Elena Ana Boata “La strada per Erfurt”, Casa Editrice Kimerik

L’autrice conduce i lettori nella Germania del XVI secolo nel racconto del giovane Klaus: prende vita una storia interessante intorno all’evoluzione del personaggio e all’importanza dei legami autentici. Un omicidio getta un’ombra inquietante, rendendo il finale non solo inaspettato, ma anche ricco di rivelazioni. Una lettura avvincente che invita a una riflessione profonda sulla complessità delle relazioni umane


Una storia di trasformazione che invita a riflettere sul coraggio di scegliere, sull’importanza delle relazioni e sul potere della speranza. Protagonista del romanzo storico La strada per Erfurt è Klaus, un giovane proveniente da un paesino e trasferitosi nella città universitaria, con tutti i suoi sogni, tutte le sue paure e le sue ambizioni. Siamo nel cuore tumultuoso della Germania del XVI secolo, è questo il contesto in cui ci trasporta il nuovo libro di Elena Ana Boata edito dalla Casa Editrice Kimerik, in cui prende vita pagina dopo pagina una storia avvincente, dove ogni colpo di scena rivela la potenza di un amore che resiste e si evolve, in un mondo che cambia.

Klaus è un giovane appena arrivato a Efurt per studiare, alla ricerca di una nuova vita e di un futuro che sembri finalmente a portata di mano. Si confronta con le paure e le ambizioni tipiche della sua età, che ancor più emergono in un ambiente diverso dal suo abituale: lui viene dalla provincia, è un po’ impacciato, timido, ma ha tanti sogni, prima di tutto quello di realizzarsi negli studi.Fulcro del testo è l’evoluzione personale del protagonista, personaggio molto dinamico che affronta – insieme a un compagno di viaggio che diventa il suo faro nella tempesta – le sfide di un’epoca rivoluzionaria, scoprendo che la vera forza risiede nella vulnerabilità e nella pazienza necessaria per costruire un legame autentico.
In questo affascinante romanzo è l’ambientazione storica a rendere il testo molto efficace: sono i tempi della Riforma protestante, uno scossone per la Chiesa di allora, segnata dalla corruzione e bisognosa di un vero e proprio cambiamento. Tale movimento è incarnato da Martino, figura speculare a quella di Klaus che vede nell’amico rivoluzionario e appassionato un modello da imitare; la loro amicizia sarà messa alla prova proprio quando lui prenderà la coraggiosa decisione di “voler cambiare la storia”.Klaus, quando si presenta il flagello inevitabile della peste, riflette sulla sua situazione e sulle sue possibilità di salvezza, per cui l’isolamento e la mancanza di risorse lo rendono quasi impotente di fronte alla malattia; tuttavia, arrivato a uno stato di estremo affaticamento e debolezza, dimostrerà ugualmente una forte determinazione a sopravvivere, pur nel contrasto dell’ambiente disastrato che lo circonda. Ciò lo porta anche a riflettere sulla vera natura di un castigo divino come quello della pestilenza: è più da buon cristiano accettarlo e sperare nella Provvidenza o combattere?
Questi interrogativi contribuiscono al processo evolutivo del giovane studente.
Il racconto è avvolto dall’umanità e dalla sapiente cura dei sentimenti che caratterizzano da sempre la scrittrice Elena Ana Boata. Nel meraviglioso intreccio di questo libro, la profonda e appassionante storia d’amore tra Ania e Klaus si sviluppa sullo sfondo di un viaggio di crescita personale che abbraccia tutte le sfaccettature dell’esistenza, trasformando Klaus in un uomo nuovo. La sua relazione con l’amico Martino emerge come un pilastro fondamentale, un legame che offre sostegno e saggezza nei momenti di crisi. Attraverso le sfide e i colpi di scena che caratterizzano il loro percorso, il romanzo esplora temi profondi come la pazienza, il coraggio, l’umiltà e la fede, riflettendo sulla potenza incommensurabile dell’amore in tutte le sue forme. 
Nel racconto si cela un omicidio, che getta un’ombra inquietante, rendendo il finale non solo inaspettato, ma anche ricco di rivelazioni che mettono in discussione le certezze dei personaggi e dei lettori, invitando a una riflessione profonda sulla complessità delle relazioni umane.Si scoprirà come la pazienza, la speranza e il coraggio possano autenticamente trasformare il dolore in rinascita. Elena Ana Boata si conferma un’autrice poliedrica capace di sorprendere, di suscitare emozioni e riflessioni profonde e di arrivare dritto al cuore di chi legge. La strada per Erfurt è disponibile nelle librerie e negli store online anche in versione eBook.( da Ufficio StampaNewsCast Srl – Francesca Berton)

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Storie di ragazzi alla scoperta del nostro paese

Guy Chiappaventi “Il portiere di Ceaușescu”, Bibliotheka Edizioni

La storia di Helmut Duckadam, leggenda del calcio che parò 4 rigori al Barcellona, morto lo scorso 2 dicembre

È una storia lunga quasi quarant’anni e undici metri. La storia di quando una squadra di sconosciuti strappò, fuori casa, il titolo più importante del calcio europeo – la Coppa dei campioni – a una superpotenza, il Barcellona.

