Francesco Randazzo “Freme la vita. I sogni di Goffredo Mameli”, Graphofeel Edizioni

Quel ragazzo è un simbolo!” gridò uno mentre lo portavano via. “Salvate almeno lui, se non per questa Repubblica sotto assedio e quasi vinta, per la Repubblica che verrà!”

Graphofeel Edizioni

La biografia romanzata di Goffredo Mameli, patriota e scrittore, ragazzo entusiasta e pieno di gioia di vivere, morto a soli ventuno anni durante la difesa della Repubblica romana. Vissuto tra Genova, Milano e Roma, fu una vera star del Risorgimento, ed ebbe grande influenza nella cultura del suo tempo. Amico di Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, amato dalle donne e venerato dagli amici è l’autore del testo dell’attuale Inno d’Italia che fu musicato da Michele Novaro.

“Il Risorgimento è stato relegato ad una esaltazione retorica,” – spiega l’autore – “mentre invece è stato animato da uno spirito libertario e rivoluzionario, ricco di idealismo democratico, vissuto non soltanto dalle classi intellettuali, ma anche dal popolo e da moltissimi giovani. Mameli era uno di questi ragazzi, il più famoso, ma forse anche il meno conosciuto. Se lo si spoglia dell’apologia posteriore, mostra tutte le fragilità di un adolescente, ma anche tutta la forza di ribellione, la voglia di cambiare il mondo in meglio. Ai miei occhi è diventato come un ragazzo d’oggi che protesta e lotta per i diritti negati, contro le ingiustizie e le sopraffazioni.”

Francesco Randazzo si è laureato in Regia nel 1991 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. Lavora in Italia e all’estero come regista e autore per importanti teatri e festival. È fondatore della Compagnia degli Ostinati – Officina Teatro, della quale è stato direttore artistico. Ha pubblicato testi teatrali, poesie, racconti e due romanzi; ha ottenuto numerosi premi di drammaturgia e letteratura nazionali e internazionali. Suoi testi teatrali sono stati tradotti in spagnolo, ceco, francese e inglese e rappresentati in Canada, Usa, Croazia, Slovenia, Belgio, Spagna, Francia, Cile. Per Graphofeel ha pubblicato I duellanti di Algeri (2019) e Il vero amore è una quiete accesa (2021).

Alessandro Marzo Magno “Casanova”, presentazione

Chi era Giacomo Casanova? Un avventuriero intraprendente, un letterato generoso, un diplomatico accorto, un baro temibile, un viaggiatore instancabile e –ça va sans dire– un grande amante delle donne.(da Editori Laterza)

Ce lo presenta lo studioso veneziano Alessandro Marzo Magno nella biografia che lo ritrae: non solo un libertino, un avventuriero, sempre in giro tra una corte e l’altra, giocatore d’azzardo e spesso baro e frequentatore di carceri, ma anche uno studioso, un letterato, un filologo e non solo un seduttore, anche se spesso l’immgine che si ha di lui si limita spesso a questo aspetto.

La sua autobiografia Histoire de ma vie, nella seconda metà dell’Ottocento venne rivisitata e riabilitata come opera storica, fondamentale per cogliere il Settecento, secolo di grandi aperture sociali e politiche di cui il nostro fu particolare interprete. Molte le città visitate, un centinaio, ma anche cittadine e località varie e in parecchie tornando più volte e molti gli incontri con sovrani regnanti, ma hanno riguardato anche attori, artisti in genere e sicuramente molte donne che nell’autobiografia cita con le iniziali, ma i cui numeri non sono poi così fuori dai canoni e, per citare direttamente dal testo di Magno

“Le donne, ah le donne! Non mancano le sorprese, però: a conti fatti, Casanova non era un gran casanova. Basta fare pochi calcoli. Chi si è occupato della sua biografia sostiene che nell’Histoire siano nominate 116 donne. […] la media di Casanova – pur con tutte le cautele del caso – sarebbe stata di meno di tre donne all’anno: […]. Anche accettando il più benevolo, e più recente, computo di 225 donne citate, sarebbero 5,3 all’anno, media non certo stratosferica e ben lontana da quella del suo concorrente diretto e di fantasia, don Giovanni, il cui catalogo ricorda che soltanto «in Ispagna son già mille e tre».

