
In questo miscuglio di thriller e psicologia, è inevitabile che nella mente di Rocco si affollino i tanti ricordi di un’infanzia con la banda a Trastevere, quel piccolo mondo dove solo un fortunato caso ha deciso che Schiavone sia diventato un poliziotto e non un «bandito», una guardia e non un ladro, al pari dei suoi inseparabili compari, uniti in un’amicizia che non c’è più, distrutta dal tempo, dal destino o forse solo da appetiti personali. Ritrovare Sebastiano misteriosamente scomparso in Sud America sarà forse possibile. Impossibile ritrovare l’amico. Antonio Manzini torna a raccontare i fantasmi del suo vicequestore, ma questa volta lo fa per chiudere un cerchio, uno dei più dolorosi della sua vita.(dal Catalogo Sellerio Editore)
Un titolo lunghissimo che ricorda quello di un noto film di Scola del 1968 che raccontava un viaggio alla ricerca di un amico scomparso in Africa; in questo caso invece Rocco si avventura nell’America latina, con primo approdo a Buenos Aires dopo un viaggio lungo e stressante per la sistemazione, sebbene in prima classe, ma soprattutto per la mancanza di fumo durante le 14 ore della durata. Rocco parte con Brizio alla ricerca di Furio a sua volta alla ricerca di Sebastiano, ma anche in cerca di risposte e non solo:
“Aveva voglia di visitare la capitale argentina, di comportarsi come un qualsiasi turista, ma il tempo per quelle attività era finito da un pezzo per Rocco, spazio per la leggerezza non c’era più. Furio era alla ricerca di Sebastiano da quindici giorni, il vantaggio era incolmabile. E lui voleva trovare Sebastiano prima di Furio. Questo era il nodo del problema, prima che succedesse qualcosa di irreparabile. Le ultime parole di Furio erano state di vendetta, di rabbia e di frustrazione. Non poteva permettere che fra i due succedesse ciò che pareva inevitabile”
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