Paolo Scopetani “Crinali diversi. Viaggi a cavallo, tre storie di amicizia”, presentazione

Betti Editrice

Tre storie di amicizia, di viaggi a cavallo e di un legame importante rivissuto nella nostalgia di ciò che passa e non torna anche perché si diventa diversi lungo i crinali della vita.

Da

Per cominciare: perché andare a cavallo?

Alcuni stralci:

“[…]Un cavallo non è un mezzo di trasporto. È una creatura vivente reattiva a ogni minimo segnale, dotata di una profondissima sensibilità, che ogni giorno va convinta a scelte che il suo istinto rifiuterebbe.
Prima tra tutte accettare sulla groppa un inquietante passeggero, che si muove, guarda, odora come il predatore che è.
[…] Durante i periodici viaggi riservati al gruppo ristretto dei Just horses and men si disquisisce di cavalli (ovviamente) e di donne (c’è bisogno di dirlo?) e di politica (quando aveva un senso) e dei vecchi tempi (ogni tempo ha i suoi vecchi tempi). Stiamo anche lungamente in silenzio (essendo maschi capita anche questo) ognuno ad ascoltare il ritmo del proprio respiro, aggiustare il passo con quello degli altri, togliere la polvere ai pensieri, seguire lievi reticoli di ricordi. […] Andare a cavallo è divertente proprio perché difficile, quel tipo di difficoltà che ti tiene in costante equilibrio tra eccitazione e ansia, esaltazione e pericolo, entusiasmo e meditazione, appagamento e desiderio. Come cavalcare le onde su una tavola da surf, direi. Se mai avessi fatto surf. Ma c’è qualcosa di più profondo. Nell’equitazione da campagna si cavalca per cavalcare e, inconsapevolmente, si pratica una saggezza più antica […] Cavalcare risponde al bisogno di libertà e scoperta, ha a che vedere con l’esplorare, con la curiosità del mondo. E degli altri”.

Martedì 6 giugno presso i locali del Jazz Bistrot, in via Aretina 100, alle ore 18.00 Paolo Ciampi presenterà il libro

Paolo Scopetani, insegnante e scrittore fiorentino, non ha mai saputo scegliere tra le tante passioni che lo hanno attraversato. In questo libro è almeno riuscito a metterne d’accordo tre: la scrittura, i cavalli e i viaggi. Oltre a vari racconti ha pubblicato due romanzi, “Chiasso chiuso” Effigi 2016 e “Quevedo” Effigi 2022“. Nel 2013è stato attore e sceneggiatore del film “Educazione affettiva” di Federico Bondi, nel 2019, con Francesco Matera, ha realizzato il cortometraggio “Tempo Imperfetto”, finalista al Giffoni film festival.

Evelina Santangelo “Il sentimento del mare, presentazione

Il mare, lo sa chi lo ama, è un sentimento. Ma anche un serbatoio di memoria, una possibilità, un tesoro, un pericolo. Il mare è di tutti. Nessuno può raccontarlo senza finirci dentro, senza perdersi anche nella fragilità. (dal Catalogo Einaudi)

Storie, tante storie compongono il volume: il mare è protagonista nei racconti e nelle esperienze di uomini e donne che l’hanno sfidato, amato, subíto; racconti che raccolgono diverse tematiche che si muovono dall’attualità legata alla crisi climatica, con l’inquinamento e l’innalzamento delle temperature marine e l’estinzione conseguente di molte specie, alle rotte migratorie che attraversano quel Mediterraneo, antico crogiuolo di genti, di scambi, esperienze e culture, oggi di tragiche cronache, ma anche i lavori legati al mare e i pericoli connessi alle attività nelle tonnare. Narrazioni che riuniscono molte voci, di pescatori, di madri, di migranti, di biologi, di nuotatori, di avventure in solitaria, voci, a cui si unisce quella dell’autrice, siciliana, in un momento difficile della propria vita, “in un momento di deriva della propria esistenza. È lei, ferita e stremata come dopo un naufragio, che ne raccoglie le tante storie con un’angolazione calda, narrativa, quasi investigativa”. Chi va per mare deve infatti fare i conti con i propri limiti, con le sconfitte, le perdite, il pericolo; esperienze che segnano e insegnano.