Era la notte magica del 7 maggio 1986 e, nello stadio di Siviglia, Helmut Duckadam, allora ventisettenne, riuscì nell’impresa di parare tutti e quattro i rigori dei giocatori catalani, in mondovisione e davanti a 60 mila spettatori e al Re di Spagna.

La biografia di questa autentica leggenda del calcio, morto il 2 dicembre scorso all’età di 65 anni, viene ricostruita dal giornalista Guy Chiappaventi, inviato speciale del tg La7 e premio Ilaria Alpi nel 1998, nel libro “Il portiere di Ceaușescu”.
 L’autore immagina che Duckadam – incarnazione del blocco comunista, “muro rosso”, “saracinesca romena” – racconti la sua storia in prima persona: “Non avevamo neanche le magliette per giocare, né l’energia elettrica per allenarci la sera a Bucarest e non potevamo accendere i riflettori dello stadio. Facevamo luce con i fari delle auto”.

Il Partito comunista romeno aveva promesso ai calciatori un premio prestigioso in caso di vittoria della Coppa dei campioni, una somma di denaro e una moto oppure un’automobile. “Da noi non era facile avere un’auto. Facevi domanda per una Dacia 1300 e poi aspettavi mesi, e qualche volta anni, prima che te la consegnassero. Quindi era un buon incentivo. Ma non avevamo bisogno di motivazioni oltre la posta in palio. Tutti volevamo giocare e vincere la finale, per noi stessi e per la patria. Insomma ci sentivamo pronti, sapevamo che sarebbe stata dura ma volevamo vendere cara la pelle”.
Quando la Steaua rientrò in Romania, all’aeroporto 15 mila persone accolsero i giocatori e almeno altrettante scesero in strada per seguire il tragitto del pullman fino a Bucarest. Fu un fatto insolito per il Paese comunista, dove le manifestazioni spontanee di piazza erano vietate, ma il regime volle capitalizzare la vittoria. Il presidente Ceaușescu invitò la squadra a palazzo e Duckadam diventò per sempre l’eroe di Siviglia, l’uomo che era stato capace di regalare una notte di felicità a un popolo che viveva con le luci spente, senza riscaldamento e con il frigorifero vuoto.

Guy Chiappaventi, giornalista, inviato speciale del tg La7 e premio Ilaria Alpi nel 1998, è autore di numerosi documentari e reportage di cronaca e costume. Dopo aver raccontato la suburra di Roma, la mafia e la ‘ndrangheta, negli ultimi anni ha seguito la cronaca giudiziaria a Milano. Ha pubblicato cinque libri: il primo, Pistole e palloni sulla Lazio anni Settanta, ha avuto otto edizioni in quindici anni.

Le novità Voland: dal 13 dicembre in libreria

David Machado Sotto la pelle traduzione diRomana Petri

“Ci sono domande che nascono dalle fessure tra le parole.”

Voland

Júlia non ha mai detto la verità su quello che le è accaduto. Nemmeno ai genitori, che la sentono sempre più distante; né ai suoi amici, che non vede da mesi. L’incontro con la piccola Catarina la fa uscire per un attimo dal torpore. Un uomo in carcere decide di scrivere la sua storia d’amore con una donna che non vuole essere amata. Un ragazzino registra, per l’adulto che diventerà, delle audiocassette in cui racconta la sua strana vita con la madre, che lo ha isolato in una casa sul limitare di un bosco. Tre storie si intrecciano a distanza di anni, tre voci narranti per un romanzo affascinante che parla di violenza e redenzione.

L’autore  Nato a Lisbona nel 1978, DAVID MACHADO è tra le voci più affermate della letteratura portoghese. Autore di narrativa per adulti e ragazzi, ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Prémio Branquinho da Fonseca nel 2005 e l’EU Prize for Literature nel 2015 con il romanzo Indice medio di felicità (Neri Pozza), dal quale nel 2017 è stato tratto anche un film. I suoi libri sono tradotti in Francia, Germania, Regno Unito, Norvegia e Islanda.

Stéphanie Hochet William traduzione di Roberto Lana
“Un uomo può distruggere l’universo altrui  senza infrangere  alcuna legge.”    

 

Voland

Cosa è successo nella vita di William Shakespeare tra il 1585 e il 1592, dai ventuno ai ventotto anni? Nessuno lo sa. Sono questi “anni perduti” che Stéphanie Hochet trasforma in una straordinaria avventura letteraria. William, sposato e padre di tre figli, si sente schiacciato dalle responsabilità familiari e sogna di diventare attore. Per inseguire questo desiderio, decide di fuggire e di entrare in una prestigiosa compagnia teatrale. In un’Inghilterra dove la peste dilaga il suo destino cambia. Decisivi saranno gli incontri con Richard Burbage, che gli ispirerà il personaggio di Riccardo III, e con l’affascinante Christopher Marlowe… Un ritratto intimo del grande drammaturgo inglese che Hochet intreccia con i ricordi della propria esistenza. Temi come l’ambiguità di genere, il conflitto generazionale, il desiderio di fuga e perfino il suicidio assumono una nuova luce, svelando inaspettate affinità tra la vita dell’autrice e quella del suo personaggio.

