Marta Orriols “Dolce introduzione al caos”, presentazione

Traduzione di Stefania Maria Caminelli

Dani e Marta stanno insieme da un paio d’anni. Giocano, ridono, intrecciano passi e ambizioni in un’allegria limpida, senza pensieri, avvinghiati a una giovinezza ingannevole e lieve […]. Finché non scoprono di aspettare un bambino. (da Ponte alle Grazie Libro)

La gravidanza, il figlio, fino ad ora importante traguardo soprattutto al femminile.

La Orriols indaga il fenomeno da una prospettiva diversa: lei, Marta fotografa, non desidera e non vede questa condizione come necessaria e obbligatoria, le antepone la sua carriera e la sua attività artistica, ed è decisa all’aborto. Lui, Dani sceneggiatore, vede al contrario un figlio come un punto fermo nella propria vita, la possibilità per lui, orfano di padre in giovane età, di poter realizzare il desiderio-promessa che si era fatto di non abbandonare mai il proprio figlio. E la coppia felice e spensierata, sono entrambi trentenni, entra alla notizia nel caos dei sentimenti, del proprio ruolo e di persona e di coppia. Gli equilibri si sono spezzati, accompagnati da dubbi e paure per lei che comunque ha deciso.

Marta Orriols scardina, pagina dopo pagina, ogni pregiudizio semplicistico intorno alla gravidanza per esplorare dal di dentro le emozioni, le proiezioni, le contraddizioni che porta con sé.(da Ponte alle Grazie Libro)

e anche

Brevi note biografiche

Marta Orriols è nata nel1975 a Sabadell, in Catalogna. Ha studiato Storia dell’arte, vive e lavora a Barcellona e ha due figli. Si è occupata di sceneggiatura cinematografica, scrittura creativa e lavora come lettrice editoriale. Il suo primo romanzo, Imparare a parlare con le piante (Ponte alle Grazie, 2020), ha riscosso grande successo di pubblico e di critica ed è già stato tradotto in tredici lingue.(da Ponte alle Grazie Autore)

Rešoketšwe Manenzhe “Randagi”, presentazione

Traduzione di Lucia Fochi

Sudafrica 1927: il parlamento promulga la legge contro l’immoralità e vieta le unioni tra etnie diverse, legge che porterà Alisa e Abram e le loro due figlie dentro una condizione inimmaginata.

“Secondo il comma 5, se possiamo dimostrare che siamo sposati non avremo nessun problema”. Alisa lesse il punto che le indicava. Poi scuotendo la testa, indicò a sua volta un comma: “Ma qui c’è scritto che se non possiamo dimostrarlo, ci riterranno non sposati. E la pena è di cinque anni di carcere per te, quattro per me, e le bambine…” E lì non resse.

Lui bianco europeo è un produttore di vino a Città del Capo, lei nera nata da uno schiavo nei Caraibi ma adottata da un ricco inglese e cresciuta nel Regno Unito, aveva cercato nella punta d’Africa il paese che potesse unificare quei mondi in cui si sentiva ugualmente estranea e trovare finalmente radici.

Un profondo bisogno e una possibilità spezzati da leggi che non lo avrebbero permesso. Un salto nel buio che Alisa non sa accettare e sopportare e da cui nascerà un gesto estremo. E Abram e Dido, la figlia maggiore, saranno i due randagi alla ricerca di uno spazio per loro.

“Le voci dei Randagi di Rešoketšwe Manenzhe si intrecciano al suono delle leggende e dei miti africani: Abram, Dido e Alisa aggiungono un capitolo all’eterna saga di chi parte, di chi resta, di chi si perde andando, restituendoci un’intensa testimonianza del potere delle storie, l’unico bagaglio che possiamo sempre portare con noi”(da Solferino Libri)

e anche

Brevi note biografiche

Rešoketšwe Manenzhe è nata in un villaggio sudafricano e vive a Città del Capo, dove sta terminando un dottorato di ricerca. I suoi scritti sono apparsi, fra gli altri, sulla «Kalahari Review», su «Fireside Fiction» e nella «Sol Plaatjie European Union Anthology» del 2017. Randagi, pubblicato in Sudafrica nel 2020, è immediatamente diventato il debutto più acclamato dell’anno, vincendo prestigiosi premi letterari, come il 2020 Dinaane Debut Fiction Award e il 2021 HSS Award for Fiction by a Single Author, ed entrando nelle selezioni del 2021 UJ Prize for South African Writing in English, del 2021 South African Literary Awards e dei Sunday Times CNA Literary Awards.(da Solferino Libri, Autori)

