Ilaria Tuti “Madre d’ossa”, presentazione

Madre d’ossa segna un nuovo ritorno di Teresa Battaglia, la commissario sessantenne lucida e intuitiva, ormai alle prese con la sua personale lotta con il passato e i ricordi, con la memoria che la tradisce in un’involuzione sempre più presente: nel nuovo volume, il quinto, dovrà affrontare una nuova sfida, contro il tempo che inesorabilmente porta la sua malattia, l’Alzheimer, a farsi più pressante. Eppure quella mente minata, diversa, irrazionale, senza più contorni precisi e percorsi razionali, potrebbe essere capace di superare i confini della razionalità e guidare verso verità imperscrutabili, in viaggio verso l’inconscio profondo per arrivare a nuove verità che affondano tra le radici della memoria non più efficace e che mette sempre più a repentaglio, con le sue zone d’ombra, la lucidità della protagonista.

 È l’ambientazione con cui si apre il romanzo, con le domande angosciose che Marini, il suo collaboratore, si pone davanti allo spettacolo che gli si para davanti, a rendere in modo tangibile che non sempre ciò che appare è verità.

Il romanzo si apre con il giovane ispettore Massimo Marini che in seguito ad una chiamata anonima si precipita in un’alba fredda del mese di ottobre, tra le montagne friulane, in prossimità di un lago

“Si alzò il vento. La bruma vorticò in mulinelli e il biancore a poco a poco si diradò scoprendo l’altra sponda. Massimo strinse le dita attorno al parapetto. C’era qualcuno sulle rocce. […] Massimo sfilò la pistola dalla fondina, la tenne puntata sulla figura scura, e avanzò. Forse era una precauzione inutile, esagerata, ma la natura in quel luogo cantava una melodia sinistra e lo contagiava. I corpi in realtà erano due. Uno steso, il torso coperto da una maglietta a maniche corte, il viso rivolto al cielo. Il braccio che Massimo poteva intravedere era discosto dal fianco, attraversato da un taglio profondo, le vene ormai svuotate. Il secondo corpo era chino sul primo […] Il secondo corpo si raddrizzò, facendolo sussultare”.

Sì, perché quel corpo appartiene a Teresa Battaglia sporca di sangue, lo sguardo smarrito e tra le braccia il cadavere di un ragazzo. Impossibile rispondere alle domande che immediate sorgono: Chi era quel giovane? E perché Teresa è lì con lui?

“Massimo non ha risposte, solo dubbi. Sa, però, che la scena di un crimine è l’ultimo posto in cui dovrebbe trovarsi il commissario Battaglia. Teresa ha irreparabilmente alterato il luogo del ritrovamento e inquinato gli indizi. Ma forse non è davvero così che stanno le cose… Da un’autrice sempre più amata dal pubblico, un romanzo capace di stupire, appassionare e commuovere vecchi e nuovi lettori”( da Libri Longanesi)

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Figlia della cenere

Ninfa dormiente

Come vento cucito alla terra

“Fiore di roccia”

Donato Carrisi “La casa delle luci”, presentazione

Dopo La casa delle voci (2019) e La casa senza ricordi (2020) torna protagonista dell’ultimo romanzo di Carrisi Pietro Gerber, lo psicologo dei bambini colui che attraverso l’ipnosi sa entrare nella mente dei piccoli e aiutarli a scoprirne i lati oscuri, è soprannominato per questa sua abilità l’”Addormentatore”.

Come nei precedenti lavori l’autore costruisce quattrocento pagine di colpi di scena e di dosaggi sapienti di sorpresa, di paura, tenendo sempre all’erta l’attenzione e le curiosità del lettore.

É Eva la giovane che abbisogna dell’intervento di Pietro, una bambina di dieci anni, accudita da una governante e da una ragazza alla pari nella grande casa sulle colline di San Gimignano, sola senza genitori, senza coetanei, isolata. Ed è proprio l’amico immaginario a convincere Maja Salo, la ragazza finlandese venuta a studiare Arte in Italia, a rivolgersi all’analista: l’amichetto di Eva è immaginario ma sa farle del male tangibilmente, lesioni auto inflitte da chi in quel momento guida la sua mente.

Anche nei due romanzi precedenti la mente dei giovani pazienti è dominata da presenze adulte nascoste ad arte dentro di loro. In questo terzo caso il compagnio immaginario di Eva conosce avvenimenti che non potrebbe sapere perché anteriori alla sua nascita ma che riescono a far emergere nella memoria dello psicologo ricordi d’infanzia che lui stesso non sapeva di avere.

