Giampiero Grasso “A un passo dalla vita”, presentazione

Casa editrice GDS, pagine 56, disponibile in versione cartacea e digitale.

Ad un passo dalla vita è la splendida raccolta di poesie dell’autore e Direttore editoriale Gianpiero Grasso.
Un inno alla vita, o meglio ancora un ringraziamento alla vita, alla famiglia e all’amore.
Gianpiero Grasso è un ciclone in piena evoluzione, ha sempre mille progetti in mente e travolge, in positivo,
tutti quelli che incontra
Con questo libro è tra i candidati al Premio Strega Poesie 2023.

Le poesie in questo volume sono intime ma per tutti.
Perché così come dice “i sentimenti sono di tutti e per tutti. L’amore non è mio, è degli altri”.
Sono rimasto affascinato dalla dedica, solitamente una dedica è verso qualcuno, lui scrive alla sua vita. “Un giorno c’incontreremo e ci metteremo a ridere, a piangere, e a capire di nuovo che saremo per sempre inseparabili”.
Non serve essere studiosi per capire che Gianpiero ringrazia la sua vita che ha reso così tanto bello tutto, anche le battaglie.
La sua dedica è per tutti coloro che lo hanno conosciuto da più vicino, dai suoi figli e sua moglie alle persone che lo amano.
Perché tutto è parte della vita stessa e saremo inseparabili. “A un passo dalla vita” è quell’incontro che ci rende uniti, come la poesia dedicata al padre, al figlio, alla moglie e al suo vivere semplice ad aspettarla senza soldi davanti alla scuola, o come la poesia “Oggi ho lavorato con te”. Tutte meritano attenzione, ad ogni riga ci dovremo soffermare e capire cosa sia la nostra vita e la sua vita.

Umberto Sala

“PIENO DI NOI
Io mi ricordo, dove cresceva il grano,
e noi ci rubavamo quello che si trovava, dentro il
tempo che cresceva in mezzo al bene, in mezzo
alle cose che abbiamo ora,
ma era lì dove non capivamo che
era tanto dentro il niente pieno

di noi,
noi così importanti”

Gianpiero Grasso nasce a Benevento nel 1976, è editore di diversi marchi, tra cui Gds, Gpm.
Appassionato di scrittura e poesia fin da adolescente, all’attivo ha diversi volumi e canzoni. Recensito da diverse testate nazionali, ha avuto negli anni molti riconoscimenti letterari, l’ultimo come candidato al Premio Strega Poesie 2023 con la raccolta di poesie “Ad un passo dalla vita”.
L’ultimo volume “Un sorriso guarisce”, della casa editrice GPM, entra a far parte della collana I DIAMANTI come i migliori libri del 2022.
Per l’anno 2023 sarà pubblicato in diverse lingue straniere per il mercato estero. In lavorazione un romanzo.


Walter Veltroni “Buonvino tra amore e morte”, presentazione

Quarto della serie con il commissario Buonvino, dopo Assassinio a Villa Borghese, Buonvino e il caso del bambino scomparso e C’è un cadavere al Bioparco, ritrovioamo il protagonista alle prese con un attentato che lo riguarda direttamente: nel momento di convolare a giuste nozze, nel momento del sorriso e della piena realizzazione di una decisione attesa, le note felici vengono spezzate da colpi cupi e stonati, come si legge nell’incipit

Su una sedia, appoggiato quasi fosse un quadro della Contemporanea, c’era l’abito bianco di Veronica. Era disteso, come se chi lo aveva posato lì si fosse proposto, con rara gentilezza d’animo, di rispettare la geografia delle pieghe, onorando la funzione che quei metri di stoffa si erano assunti: accompagnare un giorno importante con la leggerezza dei movimenti della seta. Tutto doveva essere lieve, in quel mattino d’estate, così carico di attese e promesse di bellezza. Al termine di un rosario di dolori e sconfitte, il caso aveva voluto che Giovanni e Veronica, anime maciullate dalla vita, si fossero ritrovati davanti all’agente di polizia Portanova, ufficiale di stato civile per un giorno, impegnato a farfugliare formule che la sua miopia, nel viaggio dal foglio tremante che teneva tra le mani alla sua bocca, trasformava in parole senza senso alcuno. Ma i due sposi non se ne curavano. Si tenevano la mano e si sorridevano.[…] Poi erano arrivati quei colpi, come dei mortaretti, ma meno gioiosi, più secchi, più cupi. Un suono che Buonvino conosceva bene ma che lì, in quel momento e in quel clima festoso, era del tutto fuori contesto, insopportabilmente volgare. Quando si era voltato verso Veronica l’aveva vista a terra. Che diavolo ci faceva lì? E poi

Lei in fin di vita e tante domande senza risposta per il commissario: chi aveva voluto attentare alla vita di Veronica? Forse si voleva indirettamente colpire lui stesso?

Ma i colpi di scena non mancano. Mentre il nostro commissario straziato dal dolore cerca risposte, un attentato efferato a piazza di Siena: un uomo crivellato da colpi di proiettile, come davanti ad un plotone d’esecuzione.