E il lettore conosce così l’ostinazione di Carmelo, nel ricomporre il capodoglio ucciso, il sentirsi tutt’uno con l’acqua di due apneisti, la mattanza finita con la morte di un ragazzo, l’instancabile lavoro delle donne di Lipari che negli anni ’50 con enorme fatica si sono impegnate per strappare povere risorse alla terra e al mare che con il suo moto perpetuo toglie e ridà, disfa e rimodella “perché il mare è un narratore che intaglia le storie del suo ostinato andirivieni persino sulla roccia”. 

Evelina Santangelo è nata a Palermo. Presso Einaudi ha pubblicato nel 2000 la raccolta di racconti L’occhio cieco del mondo (con cui ha vinto i premi Berto, Fiesole, Mondello opera prima, Chiara, Gandovere-Franciacorta), e i romanzi La lucertola color smeraldo (2003), Il giorno degli orsi volanti (2005), Senzaterra (2008), Cose da pazzi (2012), Non va sempre cosí (2015) e Da un altro mondo (2018, libro dell’anno della trasmissione Fahrenheit Rai-Radio3, Premio Feudo di Maida, Superpremio Sciascia-Racalmare, Premio Pozzale Luigi Russo). Nel 2023, sempre per Einaudi, è uscito il reportage narrativo Il sentimento del mare. Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Disertori e Ragazze che dovresti conoscere (Einaudi Stile Libero, 2000 e 2004), Principesse azzurre 2 (Oscar Mondadori, 2004) e Deandreide (Rizzoli Bur, 2006), Le ferite (Einaudi, 2021). Con il racconto Presenze ha partecipato all’antologia L’agenda ritrovata. Sette racconti per Paolo Borsellino (Feltrinelli, 2017). Ha anche tradotto Firmino di Sam Savage, Rock’n’roll di Tom Stoppard, e curato Terra matta di Vincenzo Rabito.(da Einaudi Autori)

Fabio Geda “La scomparsa delle farfalle”, presentazione

Tra conflitti e occasioni di meraviglia, tra realtà quotidiana e rivelazioni, quattro ragazzi intrecciano le loro vite con tutta l’energia della giovinezza. Un ritratto commovente di quella stagione dell’anima che più d’ogni altra si imprime in ciascuno di noi e sceglie il nostro destino.(dal Catalogo Einaudi)

Non nuovo a storie di formazione, Geda racconta quattro vite accompagnandole dalla prima superiore,  nel 1995, fino al 2002.

Quattro giovani, Andrea e Valerio, Anna e Cora, si incontrano per la prima volta tra i banchi di scuola e faranno gruppo il cui nome nascerà una notte entrando in un vivaio di farfalle, da cui poi il titolo. Se ripercorrere il tempo è la base portante del raccontato, sicuramente è il presente con la sua situazione drammatica a farlo scaturire quando Andrea, quello dei quattro che ha preferito isolarsi in montagna, viene travolto da un fiume di fango rischiando la vita: resterà aggrappato non solo ai rami bassi degli alberi ma soprattutto a quei ricordi che hanno scandito la crescita sua e degli amici con cui l’ha condivisa nell’evoluzione di caratteri e di vicende che ne segnano in modo particolare alcuni, tra amori prima vietati e poi nati, tra felicità e disperazione, le due emozioni che danno il polso di un’età che non conosce mediazioni e compromessi.

