Giancarlo De Cataldo “Un cadavere in cucina”, presentazione

Una ricetta «sbagliata» scatena il pandemonio in un prestigioso ristorante romano. Solo che dalla farsa si cade presto nella tragedia, e nell’aria si spande odore di delitto. Quello dell’“haute cuisine” è però un mondo frequentato dai potenti. Per le indagini serve uno come il Pm melomane Manrico Spinori, che alla competenza unisce, in giusta dose, l’atavica disposizione a non lasciarsi intimidire.(Dal Catalogo Einaudi)

e di sicuro, aggiungiamo, a saper trattare con quei potenti… come ben sapeva il procuratore Melchiorre che altre volte aveva affidato  al contino casi sensibili, indagini particolarmente delicate, quando c’erano di mezzo politici, ricconi, persone che comunque avevano accesso ai media e potevano sfruttare conoscenze, relazioni, potere. Manrico era l’uomo dei grovigli di ‘alta classe’ , per la sua determinazione, competenza da buon inquirente e soprattutto quell’abilità diplomatica che secondo il procuratore non poteva mancare insieme a nervi d’acciaio, capacità di interpretare i contesti sociali, e indifferenza per le polemiche.

E proprio per queste sue virtù investigative che il pubblico ministero Manrico Spinori, che si stava godendo l’oblio del luglio pontino, viene richiamato in servizio per risolvere con la giusta diplomazia un caso spinoso accaduto nel prestigioso ristorante capitolino, il Controcorrente.
Se in un primo momento i clienti sono stati vittima di un’allucinogena intossicazione, uno di loro, un colonnello dell’esercito, dopo quarantott’ore muore. Dagli accertamenti risulterà che i piatti incriminati contenevano tutti psilocibina, una sostanza presente in alcuni funghi allucinogeni, una sostanza non letale e pertanto l’ufficiale doveva essere morto per altre cause o per un altro ingrediente.
Del caso presto si interessano anche i Servizi segreti, e la situazione si complica ancora di più quando i morti diventano due.
Riuscirà il Pm nonché contino melomane con quella sfilza di nomi (Manrico Leopoldo Costante Severo Fruttuoso Spinori della Rocca dei conti di Albis e Santa Gioconda detto appunto “il contino”) che lo attestano appartenenere a nobili casati risolvere “diplomaticamente” la questione coadiuvato dalla sua squadra esclusivamente al fermminile?

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