
Nadia Fusini, saggista e studiosa di letteratura inglese comparata, è anche autrice di varie opere di narrativa. Con Maestre d’amore. Giulietta, Ofelia, Desdemona e le altre, pubblicato da Einaudi nel corrente anno, torna alla saggistica con un’opera dedicata all’amore, come si legge nella ouverture “convocando a madrine le donne – sì, le donne, alle quali Dante attribuisce uno spontaneo «intelletto d’amore»” aggiunge. Non è nuova a parlare d’amore anche in pagine di narrativa: ricordiamo il bel romanzo epistolare “L’amore necessario” o nel più recente “Maria” in cui l’amore fa male.
L’autrice accompagnerà il lettore “nelle tragedie e nelle commedie di Shakespeare come fossero scene della vita, anche se è consapevole nello stesso istante di vivere la gioia della letteratura, senza sosta dentro e fuori dagli intrecci e dalle trame per vedere che ne fa la letteratura della vita” (dalla presentazione del saggio dal Catalogo Einaudi)
Le sventure della giovanissima Giulietta, di Ofelia, l’incolpevolezza di Desdemona, la bisbetica Caterina fino ai protagonisti de “La dodicesima notte”, i due gemelli Viola e Sebastian, dove il tema dell’equivoco e della finzione si rendono più evidenti nel racconto di Shakespeare e al suo modo di concepire maschile e femminile all’alba dell’età moderna.
“Forse aiutati in parte dal fatto che a teatro i ruoli femminili dovessero essere interpretati da giovani attori, forse per l’usanza del cross-dressing che imperversava nella Londra dell’epoca, la mente e il corpo di Shakespeare ci parlano di un corpo d’amore che non è «né femmina, né maschio, ma femmina e maschio insieme», ci dicono che «per vivere, che è la stessa cosa che amare, bisogna disobbedire», che le donne vivono «l’avventura eroica di amare in una concezione paritaria della differenza». Ci parlano insomma dell’«ambiguità scandalosa dell’amore»” (dalla presentazione del saggio dal Catalogo Einaudi)
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