Un libro per l’estate? Un riuscito mix di generi narrativi

Carlos Ruiz Zafón “L’ombra del vento”

Un romanzo corposo non solo per mole, ma denso di personaggi e di storie che si intersecano e si svelano lentamente fino all’agnizione finale, come in ogni buon giallo, e non solo, ma un testo narrativo in cui vari “generi” si mescolano e si integrano: una miriade di protagonisti mai comparse, anche se occupano poco spazio nella storia complessiva, pennellati in modo vivido ed efficace, tipi umani esecrabili o incredibili, misteriosi, vili o superbi nel loro sentirsi superiori, colti o ignoranti, eroi della vita nel suo scorrere quotidiano, vittime e carnefici. E anche tante possibili chiavi di lettura: romanzo di formazione, quella del giovane Daniel, voce narrante; storia di amori impossibili di donne angariate da rigide convenzioni sociali, o mogli o puttane; della guerra civile e della dittatura franchista, violenta e castrante letta sullo sfondo di una Barcellona prevalentemente grigia e misteriosa, avvolta com’è dalle nebbie e bagnata da piogge pesanti, cupa come la nera atmosfera che la pervade nelle magioni abbandonate, nei vicoli e nei tuguri; del mistero che si cela dietro un libro e la vita di uno scrittore:

“Ogni libro, ogni volume possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza […] quando una biblioteca scompare, quando una libreria chiude i battenti, quando un libro si perde nell’oblio, noi, custodi di questo luogo, facciamo in modo che arrivi qui. E qui i libri che più nessuno ricorda, i libri perduti nel tempo, vivono per sempre, in attesa del giorno in cui potranno tornare nelle mani di un nuovo lettore […] chi viene qui per la prima volta deve scegliere un libro e adottarlo, impegnandosi a conservarlo per sempre, a mantenerlo vivo”

La trama prende le mosse da questo incipit con Daniel e il padre protagonisti del capitolo di apertura dal titolo “Il Cimitero dei Libri Dimenticati” che, come un fil rouge che attraversa il romanzo e coinvolge i due protagonisti principali, si conclude ancora lì vent’anni dopo… per aprirsi a nuovi ulteriori scenari.

Un libro da leggere anche solo per il piacere di leggere un romanzo che sa costruire immaginari, avvolgere nel mistero, da ingoiare in un baleno o da gustare brano per brano, pagina per pagina nei dialoghi, nelle battute dissacranti e poi in tutto l’insieme delle varie sfaccettature che lo costruiscono che, qualora lo si rileggesse, potrebbe svelarne ancora altre.

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