Antonio Canova “Viaggio in Italia”, Prospero Editore, Ariel Collana di prose alternative

ARIEL – collana di prose alternative diretta da Dario Borso

Prezzo: 15,00 euro Pagine: 160

Prospero editore

In occasione del bicentenario dalla morte, Prospero editore inaugura la nuova collana “Ariel” – diretta e curata da Dario Borso – con Viaggio in Italia di Antonio Canova

Raggranellato un gruzzolo con la prima committenza importante, un Antonio poco più che ventenne partì nell’ottobre 1779 da Venezia per un gran tour di nove mesi: Bologna, Firenze, Roma (dove poi si trasferirà per risiedervi stabilmente), Napoli. Il suo diario di viaggio ce lo presenta bonario e curioso non solo di scultura: dal cibo ai dipinti rinascimentali e barocchi che descrive e giudica senza troppe esitazioni, dai salotti nobiliari alle osterie e alle chiese… Un’attualissima Lonely Planet per amanti dell’arte.

Scrive Borso nella premessa: «Quanto all’originale, a renderne ancor più ardua la comprensione è il carattere ellittico delle annotazioni diaristiche […] se dunque la copia, comprensibile al lettore medio di allora e di adesso, perde l’originale, l’originale perde la comprensibilità. Da questa impasse ho cercato di uscire procedendo a un ammodernamento rispettoso dell’originale così oltre a tradurre tutte le espressioni dialettali, correggere tutti i lapsus e errori ortografici, sintattici d’interpunzione […] Ho svolto infine per intero i nomi degli artisti e i luoghi d’arte, così che il Viaggio possa valere da guida turistica per il lettore cui venga voglia di seguire un itinerario eccentrico che magari riflette il gusto dell’epoca, ma di un genio dell’epoca»

Antonio Canova (1757–1822) è stato uno scultore e pittore italiano, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura.


ARIEL – collana di prose alternative – Di ogni epoca sono note e ampiamente diffuse le opere maggiori degli autori più celebri. Dentro e attorno ai grandi classici, però, esistono testi meno noti – racconti, saggi, lettere, diari: sotto i canonici vulcani resta cioè un vasto campo di magma spesso inesplorato. Se la lettura di un capolavoro rappresenta la via più diretta per giungere alla vetta da cui scorgere l’intero secolo, l’individuazione di sentieri alternativi, poco (talvolta mai) battuti, porta a scoprire sedimenti che offrono viste inattese dello stesso secolo, da sotto. Ariel, è in sintesi, una collana di ritrovamenti. È archeologia, è geologia culturale. I volumi della collana ARIEL sono composti con materiali di pregio e le copertine sono montate con una lavorazione artigianale che prevede una doppia fresatura.

Dario Borso ha insegnato storia della filosofia alla Statale di Milano ed estetica alla Facoltà di Architettura del Politecnico. Noto per le sue traduzioni da Kierkegaard, Arno Schmidt e Paul Celan (Oscurato, Einaudi 2010; Poesie sparse pubblicate in vita, Nottetempo 2011; La sabbia delle urne, Einaudi 2016; Blok-Celan, I dodici, L’arcolaio 2018, Microliti, Mondadori 2020), ha appena pubblicato Tre quadernetti indiani (Exòrma), e a sua cura Marion Poschmann, Le isole dei pini (Bompiani) e Lev Šestov, Sradicamento (con Valentina Parisi, Morcelliana).

Elena Ana Boata “Storie di ragazzi alla scoperta del nostro Paese”, Ellepiesse libri per la scuola

