a distanziarsi, smarcarsi, definirsi, mantenendo il proprio stigma, fino all’ultimo paesello della montagna più sperduta.

Blasoni popolari sarebbero da intendere, secondo logica e propriamente, soltanto quelli che gli abitanti d’una località e d’un territorio dànno a se stessi, o alla loro comunità storica, e sono volti, come il blasone nobiliare, a esaltare qualità, imprese, meriti e quanto altro di positivo, in modo da distinguersi, qualificarsi e anche primeggiare su altre società umane, soprattutto sulle popolazioni confinanti e più vicine. Gli studiosi sono passati sopra al fatto che i motti di autoesaltazione di paesi e città, generati dal compiacimento e dalla vanagloria, sono stati l’occasione di dare forma a una critica di altre popolazioni vicine e lontane in infinite parodie coniando detti, spesso molto azzeccati, volti a deridere i difetti, le presunzioni, le malefatte altrui. Molti sono divertenti, pungenti, graziosi, a volte giustamente un po’ graffianti ma non lontani dalla benevolenza; altri castigant ridendo mores, non pochi sono infondati, ingiusti, volti decisamente ad avvilire i destinatari, prevalere su di loro, deriderli, provocarli, moderare il loro valore, i loro meriti, esaltando implicitamente se stessi. Questo è l’aspetto che travalica il gioco innocente e pone il problema del collegamento a fenomeni passati a modalità diverse, ma che sembrano fatte della stessa sostanza.

CARLO LAPUCCI vive a Firenze, dove ha insegnato per molti anni. I suoi interessi si muovono nel campo della letteratura, della linguistica e delle tradizioni popolari, incentrati sull’individuazione delle radici profonde della cultura italiana. Con Graphe.it edizioni ha pubblicato: La Vecchia dei camini. Vita pubblica e segreta della Befana (2018), L’arte di fare il cattivo. Ovvero origine, epifanie e metamorfosi dell’Orco (2019) e Gesù bambino nasce. Poesia popolare del Natale (2019). In questa stessa collana hanno visto la luce i saggi Magia e poesia e L’arca di Noè (entrambi del 2022).

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

L’arca di Noè. Bestiario popolare

Magia e poesia

Gino Carlomagno “Una sola mamma”, NeP Edizioni

Il gradito ritorno letterario di Gino Carlomagno

Un ritorno tanto atteso, quello di Gino Carlomagno, autore di una fortunata serie di romanzi gialli edita da NeP edizioni, particolarmente apprezzata da lettori e critica.
Con “Una sola mamma” l’autore si cimenta con una nuova prova letteraria, che si discosta dal filone precedente, pur risentendo inevitabilmente di uno stile inconfondibile e disinvolto.
Il romanzo percorre la vita di Carlo Cremonese, noto avvocato matrimonialista del Foro di Roma.

Nato ai tempi del boom economico in un piccolo paese del Sud Italia, già dalle scuole medie si distingue per la sua intelligenza, tanto che, appena laureato in Giurisprudenza, trova inserimento in uno dei più prestigiosi studi legali della Capitale. Le sue doti innate e la sua grande capacità dibattimentale sono sempre orientate a trovare la via corretta della giustizia. Tuttavia, all’apice della sua brillante carriera professionale, anche per l’avvocato Cremonese si presenta un caso che lo vede coinvolto in prima persona e tocca i suoi sentimenti personali sotto il profilo familiare. Pur non avendo nulla a che fare con la giustizia in quanto tale, la vicenda lo costringerà a rivedere sotto una nuova prospettiva tutti i suoi sessant’anni di vita vissuta.
Anche in questo caso, intuito, costanza e perspicacia finiranno per portare ai risultati tanto sperati.
Una scrittura dal sapore autentico e nostalgico, accompagnata da un ritmo narrativo cadenzato e decisamente coinvolgente. Forte della sua ricca produzione letteraria e della sua familiarità con il romanzo poliziesco, la penna riflessiva di Gino Carlomagno tratteggia con abilità personaggi e situazioni, oltre a rendere con arguzia sfumature e paesaggi.

Di origine lucana, Gino Carlomagno si trasferisce in giovane età a Biella. La passione per la scrittura lo accompagna sin dall’infanzia e le sue opere, rimaste a lungo nel cassetto, vedono la luce solo a seguito di un felice incontro con NeP edizioni. Nella scrittura predilige il romanzo poliziesco, complice un breve trascorso nella Polizia di Stato.
Oltre a “Una sola mamma”, con NeP edizioni ha pubblicato: “Caro Amico”; “Dal Girino Al Mouse”; “Dieci Racconti Fantastici” (2016); “Tre milioni di passi sotto il cielo. Camminare per vedere”; “La pagliuzza nell’occhio”; “Il Killer invisibile” (2017); “La pietra che non affonda”; “Il Dito Mancante”; “Nel Sonno Urlavo… Gargatun” (2018); “Il Decimo Indizio”; “1 – DICXON,non tradisce” (2019); “Queen Mary Donna Coraggiosa”; “Hotel Repubblica 55-Camera con Balcone”; “Il Segreto dell’Acqua” (2020); “All’Ombra dei Pini”; “Consuelo” (2021) e “Tarli Ossessivi”; “Misteriosa morte nella Tuscia” (2022); “Il Segno della vendetta”; “L’inganno dei
numeri… uno, due, sette, nove” (2023).