Pat Garrett “L’autentica vita di Billy the Kid”, LdM Press

Per la prima volta in traduzione italiana la biografia del più famoso bandito del Far West scritta dallo sceriffo

Pat Garrett

Traduzione, introduzione, note e cura di Aldo Setaioli

Lorenzo De’ Medici Press

Per la prima volta in traduzione italiana la biografia del più famoso bandito del Far West scritta dallo sceriffo Pat Garrett che, dopo avergli dato la caccia, lo uccise nel 1881. Probabilmente il libro più interessante, tra i tanti che sono stati dedicati al Kid, perché fu scritto quasi a ridosso dei fatti e rimane anche il primo a proporsi di offrire una versione autentica della vita e delle imprese del famoso fuorilegge che, dal momento della morte fino ad oggi è stato spesso rappresentato avvolto in un’aura quasi di leggenda, senza tener conto dell’effettiva realtà dei fatti. I motivi che indussero Garrett a pubblicare questa vita di Billy the Kid, indicandola fin dal titolo come “autentica”, sono da ricercarsi in parte nel desiderio di sfatare l’aura di sensazionalismo che subito circondò la figura del fuorilegge, ma anche le accuse moralistiche dei predicatori religiosi, riconoscendo gli aspetti positivi della personalità del Kid. In parte anche maggiore, tuttavia, il motivo di Garrett va ricercato nella volontà di difendersi dalle accuse che gli furono rivolte di averlo ucciso a tradimento.

«Questa “vita” (più che biografia) di Billy the Kid, il famoso fuorilegge eroe di innumerevoli film, che qui presentiamo per la prima volta al lettore italiano, è probabilmente il libro più interessante, tra i tanti che gli sono stati dedicati, perché fu scritto, quasi a ridosso dei fatti, non solo da un testimone oculare delle sue imprese, ma da colui che lo uccise, lo sceriffo Pat Garrett, anche lui celebrato in innumerevoli film. È anche il primo che si propone di offrire una versione autentica della vita e delle imprese del famoso fuorilegge, che dal momento della sua morte fino ad oggi è stato spesso rappresentato avvolto in un’aura quasi di leggenda, senza tener conto dell’effettiva realtà dei fatti. L’autore, Patrick Floyd Jarvis Garrett (1850-1908), fu eletto sceriffo della contea di Lincoln, nel Nuovo Messico, nel 1880. Ebbe anche la nomina a Deputy US Marshal (agente federale aggiunto), che gli permetteva di inseguire i ricercati oltre i confini dello stato. Gli venne quindi affidato il compito di arrestare, o comunque eliminare, il famoso fuorilegge. Occorre precisare che era lui stesso tutt’altro che un santo. Cacciatore di bufali in Texas nel 1876, vi aveva ucciso un uomo, che dopo una zuffa a mani nude tentava di ucciderlo con un’ascia. Si consegnò alle autorità, ma non venne condannato. Si trasferì in seguito a Fort Sumner, nel Nuovo Messico, dove fu barista e successivamente mandriano per conto di Pedro (Pete) Maxwell, nella cui casa avrebbe poi ucciso il Kid. Come sceriffo ebbe l’appoggio del grande allevatore John Chisum. Garrett e il Kid certamente si conoscevano, e del resto il primo dichiara apertamente di averlo non solo conosciuto, ma anche frequentato. Entrambi erano presenti nella zona durante la celebre guerra per il bestiame della contea di Lincoln, nella quale Garrett, a differenza del Kid, non prese parte attiva. Si diceva anche che avessero partecipato insieme a razzie di bestiame, ma, secondo un’autorevole biografia di Garrett, queste voci non sono sostenute da prove documentarie. In ogni caso, parecchi anni dopo il Kid, anche Pat Garrett venne ucciso in un agguato, sebbene non si sia mai saputo con precisione da chi.».

Pat Garrett (1850-1908) è stato uno dei più popolari sceriffi nell’epoca del Far West. Inizialmente cacciatore di bufali e poi barista, divenne sceriffo di Lincoln County nel New Mexico. Ebbe anche la nomina a Deputy US Marshal (agente federale aggiunto), che gli permetteva di inseguire i ricercati oltre i confini di un singolo Stato. Gli venne quindi affidato il compito di arrestare, o comunque eliminare Billy the Kid mettendo fine alle sue imprese criminali e all’attività della sua banda. Nel dicembre del 1901 il Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt lo nominò uno dei tre ‘pistoleri della Casa Bianca’. Dopo alterne vicende, venne ucciso in un agguato, sebbene non si sia mai saputo con precisione da chi.

