Antonio Manzini “Gli ultimi giorni di quiete” presentazione

Da un fatto realmente accaduto, una storia di cronaca nera, Manzini ne ha tratto una diversa da quelle a cui si è fino ad ora dedicato. Un fatto di sangue con un giovane morto ammazzato e un assassino, ma la storia che Manzini vuole raccontarci va oltre gli avvenimenti, entra nei personaggi coinvolti e indaga le ragioni di ciascuno, dal punto di vista di ognuno dei protagonisti, legate alle conseguenze psicologiche non solo di quanto accaduto ma anche per le implicazioni forti e feroci determinate dalle delibere giudiziarie. Non è difficile da immaginare lo stato d’animo di chi accoglie il verdetto, la cronaca giornalistica ne offre prove quotidiane. Anni di attesa e processi e condanne più o meno lievi, più o meno soddisfacenti ma difficilmente acquietanti. E così il lettore segue le vicende, segue Nora e Pasquale proprietari di una tabaccheria dove il loro giovane figlio viene ammazzato durante una rapina. Due vite distrutte dalla tragedia. E poi un giorno l’incontro in treno di Nora con l’assassino, già libero, già pronto a rifarsi una vita. Cosa scatenerà questo incontro nella madre annichilita dal dolore?

Tante domande sicuramente, e reazioni. Un dilemma che coinvolgerà il lettore in molte riflessioni per vittime e carnefici.

“Da anni Antonio Manzini aveva in mente questa storia, tratta da un fatto vero. E ha voluto scrivere non un romanzo a tesi, ma un romanzo psicologico su tre anime e su come esse reagiscono di fronte a un’alternativa morale priva di una risposta sicura. E leggendo queste pagine si resta disorientati, non solo perché l’autore ha scritto una storia diversa dalle sue trame che ci sono più famigliari, ma soprattutto perché è riuscito a raccontare, dentro gli intrecci propri di chi è maestro di storie, l’impossibilità di farsi un giudizio netto. Impossibilità di chi legge, e di chi scrive; ma anche dei personaggi che vivono la vicenda. Questi possono scegliere (e le loro scelte sono diverse) ma perché costretti a farlo, così come la vita costringe. Questa specie di cortocircuito, tra ragione e vita, è il dubbio etico che Manzini esplora in tutto il suo spazio”(Dal Catalogo di Sellerio Editore)

Dello stesso autore “Rien ne va plus”

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