L’autrice  Nata a Parigi nel 1975, STÉPHANIE HOCHET ha esordito nel 2001 con il romanzo Moutarde douce a cui sono seguiti numerosi altri libri
pubblicati con le più importanti case editrici francesi. Nel 2009 ha ricevuto il premio Lilas e nel 2010 il premio Thyde Monnier de la Société des Gens de Lettres. Ha curato una rubrica per “Le Magazine des Livres” e collaborato con “Libération”. Dell’autrice Voland ha già pubblicato Sangue nero (2015), Elogio del gatto (2016), Un romanzo inglese (2017), Il testamento dell’uro (2019) e Pacifico (2021).

“Voglio diventare”, Espress – Capricorno Espress Edizioni

In libreria  a dicembre per Espress – Capricorno Espress Edizioni “VOGLIO DIVENTARE…” una collana di libri per bambini dai 6 agli 11 anni sugli argomenti delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) perfettamente complementari ai programmi scolastici. Una collana che insegna ai bambini tutto quello che devono sapere per realizzare i loro sogni.
Un equilibrio perfetto tra gioco e conoscenza per imparare divertendosi. Grande cura del testo, con una parte teorica essenziale e precisa e istruzioni molto chiare per le attività da svolgere. Illustrazioni che prestano attenzione all’inclusività  (tra i protagonisti delle storie ci sono anche bambini con disabilità) senza fare distinzione di genere (i protagonisti sono sempre sia maschi che femmine).
Scritti da ANNA CLAYBOURNE: laureata in letteratura inglese, un’appassionata di scienza e scrive libri per bambini e ragazzi sui temi delle materie STEM per numerosi editori inglesi e illustrati da KATIE KEAR: laureata in illustrazione, ha al suo attivo più di 90 pubblicazioni per bambini e ragazzi.

In uscita a dicembre:

VOGLIO DIVENTARE UN FANTASTICO VETERINARIO
Impara a distinguere i diversi tipi di animali e a capire come controllare, attraverso alcuni semplici passaggi, se il tuo animale domestico gode di buona salute. Osserva le caratteristiche di zampe e artigli e scopri qual è l’alimentazione migliore per ogni animale. Disegnando, creando e giocando imparerai tutti i tipi di fatti e idee interessanti sul mondo degli animali e della medicina veterinaria. Ogni argomento è collegato alle materie STEM. – Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica – ed è sempre affrontato con una pagina essenziale introduttiva di tipo teorico affiancata da una pagina di divertenti attività, in modo che conoscere sia solo un piacere!

Alcune pagine in anteprima

VOGLIO DIVENTARE UN SUPER ESPERTO DI DINOSAURI
Impara come le ossa di dinosauro si trasformano in fossili, come riconoscere i coproliti e tutte le altre abilità della vita reale di cui avrai bisogno per diventare un paleontologo. Disegnando, creando e giocando imparerai tutti i tipi di fatti e idee interessanti sulle materie STEM – Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Ogni argomento è affrontato sempre con una pagina essenziale introduttiva di tipo teorico affiancata da una pagina di divertenti attività, in modo che conoscere sia solo un piacere!

Alcune pagine in anteprima

 E a febbraio 2025 arrivano: VOGLIO DIVENTARE UN GRANDE DOTTORE e VOGLIO DIVENTARE UNO STRAORDINARIO INVENTORE

Alcune delle ultime novità di NeP Edizioni

IL SEGRETO DELLA FELICITA’

Una vicenda misteriosa tra eterne tradizioni e piccoli gesti quotidiani


Una Calabria del 1976 fa da sfondo a una vicenda pura, la cui narrazione è scandita dalle tradizioni radicate di una famiglia unita del Sud Italia.
Cullata dal profumo del mare, dalla sabbia e dalla spensieratezza della gioventù, Stella cresce in una dimensione raccolta, caratterizzata dalla semplicità di piccoli momenti quotidiani, come le urla di divertimento per le strade, l’odore del pane appena sfornato e dei peperoni arrostiti, l’aroma del caffè fumante o il profumo del bucato steso ad asciugare.
Negli anni però, la protagonista percepisce che qualcosa sta cambiando. E non solo dentro di lei, ma anche in tutti coloro che le stanno accanto. Persino sua madre è sempre ansiosa per via di alcune strane lettere che riceve di tanto in tanto e pare che le stia nascondendo qualcosa.
Sarà un incontro inatteso a portare Stella a una scoperta che cambierà la sua vita per sempre.
Nella sua vivace freschezza e leggibilità, questo testo presenta al lettore diversi spunti interessanti.
La giovane autrice è al suo secondo romanzo, in cui le tradizioni della sua terra confluiscono in una vicenda misteriosa tutta da scoprire. Scene e personaggi ideati dalla fantasia grazie ai racconti dei parenti l’hanno condotta in una dimensione totalmente differente per interrogarsi su una società che forse sta perdendo i suoi valori più autentici.
“Il segreto della felicità” è un libro che si svela poco per volta, capace di far sorridere ma soprattutto riflettere profondamente. Un viaggio intimo tra passato e presente, che percorre la spontaneità dei piccoli gesti, delle abitudini tramandate, lo stare insieme, i giochi all’aperto, il mare e la genuinità dei tempi.
Un libro per tutti coloro che sono legati alle piccole realtà, alle usanze ancora integre e alla voglia di mantenerle intatte. Per chi ha voglia di ritornare un po’ bambino e chi crede ancora nella purezza dei comportamenti. Che sia proprio questo il segreto della felicità?

