riparte il mercato del libro
Daniela Alibrandi, “Quelle strane ragazze”
Daniela Alibrandi, “Nessun segno sulla neve”
Daniela Alibrandi “Una morte sola non basta”
Daniela Alibrandi “Un’ombra sul fiume Merrimack”
Daniela Alibrandi “Il bimbo di Rachele”
Daniela Alibrandi “Delitti negati”
Daniela Alibrandi “I misteri del vaso etrusco”
Daniela Alibrandi “Delitti fuori orario”
Daniela Alibrandi in Racconti racconti racconti: corti, con brivido, fantastici

Alla fine degli anni ’70, uno studente di biologia ventenne accetta, più per curiosità e avventura, che per reale propensione, di trascorrere 7 mesi in totale isolamento nelle montagne rocciose, lavorando come guardiano responsabile di 2 milioni e mezzo di uova di salmone collocate in un canale tra due corsi d’acqua. Da metà ottobre a metà giugno, periodo in cui le temperature arrivano anche a -40 gradi e le strade rimangono isolate a causa delle neve, Pete vivrà con l’unica compagnia della sua canina, in una tenda di tela alla confluenza di due fiumi, il Selway e l’Indian Creek, nel bel mezzo del Parco Naturale del Selway Bitterroot. Dovrà imparare tutto, a cacciare, a mettere al riparo le provviste dal gelo e dagli animali, imparerà a sopravvivere al clima, alla wilderness, alla solitudine. Imparerà a superare i propri limiti e ad assaporare ogni attimo e ogni nuova esperienza, imparerà a confrontarsi con il significato profondo delle cose e con il rapporto tra civiltà e natura. E noi con lui. Un romanzo di formazione, autobiografico, dove la natura fa da protagonista assoluta, senza sentimentalismi. Un racconto epidermico che ti entra addosso come il freddo delle montagne rocciose e ti porta a riposizionare le cose della vita. Prezioso.

Libreria On the road, via Vittorio Emanuele II,32A rosso, Firenze, come tutti i libri di viaggio consigliati da Martina Castagnoli:
Lorenzo Barbiè “Pacific crest trail”
Alberto Bile “Una Colombia. Canzone del viaggio profondo”
Patrick Leigh Fermor “Mani. Viaggi nel Peloponneso”
Mjlienko Jergovic “Radio Wilimowski”
Hernan Huarache Mamani “La profezia della curandera”
Paola Mastrocola “Non so niente di te”
Jenny Offill “Tempo variabile”
Vito Paticchia “Via della lana e della seta”
Catherine Poulain “Il grande marinaio”
Juan Pablo Villarino e Laura Lazzarino “Vie invisibili”
continua a leggere la recensione di Maria Anna Patti
e anche su mangialibri
Dalla presentazione:
Padri e madri, figli e sorelle, mogli e mariti, rapporti che si rinsaldano e più spesso si disgregano, in sette ricette tratteggiate con delicatezza per descrivere gli invalicabili confini che ci separano da coloro che amiamo… continua a leggere
dello stesso autore:
“Non dite che non abbiamo niente”
Tra i primi 10 in classifica, li trovate recensiti su tuttatoscanalibri
Wilbur Smith “Il fuoco della vendetta”
Valérie Perrin “Cambiare l’acqua ai fiori”
Stefania Auci “I leoni di Sicilia”
Non solo un legal thriller, anche in questo ultimo romanzo Carofiglio va oltre il caso che è stato affidato a Guido Guerrieri, l’avvocato protagonista: un caso arrivato dal passato quasi dimenticato, rappresentato da Lorenza, un amore giovanile, che ora a distanza di ventisette anni gli affida la difesa in extremis del figlio accusato di omicidio.
Il tempo, la giovinezza, la difficoltà a comprendere i fatti salienti che ci accompagnano verso l’età adulta, quel tempo che prima era sempre una scoperta e che oggi, scorre veloce, troppo veloce; quel tempo che in gioventù era più ”esteso” perché pieno di nuove esperienze.
Hai mai fatto caso, Guido, a come la vita sembri accelerare con l’età?
Forse potrebbe essere proprio lo stupore – se fossimo capaci di impararlo – l’antidoto al tempo che accelera in questo modo insopportabile.
Essere storditi dalla forza di qualcosa. Mi piacerebbe tanto, se capitasse di nuovo».
Ancora una volta un testo composito in cui il protagonista ripercorre la sua storia con Lorenza e ciò che ha rappresentato nella sua crescita personale, accanto allo snodarsi dell’indagine e della requisitoria, sempre interessante e coinvolgente nel “gioco” di parole regolate dalla logica stringente da cui dipende l’esito fausto o infausto per l’accusato; un gioco psicologico oltre che rigoroso che si articola e trascina il lettore a “vedere” e leggere le due possibili verità costruite entrambe su “indizi” dato che quello a cui il lettore partecipa è un processo indiziario.
Un processo difficile che pone il protagonista nell’angustia di non poter ottenere il risultato sperato e che affida “a pratiche ossessive di pensiero magico” la possibilità di prevedere il verdetto giocando con i “segni” come camminare senza calpestare i cordoli dei marciapiedi, evitare le grate degli scantinati, toccare gli specchietti retrovisori delle macchine rosse. Cose che facevo da ragazzo e che ogni tanto riemergevano, simili a conati, nei momenti di tensione.
Pagine dense di avvenimenti ed emozioni, ricordi, debolezze, casi umani, fragilità che il processo legale, come un palcoscenico, permette di cogliere. Imprevisto il risvolto finale.
Dello stesso autore:
Gianrico Carofiglio “La versione di Fenoglio” e altri scritti