Anche la voce del bambino che parla attraverso Eva sotto ipnosi non gli è del tutto nuova “e, soprattutto, quella voce conosce Pietro. Conosce il suo passato, e sembra possedere una verità rimasta celata troppo a lungo su qualcosa che è avvenuto in una calda estate di quando lui era un bambino” ( da Longanesi Libri)

Era l’estate del 1997 sull’Argentario e un gruppo di ragazzi gioca agli “omini di cera” le cui regole sono presentate in apertura: l’omino di cera insegue i viventi e chi viene toccato diventa a sua volta un omino di cera e insegue i viventi e via e via di seguito…

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

La casa senza ricordi

La casa delle voci

Vedi anche la recensione di Alessandra Farinola da mangialibri

l’intervista a Donato Carrisi di Terry Marocco da Panorama libri

Alessia Gazzola “La costanza è un’eccezione”, presentazione

Continuano le avventure della rossa Costanza, madre single, in costante disequilibrio tra vita privata e lavoro. In questo terzo romanzo della trilogia la troviamo impegnata in una ricerca paleopatologica , insieme agli ex colleghi dell’Istituto, commissionata da una aristocratica veneziana. Una proposta imperdibile per la protagonista che stuzzica la sua curiosità e l’alletta per l’offerta economica che l’accompagna.

La vecchia signora vuole che vengano analizzati gli scheletri della famiglia presenti nella cripta del palazzo per scoprire le reali cause di alcuni decessi ed eventuali tare genetiche. Se per riesumare gli scheletri di Palazzo Almazàn compare come direttore dei lavori l’architetto con il quale Costanza ha avuto la figlia, complicando la vita sentimentale della protagonista, dall’altra le indagini paleopatologiche aprono scenari che si tingono di giallo: e Venezia della fine del XVII secolo fa il suo ingresso come protagonista della vicenda che si muove tra realtà storiche e costruzioni di fantasia; la saga della famiglia Almazàn si ispira infatti a vicende realmente accadute frutto di ricerche che permettono descrizioni dettagliate della Venezia del passato. Un romanzo in cui, come nei precedenti, il passato e il presente si palesano in un’alternanza di piani narrativi: il presente della vita privata della protagonista e il passato della Venezia seicentesca.

Brevi note biografiche

Alessia Gazzola (Messina, 1982) è laureata in Medicina e Chirurgia ed è specialista in Medicina Legale. Ha esordito nella narrativa con L’allieva nel 2011, primo romanzo con protagonista Alice Allevi, cui sono seguiti Un segreto non è per sempre (2012), Sindrome da cuore in sospeso (2012), Le ossa della principessa (2014), Una lunga estate crudele (2015), Un po’ di follia in primavera (2016), Arabesque (2017), Il ladro gentiluomo (2018, vincitore del premio Bancarella 2019) da cui è  stata tratta la fortunata serie tv in onda su Rai Uno con Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale. Nel 2019 inaugura un nuovo ciclo di romanzi incentrati sul personaggio di Costanza Macallè, protagonista di Questione di Costanza e di Costanza e buoni propositi (2020). Ha pubblicato inoltre: Non è la fine del mondo (Feltrinelli, 2016), Lena e la tempesta (Garzanti, 2019) e Un tè a Chaverton House (Garzanti, 2021).
Vive a Verona con il marito e le due figlie.(da Longanesi Autori)

della stessa autrice:

Lena e la tempesta

Il ladro gentiluomo

Un tè a Chaverton House

La ragazza del collegio

Questione di Costanza e Costanza e buoni propositi

Tommaso Scotti “Le due morti del signor Mihara” presentazione

Un secondo giallo per Tommaso Scotti dopo “L’ombrello dell’Imperatore” e un secondo caso per l’ispettore nippoamericano Takeshi Nishida della squadra Omicidi della polizia di Tokyo. Non solo un caso con tanto di cadavere e ben “due morti” per il signor Mihara, ma il racconto di un Giappone sconosciuto o inaspettato per i più: un Paese dalla società articolata e complessa, con realtà socio ambientali che contemplano coloro che desiderano e realizzano di “sparire”, di non essere più rintracciati, esasperati dalle richieste di un contesto sociale che non ammette errori o fallimenti, abbracciando una nuova identità costruita da chi si occupa a pagamento del servizio di “evaporazione” .

In questo scenario il cadavere ritrovato è quello, o almeno pare, di Takaji Mihara, un facoltoso uomo d’affari in pensione, trovato nel suo lussuoso appartamento trafitto da un colpo di spada. Parrebbe un regolamento di conti per questioni in sospeso, ma per l’acuto ispettore, che sa analizzare con distacco l’animo umano, la soluzione non è convincente: per risolvere il caso la sua indagine dovrà estendersi al mondo degli “evaporati”.