Silvia Bencivelli “Il dubbio e il desiderio, Eva Mameli Calvino”, presentazione

Eva Mameli Calvino è stata una botanica importante vissuta tra il 1886 e il 1978, al lavoro tra la Sardegna, Cuba e la Liguria. Nata Mameli, e diventata Calvino sposando Mario, ha avuto un figlio famoso scrittore, di nome Italo, attraverso il quale viene oggi più spesso ricordata.(da Electa)

Electa dedica una collana, Oilà, curata da Chiara Alessi e con il progetto grafico a cura dello Studio Sonnoli, alle biografie di figure femminili del Novecento che sono state protagoniste nel panorama italiano e internazionale in vari settori “creativi” spesso ritenuti solo appannaggio al maschile. In questa biografia Silvia Bencivelli racconta Eva Mameli Calvino: un’ importante botanica vissuta tra il 1886 e il 1978, in un’epoca in cui alle donne in quel settore veniva dato poco spazio e scarso riconoscimento. Ma a lei si devono la coltivazione del primo avocado italiano e moltissimi articoli scientifici oltre che consigli per chi volesse dedicarsi alla cura delle piante e del giardino. Più conosciuta invece perché madre di Italo Calvino che al contrario non ha bisogno di ulteriori presentazioni. La biografia è come detto di Silvia Bencivelli giornalista scientifica, scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisivatra su Radio3 e Rai Cultura oltre ad essere docente di Comunicazione della scienza alla Sapienza – Università di Roma e in altre sedi.

A questo link altre Biografie dal Catalogo Electa

Melania G. Mazzucco “Jacomo Tintoretto & i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana”, presentazione

“Jacomo Tintoretto & i suoi figli, che qui si presenta in una nuova edizione, è uno degli oggetti letterari piú affascinanti e originali della produzione italiana degli ultimi anni: accuratissima e fedele biografia, la prima importante apparsa in Italia del pittore veneto, precipitato di una raccolta di materiali durata piú di dieci anni, grandioso affresco storico brulicante di personaggi – Tintoretto ovviamente, ma anche i figli, il padre, la moglie e tanti altri -, ritratto di una città, Venezia[…] (dal Catalogo Einaudi)

“Volevo scrivere una biografia su Marietta, ma arrivata a Venezia per le prime ricerche mi resi conto che la sua storia era tutta consumata all’interno di quella del padre. Non potevo separarle, dovevo scrivere una biografia comune”

Così risponde all’intervistatrice Francesca Pellas (La stampa 11 diucembre 2023) Melania Mazzucco alla domanda su come avesse deciso di entrare nella vita di Tintoretto.

Quella della Mazzucco è un’accurata biografia che fa seguito al suo romanzo “La lunga attesa dell’angelo”, che l’autrice ha dedicato al grande pittore: dalla pagina romanzata alla verità storica frutto di appassionate ricerche in una dimensione ampia e allargata all’ambito familiare e all’ambiente particolare in cui era collocata: Venezia

Un autore le cui opere non raffiguravano semplicemente personaggi e ambienti “copiandola dalla natura o dall’arte, ma la “scriveva” come da un’immagine della mente, intravista in sogno, trovandola nel suo farsi – e solo nel farla la vedeva”

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Self Portrait. Il Museo del mondo delle donne

L’Architettatrice

Rita Charbonnier “L’amante di Chopin”, presentazione

Marcos Y Marcos

Grandi donne, grandi uomini, come in La sorella di Mozart, e qui si aggiungono grandi amori. Rita Charbonnier in questo nuovo lavoro ci accompagna nella vita di due artisti, allargata all’entourage familiare e intellettuale, una scrittrice le cui scelte e i cui scritti collocano tra le emancipate del secolo XIX, a partire dallo pseudonimo al posto del vero nome, Amandine-Lucie-Aurore Dupin, e un musicista che nella sua breve vita ha lasciato composizioni immortali: George Sand e Fryderyk Chopin. Si incontrano quando lei era ancora reduce da un rapporto tormentato con Alfred de Musset, lui ancora legato ad un amore lasciato in Polonia.