Dieci storie con giovani protagonisti su e giù per l’Italia, alla scoperta del nostro Paese, tra paesaggi, arte e cultura, elementi che incorniciano le loro avventure, come in un dipinto ben realizzato: è un viaggio ricco di preziosi insegnamenti Adesso Raccontiamo, il nuovo libro dell’autrice Elena Ana Boata, edito da Ellepiesse libri per la scuola, un’opera didattica ed educativa che percorre lo Stivale e le sue isole, dando risalto alle molteplici peculiarità e ricchezze. I vari luoghi e i territori urbani e rurali, che fanno da scenario alle diverse storie, vogliono mostrare l’aspetto multiforme del nostro Paese, come tante tessere colorate che compongono un unico mosaico, una combinazione di eccezionale bellezza unica al mondo. Un’esperienza immersiva totale che consente ai giovani lettori di respirare appieno le atmosfere del territorio grazie alla ricchezza di particolari descrittivi, peculiarità culinarie e aneddoti interessanti. Le avventure degli adolescenti, protagonisti assoluti del libro, prendono vita attraverso il racconto delle loro situazioni reali (semplici e complesse allo stesso tempo), tanto da incarnare genitori, figli, fratelli, sorelle, nipoti e amici di ciascuno di noi. Insieme a loro si ascolta, si parla, si soffre e si impara a crescere, affrontando i disagi, le difficoltà e le tematiche di cui talvolta siamo tutte e tutti spettatori. Il viaggio diventa infatti anche interiore, di crescita e confronto nell’affrontare temi del vissuto quotidiano: le ragazze e i ragazzi protagonisti delle dieci storie che compongono il volume, offrono un’ampia panoramica e molteplici punti di vista su temi come inquinamento, razzismo, bullismo, handicap, disturbi alimentari ma anche pregiudizi e rischi derivanti dalla continua esposizione e abuso dei social, che possono sfociare nell’insorgere di nuove solitudini e alienazioni. Nelle pagine di Elena Ana Boata preponderante è l’invito al confronto, all’apertura, al dialogo, all’inclusione e alla collaborazione, coltivando lealtà, gentilezza ed empatia per affrontare in modo adeguato le sfide e le problematiche, piccole e grandi, che l’esistenza pone inevitabilmente durante la crescita.

Un testo godibile per tutti e che costituisce una svolta all’interno del mondo delle pubblicazioni di carattere narrativo-didattico. La poliedrica scrittrice in questi anni si è distinta per una vera e propria esplosione creativa. I suoi romanzi Il viaggio di Anna (Phasar Edizioni, 2007), Lei e Irene (Edizione Croce, 2009; Casa Editrice Kimerik, 2018) e Due passi tra le nuvole (Edizioni Croce, 2009) ne hanno fatto subito conoscere la grande fluidità di stile e la singolare capacità di emozionare e di arrivare dritta al cuore. Il tempo delle favole (Casa Editrice Kimerik), il libro dedicato ai bambini e pubblicato nel 2019, è stato adottato come testo in vari istituti scolastici italiani ed ha ricevuto il primo premio per la narrativa per infanzia Caffè delle Arti 2020. L’anno dopo è uscito il romanzo Non smettere mai di pensarmi, (Casa Editrice Kimerik). Elena Ana Boata si esprime su alti livelli anche nell’ambito della poesia, sia in rima che in verso libero.

Anna Segre “La distruzione dell’amore” la recensione da Libri Panorama

La recensione da Libri Panorama

La sinossi

Amore è una parola irta, pericolosa. Non si cerchi di smussare, diluire, omologare questo elemento divino. Le due contendenti si incontrano e si scontrano nell’accecante proiezione di luce del desiderio e duelleranno fino all’ultimo respiro della relazione alla ricerca di una pace impossibile. Come indica nella prefazione Margherita Giacobino: «i versi di Anna Segre ci dicono qualcosa che dovremmo sapere bene: che due donne non si amano mai da uguali, ma sempre da diverse. Diverse una dall’altra e da ogni altra. E a volte la diversità è opposizione, e le parole non servono per comunicare o dialogare ma solo per ferirsi, a volte insomma l’amore somiglia a una guerra balcanica che cova sordamente, esplode, infuria per anni senza soluzione di continuità, salvo splendide tregue di passione». Ma «non ci sfugga la promessa», chiosa Beatrice Zerbini nella postfazione del libro, «la rivelazione ultima» insediata nei versi: «il male tira i fili, / mentre il bene / si ostina a tessere».( da Interno Poesia Editore)

e anche

Brevi note biografiche

Anna Segre è medico, psicoterapeuta, anche ebrea, in più lesbica, perfino mancina. La produzione letteraria di Segre ha un solo fulcro di interesse: la psiche umana, l’anima. Che si tratti di epitaffi, o dei danni psichici collegati alla Shoà, dell’utilità terapeutica di un libro o della mappa etica o della vita erotica e sentimentale, rimane sempre a fuoco la teoria della mente, il monologo interno, le ipotesi diagnostiche, le interpretazioni possibili. Le parole danno senso, continuità narrativa, chiedono giustizia, sperano nel dialogo, e per questo cercano una precisone, una sintesi. Le parole si protendono sul bianco della riga come acrobati che vorrebbero padroneggiare il vuoto. Tra i libri pubblicati: “Monologhi di poi” (Manni), “Lezioni di sesso per donne sentimentali” (Coniglio), “Judenrampe” (Elliot), “Il fumetto fa bene” (Comicout), “100 punti di ebraicità” (Elliot), “100 punti di lesbicità” (Elliot).