Fabio Geda è nato a Torino, dove vive. Tra i suoi libri, Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani (Instar Libri 2007, Feltrinelli 2009), L’esatta sequenza dei gesti (Instar Libri 2008; Einaudi 2021), Nel mare ci sono i coccodrilli (Baldini + Castoldi 2010), L’estate alla fine del secolo (Baldini + Castoldi 2011; Einaudi 2023), Se la vita che salvi è la tua (Einaudi 2014), Anime scalze (Einaudi 2017 e 2019), Una domenica (Einaudi 2019 e 2021), La scomparsa delle farfalle (Einaudi 2023) e la serie per ragazzi Berlin (Mondadori 2015-2018), È tradotto in trentadue Paesi.(da Einaudi Autori)

Giovanni Bitetto “Sacro niente”, Voland Editore

Voland Editore

Giovanni Bitetto, insegnante, giornalista e  scrittore, nel suo secondo romanzo Sacro niente indaga le vite di uomini e donne accomunati da sentimenti e pulsioni che mirano a svelare il senso dell’esistenza.

In un meridione dimenticato da tutti ma non da Dio, la morte, il lutto e l’amore si intrecciano ai piedi di una statua di Padre Pio che si fa portavoce delle esistenze di uomini e donne comuni. Il blocco di marmo non giudica e non assolve, può solo ascoltare le storie che gli vengono affidate. Un padre, un figlio, un’amante, un autista, un barbiere, personaggi ordinari ma universali,
tutti confessano al santo i propri tormenti, le sofferenze, ma anche
i peccati e le abiezioni. Il sacro niente delle loro vite diviene un pretesto per scandagliare l’animo umano e per indagare l’eterno tentativo di dare un senso all’esistenza.

Brevi note biografiche

Giovanni Bitetto ha scritto di letteratura e società per numerose testate online. Ricopre il ruolo di editor in “NEA Magazine”, rivista di letteratura e fotografia. Con il suo romanzo d’esordio Scavare (Italosvevo, 2019) ha vinto il Premio POP della Fondazione Mondadori. (dal Catalogo Voland Autore)

Mauro Vaiani “Cosmonauta Francesco”, presentazione

Porto Seguro Editore

Alcuni stralci

Guardando verso il cuore di Firenze, si vedevano nitidi i profili della bella cupola di Brunelleschi e del campanile di Giotto. In ogni direzione, interi edifici, di cui ricordava bene l’esistenza, erano scomparsi, oppure erano stati in vari modi rimpiccioliti, cioè tagliati in altezza o in larghezza. Gli eccessi di cementificazione, che ai suoi tempi avevano preso d’assalto la zona, erano stati drasticamente rintuzzati. Arna gli fece vedere sulla sua tavoletta elettronica delle foto d’epoca. La cosa più impressionante, per Francesco, fu vedere come fosse stata alla fine completata, pochi anni dopo la sua partenza, una grande caserma di addestramento di quelli che erano stati i carabinieri del vecchio stato italiano. La costruzione era stata da subito criticata, perché inutilmente faraonica, un’assurda orgia di cemento e ferro. Era stata inaugurata solo nel 2016 e oggi, nel 2090, non ce n’era più traccia. Non ne era rimasta pietra su pietra. Al suo posto si trovava un meraviglioso bosco di querce, che circondava e proteggeva orti e serre. Dei grandi palazzi e dei grandi volumi commerciali della periferia fiorentina dei suoi tempi ne erano stati abbattuti almeno uno su due. Al loro posto erano stati ripristinati poderi e campi, canali e laghetti. Dappertutto erano stati piantati alberi che stavano crescendo come patriarchi. (Dal capitolo DECISIONI DI FAMIGLIA)