Lui è già cagionevole, tossisce e ha male al petto, morirà di tisi ancora giovanissimo, lei lo accudisce e cerca di proteggerlo dalla malattia con mille attenzioni tra le quali quella di cercare un clima benefico nell’isola di Maiorca o vivere nella villa di campagna di lei. Un amore che durerà a lungo, quasi dieci anni, periodo durante il quale lui scriverà le sue opere maggiori, lei scriverà di notte e lascerà volumi di romanzi e novelle, ma anche commedie e scritti varî mentre si prepara insieme agli amici giornalisti alla rivoluzione, partecipando attivamente ai moti parigini del 1848.

Altri scritti di Rita Charbonnier

Il suo primo romanzo, La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), è stato pubblicato in dodici paesi. La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011) completano un trittico con protagoniste personaggi femminili e la Storia.( da Marcos y Marcos)

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

La sorella di Mozart

Dorothea Burato “Emilio Federico Schubert”, presentazione

Il volume è l’esito di una approfondita ricerca sulla figura dello stilista di origini napoletane attivo a Roma a partire dagli anni Quaranta.

Emilio Federico Schuberth si impone sul territorio nazionale e internazionale grazie soprattutto al sapiente uso di strategie di promozione del suo marchio attraverso il medium cinematografico e quello televisivo. Nel panorama della moda italiana, che si afferma a partire dal dopoguerra, Schuberth rappresenta una voce fuori dagli schemi: il suo atelier è stato una tappa obbligata per le dive del cinema, le soubrette del varietà e le donne più eleganti del jet set internazionale.( da Electa Editore)

Nato a Napoli nel 1904 si trasferì a Roma; dopo aver lavorato come apprendista in sartoria e modisteria nel 1940 aprì un proprio atelier.

Dorothea Burato ha ricostruito la biografia e l’attività dello stilista attraverso uno studio attento e una ricerca incentrati sul materiale che le di lui figlie hanno donato al centro Studi  e archivio della comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma.

Una figura importante quella di Schubert e nel panorama della Moda ma anche nella sfera delle comunicazioni in genere, cinema, televisione, spettacolo nei due decenni di attività.

Il testo, come si legge nella presentazione della casa Editrice Electa si compone di quattro sezioni:

“quattro macro-sezioni: la prima è dedicata alla biografia del sarto, fino ad oggi poco indagata; la seconda alla ricognizione del proficuo rapporto che Schuberth ha instaurato con il mondo del cinema in venti anni di attività, dalla partecipazione come attore in alcuni film, alla promozione del proprio marchio grazie alle più famose dive del cinema; la terza si focalizza sul lavoro di Schuberth come stilista al servizio del grande schermo; la quarta sezione è dedicata alle esperienze nell’ambito radiotelevisivo e all’uso strategico che lo stilista fa del neonato medium televisivo promuovendo le sue creazioni anche al pubblico di massa. Chiude il volume l’analisi del filmato promozionale Vedette 444, brillante analogia tra la creazione di moda e l’industria meccanica cui prende parte anche Schuberth”

Tra le donne frequentatrici dell’atelier si annoverano oltre alla bella Soraya, Bette Davis, Gloria Swanson, senza dimenticare  la Sofia nazionale e la Lollobrigida.

Dorothea Burato è Assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Ha conseguito il dottorato di ricerca in “Scienze filologico-letterarie, storico-filosofiche e artistiche” presso l’Università di Parma con un progetto sullo stilista Emilio Schuberth e le sue relazioni con il cinema e la televisione italiana nel secondo dopoguerra. I suoi ambiti di ricerca si focalizzano sui rapporti tra moda e cinema, moda e televisione e sulla storia della critica italiana. È  journal manager della rivista accademica “Cinergie – Il cinema e le altre arti”.(da La Consulta Universitaria del Cinema)

Resa von Schirnhofer “Sull’uomo Nietzsche”, presentazione

Un testo importantissimo nella bibliografia e nella biografia nietzschiana, ma anche una lettura godibile per chi sia semplicemente curioso di conoscere aspetti inediti e personali di uno dei più importanti e carismatici filosofi del secolo scorso. ” (da La Feltrinelli)

Per la prima volta in italiano curata e tradotta da Susanna Mati, una biografia del filosofo incontrato, vissuto e visto dalla protagonista femminile durante un soggiorno a Nizza e a Sils-Maria  nel 1884, 14 giorni sereni da cui derivarono queste annotazioni datate 1937, quando lei era ormai 82enne: l’austriaca Resa Von Schirnhofer, un’anziana signora che decide di rendere aperti i suoi ricordi di giovane donna che conobbe e frequentò il filosofo quando aveva quarant’anni. Un incontro e uno scambio epistolare al suo seguito da cui derivano ricordi attenti ed equilibrati ma anche aneddoti e passaggi interessanti a documentare lo sviluppo del pensiero nietzschiano.