Su Interno Poesia Editore tre poesie a presentazione dell’opera

Massimiliano Di Pasquale “Abbecedario ucraino II. Dal Medioevo alla tragedia di Chernobyl, Gaspari Editore

prefazione di Marta Dyczok

pagine 222, prezzo 20 euro, GASPARI EDITORE

La storia dell’Ucraina è stata spesso scritta da altri, e ancora più spesso misconosciuta e distorta. Eppure la storia continua a giocare un ruolo nel presente. Questo volume passa in rassegna protagonisti ed eventi chiave del Paese dal Medioevo fino al dissolvimento dell’URSS fornendo il contesto storico per comprendere le problematiche politico-culturali odierne. Il nome Stepan Bandera continua ad avere vasta eco. Chi era quest’uomo? Perché l’Unione Sovietica mandò un assassino del KGB per ucciderlo a Monaco nel 1959 e tentò di farlo sembrare un infarto?
Di Pasquale ripercorre la storia del Ventesimo secolo e mostra come i dissidenti ucraini degli anni ’60 aprirono la strada all’indipendenza negli anni ‘90. Racconta in che modo uno storico, Mykhailo Hrushevsky, divenne il primo presidente ucraino nel 1918, che cosa gli successe in seguito e come la sua rivoluzionaria opera in 10 volumi Storia dell’Ucraina-Rus sfidò la narrativa storica imperiale russa.
«L’autore fa riemergere dal passato i nomi dei più famosi poeti ucraini del Diciannovesimo secolo come Taras Shevchenko, Ivan Franko e altri uomini di cultura. E mostra come i prìncipi medievali della Rus di Kyiv e gli etmani cosacchi abbiano creato il tessuto di una nazione che ancora oggi sta combattendo per il suo futuro». Marta Dyczok, University of Western Ontario (Canada)

Indice
Prefazione di Marta Dyczok 9, Nota dell’autore 11, Autocefalia 15, Babyn Yar 20, Bandera, Stepan 25, Bulgakov, Mikhail 56, Chernivtsi 60, Chornobyl 67, Cosacchi 79
Dissidenti Anni Sessanta (Shistdesiatnyky) 91, Franko, Ivan 95, Galizia 96, Holodomor 103, Hrushevsky, Mykhailo 113, Mazepa, Ivan 117, Principe Rosso 122, Rinascimento Fucilato 128, Rus di Kyiv 138, Sacher-Masoch, Leopold von 151, Scerbanenco, Giorgio 155, Shevchenko, Taras 159, Stakhanov, Aleksey 162, Yashchenko, Volodymyr 164, Zmiyivka 168 APPENDICE L’uomo di Kryvyi Rih 171, Piccolo dizionario cronologico della storia e della cultura ucraina dalla Rus di Kyiv fino all’indipendenza del 1991

Massimiliano Di Pasquale (Pesaro, 1969) è ricercatore associato dell’Istituto Gino Germani di scienze sociali e studi strategici. Ucrainista, esperto di Paesi post-sovietici, negli ultimi anni si è occupato di disinformazione, guerra ibrida e misure attive anche sulle pagine di «Strade Magazine» (stradeonline.it). Membro del BBS (Sezione di Studi Baltici dell’Università di Milano), nel 2018 ha pubblicato per Gaspari Editore Abbecedario ucraino. Rivoluzione, cultura e indipendenza di un popolo.

Jules Verne, due racconti:

La rivolta del Bounty e Un dramma in Messico

Copertina di Camilla Castellani

La rivolta del Bounty vide la luce nel 1879, sul Magasin d’éducation edito dall’editore Hetzel, lo stesso col quale Verne aveva allora già pubblicato diversi dei suoi capolavori intramontabili.
I fatti narrati, come riportato nell’introduzione al testo redatta dall’autore stesso, sono perfettamente aderenti a quelli realmente avvenuti in occasione dell’ammutinamento divenuto poi tra i più celebri della storia: quello del Bounty, un vascello mercantile inglese che salpò nel 1787 da Spithead sotto il comando di William Bligh.