Una notte Francesco sognò se stesso da ragazzo, in una rumorosa assemblea studentesca nel suo liceo, circondato dai suoi compagni di classe, di molti dei quali aveva dimenticato persino il nome di battesimo. Un vuoto di memoria, questo dei nomi, che lo faceva sentire profondamente triste. Poi però, nel sogno, avevano preso la parola gli oratori invitati a parlare della pace nel mondo, del disarmo nucleare, del bando delle armi di sterminio di massa, dei limiti da porre al commercio internazionale delle armi. La voce pacata ma ferma di una piccola donna, la suora domenicana Stefania Leda Baldini, una fiorentina militante pacifista e anticolonialista della primissima ora, aveva acquietato il brusio della sala e anche a lui aveva restituito un po’ di pace. Un tocco di grazia che lo avvolgeva ancora al momento in cui aprì gli occhi. L’altezza del sole gli rivelò che era più presto del suo solito, ma decise comunque di alzarsi. Un messaggio di Leone gli dava il buongiorno e lo avvertiva che la sera ci sarebbe stato un piccolo ritrovo, a casa. Il giovane pompiere avrebbe cucinato per loro due e per alcuni suoi colleghi di lavoro, che aveva invitato a cena. Bevve un paio di bicchieri d’acqua della cannella. Mise sul fornello elettrico la sua piccola moka e, mentre aspettava che il caffè salisse, si preparò una mezza limonata con il suo ritrovato fantastico spremiagrumi bergamasco. Mangiò dei biscotti fatti in casa da Leone, con un cucchiaino di miele. Poi si accorse che il calendario segnava il giorno di venerdì 2 giugno 2090, commemorazione della Repubblica Italiana. Invece di mettersi subito a fare le faccende di casa, si sedette davanti al computer e cominciò a cercare qualche notizia storica.(Dal capitolo IL RIPUDIO DELLA GUERRA)

La sinossi e brevi note biografiche dalla Quarta di copertina

Pasquale Fierro “Senza fatica niente”, presentazione

Dall’Introduzione

Da tempo desideravo scrivere un racconto o un romanzo di fantasia ma basato su fatti quotidiani. Cercavo una trama avvincente che mettesse in evidenza e relazione temi quali il lavoro, lo sfruttamento, la connivenza tra istituzioni e criminalità ma anche la solidarietà umana, la generosità e l’altruismo. Il bene e il male a confronto. […] Ho cercato qualcuno che mi affiancasse in questo mio progetto e mi supportasse nella stesura del romanzo e ho trovato una preziosa e ottima collaboratrice in Sonia Gabriella Milan Patton, artista poliedrica e professionista dalle forti qualità morali e umane, […] Sono originario di Nocera Inferiore (Sa) e in questo romanzo si è voluto raccontare, tra verità e fantasia, il problema del “caporalato” che attanaglia ancora oggi il nostro meraviglioso Sud Italia, la mia meravigliosa terra dove sono nato e cresciuto ma non soltanto.
La speranza degli onesti e dei giusti è che la legalità, prima o poi, possa e debba vincere in qualsiasi contesto della nostra società e del nostro quotidiano: da questo convincimento è spiccato il lungo racconto. I proventi dell’Autore saranno devoluti a favore dell’Associazione Balzoo, Banco Italiano Zoologico Onlus, sede territoriale di Novara, città in cui mi sono trasferito e di cui mi sono innamorato. Io ho già un lavoro: sono un militare dell’Esercito Italiano in carriera da sedici anni,

Pasquale Fierro

Casa Editrice Kimerik

La sinossi dalla Quarta di copertina
Brevi note biografiche

Martina Mazzeo “Ricordi precari”, presentazione

“Tutt’a un tratto mi fu chiaro che, era vero, non c’era nulla che potessi fare per impedire che mi portassero via i miei ricordi, ma io potevo fissarli da qualche parte”.(da NeP Edizioni)

Adele lavora per un’azienda che, allo scadere del contratto di lavoro, sottopone i propri dipendenti a un processo di rimozione dei ricordi. Lo fa attraverso un accordo consensuale fra le parti, che in un primo momento Adele accetta, quasi abbagliata dal miraggio di un’occupazione precaria, pentendosi repentinamente.
L’autrice ci descrive una routine in ufficio fatta non solo di e-mail e telefonate, ma anche di contratti in scadenza, dimissioni e licenziamenti inaspettati.
Una dimensione lavorativa che non si discosta da quella attuale e che inibisce sempre più l’accesso ai giovani, in cui l’incertezza per il futuro si aggiunge a quella per il passato e alla paura che anche i ricordi dei momenti felici e delle persone care possano svanire.
Precari sono i ricordi, così come precario è lo stesso mondo del lavoro che viene tratteggiato, quasi una dimensione parallela onirica, guidata da regole interne che sfiorano l’assurdo e provocano un sorriso amaro. Sarà proprio la passione per la scrittura della protagonista del romanzo a suggerirle un modo per non dimenticare.