Gianluigi Gherzi “Alfabeti della gioia”, Anima Mundi Edizioni

Nota introduttiva di Franco Arminio

Pagine 80, prezzo 12 euro

Anima Mundi Edizioni 

Lascia che il rosso

della facciata di una casa

ti sia d’augurio

per tutto il giorno

e che il primo volto

incontrato per strada

sia per te un romanzo

di domande

Dopo il successo del libro Ti aspetto nella mia casa a disordinare (AnimaMundi, 2019) Gianluigi Gherzi torna con una nuova raccolta di poesie. Alfabeti della gioia è un libro che parla e canta le dimensioni della gioia, del corpo, della felicità. Le canta senza ignorare, ma, anzi, in continuo dialogo con il grigio che sta attorno. Un canto che è un invito all’azione, alla creazione di destini, personali e collettivi. Il libro indaga le dimensioni della felicità possibile, dell’amore che pervade certi gesti, la meraviglia dell’attenzione alle cose, la gioia dell’imboccare sentieri sconosciuti, lo stupore della memoria come forza che riempie e riesplode nel presente, il ruolo della poesia, dei libri, nell’essere indicatori di rotte e cammini.

Gianluigi Gherzi è scrittore, attore, regista teatrale. Ha recitato e diretto spettacoli per alcuni dei più importanti gruppi italiani di teatro di ricerca. Come scrittore ha pubblicato i romanzi Tuani, Pacha della strada, Atlante della città fragile per l’editore Sensibili alle foglie. Come poeta ha pubblicato i libri A cosa serve la poesia – Canti per la vita quotidiana (Sensibili alle Foglie) e Ti aspetto nella mia casa a disordinare (AnimaMundi, 2019). Nel 2020, insieme a Cristiano Sormani Valli, ha scritto A che pagina è la nostra fortuna? (AnimaMundi, 2020).

Un libro per Ferragosto?

tuttatoscanalibri consiglia:

una tetralogia di successo: quattro spy story da leggere anche separatamente e non in sequenza.

Ambientazione storica documentata in modo rigoroso insieme ad un impianto thriller ben congegnato e avvincente.

Su Amazon in cartaceo e in ebook con anteprima, sinossi e commenti

E buon Ferragosto a tutti!

Omaggio a Luis Sepúlveda

Su mangialibri: un’intervista, la vita, le opere

Su mangialibri: recensioni e un’intervista

e su Robinson la Repubblica un articolo di Stefania Parmeggiani

e su Consigli.it:

5 libri per ricordare (o scoprire) lo scrittore cileno

su tuttatoscanalibri la recensione di Salvina Pizzuoli a

“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”

Luigi Cristiano, Gianni De Martino “Viaggi e profumi”

 Alla scoperta degli aromi del mondo naturale nei paesi delle essenze

in libreria il 12 agosto

pagine 216, prezzo 14 euro

 Anima Mundi Edizioni

“Il profumo segnala quello che vogliamo essere, e collocandosi alla confluenza della biologia, della storia, della geografia e persino della linguistica, rivela le nostre attrazioni culturali.”