Indagando sul passato dell’uomo Buonvino lo ricostruisce  fino ad un evento del 1944 a Roma:

“Mentre la moglie, ancora in coma, lotta tra la vita e la morte, nel commissario nasce presto il sospetto che quelle due vicende possano essere legate da un filo invisibile.” (da Marsilio Editori)

Gli altri della serie su tuttatoscanalibri

Assassinio a Villa Borghese,

Buonvino e il caso del bambino scomparso

C’è un cadavere al Bioparco

Francesco Bianchi “Il coraggio dei vinti”, presentazione

Armando Curcio Editore

Se mi chiede perché ho scritto il libro rispondo che la memoria è
importante e ricordare ancora di più. Mi vorrei riallacciare al
pensiero di Liliana Segre, per il giorno della memoria di questo anno,
in cui ha detto  che fra qualche anno non saranno più presenti, nei
libri di storia, le poche righe che attualmente ci sono riguardo la
Shoah. Sacrosanta verità.
Le poche righe riguardo i deportati italiani infatti, prigionieri
politici e internati militari italiani, non ci sono già più eppure si
tratta di migliaia di prigionieri che solo per la decisione di non
piegarsi al regime nazi-fascista hanno pagato, spesso con la vita,
questa scelta. Giusto quindi ricordare anche questo importante
capitolo della resistenza del nostro paese.

Francesco Bianchi

La sinossi

In un podere fiorentino nel periodo della seconda guerra mondiale una famiglia di mezzadri fatica a portare avanti i ritmi delle colture; due dei tre figli dei contadini, Oliviero e Giovanni, prestano infatti il servizio militare.
Anche Elio, il figlio più piccolo, riceve la chiamata alle armi dalla Repubblica Sociale ma decide di non arruolarsi.
Tra fughe, diserzioni e carcere, due fratelli si ritroveranno in un campo di prigionia in Germania mentre il terzo, Giovanni, continua a lavorare forzosamente per i tedeschi. Proprio Giovanni, durante uno dei suoi servizi, si accorge che due deportati sono i suoi fratelli. L’arrivo degli Alleati rappresenta una svolta importante ma il rientro a casa dei superstiti risulta più duro del previsto. Un romanzo che oltre a trattare un periodo storico particolarmente cruento ricorda anche gli argomenti degli eccidi più spietati ed alcuni importanti episodi della resistenza italiana.

Alcuni stralci

Dopo aver ricevuto un passaggio sul camion di un contadino che da Napoli rientrava a Roma, i tre giovani iniziano così la salita di Monte Mario, partenza della Via Francigena a quanto ricorda Terzo. Non si tratta di una vera scalata di montagna, ma la salita è comunque piuttosto ripida e tortuosa e i tre hanno subito il fiato corto.

«Arrivati in vetta troveremo il sentiero» dice Terzo con il fiatone che aumenta passo dopo passo. Si aggiusta continuamente il berretto,
infastidito dal sudore che gli cola dalle tempie e dal forte vento, nonostante la giornata soleggiata.

«Lo spero» commenta Oliviero con un filo di voce, sudato fradicio anche lui.

«Speriamo piuttosto di non fare brutti incontri» conclude Libero.

(dal RIENTRO per LA VIA FRANCIGENA di OLIVIERO: uno dei protagonisti che sarà poi deportato nel campo di prigionia tedesco insieme a suo fratello ELIO)

«Firenze è stata una città esempio, come Napoli. La resistenza ne ha ripulito gran parte dai tedeschi prima dell’arrivo delle forze Alleate; farlo non è stato indolore, però. Ci sono state molte vittime, hanno dovuto seppellire i morti perfino nei giardini e negli orti perché i cimiteri erano pieni.»

«I tedeschi hanno minato e fatto saltare cinque dei sei ponti, dividendo Oltrarno dal resto della città; solo il Ponte Vecchio è rimasto intatto, dicono per volere di Hitler che ha preferito salvaguardare la civiltà. Credo invece che se l’avessero fatto saltare con le case costruite sopra, i detriti avrebbero comunque consentito il passaggio.»

Il giovane si ferma per fare un lungo respiro, poi continua: «Molta gente è scappata nella parte sud dell’Arno e si è nascosta a Palazzo
Pitti. Non c’è stata acqua e luce per giorni. I tedeschi hanno applicato un rigidissimo coprifuoco: se trovavano fuori qualcuno, lo
uccidevano all’istante.»

(dalla RESISTENZA di FIRENZE (racconto di un nuovo deportato nel campo di prigionia di Lauter agli altri deportati tra cui ELIO ed OLIVIERO).

FRANCESCO BIANCHI, classe 1976, fiorentino di nascita e pratese di adozione, ha una formazione tecnico-amministrativa e lavora per un’azienda del settore informazioni. Amante della lettura e della scrittura, ha avuto collaborazioni con testate giornalistiche su temi prettamente economico settoriali. Con il suo libro d’esordio è entrato nella decina finalista della III Edizione – Premio Clara Sereni – sezione inediti con il titolo provvisorio “LA GUERRA E IL PODERE”. Il titolo è stato successivamente modificato per scelte editoriali nell’attuale “IL CORAGGIO DEI VINTI”.

La Quarta di copertina