Sabrina Gabriele “I buoni propositi”, presentazione

Attraverso un mosaico di storie che si intrecciano e a volte soltanto si sfiorano, Sabrina Gabriele racconta la tenerezza dei sogni arenati nel passato e la dolce ostinazione di quelli ancora da realizzare, ricordandoci che per andare incontro al destino bisogna prima di tutto ascoltare (da Salani Libri)

Bologna 1981, una libreria, una tradizione costruita dal proprietario Vanni Maestri:  i clienti scrivono su dei foglietti i loro propositi per l’anno nuovo e li lasciano dentro le pagine dei volumi usati.
Si apre alla data del 9 luglio 1982  e da qui il racconto  torna al dicembre precedente quando  Agata, l’assistente assunta da Vanni per il periodo natalizio,  involontariamente fa emergere quanto da lui volutamente sepolto sotto la cenere del ricordo: leggendo uno dei tanti biglietti scovati nei libri, riapre in lui una lontana ferita. Ma non è il solo: anche la contessa Castelvetri riceve dal passato del defunto marito la storia di tre studenti, di un amore tra le sirene della seconda Guerra Mondiale e le persecuzioni razziali.

“Il ritmo è mosso, spesso febbrile, e segue l’alternanza di anni e ricordi come se ogni pagina fosse un battito che amplifica il sentire più intimo dei personaggi e lo trasforma nel loro tentativo, ostinato e dolcissimo, di rimettersi in cammino anche quando rimangono indietro. E c’è un’urgenza gentile nel narrare il perdono, il rimpianto, la speranza stessa di riuscire a mutare la fragilità in resistenza. «La vita è un sogno. È il risveglio che ci uccide», scriveva Virginia Woolf ma anche quando si aprono gli occhi, resta pur sempre il gesto di averci creduto”.

Così scrive Ursula Beretta (La lettura del Corriere 17 agosto 2025) a conclusione del suo articolo sul nuovo romanzo di Sabrina Gabriele

Sabrina Gabriele (Bergamo, 1978) ha studiato dal 1998 al 2000 all’Accademia di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, dove si è diplomata, ha poi vissuto e studiato a Londra e attualmente è a Parigi, dove lavora nella moda. Ha pubblicato altri due romanzi: nel 2009 Una (Albatros Il Filo) e nel 2023 Quattro giorni o sempre (e/o)

Antonio Caiazza “Una storia scomoda.La guerra segreta al film di Luciano Tovoli con Mastroianni sugli italiani in Albania negli anni del fascismo”, Bibliotheka

STORIA INEDITA DI UNA GUERRA DIPLOMATICA PER BOICOTTARE UN FILM DI Luciano Tovoli con MASTROIANNI E CASTELLITTO SULL’ITALIA FASCISTA IN ALBANIA

Il giornalista Rai Antonio Caiazza ricostruisce la vicenda attraverso documenti di archivi italiani, francesi e albanesi. Con lettere degli scrittori Kadare e Agolli

con documenti inediti e lettere degli scrittori Ismail Kadare e Dritero Agolli

Bibliotheka

Dal 5 settembre

Documenti inediti rinvenuti negli archivi diplomatici in giro per l’Europa ricostruiscono una vicenda ancora del tutto sconosciuta, che riguarda il boicottaggio di un film con Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Anouk Aimée e un quasi esordiente Sergio Castellitto. Il film era Il generale dell’armata morta, tratto dal romanzo dello scrittore albanese Ismail Kadare per la regia di Luciano Tovoli. Le riprese erano previste fra il 1980 e il 1982, in Albania, dove i fatti raccontati avvennero realmente. Ma dopo contatti, viaggi e sopralluoghi e il denaro versato alla Banca di Stato albanese, la troupe fu imbarcata su un aereo e rimandata in Italia, senza che fosse girato neppure un metro di pellicola. Ricostruisce questa singolare vicenda Antonio Caiazza, giornalista alla Rai di Trieste particolarmente attento al mondo balcanico, nel libro Una storia scomoda. La guerra segreta al film con Mastroianni sugli italiani in Albania negli anni del fascismo che contiene documenti inediti e lettere degli scrittori Ismail Kadare e Dritero Agolli. Si è sempre attribuita la responsabilità del boicottaggio del film agli albanesi, ma i documenti consultati negli archivi diplomatici raccontano la trama che cercò di bloccare la lavorazione della pellicola. Gli apparati di due grandi democrazie, Italia e Francia, attivarono una notevole pressione nei confronti dell’Albania affinché il film non si facesse. Il motivo: riapriva la pagina dell’occupazione fascista, delle atrocità e delle vessazioni nei confronti delle popolazioni civili, che a Roma si voleva chiusa per sempre.

“In Italia – spiega Caiazza – si erano fatti e si facevano film sulla Resistenza e di denuncia del fascismo. Ma non sul nostro passato coloniale. Il generale dell’armata morta rompeva il silenzio su vicende che l’Italia voleva definitivamente sepolte”.
Il film si fece comunque, fu girato in Italia e uscì nel 1983, ma nel nostro Paese non vide mai le sale cinematografiche.