Un dramma in Messico fu pubblicato per la prima volta nel luglio 1851 col titolo Le prime navi della Marina messicana sulla rivista Musée des familles diretta da Pierre Chevalier, che condivideva con Verne le origini bretoni. La rivista, fondata nel 1833, si poneva il dichiarato intento di divulgare cultura e scienza ad adulti e adolescenti che volessero integrare la loro istruzione con curiosità attinenti a vari campi del sapere. Il romanzo è ambientato nel 1825 quando il Messico aveva ottenuto da poco l’indipendenza dalla Spagna ed era all’epoca un paese in pieno sconvolgimento. Verne fa principiare il suo racconto nel Pacifico, anche in questo caso tutto nasce dall’ammutinamento degli equipaggi di due navi spagnole, per poi trasportarlo in terra messicana, sfruttando a pieno l’occasione di descrivere natura e usanze tipiche di quel luogo.
Tommaso Ferrini ha curato la traduzione e l’introduzione ai due romanzi, Alessandro Ferrini la traduzione e il glossario dei termini marinareschi in appendice.

Dello stesso autore: i Classici Edida da non perdere in cartaceo e in ebook tutti su Amazon

Wilbur Smith con David Churchill “Eredità di guerra”, presentazione

Arriva postumo il seguito della saga dei Courtney che Wilbur Smith aveva scritto in collaborazione con David Churchill, un romanzo che ben si articola tra i vari filoni della trama senza mai interrompere l’azione, come è tipico dell’autore conosciuto in tutto il mondo per i suoi lavori tradotti in molte lingue.

Ambientato in Europa, alla fine del secondo conflitto mondiale dove però l’eredità di Hitler permane, e in Kenya quando iniziano a manifestarsi i primi segni di ribellione al potere coloniale. Saffron Courtney e suo marito sono sopravvissuti al conflitto e anche Konrad, il fratello nazista di Gerhard, è ancora vivo: l’azione si sviluppa così tra complotti e lotte per la libertà.

[…]“Wilbur Smith, l’indimenticabile maestro dell’avventura, ci regala una storia di coraggio, eroismo, ribellione e guerra che si dipana tra due continenti. Un romanzo appassionante e pieno d’azione che segue La Guerra dei Courtney e conclude la saga iniziata con Il destino del cacciatore”(da Harper Collins)

WILBUR SMITH nato nel 1933 in Africa centrale, si è dedicato esclusivamente alla scrittura dal 1964, dopo il successo del suo primo romanzo, Il destino del leone. Da allora ha pubblicato oltre quaranta titoli fra cui il ciclo ambientato nell’Antico Egitto e le celebri serie dedicate ai Courtney, ai Ballantyne, a Hector Cross oltre a numerosi altri romanzi, tutti supportati da meticolose ricerche e informazioni, raccolte nel corso dei suoi viaggi e spedizioni in tutto il mondo. I suoi libri oggi sono tradotti in ventisei lingue. Con HarperCollins ha pubblicato il memoir Leopard Rock. L’avventura della mia vita e il romanzo La guerra dei Courtney.(da HarperCollins Autori)

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

Il nuovo regno

Re dei re

La guerra dei Courtney

Emiliano Cribari “Errante”, AnimaMundi edizioni/ emuse

prefazione di Grazia Dell’Oro 

prezzo: 18 euro AnimaMundiEdizioni

Le poesie si fanno camminando e le fotografie si fanno fermandosi, chiudendo otturatore e occhi, sottraendosi a quel troppo pieno di sé: “Occhi quasi chiusi/ troppo sole troppa estraneità troppa rabbia/ troppa rabbia”, mettere ordine e in ordine le cose, guardando al passato, al vuoto che circonda ciò che resta, all’immane immobilità della natura che avanza. Ordine. Equilibrio tra pieno e vuoto, tra luce e scuro, tra passato e presente, tra volere e dubitare (Grazia Dell’Oro)

Ogni parola di questo libro è nata camminando, fra le montagne selvagge dell’Appennino. All’assetata ricerca di tracce e di silenzi. Sono poesie intrise di luce al cospetto di voragini infernali. Intrichi di dubbi e domande, e di risposte affidate alla terra, allo stupore primordiale dello sguardo. Alle parole si affiancano gli scatti, i bianchi e neri con cui Emiliano – fotografo di tempi sommersi – documenta da anni un’Italia solitaria e tremante, ingiustamente marginale, soffocata dall’abbandono e dalla nostalgia. Errante è un diario di viaggio, felicemente macchiato dal fango di migliaia di chilometri a piedi, di incontri e suggestioni. Un omaggio al nascosto, al taciuto, all’incontenibile urgenza di tornare animali.