In viaggio. Alla scoperta dei profumi del mondo e alla ricerca di sensazioni e immagini olfattive, gli autori di questo libro hanno “messo il naso” in casa d’altri, gustando gli aromi dei principali paesi produttori di piante da profumo: spinti dall’interesse, uno come erborista compositore di fragranze e l’altro come studioso di antropologia sensoriale, per le piante aromatiche, le migliori basi naturali per creare profumi. Dalla quasi desertica vallata marocchina del Dades all’umida foresta messicana dove cresce la vaniglia, dai cieli azzurri della macchia mediterranea alle strade notturne di Istanbul e alle Medine delle città arabe dove spezie e incenso si confondono nella calca dei suq, il cammino è intessuto di sensazioni in movimento: colori, odori, incontri che per un istante hanno risvegliato i sensi, nutrito la loro immaginazione e apportato nuove conoscenze. Perché viaggiare non è solo vedere. Il libro che ne risulta è un primo contributo per una geografia dei profumi, con l’aggiunta di due capitoli – sui profumi della Bibbia e i balsami della Pompei antica – che sono viaggi nel tempo, all’origine dell’arte profumiera e della sua storia.

Luigi Cristiano, nato a Torre Annunziata, vive e lavora tra Milano e Marrakech come erborista, fitopreparatore e creatore di profumi. È redattore della rivista “Erboristeria Domani” e autore di La nota gradevole. Storia naturale del profumo (Studio Edizioni, 2001). Ha pubblicato Prontuario per il corretto uso delle Piante Officinali (2008) e Piante cosmetiche (2011).

Gianni De Martino, giornalista e scrittore, è autore di numerosi libri, tra cui Hotel Oasis (Mondadori, 1988), Hotel Oasis & Regraga (Zoe, 2001), Odori (Apogeo, 2006), Voglio vedere Dio in faccia. FramMenti della prima controcultura (Agenzia X, 2019) e Addio a Mogador (Booksprint, 2020).

Giacomo Papi “Italica”

Il Novecento in trenta racconti (e tre profezie)

Il titolo e il sottotitolo di questa raccolta di racconti del Novecento esplicitano le caratteristiche particolari che la contraddistinguono: la più interessante è rappresentata dalla scelta che il curatore propone, una scelta sicuramente difficile data la produzione altamente densa e articolata del nostro panorama letterario novecentesco. Un secolo difficile raccontato dai nomi di spicco del parco letterario italiano: Italo Calvino, ad esempio, con il significativo racconto L’avventura di due sposi, Piero Chiara, Morante, Ginzburg, Ortese e Sciascia, solo per citarne alcuni, ma anche Natalia Ginzburg, Elsa Morante, Malaparte, Fenoglio, Primo Levi il cui racconto è inserto nella sezione “Tre profezie”, insieme a Buzzati e Anna Rinonapoli, dove racconta alla fine degli anni 60 un nuovo tipo di pubblicità da farsi tatuare in fronte in cambio di denaro…

Non solo racconti quindi ma la Storia in essi contenuta: ci sono le voci di chi quel periodo e quei fatti li ha vissuti, letti, interiorizzati e raccontati con la lucidità o la preveggenza o la sensibilità di chi scrive, a cui si aggiungono le presentazioni del curatore con la sua personale lettura del Novecento, corredata attraverso statistiche, relazioni parlamentari, articoli di giornale.

“La Grande guerra, il fascismo, le leggi razziali, la Liberazione e la Repubblica, la riforma agraria, le fabbriche e gli impiegati, la legge Merlin, la mafia, il calcio, i computer, la pillola, il terrorismo, l’eroina, la valanga di Mani pulite fino alle navi cariche di migranti. Tutto questo, e molto altro, ha segnato il Novecento e continua a condizionarci perché fa parte di noi. E come in un film in bianco e nero che pian piano, mentre la pellicola scorre, diventa a colori, Giacomo Papi ci accompagna lungo il secolo fino alle tre profezie finali, dove appare il nostro presente”(da Rizzoli Libri)

Giacomo Papi (Milano 1968) è scrittore, giornalista e autore televisivo. I suoi ultimi romanzi sono Il censimento dei radical chic (2019) e Happydemia (2020). In precedenza, ha pubblicato I primi tornarono a nuoto (2012), I fratelli Kristmas (2015) e La compagnia dell’acqua (2017). Nel 2004 ha fondato Isbn Edizioni, che ha diretto fino al 2008. Collabora con Che tempo che fa dal 2009 e scrive su «la Repubblica», «il Post» e «Il Foglio». Dirige il Laboratorio Formentini per l’editoria della Fondazione Mondadori.(da Rizzoli Libri Autori)