Quella di Martina Mazzeo è una scrittura semplice ma mai banale, in cui la scorrevolezza dei dialoghi lascia il posto a delicati momenti di introspezione.
L’autrice si sofferma a pensare ai legami che si stringono nel corso della vita, alla complicità che nasce con certe persone e a come si possa passare improvvisamente dal volersi bene all’essere quasi degli estranei.

Martina Mazzeo è nata nel 1995 a Milano, dove tuttora vive. Si è laureata in Lingue e Letterature straniere all’Università degli studi di Milano. Coltiva da sempre la passione per la letteratura e nel 2019, sempre con Nep Edizioni, ha pubblicato il romanzo “Diario di una
studentessa in Erasmus”.(da NeP Edizioni)

José Ovejero “Fumo”, Voland Editore

Traduzione di Bruno Arpaia

da Voland Editore:

José Ovejero , pluripremiato autore spagnolo, nel suo romanzo Fumo ci racconta  la straordinaria tenacia della natura umana posta di fronte alle difficoltà della sopravvivenza quotidiana.

Una donna e un bambino vivono in una baracca in mezzo alla foresta, non hanno legami di sangue ma insieme formano una famiglia, atipica e silenziosa. Il rapporto tra i due si riduce a gesti, sguardi e abitudini condivise. La vita nella baracca è semplice, primitiva, finalizzata alla sopravvivenza, mentre il mondo fuori è ostile e selvaggio, il cibo scarseggia, la civiltà e la tecnologia sono echi lontani, appartengono a un passato dimenticato. Con uno stile asciutto e non rassicurante, José Ovejero ci racconta un futuro primordiale abitato da personaggi solitari e senza alcuno spirito eroico, ci spinge a riflettere sull’animalità profonda della natura umana ma anche sulla sua straordinaria capacità di resistenza.

José Ovejero
Nato a Madrid nel 1958, è vissuto in Germania e poi a Bruxelles, conciliando per lungo tempo il lavoro di interprete con quello di scrittore. La sua produzione letteraria comprende vari generi: sia racconti, Come sono strani gli uomini (Voland 2003 e 2012) e Donne che viaggiano da sole (2006 e 2018), che romanzi, fra cui Nostalgia dell’eroe (Voland 2005). Vanno menzionati anche i libri di viaggio, come Cina per ipocondriaci, insignito del Premio Grandes Viajeros nel 1998 (uscito in italiano per Feltrinelli). Con la raccolta di poesie Biografía del explorador ha vinto il Premio Ciudad de Irún nel 1993. È stato anche insignito del Premio Primavera per il romanzo La vita degli altri (Voland 2008) e del prestigioso Premio Alfaguara de Novela 2013 per L’invenzione dell’amore (Voland 2018). I suoi libri sono tradotti in francese, tedesco, portoghese e olandese.

dello stesso autore su tuttatoscanalibri

La seduzione

L’invenzione dell’amore

Fabrizio Guarducci “Eclissi”, Lorenzo de’ Medici Press

Pag 64 prezzo, 12 euro

Nel nuovo romanzo di Guarducci, il protagonista si trova d’improvviso sbalzato fuori dalle abitudini quotidiane, precipitando nel buio assoluto di un mattino imprevedibile.

«Lorenzo apre gli occhi e per un attimo prova la sensazione di essersi svegliato in un luogo diverso da quello abituale: una fugace sensazione di spaesamento che, come una vertigine, dura solo pochi secondi. Poi, pian piano, abitua gli occhi all’oscurità e scorge, quasi indistinguibili, le travi in legno che reggono il soffitto della camera. Ma la tranquillizzante certezza di essere effettivamente a casa dura tanto poco quanto lo spaesamento con cui si è svegliato. Perché mai è così buio

Una parabola umana che si interroga sulle proprie convinzioni e ripercorre la propria esistenza alla ricerca del Divino.