Emiliano Cribari è nato a Firenze nel 1977. Poeta, fotografo, camminatore. Ha pubblicato: La cura degli istanti (Transeuropa, 2019), La vita minima (AnimaMundi, 2020) ed Errante (AnimaMundi/Emuse, 2022). Dal 1999 inizia a sperimentare nel contesto di svariati ambiti artistici: dalla poesia al teatro, dalla fotografia alla regia. Parallelamente matura alcune esperienze professionali anche nel campo dell’editoria e del giornalismo.  Vincitore di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, dal 2015 inizia a sviluppare progetti fotografici di carattere personale, soprattutto su tematiche sociali (dalla vita nelle RSA, alla SLA, alla Trisomia 9 a mosaico). Nel 2019, come Guida Ambientale Escursionistica, dà vita alle “camminate letterarie”, escursioni di gruppo caratterizzate da letture poetiche. Collabora con alcune riviste, per le quali scrive soprattutto su tematiche legate al cammino e allo spopolamento delle aree interne.

8 marzo 2022: un omaggio a tutte le donne

Nell’altro giardino da scaricare gratis da Amazon

Donne protagoniste

La recensione di Federica Zani

Una delle immagini più belle e famose della Recherche di Proust è quella dei giardini di Combray, la città dove il Narratore ha trascorso l’infanzia, che scaturiscono dalla sua tazza di tè: quel tè bevuto per caso il cui sapore ha miracolosamente riattivato tutti i ricordi di un periodo della sua vita che credeva perduto. La memoria come un giardino da esplorare: una metafora che, sebbene in modo diverso, è alla base anche di Nell’altro giardino, che si apre infatti con una citazione della sterminata opera proustiana.

Di giardini in questo romanzo ce ne sono due, ma il più importante è il terzo: l’altro, quello che non si vede. È il giardino del tempo perso per sempre, trascurato, impossibile da recuperare. Il Narratore proustiano trova la chiave per entrare nel giardino della memoria; nel nostro romanzo, invece, la chiave non c’è. Non si può raccontare quello che non si ricorda; si può solo segnare lo spazio occupato dalla sua assenza. Per questo il lettore sulla sua strada troverà molti vuoti, molti spazi bianchi di cui i personaggi per primi non sanno dare spiegazione. È una situazione in cui anche noi ci troviamo: la storia della nostra vita è scritta sopra la massa informe delle cose che abbiamo dimenticato. Quante sono, di tutte quelle che abbiamo vissuto, le ore che si sono davvero impresse nella nostra memoria? La percentuale, se ben ci si pensa, è desolante.

Fra le ore che quasi tutti ricordiamo ci sono probabilmente quelle in qualche modo legate all’amore. La ricerca di un modo giusto di dare e ricevere amore è infatti ciò che accomuna tutte le protagoniste. Sono donne che coprono lo spazio di tre generazioni, mostrando l’ampiezza e la varietà dello spettro emotivo nell’adolescenza, nella maturità e nella vecchiaia. La loro ricerca non si appiattisce sul cosiddetto “amore romantico” di troppi romanzi rosa; anzi, se c’è una lezione in questo libro, è forse proprio che non sempre le forme canoniche dell’affetto, così come la società le propone, sono di una taglia adatta a tutti. Bisogna avere la forza di guardare attraverso gli stereotipi per trovare la propria forma d’amore fatta su misura, l’unica in grado di riempire di senso la propria vita. È un percorso difficile e non tutti riescono a concluderlo con successo: qualcuno si smarrisce per strada. Nell’altro giardino, con la sua particolare struttura narrativa corale, che non si focalizza su un solo personaggio, riesce a raccontare con partecipazione la vicenda di ognuna di queste donne, comprendendo senza giudicare.

Federica Zani

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Filippo Maria Battaglia “Nonostante tutte” presentazione

Il romanzo di Battaglia inaugura la nuova Collana Einaudi “Unici” , a cura di Daria Oggero, che al momento prevede tre uscite l’anno di testi appunto unici per l’impostazione, per lo stile, per le tematiche o la prospettiva.

Il romanzo ha per protagonista Nina, una donna che esiste incarnandone centodiciannove, tutte donne del Novecento e mute ma la cui voce è diventata sonora con lei che le rappresenta attraverso ciò che hanno scritto nei loro diari, nelle lettere, in pagine di memorie. Stralci che l’autore infatti ha scelto nelle novemila pagine biografiche conservate presso l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano: cinque anni di letture per confezionare una voce sola. Decisamente un’idea unica.

