
La storia del brigantaggio post-unitario ha sicuramente un fascino particolare tanto che i suoi personaggi, la loro vita e le loro avventure, di violenza e di sangue, facilmente sono diventate appannaggio di leggenda.
La Maremma annovera nella storia del periodo personaggi legati al fenomeno del brigantaggio come Domenico Tiburzi, sicuramente il più famoso esponente del brigantaggio in Maremma tra l’Ottocento ed il Novecento, che l’autore “Di macchia e di monte. Ballata degli ultimi briganti” conosce essendosi documentato, tra tradizione orale e saggistica, sulla sua figura e su altre storie e fatti realmente accaduti che hanno poi ispirato il romanzo stesso.
Una realtà storica che però viene narrata alla fine, quasi una ballata malinconica di personaggi realmente esistiti, sebbene coperti da nomi immaginari: Ettore Manfredi re dei boschi dei monti dell’Uccellina, Scannafosso il sanguinario, la Dama bella e misteriosa, Consolazione signora della malavita locale, protagonisti di un mondo dimenticato.
“Sono le storie dei luoghi d’Italia illuminati da una luce violenta e tetra, quella Maremma in cui si muovono i briganti: il biondo Bianciardi, il selvatico Manfredi, Tribunale di Grazia e Giustizia, e sopra di tutti, lo sfuggente Bastiani, modellato sulla falsariga del famoso Tiburzi, Re della Macchia, e numerosi altri figuri le cui storie originano dal vero ma finiscono nella leggenda”(da Effequ Edizioni)
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Brevi note biografiche
Filippo Cerri (1991) è sceneggiatore e videomaker. Ha realizzato videoclip musicali, cortometraggi, documentari e ha contribuito alla realizzazione video dell’inchiesta vincitrice del Premio Morrione 2021. Suoi racconti sono pubblicati in riviste (come «In fuga dalla bocciofila») e antologie (come Albinia. 12 vie per raccontare una periferia, effequ 2017).