Agnese Pia Sulla è nata a Crotone nel 2008. Frequenta il liceo classico “Pitagora” e studia pianoforte presso il conservatorio “Tchaikovsky”. Per NeP edizioni ha già pubblicato nel 2022 il suo primo romanzo “Per non smettere mai di sognare”.

“LE STELLE NON MENTONO MAI”
Una raccolta di racconti di Maurizio Persiani

“Le stelle non mentono mai” è una piacevole raccolta di racconti di Maurizio Persiani, che rappresenta l’ultimo lavoro di una penna particolarmente prolifica.
L’autore, che in passato ci ha abituati alle avventure poliziesche del commissario Fosco Reggiani in una fortunata sequenza di romanzi gialli, continua a dimostrare versatilità in molteplici generi narrativi.
A dare il titolo della raccolta è l’ultimo dei racconti che la compongono, insieme a “La sfera di vetro”, “Un uomo, tre uomini”, “Storia di paese” e “Mini bar service. Oggetti trovati”.
Cinque racconti, cinque brevi storie di chi ha perso la libertà e s’inventa una dimensione in cui rifugiarsi. Cinque storie che, con una scorrevole narrazione, trascineranno il lettore in un mondo dove fantasia e realtà s’intrecciano in un felice, coinvolgente connubio.
Trame sorprendenti, i cui protagonisti possono cambiare personalità stravolti dalla paura o perdere ogni controllo fino al ridicolo, ingegnarsi per affermarsi nella propria arte, oppure vivere un’imprevedibile esperienza sentimentale, aperti al futuro dell’intelligenza artificiale.
Una scrittura, quella di Maurizio Persiani che rivela padronanza, abilità descrittiva e sapiente utilizzo della tecnica narrativa, capace di tessere imprimere efficacia ai dialoghi e delineare con minuzia i tratti psicologici dei personaggi.
Il libro verrà presentato ufficialmente in occasione della fiera nazionale della piccola e media editoria “Più libri più liberi”, prevista al centro congressi “La Nuvola” di Roma dal 4 all’8 dicembre.

Maurizio Persiani è nato a Roma, dove vive e lavora. È giornalista professionista ed è il primo autore di NeP edizioni. Ha scritto diversi racconti, alcuni dei quali pubblicati nelle raccolte di novelle contemporanee: “Racconti di tenebra” (1987, Newton Compton Editori) e “Racconti d’incubo” (1988, Newton Compton Editori) a cura di Gabriele La Porta. Con Piero Bernacchi ha scritto il romanzo “La porta grigia” (Edizioni Era Incontro). La sua “Hoama, i segreti di Ostia” (2008) è la prima opera in assoluto edita da NeP edizioni. Segue un lungo e fortunato sodalizio, che vede la pubblicazione di numerosi altri titoli: “Maga” (2009), “Anime sparse” (2009), “Anime sparse due” (2010), “Il colpo del coniglio” (2010), “Es la historia de un amor…” (2011), “Il Greco” (2011), “O Curandeiro” (2012), “Me” (2013), “Le campane di Mücheln” (2013), “Ciao, chi sei?” (2014) “Amore, scendo alla prossima” (2015). Inoltre, “La Tessera mancante” (2016), “Il bandolo della matassa” (2017), “L’aroma del caffè” (2018), “Il Senso del Serpente” (2018), “Anche le masche amano il sole” (2019), “Il sole che non c’è” (2020), “La prova” (2021), “La Malia di Alice” (2021), “Il Geco” (2021) “Il caso NN” (2022) e “Una notte di Primavera” (2023).


DUE DONNE IN UNA”

Un romanzo sulla maternità e sull’affermazione individuale

“Due donne in una” di Anna Iollo è un’opera intensa e riflessiva che esplora l’odissea interiore di una donna moderna, tra il desiderio di maternità e la consapevolezza di sé, in un contesto segnato da conflitti culturali, sociali e familiari. Alla soglia dei quarant’anni, Teresa sceglie di intraprendere la strada della fecondazione assistita. La decisione la getta in un turbine di emozioni contrastanti: da un lato, il desiderio profondo di diventare madre; dall’altro, il peso delle aspettative che le gravano addosso.
Nel cuore della narrazione c’è una donna con la sue duplice identità: quella che desidera diventare madre, ma anche quella che non vuole perdere sé stessa nel processo, in tutta la sua forza e vulnerabilità. Sempre più labile appare il confine tra il desiderio e l’obbligo, tra la libertà di scelta e le imposizioni invisibili ma potenti che la società attuale esercita sulle donne. Il libro, scritto con uno stile intimo e profondo, indaga il confronto tra tradizione e modernità, la tensione tra modelli di vita opposti e l’ineludibile sensazione di ambiguità e di colpa che accompagna ogni passo in questa nuova fase della vita. Un’ambivalenza che tocca anche altri aspetti della vita, come l’amore, l’amicizia e la famiglia, che raccontano una fase dell’esistenza di una donna come tante in tutta la sua complessità. La fecondazione assistita diventa allora metafora di una ricerca interiore in un mondo che impone etichette, ruoli e giudizi, spesso difficili da sfidare. La scrittura di Anna Iollo, raffinata e, al contempo, cruda e diretta, mette in luce le sfumature più delicate di una donna che si trova, con coraggio, a fare i conti con la propria realtà. Il romanzo si fa portavoce di un tema profondamente attuale: la complessità della maternità moderna, dove la medicina, il corpo e la psiche si intrecciano in una ricerca incessante di equilibrio e realizzazione personale. “Due donne in una” è un libro che invita a riflettere sulla possibilità di essere più di una, sulla difficoltà di conciliare doveri e desideri, e sull’importanza di scegliere per sé, senza dimenticare chi si è davvero.