«Le domande che ci poniamo nel cuore della notte sono quelle più importanti e risolutive della nostra esistenza» Paolo Crepet

Fabrizio Guarducci , toscano, si è formato nella concezione sociale e umana di Giorgio La Pira. Dopo aver vissuto il movimento Underground alla fine degli anni Sessanta negli Stati Uniti e aver conosciuto Guy Debord in Francia, ha aderito convintamente al Situazionismo. Ha fondato il Dipartimento di Antropologia culturale dell’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici di Firenze. Ha insegnato Mistica, Estetica e Tanatologia, dedicandosi interamente alla ricerca dei linguaggi come strumenti per migliorare l’interiorità dell’individuo e per trasformare in positivo la realtà che ci circonda. È, inoltre, autore cinematografico: Paradigma italiano (premiato al PhilaFilm, 1993), Two days (2003) e Il mio viaggio in Italia (vincitore del Golden Eagle, 2005). Come autore, produttore e regista ha realizzato i film Mare di grano (2018), Una sconosciuta (2021) e Anemos (2022). Ha pubblicato i saggi La parola ritrovata (2013), Theoria. Il divino oltre il dogma (2020) e i romanzi Il quinto volto (2016), La parola perduta (2019), La sconosciuta (2020), Duetto (2021) Amor (2022) e Il villaggio dei cani che cantano. (2022)

Sibyl von der Schulenburg “A muso duro”

Golem Edizioni

Il romanzo A muso duro affronta il tema delicato della quotidianità del disabile, compresa la sua sessualità, in
maniera serena e naturale.

Sandro è un trainer di cavalli bisessuale e particolarmente violento nei confronti sia degli umani che degli animali. In seguito a un incidente equestre si ritrova in sedia a rotelle.
Proverà in ogni modo a tornare in sella e riprendere a vincere. Dovrà affrontare il lato più oscuro e crudele della sua psiche e accettare l’aiuto dei cavalli, animali da lui sempre sfruttati e maltrattati.
I cavalli hanno un ruolo molto importante e le tecniche di addestramento descritte sono realmente utilizzate, alcune anche tutt’ora.
Sarà Angelica a segnare una svolta nella sua vita anche se lei, ricca e parafiliaca, non desidera che lui torni a camminare.
Con l’aiuto di Markus, l’uomo con il quale aveva vissuto una lunga storia d’amore, capirà cosa si cela dietro la benevolenza di Angelica e troverà il modo di uscire dalla gabbia dorata che gli aveva costruito attorno.

Odio e amore si muovono insieme sul cerchio delle emozioni:
si rincorrono e qualche volta si raggiungono.
Allora rabbia e dedizione si alternano in un gioco che si riesce a vedere solo dall’esterno.”


Sibyl von der Schulenburg è nata a Lugano, figlia di due scrittori tedeschi.
È cresciuta bilingue e multiculturale, tra Germania, Svizzera e Italia, ora vive e lavora in provincia di Milano con lunghi soggiorni in Toscana, sulla Costa degli Etruschi. Dal 2013, scrive romanzi psicologici, storie di persone in condizioni psichiche conflittuali.
Le sue storie a sfondo psicologico portano i recensori a parlare di psico-narrativa, un nuovo affascinante genere letterario che ispira già alcuni altri autori. Si aggiudica vari premi letterari, tra cui, nel 2015, i Premi Pannunzio e Mario Luzi.
Ha fondato e dirige l’associazione Artisti Dentro Onlus che si occupa di portare arte e cultura nelle carceri italiane.
Le opere di Sibyl von der Schulenburg sono tradotte in inglese e tedesco.
Il sito web dell’autrice: https://sibylvonderschulenburg.com/language/it/