Pagine diverse sull’uomo Nietzsche perché, sebbene lei fosse una giovane studentessa in filosofia, il loro era stato un rapporto non tra docente e discente, ma tra un uomo e una donna che sanno condividere momenti di tranquilla serenità, parlando, ridendo, discutendo su libri e autori letti, ascoltando dell’ultima opera, Zarathustra, che in quel periodo Nietzsche aveva realizzato: momenti riposanti, gradevoli che solo l’amicizia sa regalare.

Tracy N. Todd  “Nina. La storia di Nina Simone”, AnimaMundi Edizioni

In occasione dei 20 anni dalla morte e dei 90 dalla nascita di Nina Simone, AnimaMundi edizioni pubblica

Illustrazioni di Christian Robinson

Traduzione: Anna D’Elia

Albo illustrato per bambini e adulti

Il 28 agosto 1963 Martin Luther King Jr. pronunciò il famoso discorso con l’incipit: «I have a dream». Il discorso fu tenuto da davanti al Lincoln Memorial di Washington alla fine di una manifestazione per i diritti civili nota come la marcia su Washington per il lavoro e la libertà durante la presidenza Kennedy.

Nina Simone è stata un’icona. La sua musica ha fatto da colonna sonora al Movimento per i Diritti Civili. Tuttavia prima di diventare Nina Simone era Eunice Kathleen Waymon, una bambina prodigio che cantava prima ancora di camminare e che ha imparato a suonare il piano sulle ginocchia del papà. Ma quando le chiusero le porte a causa del colore della sua pelle, scoprì velocemente che il suo talento non era abbastanza per avere successo. Nina nascose il dolore infondendolo nella sua musica e perseverò, trovando il modo di esibirsi nonostante gli ostacoli e con una voce simile a un tuono soffocato: fu così che giunse al trionfo. Ma mentre la carriera di Nina cresceva, i neri stavano soffrendo e manifestavano la loro rabbia e la loro paura per le strade delle città. Nina presto si unì a loro, e alzò la sua voce tonante in segno di protesta nella lotta contro le disuguaglianze e la discriminazione razziale. Chiedeva giustizia. E la sua voce riecheggiava in tutta la nazione, trasformando i cuori e le menti.

«Quando morirò… so che lascerò alla (mia) gente qualcosa su cui costruire. Sarà quella la mia ricompensa».

NINA SIMONE

La storia della cantante Nina Simone, nome d’arte di Eunice Kathleen Waymon (1933-2003), viene narrata intrecciando gli episodi della sua vita con quelli che hanno connotato il movimento per i diritti civili. Illustrato con una tecnica mista di collage e acrilici da Christian Robinson – autore insignito della medaglia Caldecott nel 2016 – questo racconto prende avvio dall’infanzia di Eunice, quando suonava il pianoforte nella Carolina del Nord, e si soff­erma poi sulle sue avventure come performer, pioniera della canzone di protesta e attivista per i diritti civili. Robinson dà inoltre vita a scene storiche tra le quali si possono riconoscere i manifestanti neri che vengono colpiti dai poliziotti bianchi e la gente riunita al Washington Monument dopo l’assassinio di Martin Luther King Jr. Il volume chiude con informazioni su Nina Simone e una breve bibliografia di riferimento.

«Non era né la prima né l’ultima dei bambini Waymon, però era l’unica a cantare prima di saper parlare e a tenere il ritmo prima di saper camminare. L’unica ad avere la musica dentro. La musica, comunque, ce l’aveva anche fuori. La sua mamma cantava sempre canzoni religiose mentre cuoceva le focaccine e rimestava i fagioli. E il suo papà suonava un piccolo pianoforte verticale»

Tracy N. Todd è scrittrice ed editor di libri dedicati all’infanzia incentrati sulla cultura nera e la giustizia sociale. Christian Robinson è un illustratore americano di libri per l’infanzia. È stato insignito per il suo lavoro di diverse onorificenze tra le quali, nel 2016, la medaglia Caldecott. Collabora inoltre per Pixar Animation Studios.