Anna Iollo è laureata in Giurisprudenza e Scienze Politiche. Ha lavorato a lungo nel settore delle Risorse Umane di diverse aziende di servizi e oggi occupa un ruolo di responsabilità in ambito di formazione, selezione e sviluppo all’interno del più grande gruppo del nostro Paese. Dal 2017 è ACC (Associate Corporate Coaching ICF International) e svolge attività di coaching professionale. Ha maturato diverse esperienze in campo universitario come docente a contratto in materie
come le relazioni industriali e la formazione. Si definisce una professionista delle Risorse Umane con la passione della lettura e della scrittura. È mamma di una bambina di 12 anni.

Filastrocche SalvaPianeta

Nove filastrocche nate durante le attività di educazione ambientale che l’autrice svolge nelle scuole da più di dieci anni, iniziata dopo un percorso di formazione al Centro di Educazione Ambientale del V Municipio di Roma. Ispirate da una metrica e una poetica rodariana, nonché dai racconti della “Melevisione” di Tognolini, queste piccole opere sono state scritte pensando a un approccio ludico e didattico. Dalla filastrocca dell’esploratore a quella d’oltremare, passando per la danza delle foglie e i colori della pace, si vuole trasmettere un messaggio ambientale attraverso la tenerezza e la sensibilità, sperando di piantare nei cuori di piccoli e grandi un seme di cura e rispetto per il nostro Pianeta. “Matitafore” è un neologismo che unisce il mezzo grafico, la matita, ad una modalità di espressione simbolica, la metafora. Il suo acrilico su carta, morbido e dai colori pastello, fa innamorare il lettore in ogni pagina. Per l’autrice “non esistono adulti, ma solo bambini cresciuti”. In effetti anche questo volumetto può rappresentare un modo per ritagliarsi uno spazio per restare ancorati all’infanzia e in ascolto di questo mondo che cambia e del nostro inopportuno impatto su di esso.

Samyra Musleh è una giornalista ambientale italo-giordana, nata a Roma nel 1987.Laureata in antropologia culturale, da oltre un decennio si occupa di educazione ambientale nelle scuole e di progetti per la valorizzazione territoriale destinati a università ed enti del turismo. Caporedattrice di “The Trip Magazine”, nel 2020 si unisce al team di “Adaptation”, un progetto fondato da Marco Merola, che racconta le buone pratiche adottate da cittadini e istituzioni per affrontare la crisi climatica.
È nel consiglio direttivo di “Nonna Roma”, un’associazione capitolina che si occupa di emergenza alimentare e marginalità sociale. Per lei non esistono adulti, ma solo bambini cresciuti.

L’ILLUSTRATRICE
Belen Gonzalez è nata nel 1994 a León, una piccola città della Spagna che – manco a farlo apposta – porta il nome di un animale.
Si è laureata in “Theatre and Performing Arts” alla scuola di Arte, Architettura e Disegno a Londra. Attualmente vive nella campagna portoghese, dove continua a rintracciare il suo percorso tra illustrazione, lavoro creativo con i bambini e creazione artistica.
I suoi dipinti sono ispirati principalmente alla natura, agli animali e agli albi illustrati per bambini, con lo scopo principale di poter trasmettere un messaggio ambientale e umano attraverso i disegni.

Ben Wilson “Giungla urbana”, presentazione

Traduzione di Fabio Galimberti e Paola Marangoni

Giungla urbana ci mette davanti a questo bizzarro equilibrio all’interno dei consessi cittadini, in cui, proprio laddove la mano umana latita, piante e animali sono abili a inserirsi, proliferando e generando aumento della biodiversità, riduzione dell’inquinamento atmosferico e miglioramento della salute mentale. Una nuova via di fronte ai mutamenti climatici, che sembra suggerirci come proprio nell’inselvatichimento di strade e quartieri, nella deformazione delle perfette silhouette costruite dall’uomo, possa trovarsi la chiave per la sopravvivenza della civiltà.( da Il Saggiatore)

“È la natura, questa grande madre – terribile e feconda, vitale e inesorabile – che incontra l’artefatto dell’uomo: la sua casa, le nostre città” scelgo questa breve indicazione, calzante felice e chiara, utilizzata da Marco Filoni (Il Venerdì La Repubblica 1 novembre 2024) per presentare il testo di Ben Wilson.
Quello che spesso viene considerato “degrado”, in effetti è un dialogo proficuo, simbolo di un intreccio tra uomo e natura che dura da millenni: i confini tra natura e città sono da sempre sfumati proprio perché gli agglomerati urbani sono habitat prosperi per flora e fauna che dai campi coltivati penetra da sempre, proprio per i bisogni che gli stessi abitanti hanno per il verde, nei parchi cittadini o sulle macerie con i fiori di campo che crescono o con i vegetali che fanno capolino dalle finestre di case abbandonate.
Un segno proficuo di connubio possibile e necessario per migliorare il nostro rapporto con la natura, come simbolicamente compare illustrato nella copertina di Alice Beniero.