Antonio Caiazza, giornalista alla redazione Rai di Trieste, ha seguito per anni le vicende Balcaniche per diverse testate. In particolare, all’Albania ha dedicato servizi televisivi, articoli e due libri: In alto mare. Viaggio nell’Albania dal comunismo al futuro (Instar Libri 2008) e il romanzo La notte dei vinti (Nutrimenti 2014), racconto della sanguinosa epurazione che colpì la nomenklatura di Tirana a metà degli anni ’70.

Cecilia Frignani “Lo stupro di massa come arma da guerra”, OLIGO

Una approfondita ricerca storica che spazia dal mondo antico alla contemporaneità. Il corpo della donna vittima delle guerre degli uomini

OLIGO

Dal 5 settembre

Da sempre gli uomini violentano le donne, in particolare quando fanno la guerra, atavica attività maschile, in occasione della quale il corpo femminile diventa terra di conquista. Oggi, lo stupro su larga scala è considerato un crimine contro l’umanità e in questo libro ripercorreremo il lungo percorso che ha condotto la famiglia umana a fare i conti con una violenza tanto cruda. Partiremo da una ricostruzione storico-filosofica per cogliere l’origine latente della violenza di genere, guardando ad Aristotele e Galeno, ma anche alle teorie sulla nascita dell’agricoltura, osservando come nell’antichità la donna fosse considerata un bene a disposizione dell’uomo, un bene che in guerra può (e deve) essere razziato. Con il tempo, lo stupro da effetto collaterale è diventato un’arma vera e propria; a tal proposito esamineremo quanto sul finire del Novecento è accaduto in ex-Jugoslavia e in Ruanda, tristi vicende da cui però ha mosso i primi passi la giustizia internazionale. Concluderemo con un esame sull’attualità della disparità di genere nel mondo, offrendo anche spunti di speranza.

Più volte, man mano che andavo avanti a scrivere le pagine che seguono, mi sono infuriata. Ho letto, raccolto e inserito all’interno di questo lavoro testimonianze agghiaccianti e disumane di tantissime donne abusate e violentate, e fin da subito mi sono domandata del perché, in tutti questi anni di studio, non avessi mai trovato tra le mani un libro di storia che parlasse del calvario delle donne. Da sempre le donne sono vittime di stupri, violenze e fenomeni di schiavismo. Questi fatti in particolar modo sono un elemento costante dei conflitti bellici, antichi, moderni e purtroppo contemporanei.

Cecilia Frignani, giornalista di TeleMantova, ha conseguito la laureata specialistica in Scienze Filosofiche, all’interno della quale ha approfondito gli studi di Filosofia del Diritto.

Roberto Pinotti “La via delle stelle”, Vallecchi

«Il cammino di Santiago fa da sfondo a questo romanzo teso a trasmettere all’umanità odierna valori, tradizioni e realtà importanti che non possiamo e non dobbiamo ignorare né dimenticare.»

Vallecchi – Firenze

Collana: Narrativa

Dal 5 settembre in libreria

Il Cammino di Santiago non è solo una rotta tracciata sulla terra: è un sentiero inciso nel cielo, una via stellare percorsa da pellegrini, sapienti, iniziati e cercatori da secoli.
È qui, lungo questa antica arteria spirituale, che si snoda il viaggio di un protagonista che somiglia all’autore, ma si spinge oltre di lui. Un viaggio fisico e interiore, dove ogni passo svela connessioni inattese tra il visibile e l’invisibile, tra la scienza e l’esoterismo, tra l’eredità di civiltà scomparse e i segreti gelosamente custoditi da élite silenziose. Ufo, massoneria, astronomia antica, manipolazione delle masse, spiritualità autentica e poteri occulti: tutto si intreccia in una trama avvincente che unisce il fascino del romanzo alla forza scomoda della divulgazione. Roberto Pinotti, noto per i suoi studi su fenomeni aerei anomali e tematiche di confine, si confronta per la prima volta con la narrativa. Ma lo fa a modo suo: con rigore, con visione e con un intento pedagogico preciso. Il romanzo diventa così uno strumento per parlare a tutti, superando le barriere dei saggi specializzati e facendo filtrare – tra le pieghe della fiction – verità e ipotesi che raramente trovano spazio nel dibattito pubblico
La via delle stelle – già pubblicato in Spagna come El Camino de las Estrellas – è un invito a decifrare i simboli, a leggere il cielo, a risvegliare lo spirito critico. E forse, a ricordare che l’universo è molto più vicino – e affollato – di quanto ci abbiano mai detto.

