
In questo nuovo Museo del Mondo, Melania Mazzucco crea una galleria di capolavori […] Qui il lettore incontrerà artiste straordinarie, la cui grandezza è stata ignorata, sminuita o del tutto negata, poiché
spesso gli uomini insinuavano che dietro la sapienza inventiva e la
perizia tecnica si nascondesse una mano maschile. […](dal Catalogo Einaudi)
Self-Portrait nasce dallo sviluppo di «Donna S-oggetto», una rubrica radiofonica ideata da Melania Mazzucco per la Radiotelevisione Svizzera Italiana. In questa raccolta la donna è soggetto due volte: la prima in quanto autrice e la seconda in quanto i suoi soggetti sono a loro volta donne. Una rassegna di autrici, organizzata in un tempo non cronologico, in base alle tematiche: Esordio, nascita e Infanzia, Adolescenza, Giovinezza, Erotismo, Gravidanza, Aborto, Sessualità, Sorellanza, Vita da Madre, Vita da donna sola, Vita da moglie, lavoro, Madri orfane per concludersi con Vecchiaia.
Per ciascun tema l’opera di un’autrice “letta” alla luce delle sue caratteristiche e pittoriche e del contenuto raffigurato. Una per tutte, quella che mi ha colpito in modo più particolare, Louise Bourgeois Femme Maison (Donna Casa) Olio e inchiostro su lino (91,4 × 35,5 cm) Collezione privata, 1946/47 (a questo link il dipinto) L’autrice aveva accostato le due parole esattamente come sulla superficie dipinta i due elementi.
“La figura femminile, dall’incarnato roseo contornato da una linea scura, emerge come una Venere dal limo grigiastro che forma la banda inferiore del quadro. Il suo corpo nudo risalta sulla soprastante banda bianca e sullo sfondo color mattone. Che sia una donna lo dicono le cosce snelle, il pube, celato da una macchia bianca, il torso, i seni. E i capelli – perché quel che sembra un pennacchio di fumo è invece una chioma. È priva di braccia. Potrebbe essere una statua di Brancusi, il torso di una naiade, la rilettura ironica della Nike di Samotracia – se sono ali le forme vagamente floreali che spuntano dal tetto. O un idolo primitivo: la macchia bianca ha la forma di una foglia (non di fico, la nudità non è colpa), e attira lo sguardo sulla vulva, allusa dal solco verticale, come nelle statuette arcaiche delle dee della fertilità. È anche priva di testa […] Invece di questa, ha una casa. questa Femme Maison per lei ( ndr: per l’autrice) è una donna che nasconde la testa nella casa”.
Una galleria sicuramente interessante quella costruita dalla Mazzocchi, per la lettura che svela, per l’interpretazione al femminile che offre, per il “Museo” che costruisce.