Ben Wilson (Londra, 1980), storico e ricercatore dell’Università di Cambridge, è stato consulente per svariati programmi televisivi e radiofonici e scrive per testate come The Spectator, The Independent e The Guardian. Il Saggiatore ha pubblicato Metropolis (2021

Gino Carlomagno “Le onde del mare raccontano”, NeP Edizioni

Un nuovo intrigante caso da risolvere per Giorgio Gregòri, l’ispettore nato dalla fervida penna di Gino Carlomagno

Un gradito ritorno, quello dell’ispettore Giorgio Gregòri, protagonista di una fortunata serie di romanzi gialli di Gino Carlomagno, edita da NeP edizioni e particolarmente apprezzata da lettori e critica.

“Le onde del mare raccontano” è il nuovo accattivante giallo presentato in anteprima sabato 7 dicembre nel centro congressi “La Nuvola” di Roma, in occasione di Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria, quando l’autore incontrerà i lettori e la stampa.
Anche stavolta, Carlomagno si cimenta con un’ardita prova letteraria, dallo stile inconfondibile e disinvolto.

L’ispettore Gregòri, che già in altri episodi ha abituato i lettori al suo infallibile fiuto poliziesco, si troverà alle prese con una complicata indagine sull’Isola del Giglio, che vedrà la sua intera squadra impegnata a comporre il puzzle di due delitti all’apparenza mai accaduti.
Gregòri sarà guidato, oltre che dalle sue ormai note capacità investigative, da insistenti richieste di giustizia, che baleneranno direttamente nella sua mente e nelle profondità del suo cuore. Anche in questo caso, intuito, costanza e perspicacia finiranno per portare ai risultati tanto attesi.
Attraverso il suo profondo amore per il mare, Gregòri troverà infatti il sentiero giusto da percorrere per riuscire ad assicurare i malfattori alla giustizia.

Una scrittura dal sapore autentico e garbato, quella di Gino Carlomagno, che, forte della sua ricca produzione letteraria e della sua familiarità con il romanzo poliziesco, alterna con equilibrio e abilità descrittiva e momenti riflessivi di introspezione dei personaggi. Il ritmo narrativo coinvolgente e audace e l’originalità della trama di “Le onde del mare raccontano” incuriosiscono pagina dopo pagina il lettore, accompagnandolo con l’immancabile suspense in una piacevole scoperta immersiva.

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Una sola mamma

Il segno della vendetta

Misteriosa morte nella Tuscia

The Passenger: Alpi e Londra

Per ragioni che la scienza non capisce ancora del tutto, le Alpi si stanno riscaldando più velocemente di altre parti del mondo. Ed è da qui, da un cambiamento climatico sotto gli occhi di tutti, che deve partire qualsiasi discorso riguardante il presente e il futuro della principale catena montuosa d’Europa, una torre d’acqua da cui dipendono le risorse idriche del continente. Dalla chiusura degli impianti sciistici alla costruzione di centrali idroelettriche, dal ritorno della grande fauna carnivora all’epidemia di bostrico che decima i pecci, le sfide che questa grande e varia regione deve affrontare sono presagi di fenomeni che investiranno tutto il mondo: la fine di modelli economici, i difficili compromessi della transizione energetica, gli eventi climatici sempre più estremi, le nuove opportunità. Visto che la soluzione a problemi globali spesso tocca trovarla localmente, le Alpi, con la loro estrema diversità culturale, economica e sociale, offrono terreno fertile per sperimentazioni e idee innovative, a patto che cambi lo sguardo con cui le osserviamo.  La Rivoluzione industriale ci ha dato in eredità sia la visione romantica di un luogo nobile e immobile da preservare a tutti i costi, sia quella capitalistica di una regione da sfruttare come parco giochi per cittadini nel weekend. Possiamo liberarci da entrambi questi approcci solo provando a guardarle da dentro, dimenticandoci momentaneamente dei picchi e concentrandoci sulle valli, i valichi e i versanti delle montagne, vederle come luoghi alternativi di produzione di valore, dove la sostenibilità è impressa nel paesaggio per necessità. Soprattutto, è il turismo legato alla sempre più precaria neve che deve rinnovarsi, perché la monocoltura dello sci non cannibalizzi le risorse (idriche, energetiche, paesaggistiche, economiche e fiscali) che potrebbero invece essere usate per creare e promuovere altri modelli di sviluppo. Cambiare in continuazione è il destino delle Alpi, e cambiare con loro è quello di chi le abita. Una sfida continua che dà spazio a epopee e grandi imprese, che sia la costruzione di un rifugio oltre i quattromila metri, l’epico viaggio di un lupo alla ricerca della sua Giulietta, il tentativo di piantare la vite sempre più in alto, o la paziente, decennale rigenerazione di un borgo quasi abbandonato.(da Iperborea)

