
“Telefono” , l’ultimo romanzo di Percival Everett, edito in Italia da La nave di Teseo, traduzione di Andrea Silvestri, non è stato solo tra i finalisti del premio Pulitzer 2021, ma è un romanzo che si compone di tre romanzi, stesso titolo quasi stessa copertina, ma con finali diversi e ovviamente altri differenti dettagli.
Sono tre diversi svolgimenti del medesimo impianto narrativo.
Una forzatura, una ribellione, una stravaganza?
Sicuramente un gioco letterario che scardina l’univocità della creazione narrativa seguendo ipotesi possibili di sviluppo da un unico impianto.
Al lettore non resterà che leggerli tutti e tre?
A parte questa decisione tutta appannaggio del lettore, il romanzo affronta il dramma di un padre che scopre la figlia affetta da una malattia grave e dello stesso padre che cerca di affrontare il proprio dramma familiare e affettivo rispondendo, indagando e cercando di venire a capo di uno collettivo.
Ma chi è Zach Wells, il protagonista?
Si dichiara sin dalle prime pagine incapace di essere felice nonostante nulla appaia mancare nella sua vita. è un geologo, in particolare un paleobiologo e docente universitario che contemporaneamente ama dedicarsi alla ricerca, ha una bella moglie e una bella casa, ma ha una sola gioia, vera e appagante, sua figlia Sarah che scoprirà affetta da una malattia inguaribile. E poi quel biglietto trovato nel colletto di una camicia acquistata su ebay: “Ayudame” un grido d’aiuto proveniente da Ciudad Juarez, Messico, dove negli ultimi decenni sono scomparse centinaia di donne.
“ Un romanzo di sentieri che si biforcano, in cui le suggestioni paleontologiche e scacchistiche si fondono alle prove estreme di una famiglia e di un matrimonio, le domande esistenziali di un uomo al mistero delle donne scomparse nella “città del Male”. Finalista al premio Pulitzer 2021, Telefono è un’opera intensa ed emozionante sulla mancanza e la perdita, ma soprattutto sull’opportunità di riscatto che può nascere dalle difficoltà”. ( da La nave di Teseo)
da cui anche
Brevi note biografiche
Percival Everett (1956), autore e professore presso la University of Southern California, ha scritto numerosi libri, tra i quali: Cancellazione (2001), Deserto americano (2004), Ferito (2005), La cura dell’acqua (2007), Non sono Sidney Poitier (2009), Percival Everett di Virgil Russel (2013).
Ha ricevuto lo Hurston/Wright Legacy Award e il PEN Center USA Award for Fiction. Vive a Los Angeles.