[…] Nishida capisce presto che dovrà addentrarsi nella pericolosa zona grigia degli “evaporati” che decidono di ricominciare da un’altra parte, con un altro nome, con un’altra vita. Un business gestito da società clandestine […] Sarà seguendo la loro scia fumosa che cercherà di risolvere il mistero, svelandoci un volto del Giappone inedito, spiazzante e inquietante, ma anche incredibilmente poetico” (da Longanesi Libri)

Tommaso Scotti, nato nel 1984, laureato in matematica, seguendo una passione per le arti marziali si è trasferito in Oriente nel 2010. Ha poi conseguito un dottorato di ricerca a Tokyo, dove adesso vive e lavora. Nel tempo libero si dedica al pianoforte e alla calligrafia. Il suo romanzo d’esordio, L’ombrello dell’imperatore (Longanesi, 2021), ha conquistato il pubblico e la critica grazie al personaggio dell’ispettore nippoamericano Nishida e allo sguardo curioso e disincantato con cui racconta un Giappone inedito e spesso frainteso. ( da Longanesi Autori)

Donato Carrisi “La casa senza ricordi”, presentazione

Si apre in data 7 giugno 2020 con un Avviso di scomparsa del Comando dei Carabinieri, Sezione forestale, di Barberino di Mugello.

Gli scomparsi sono una donna albanese detta Mira, di 44 anni e Nikolin detto Nico di 12 anni. Il seguito porta la data 23 febbraio 2021.

Sono trascorsi otto mesi da quell’avviso quando un bambino viene ritrovato, in modo particolarmente drammatico, in un bosco, nella gola denominata Valle dell’Inferno: è Nico, il bambino smarrito. In apparenza sta bene ma non parla: l’unico che può ricondurlo in sé è Pietro Gerber, personaggio già noto ai lettori, l’ipnotista di Firenze, il migliore e conosciuto con l’appellativo dell’addormentatore di bambini, a lui il compito di indagare la mente di Nico.

[…]“Riesce a individuare un innesco – un gesto, una combinazione di parole – che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. L’ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. 
Ma la storia che racconta non appartiene a lui” (da Longanesi Libri)

Un thriller che indaga “un posto dentro di noi, remoto e sconosciuto”, una stanza in cui sono finiti troppi ricordi rimossi.

Dello stesso Autore su tuttatoscanalibri:

“La casa delle voci”

Vedi anche la recensione di Alessandra Farinola da mangialibri

e anche

Intervista a Donato Carrisi di Terry Marocco da Panorama Libri

Alessia Gazzola e la nuova trilogia con Costanza Macallè

“Questione di Costanza” è il romanzo che apre la nuova trilogia della Gazzola il cui titolo riprende il nome dalla protagonista: chi è questo nuovo personaggio femminile che l’autrice propone e alla quale affida il compito di muoversi e di raccontarsi in una nuova serie di romanzi?

È una giovane donna laureata in medicina che ha accettato temporaneamente il ruolo di ricercatrice per un anno presso l’istituto di paleopatologia di Verona. È partita quindi alla volta di Verona dalla Sicilia, precisamente da Messina, con Flora, la figlioletta di tre anni. Nonostante la giovane età è una madre e single. Ed è proprio nelle vesti di paleopatologa che la protagonista incontra un mondo affascinante, quello dell’indagine storica: si affacciano così sulla scena nuove figure di donna, effettivamente esistite, le cui vicende storicamente documentate si mescolano con quelle immaginate dall’autrice. Vite di donne di ieri e di oggi: ”la sfida più impegnativa è stata”, scrive l’autrice in un recente articolo, “il costruire un raccordo tra una vicenda contemporanea, che è quella della protagonista, e una vicenda storica con la quale la prima si interseca emotivamente”.

E continua aggiungendo “Mi stava molto a cuore che entrambi i romanzi di questa serie avessero una circolarità facilmente individuabile: se in Questione di Costanza era rappresentata da vari aspetti correlati ai legami di sangue (la condizione di illegittimità, il rapporto tra sorelle), in Costanza e buoni propositi è data dal tema centrale della falsa identità – dell’essere, o sentirsi, un’impostora”. La circolarità delle vicende quindi continua anche nel seguito “Costanza e i buoni propositi” dove un’impostora, in questo caso una donna che assumerà un’identità che non le appartiene, è come, o meglio come si sente tale, la rossa protagonista, perché anche lei “o vorrebbe essere e non è, oppure è e non vorrebbe essere- e si sente un’impostora per questo”. (le citazioni sono tratte dall’articolo della Gazzola comparso su tuttolibri La Stampa del 10 ottobre 2020)

della stessa autrice:

La costanza è un’eccezione il terzo volume della trilogia con Costanza Macallè

Lena e la tempesta

Il ladro gentiluomo

Un tè a Chaverton House

La ragazza del collegio