E le voci costruiscono un quadro corale che si inquadra storicamente nell’evolversi della realtà italiana da paese povero e contadino a moderno.

“Si può scrivere la storia vera di una donna che non è mai esistita? La risposta è sì: lo hanno fatto le centodiciannove voci di donne realmente esistite che si alternano in questo romanzo in un montaggio sapiente, che trascina ed emoziona. Donne del Novecento italiano diverse per età, inclinazioni, livello d’istruzione, estrazione sociale, che hanno lasciato lettere, diari, memorie private. Scrivere, per loro, ha significato soprattutto portare in salvo se stesse.

[…]L’infanzia incantata e spaccata, il desiderio di una vita differente, il sesso, il lavoro, il matrimonio, la maternità, la malattia, l’amicizia, l’impegno civile, la vecchiaia… Esperienze individuali irriducibili, certo, eppure collettive. Per questo il romanzo dalla struttura originalissima a cui dà vita Filippo Maria Battaglia può dirsi anche un romanzo politico. L’emozione nasce da lì: nel vedere, nel sentire, ciò che è simile e ciò che invece resta legato a una vita, a quella vita. […]” (dal Catalogo Einaudi)

Brevi note biografiche

Filippo Maria Battaglia (Palermo, 1984), giornalista di «Sky TG24», vive a Milano. Con Bollati Boringhieri ha pubblicato: Lei non sa chi ero io! La nascita della Casta in Italia (2014), Stai zitta e va’ in cucina. Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo (2015), Bisogna saper perdere. Sconfitte, congiure e tradimenti in politica da De Gasperi a Renzi (con P. Volterra, 2016) e Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana (2017). Ha curato diverse antologie giornalistiche, tra cui Professione reporter. Il giornalismo d’inchiesta nell’Italia del dopoguerra (con B. Benvenuto, Rizzoli 2008) e Scusi, lei si sente italiano? (con P. Di Paolo, Laterza 2010). Con Einaudi ha pubblicato Nonostante tutte (2022).(da Einaudi Autori)

“Le parole più belle sono fiori: 40 sentimenti dell’alfabeto floreale di Virgola”, presentazione

Volume interamente illustrato.

Ogni fiore, un significato codificato: una storia antichissima nata nel vicino Oriente e importata nella prima metà del Settecento in Europa, dapprima in Inghilterra.

Più illustrato che scritto, brevi testi raccontano il significato storico di ogni fiore accompagnato da una citazione d’autore, nel volume sono raffigurati 39 fiori più uno, che piace particolarmente all’illustratrice: fuori dal linguaggio dei fiori cui però ha trovato una corrispondenza nella fragilità, un fiore che realmente esiste anche se non fa parte della flora europea: il fiore di vetro.

Virginia Di Giorgio, conosciuta come Virgola, è siciliana di nascita ma fiorentina d’adozione, città in cui si è laureata in Storia dell’arte medievale.

[…] Fin dai tempi più remoti si è cercata la fitta rete di corrispondenze tra i sentimenti, gli affetti, gli stati d’animo da un lato e l’infinita varietà di forme e di colori del mondo floreale dall’altra, come per scoprire una lingua nuova, emozionante e suggestiva. La conoscenza del linguaggio dei fiori ha poi avuto una particolare diffusione in Europa tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento ed è giunta fino ai giorni nostri sempre infondendo in chi la avvicina la stessa meraviglia. […] Nelle tavole raccolte in questo volume, Virgola, al secolo Virginia di Giorgio, artista capace di tocchi delicati e di slanci pittorici sorprendenti, interpreta con vera maestria questa elegante tradizione, antica e sempre nuovissima.(da Aboca Edizioni)

e anche

Brevi note biografiche

Virginia Di Giorgio (Messina, 1985) illustratrice, è laureata in Storia dell’arte medievale a Firenze. Nel 2013 ha creato Virgola. Nel 2014 e nel 2015 ha vinto il Premio Igers Award come artista dell’anno e personaggio dell’anno su Instagram. Dal 2018 pubblica una linea stationery di grande successo. Nel 2021 ha disegnato live durante la mostra Inside Dalì nella chiesa di Santo Stefano al Ponte Vecchio a Firenze.(da Aboca Edizioni Autori)