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

Il segno della vendetta

Misteriosa morte nella Tuscia

Gabriella Genisi “Giochi di ruolo”, presentazione

Giancarlo Caruso, il fascinoso vicequestore siciliano in servizio a Padova che i lettori hanno conosciuto in Dopo tanta nebbia e nei successivi libri delle indagini di Lolita Lobosco, dopo un anno sabbatico trascorso in Puglia e il fallimento della sua relazione con la commissaria più famosa d’Italia, accetta l’incarico di primo dirigente presso il commissariato di Manfredonia, in provincia di Foggia, nonostante presenti diverse criticità.(da Marsilio Editore Libri)

Il nuovo romanzo della Genisi vede in primo piano il suo ex, il vicequestore Giancarlo Caruso,  trasferito a Manfredonia dove un sistema criminale tiene in pugno l’intero territorio.

Già vicequestore a Padova, fa fatica ad inserirsi nel nuovo ambiente pesando più a lui la fine della relazione con Lolita oltre alla perdita dell’amato Buck, il suo cane lupo fatto saltare in aria ad opera delle cosche locali. In questa situazione difficile si inserisce pesantemente il nuovo e caso: a Siponto, nota stazione balneare in provincia di Manfredonia, in una villa liberty sul mare viene trovato il cadavere di un uomo seduto davanti al televisore e nel braccio l’ago di una siringa con il Fentanyl; la porta chiusa dall’interno porta ad immaginare una morte per overdose ma la fidanzata dell’uomo smentisce che facesse uso di stupefacenti. Ripercorrere a ritroso i percorsi dell’uomo porterà le indagini a Bologna e alla scoperta del mondo dei giochi di ruolo come anticipato dal titolo del romanzo.
E per concludere, come sempre, un nuovo piatto, questa volta di tagliatelle!

Gabriella Genisi  è nata a Bari e vive in Puglia. È autrice di numerosi libri, diversi dei quali sono tradotti all’estero. È l’ideatrice della serie poliziesca dedicata alle indagini di Lolita Lobosco (pubblicata da Sonzogno), dalla quale è stata tratta una serie tv andata in onda su Rai Uno e trasmessa in tutto il mondo. Il suo Pizzica amara (Rizzoli 2020) è stato inserito da la Lettura tra i migliori libri del 2019. La sua ultima pubblicazione è Silvia Spider e il ragazzo scomparso (Il Battello a Vapore 2024). In un sondaggio del Corriere della Sera, insieme a Camilleri è risultata la giallista più amata d’Italia.

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Terrarossa

Lo scammaro avvelenato e altre ricette

Le invisibili

Alicia Giménez-Bartlett “La donna che fugge”, presentazione

Torna in libreria per Sellerio Alicia Giménez-Bartlett, traduzione dallo spagnolo di Maria Nicola, con la nuova inchiesta di Pedra Delicado e il vice ispettore Fermín Garzón su un caso nel mondo degli ambulanti di street food.

Collabora da subito Bob Castillo, il cui socio è stato ucciso da due coltellate al cuore, proprio dentro al furgone che fungeva da ristorante all’aperto di specialità francesi e da casa su ruote.

Tra intuizioni e battibecchi, i due investigatori cominciano ad aggiungere tasselli importanti: una ricevuta intestata ad una donna francese, però irreperibile, e con un passaporto falso come tale risulterà anche quello dell’ucciso. Pertanto l’investigazione punterà verso il mondo dei narcotrafficanti. Ma nuovi fatti interverranno a deviare ancora il filo delle indagini.

E il lettore, seguendone lo svolgimento, tra piazze della provincia catalana  e nuovi personaggi, impegnati a nascondere a tutti i costi, raccontato passo passo, come accade nel poliziesco alla Bartlett, accompagnerà i due investigatori fino alla soluzione del nuovo caso a cui si intrecciano immancabilmente gli scontri e gli screzi amichevoli tra i due e le loro vicende private. Intercalari che hanno lo scopo di alleggerire il ritmo dell’inchiesta dentro il percorso narrativo principale ma che in questo nuovo finale avranno sviluppi pesanti anche nella vita dell’ ispettrice della Policía Nacional di Barcellona.

Alicia Giménez-Bartlett (Almansa, 1951) è la creatrice dei polizieschi con Petra Delicado. I romanzi della serie sono stati tutti pubblicati nella collana «La memoria» e alcuni poi riuniti nella collana «Galleria». Ha anche scritto numerose opere di narrativa non di genere, tra cui: Una stanza tutta per gli altri (2003, 2009, Premio Ostia Mare Roma 2004), Vita sentimentale di un camionista (2004, 2010), Segreta Penelope (2006), Giorni d’amore e inganno (2008, 2011), Dove nessuno ti troverà (2011, 2014), Exit (2012, 2019) e Uomini nudi (2016, Premio Planeta 2015). Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 il Raymond Chandler Award del Courmayeur Noir in Festival.(dal Catalogo Sellerio Editore)

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

La Presidente

Morti di carta

Autobiografia di Petra Delicado

e in

Cucina in giallo

Una settimana in giallo