Il Sommario e le foto

Londra città aperta. È la sua forza e la sua maledizione. Aperta e cosmopolita, con una popolazione multietnica che la connette ai quattro angoli del pianeta; aperta agli affari e all’Europa, come insistono i suoi sindaci pre e post Brexit; e aperta ai flussi della finanza globale e agli investimenti immobiliari di miliardari felici di parcheggiare i loro soldi in una grande metropoli di lingua inglese, dove lo stato di diritto e leggi clementi garantiscono loro anonimato e sicurezza – per non parlare del glamour. E così le case più esclusive della città finiscono in mano a superricchi stranieri, i «solo» ricchi si accontentano di un gradino più basso, subentrando ai benestanti e spingendo sempre più in fuori tutti gli altri, in una reazione a catena che inasprisce una drammatica crisi abitativa dovuta alla carenza di alloggi: da decenni Londra attira nuovi abitanti, ma non costruisce le case per ospitarli. Il caro-affitti strangola non solo la popolazione a basso reddito, ma anche tutto quello che rendeva la città una vera capitale: gallerie, teatri, locali, ristoranti. E poi ci sono gli choc esterni, il triplice colpo di crisi finanziaria, Brexit e pandemia che avrebbe abbattuto qualsiasi città, ma che per Londra, centro di scambi e commerci, punto di incontro dell’umanità, è stato un affronto personale, ad civitatem. Eppure Londra sopravvive e, in angoli inaspettati della sua vastità, lontano dal richiamo turistico di Buckingham palace, fiorisce: nelle comunità sudasiatiche a due passi da Heathrow, dove seconde, terze generazioni creano generi musicali che diventano globali; nei campi di calcio della Londra Sud nigeriana, dove crescono i talenti della nazionale inglese; nelle gallerie che nascono in zone periferiche, dove artisti un tempo poco considerati vengono riscoperti e rivalutati; nei ristoranti fuori dai confini porosi del centro, dove mescolanze e combinazioni inedite vengono testate prima di diventare nuove tendenze. E nell’eterna girandola di quartieri che si atrofizzano di gentrificazione (una parola, se non un fenomeno, inventata a Londra per Londra) e altri che diventano insospettabili centri di creatività, Londra respinge e accoglie, cambia e si trasforma. E, fedele a se stessa, rimane aperta.(Da Iperborea)

Il Sommario e le foto

Maurizio de Giovanni “Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi”, presentazione

È il luglio del 1940, l’Italia è in guerra. Ricciardi – preoccupato per la figlia Marta e per i suoceri, in grave pericolo a causa delle origini ebraiche – ha ormai trasferito la famiglia a Fortino, il paese dove è nato. Lí, nei luoghi dell’infanzia, sperava di avere un po’ di quiete. Invece,[…] , tra le montagne del Cilento il commissario è messo faccia a faccia con un passato che avrebbe voluto scordare. Per lui, e non solo per lui, è arrivato il momento di regolare i conti con la propria storia.( da Einaudi Libri)

Volver, un altro nome di tango, come Soledad  e Caminito che lo hanno preceduto.
Non casuale la scelta di un titolo che è il nome di un ballo e di  un testo che ne accompagna la musica
Nell’immaginario collettivo il tango è un ballo particolare, un cammino, di un danzatore con la sua compagna, una coppia che per trovare sintonia deve in primis essere in sintonia con se stesto e con il partner, ma è anche abbraccio, sostegno, non sentirsi soli, ma accompagnati per resistere alle intemperie della vita, è nostalgia, è incontro.
Volver conclude il ciclo con il commissario Ricciardi, così racconta lo stesso De Giovanni in un bellissimo articolo (Ricciardi, ecco perché ti dico addio comparso sul  Corriere della Sera il 23 Nov 2024) non solo una “spiegazioe”, un perché, ma ricco di riflessioni d’autore di cui mi piace riportare solo alcuni pezzi che mi hanno colpito per le rivelazioni che contengono relative al rapporto che si crea  tra  scrittore e personaggio.

“Alle porte dell’uscita di questo romanzo, Volver, mi ritrovo a interrogarmi su Ricciardi e su me stesso: e scopro di avere più risposte che domande, sfogliando le istantanee, che il cuore più che la mente mi restituisce, di questi vent’anni in cui tutti e due siamo profondamente cambiati, ognuno nel suo tempo e ognuno nel suo mondo, legati da questo filo stretto e fortissimo che ci unisce ma che ci mantiene lontani. Io Ricciardi, sapete, lo guardo vivere da una finestra, come un vicino di casa di cui si sanno molte cose ma che non si è mai formalmente presentato. E adesso che questa finestra sta per chiudersi, almeno su quella fetta della sua esistenza che ho finora raccontato, posso chiedermi che cosa siamo stati l’uno per l’altro. E che strada tortuosa e accidentata abbiamo percorso, per arrivare fin qui”.

E ancora

“Storia dopo storia siamo rimasti insieme, e ogni tanto l’ho incontrato nei posti meno prevedibili, pronto a raccontarmi un altro pezzo di storia. Come si fa tra amici, che non si vedono da un po’ e poi si aggiornano su quello che è successo, ed è come se non si fossero mai allontanati di un millimetro.Tra noi però c’è sempre stato un accordo: avrei smesso di raccontare di lui nell’imminenza della guerra. Per la verità, venendo meno al patto, avevo provato a fermarmi prima, quando per lui era il 1934 e per me il 2021, con la morte della moglie e la nascita della sua bambina; credevo che fosse uno snodo insuperabile, e che l’immediato futuro gli avrebbe riservato solo dolore. Se vuoi bene a qualcuno non ti va di osservarne la sofferenza, e per poterne raccontare dovevo vedere”.