The Passenger “Oceano”

Il singolare è d’obbligo: Oceano, unico grande mare che ricopre oltre il settanta per cento del pianeta. «Bisognerebbe chiamare la Terra Oceano, perché tutte le masse terrestri sono isole» suggerisce l’icona dell’oceanografia Sylvia Earle. Questo invito a cambiare sistema cosmologico, a essere meno terracentrici, si accompagna alla necessità di una conversione etica che miri all’empatia e a una visione del mondo meno antropocentrica. ( dalla presentazione sul sito Iperborea)

con il link sopra riportato troverete anche:

il Sommario del volume e alcune pagine da scorrere e visionare

Le pubblicazioni The Passenger di Iperborea:

Con il titolo The Passenger , Iperborea annovera una serie di volumi che presentano inchieste, reportage, saggi, narrativa che determinano il ritratto del Paese trattato fornendone un ampio quadro sotto l’aspetto culturale, economico, politico anche attraverso gli scritti di narratori, giornalisti, esperti.

Su tuttatoscanalibri:

Svezia

Roma

Napoli

Spazio. Per esploratori dell’universo

“La fiera dell’est. Russia e Turchia alla conquista del Mediterraneo allargato”, di Nicola Lippolis, Paesi Edizioni

Nel saggio di Nicola Lippolis, le mire neo-ottomane di Erdogan, la sfida di Putin all’Occidente, il conflitto in Ucraina e le trappole del Medio Oriente. Un libro per comprendere l’attualità e risalire alla fonte della crisi

Il conflitto in Ucraina e l’instabilità del Mediterraneo, teatro di guerre e tensioni, continuano a mettere in discussione quegli equilibri occidentali che si ritenevano consolidati: cosa sta accadendo? A risalire alla fonte della crisi è lo studioso ed esperto di relazioni internazionali Nicola Lippolis che, nel nuovo saggio La fiera dell’Est. Russia e Turchia alla conquista del Mediterraneo allargato, propone un’analisi dell’epocale avanzamento delle due nazioni nell’area Mena (Medio Oriente e Nord Africa), a scapito soprattutto di Stati Uniti, Unione Europea e Italia.  

Gli attori in gioco e i teatri di crisi, l’ascesa di Mosca e l’avanzata turca, gli Stati Uniti in fuga e lo smarrimento dell’Europa, sono questi i punti attraverso cui l’autore studia e osserva lo scenario geopolitico attuale, risalendo fino alle origini della crisi che, da decenni, travaglia l’area del Mediterraneo e i suoi dintorni. Il saggio in particolare focalizza l’obiettivo sul ruolo, gli interessi e le interferenze della Russia e della Turchia.Forti di un approccio pragmatico e interventista in politica estera, Putin ed Erdogan in pochi anni hanno dominato le sorti di conflitti annosi, come quelli di Siria e Libia, mettendo a nudo i limiti di strategie e visioni di Stati Uniti e Unione Europea. «Quella tra Russia e Turchia in Nord Africa e Medio Oriente è una strana convivenza. Nessuna delle due potenze può ritirarsi dai teatri di crisi in cui è intervenuta. Nessuna delle due può vincere escludendo l’altra» scrive l’autore nel libro. Ma la loro sete di potere potrebbe spingergli a compiere nuovi passi falsi, riducendo al collasso i popoli e le nazioni che governano. Se Erdogan è stato sul punto di abdicare nel golpe dell’estate 2016, con l’invasione dell’Ucraina Putin ha inaugurato la stagione più difficile della Federazione russa da quando è alla guida del Cremlino.

«Il libro di Nicola Lippolis – sottolinea nella prefazione al volume Michela Mercuri, docente universitaria ed esperta di storia e geopolitica del Mediterraneo – riesce a delineare in modo chiaro e puntuale la complessità e la fragilità di questo spazio geopolitico, a partire dalla cosiddetta “sponda Sud” del Mare Nostrum troppo spesso dimenticata».