Roberto Pinotti nato a Venezia nel 1944 (ma fiorentino di adozione) è un sociologo, politologo, studioso di esoterismo e giornalista aerospaziale. Ha fondato nel 1967 il Centro Ufologico Nazionale (CUN) e nel 2021 la ONG International Coalition for Extraterrestrial Research (ICER). Riconosciuto come uno studioso di fama mondiale sul tema, dal 1993 coordina l’annuale Simposio Mondiale sugli UFO a San Marino. Ha al suo attivo settanta titoli in sette lingue. Già consulente del Programma SETI (Search for Extra Terrestrial lntelligence) per la ricerca di intelligenze extraterrestri, membro dell’Accademia delle Scienze di San Marino e in Italia dell’Accademia Costantiniana di Scienze Mediche, Giuridiche e Sociali, ha collaborato con la Federazione Astronautica Internazionale, l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Agenzia Spaziale Europea, l’International Space University di Strasburgo e l’Università di Firenze. Astrofilo, a livello onorifico gli è stato intestato nel Minor Planets Catalogue l’asteroide 12470 Pinotti scoperto da Maura Tombelli nel 1997. Per Vallecchi ha pubblicato UFO. La verità negata (2021), UFO. I carri degli Dei (2022)UFO Italia. Da Mussolini al Pentagono (2024).

Piergiorgio Pulixi “L’uomo dagli occhi tristi”, presentazione

Piergiorgio Pulixi torna alle atmosfere potenti de L’isola delle anime con uno dei capitoli più tesi, emotivi e implacabili della serie di Vito Strega, Mara Rais ed Eva Croce. Un thriller dove la verità ha il sapore del peccato. E dove ogni segreto rischia di travolgere chi osa scavare troppo in profondità.(da Rizzoli Libri)

Il noir, della serie del poliziotto Vito Strega, Mara Rais ed Eva Croce, si ambienta a Saruxi, una località immaginata dalla finzione letteraria, nell’Ogliastra in Sardegna; indaga l’omicidio di un diciassettenne, Michelangelo, trovato vestito e truccato da donna, pugnalato con decine di coltellate a bordo di un motoscafo abbandonato su un lago circondato da montagne e fitti boschi. Proprietario del natante è Daniele Enna, ex sindaco di Saruxi, politico rampante per diventare governatore della Regione. E questo non fa che complicare le indagini: pertanto del caso vengono incaricate le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce, con l’ ordine di chiuderlo senza clamore proprio  per non compromettere con uno scandalo la posizione del politico che ha legato la propria politica alla transizione ecologica sarda. Emergono menzogne e vecchi rancori ma soprattutto una rete di interessi e di ricatti tanto che le due ispettrici avvertono chiaramente la presenza di ostacoli alle indagini e la volontà di proteggere annosi  segreti. Ostacolate ma anche indebolite da chi tenta di dividerle e non farle collaborare, le due ispettrici saranno esse stesse messe in crisi: le loro vicende personali e dinamiche relazionali incideranno nella ricerca del killer.
Un romanzo che mostra diversi punti di vista sui fatti, oltre a evidenziare aspetti legati all’attualità politica, articolato in tre parti precedute da un prologo nel primo una luce nuova tratteggia la vittima:  i suoi quadri ritraevano in maniera quasi ossessiva solo occhi maschili tristi e inquietanti.

Piergiorgio Pulixi (Cagliari, 1982) ha fatto parte del collettivo di scrittura Sabot, creato da Massimo Carlotto. I suoi noir sono tradotti in diversi Paesi e hanno ricevuto riconoscimenti nazionali e internazionali. Nel 2024 è stato il narratore italiano più venduto in Francia. Tra i suoi libri: L’isola delle anime (Rizzoli, 2019), che ha vinto il Premio Scerbanenco ed è stato finalista al Gran Prix de Littérature Policière. Sempre per Rizzoli sono usciti i noir Lo stupore della notte (2018), Stella di mare (2023), Per un’ora d’amore (2024) e il romanzo per ragazzi Il mistero dei bambini d’ombra (2022). Dal 2009 con e/o pubblica la saga poliziesca di Biagio Mazzeo con il noir Una brutta storia (2012), che è poi proseguita con La notte delle pantere (2014) e Per sempre (2015); a chiudere la quadrilogia è Prima di dirti addio (2016). Ha pubblicato anche libri Feltrinelli (del 2024 è La donna nel pozzo), Marsilio (di quest’anno è Sei gatti potessero parlare) e Mondadori (Per mia colpa è del 2021) L’incontro Piergiorgio Pulixi presenta L’uomo dagli occhi tristi al festival Pordenonelegge venerdì 19 settembre, alle ore 19 nello Spazio di Piazza della Motta a Pordenone, in dialogo con Marco De Franchi. Conduce l’incontro Enrico Galiano

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

La donna nel pozzo

La libreria dei gatti neri

Un colpo al cuore

Le pagine di tuttatoscanalibri più lette nel mese di agosto 2025

Stefano Terra “Alessandra” Oltre Edizioni

Simona Genovali “C’era una volta un padre”

Andrew Porter “La vita immaginata”

A. Ferrini, S. Pizzuoli “Lungo la via Francigena in Toscana” Edida

Parnian Kasae “Seta, figlia dell’Iran” Mursia

Da La Repubblica G. Simenon “Le persiane verdi” Il giallo più giallo

Tommaso Pagano “Ovunque giaguari”

Han Kang “Convalescenza”

Davide Morosinotto “Il leggendario tesoro di Hell Gate”

Un racconto per Ferragosto