Ambientato nel luglio del 1940, in un’Italia segnata dalla guerra, il romanzo intreccia, come sa fare perfettamente De Giovanni,  le inquietudini del personaggio Ricciardi con il dramma collettivo. Se Ricciardi torna nelle sue tenute di Fortino, nel Cilento, a Napoli sono rimasti i due compagni di sempre, il medico legale in pensione Bruno Modo e il brigadiere Raffaele Maione, prossimo anch’egli al pensionamento. Tanti e riconosciuti i molti protagonisti:  il primo candidato ad eseguire l’attentato che si progetta ai danni di  un funzionario tedesco di passaggio in città, mentre sulle note del tango di Carlos Gardel, “Volver”, torna cercando forse un’ultima speranza la donna da Buenos Aires; la piccola  Marta, che ha ereditato gli stessi “doni” e tormenti del padre, gli sarà di aiuto per scoprire la verità su un’antica storia. Marta, che “sente” la voce della vecchia Filumena sorda e muta, la cui rivelazione servirà per riannodare i fili di un remoto fattaccio; e tra i protaginisti certamente Napoli, non solo sfondo a tante vite.

Non si può non essere coinvolti, Ricciardi è un personaggio nella cui vita siamo entrati e lo abbiamo serguito per molto tempo, è un protagonista travagliato ma che sa comunque procedere dentro la propria vita non con rassegnazione, ma con costante coraggio: di certo non facile da amare, ma so che mi mancherà non trascorregli ancora accanto .

dello stasso autore su tuttatoscanalibri

Il metodo del coccodrillo

Gli occhi di Sara

Tre passi per un delitto (con Scalia e De Cataldo)

Un volo per Sara

Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi

Sorelle. Una storia di Sara

Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi

Pioggia. Per i Bastardi di Pizzofalcone

Louise Glück “Una vita di paese”, presentazione

Una vita di paese è un invito a rallentare, a osservare il mondo con sguardo poetico, a cogliere il segreto dei gesti abituali e a riflettere sulla nostra esistenza. A ricordarci che la poesia può nascere anche dai gesti più semplici e che la vita, pur nella sua fragilità, è un dono sorprendente.(da Il Saggiatore)

La raccolta è stata pubblicata negli USA nel 2009, titolo originale Village life, da oggi in libreria con la traduzione di Massimo Bacigalupo per il Saggiatore con il titolo Una vita di paese.

È ambientato in una comunità agricola probabilmente in Italia tra gli anni ’50 e oggi i cui temi ruotano tra voci, esistenze, monologhi di singoli anonimi di un paese altrettanto anonimo, quadri d’ambiente che raccontano, si raccontano: dalle prime luci della vita, dall’ingenuità fino alla disillusione, dove le stagioni che vi compaiono sono in effetti simboli dell’esistere, della vecchiaia, del corpo che cambia e non si riconosce ma si ama nella compassione del trapasso, nella nostalgia del tempo che fu.

Da “Affluenti”

Tutte le strade del paese convergono alla fontana.
Viale della Libertà, viale delle Acacie-
La fontana sorge al centro della piazza;
nei giorni di sole, arcobaleni nel piscio del cherubino.
In estate delle coppie siedono sul bordo della vasca.[…]
Vengono qui a parlarsi, forse
a incontrare un giovane, a vedere cosa rimane della loro bellezza.[…]
Intorno alla fontana ci sono gruppetti di tavoli metallici.
Qui ci si siede quando si è vecchi superate le intensità della fontana.
La fontana è per i giovani, che vogliono ancora specchiarsi. […]
Quando il tempo è bello, qualche vecchio indugia ai tavoli.
Ormai la vita è semplice: oggi un cognac, domani un caffè e una sigaretta.[…]
Cala l’oscurità, la piazza si svuota.
Le prime foglie d’autunno cospargono la fontana.
Le strade non confluiscono più qui; la fontana le manda via,
verso i colli da cui provengono.
Viale della Fede Tradita, viale della Delusione,
viale delle Acacie, degli Ulivi,
il vento pieno di foglie d’argento,
viale del Tempo Perduto, viale della Libertà che termina in pietra,
non al confine del campo ma ai piedi del monte

Alcuni stralci da un quadro d’insieme e del suo evolvere, un esempio del percorso tematico, del linguaggio, delle simbologie, nei gesti semplici e abituali di chi trova conforto nel crepuscolo, di chi cerca rifugio nei ricordi, tra vitalità e solitudine, memoria e oblio, dall’alba al tramonto della vita.

Louise Glück (New York, 1943 – Cambridge, 2023), autrice di tredici libri di poesie e due raccolte di saggi, ha vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 2020 «per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza dell’individuo». Tra gli altri premi ricordiamo la National Humanities Medal, il premio Pulitzer, il National Book Award, il premio Bollingen, il premio Lerici-Pea alla carriera, il Wallace Stevens Award conferito dall’Academy of American Poets e la Gold Medal for Poetry dell’American Academy of Arts and Letters. Ha insegnato a Yale e Stanford.