Nicola Lippolis, pugliese, classe 1976. Studi universitari in Scienze politiche, coltiva da anni la passione per gli affari internazionali. Ricopre un ruolo quadro nella Pubblica amministrazione. Ha compiuto missioni diplomatiche in diversi Paesi del Medio Oriente. Il suo ultimo impiego è stato nel Corno d’Africa.

Omaggio a Carlos Ruiz Zafón

La Quadrilogia dal titolo “Il cimitero dei libri dimenticati” si compone di: “L’ombra del vento”, ” Il gioco dell’angelo” (2008), “Il prigioniero del cielo” (2012), ” Il labirinto degli spiriti” (2016).

La vita è breve, soprattutto nella parte migliore, recita una frase inclusa nelle pagine de L’ombra del vento, il libro-fenomeno che fece dello scrittore catalano Carlos Ruiz Zafón, morto a Los Angeles dopo una lunga battaglia contro il cancro, uno dei romanzieri di massimo successo nell’intero mondo. È stato addirittura il narratore spagnolo più letto internazionalmente dopo il classico Cervantes”. Così scrive Leonetta Bentivoglio ( La Repubblica cultura 20 giugno 2020) nel suo ripercorrere gli eventi e gli scritti più conosciuti dell’autore spagnolo. Soffermandosi poi sul testo di maggior successo, ne traccia una breve sinossi e ne enuclea le caratteristiche: “La cornice integrante de L’ombra del vento è una Barcellona suggestiva e doppia: per un verso riflette gli ultimi lampi dell’onirico cosmo modernista; per un altro è segnata dai bagliori minacciosi della guerra e dalle oppressioni del franchismo. Protagonista è Daniel, condotto da suo padre, proprietario di una libreria specializzata in edizioni per collezionisti e testi usati, ad addentrarsi nei misteri del Cimitero dei Libri Dimenticati. In questa necropoli, affondata nel cuore della città vecchia, enormi masse di volumi vengono sepolte dall’oblio. Quello scelto da Daniel, intitolato L’ombra del vento e firmato dal misterioso Julián Carax, diventa il motore stregato del suo viaggio esistenziale, guidandolo in un labirinto di intrighi celati nell’anima più antica e oscura di Barcellona”. 

 
 

“L’ombra del vento” è stato il primo vero bestseller planetario spagnolo del dopoguerra arrivando, tradotto in 36 paesi, a vendere 8 milioni di copie, un milione solo in Italia dove l’autore, Carlos Ruiz Zafon, morto oggi a Los Angeles a 55 anni dopo una lunga malattia, ha dei veri e propri fan. Era nato il 25 settembre 1964 a Barcellona, amata città che sarà al centro della maggioranza dei suoi libri, con Avinguda del Tibidabo, Els Quatre Gats in Calle Montsiò e Montjuic che sono i luoghi principali in cui si svolgono le vicende di Daniel Sempere, protagonista dei suoi romanzi più famosi, a cominciare dalla quadrilogia del “Cimitero dei libri dimenticati”. Lui stesso ne spiegava così l’origine: «Con il mondo sempre più popolato da media che vanno oltre il libro, pur avendo in esso la propria origine, ho voluto che la carta stampata si riappropriasse di ogni stimolo sensoriale, cercando di creare un’esperienza a 360 gradi. Tutto ha avuto inizio con un’immagine, quasi una fotografia mentale: una biblioteca per i libri che rischiano di andare perduti, libri salvati da chi crede nel loro valore. […].La quadrilogia, storia tra il poliziesco e il noir con echi metafisici e misterici si apre nel 2002 proprio con “L’ombra del vento” con sullo sfondo la città anni Quaranta, piegata dalla seconda guerra mondiale e oppressa dalla dittatura franchista, per proseguire nel 2008 con “Il gioco dell’angelo”, prequel ambientato negli anni Venti, in una Barcellona reduce dalla guerra ispano-americana.  […]( da Il Tirreno 20 giugno 2020 )

 
 
 
 
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La città di vapore recensione di Salvina Pizzuoli

“L’ombra del vento” un riuscito mix di generi narrativi


Omaggio a:

Elsa Morante

Italo Calvino

Curzio Malaparte

Raffaele La Capria