
Kawaguchi Toshikazu, nato a Osaka nel 1971, è un regista teatrale e a 44 anni si è cimentato per la prima volta nella narrativa riscuotendo un notevole successo con “Finché il caffè è caldo” di cui propone un sequel, il secondo capitolo della quadrilogia dove ovviamente non manca un nuovo caffè, ma speciale, perché “Basta un caffè per essere felici”. I personaggi sono ancora una volta alle prese con una fase o un episodio della loro vita di cui portano profondo il rammarico e pensano di porvi pertanto rimedio tornando indietro nel tempo, anche se conoscono la regola, il passato non si cambia, ma si può rivivere il momento in cui si sono prese decisioni giudicate in seguito sbagliate e alle quali ricondurre la propria infelicità: Gotaro, Yuchio, Kaausuki e Kiyoshi devono farsi perdonare e perdonare a se stessi di non aver fatto come in seguito sarebbe sembrato loro più giusto. Un sequel in cui si sciolgono i molti misteri lasciati in sospeso nel primo. Una nuova favola magica che vuole aiutarci a guardare avanti senza rimpianti.
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