Chiara Ricci “Anna Magnani. Racconto d’attrice”, Graphe.it

Graphe.it

In libreria dal 26 agosto

Più che una biografia, questo libro è un’analisi intuitiva, critica e psico-emotiva di Anna Magnani. L’autrice mette il proprio rigoroso approccio di ricerca al servizio di un racconto non convenzionale. Superfluo e improduttivo, infatti, sarebbe stato ripercorrere meccanicamente nomi, date, luoghi, titoli (che pure ci sono): si guarda qui alla storia dell’attrice attraverso una prospettiva inedita che permette uno sguardo diretto e nuovo. Il legame fra la Magnani e il teatro – la «migliore scuola» che le fece «spuntare le ali» – è intimo, più viscerale forse di quello con il cinema: è lì che la magnifica attrice riceve il suo primo vero applauso, il primo “brava”, l’inizio di un nutrimento tanto atteso per uno spirito così difficile da “sfamare”. 

Questa sarà la chiave di lettura dalla quale guardare a tutta la carriera dell’attrice romana. Uno sguardo diretto, nuovo e per certi versi inedito su Nannarella, come era affettuosamente chiamata: il legame tra Anna Magnani e il teatro è, infatti, la principale chiave di lettura dalla quale guardare tutta la sua brillante carriera.

«Quello che mi atterrisce è di sparire da un momento all’altro, improvvisamente, senza sapere chi era veramente la Magnani o, meglio, chi era la piccola Anna. Ma lo so chi era. Una piccola bugiarda che viveva nel sogno per non dover affrontare la realtà. Senza madre, senza padre, mi sono trasformata in formica. Ho recitato la parte dell’aggressiva, ma non lo ero. Di qui le mie collere. Ho recitato la parte della pavida quando invece ero un leone. Di qui le mie collere. Ho recitato la parte della coraggiosa quando invece ero un agnello. Di qui, ancora, le mie collere. Povera pazza! Se oggi dovessi morire, sappiate che muoio ricca perché ho capito tutto questo. Sappiate che le mie collere erano solo rivolte contro di me. Ho anche capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza in meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per quella lacrima, ho implorato quella carezza… Ma io non so nemmeno se lo sono, un’attrice…

Cosa vuol dire essere un’attrice? Io una sera sono in un modo, una sera sono in un altro. Un’attrice dovrebbe essere tutte le sere uguale. Ma io non so giudicarmi. Confesso francamente che se mi chiedessero di dare un’opinione su me stessa, non la saprei dare. La lascerei dare agli altri.

Non mi curo mai di quello che sembro, di come gli altri mi vedono. Sono così come la mia vita, le mie esperienze, le mie delusioni, le mie gioie e le mie infelicità mi hanno fatta. Lo sono senza riserve e senza ipocrisie. Donna io, credo di avere dei pregi. Adesso mi faccio un po’ di complimenti. Sono profondamente umana e, anche se non si vede, sento di avere molta poesia dentro, sono molto leale, molto. Basta, no? Pare che basti

Scrive l’Autrice «“Anna Magnani. Racconto d’attrice” nasce dal mio desiderio di rendere omaggio al talento e alla forza di una donna che ha saputo fare della sua essenza e delle sue fragilità una pura energia vitale. Questo libro, forse più egoisticamente, vuole essere anche il coronamento di un sogno che mi accompagna sin da bambina: quello di «dedicare qualcosa di mio» a questa meravigliosa creatura divenuta attrice che, strano a dirsi, affianca la mia vita sin da quando ho memoria. Credo di poter definire il mio rapporto con Anna Magnani assai insolito».

CHIARA RICCI è laureata in DAMS. Ha conseguito con lode la Laurea Magistrale in “Cinema, televisione e produzione multimediale” presso l’Università degli Studi “Roma Tre” che le conferisce la nomina di “Cultore della materia Storia del cinema e di filmologia”. Autrice di saggi di inchiesta e monografici dedicati a figure chiave del cinema e del teatro italiano. È Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”, creatrice della Rubrica online “Piazza Navona”(www.riccichiara.com), ideatrice e organizzatrice del Premio Letterario Nazionale EquiLibri. Tiene lezioni e conferenze dedicate alla Storia del cinema e del teatro.