La recensione di Maria Anna Patti di CasaLettori

Ispirata a fatti realmente accaduti, un omicidio avvenuto nel 1947 che scosse la città di Canwood e gli esperimenti con l’LSD condotti negli anni Cinquanta, la storia è ambientata in Canada tra i boschi e le praterie del Saskatchewan: un ragazzino, Leonard, solo e solitario con relazioni sociali e familiari difficili, frequenta e stabilisce un forte rapporto di amicizia con Bill, detto “zampe di coniglio” un uomo selvatico, che vive isolato e ai margini in un rifugio che lui stesso ha scavato alla base di una collina, ma capace di diventare per Leonard un riferimento affettivo. E poi il fatto efferato: l’accaduto allontanerà fisicamente i due, ma non verrà a cessare il legame viscerale e profondo che si era creato. Si ritroveranno più tardi, dodici anni dopo, il ragazzino come medico dell’ospedale psichiatrico dove l’altro è ricoverato.
Dalla Quarta di copertina
Mi manca Bill, mi manca quel pezzo del mio passato in cui ci conoscevamo e ci appartenevamo. E mi manca il futuro che non abbiamo mai avuto. Mi manca la possibilità reale di un lieto fine. Mi manca l’invenzione di una macchina che trasformi un’azione sbagliata in pensiero, la rabbia in amore
Brevi note biografiche
Helen Humphreys (1961) narratrice e poetessa canadese. Le opere: nel 2002 Il giardino perduto nel 2008 il romanzo Coventry ( uscito in Italia nel 2010). In Italia Playground ha pubblicato Cani selvaggi e Il canto del crepuscolo nel 2015, Notturno nel 2013, La verità, soltanto la verità nel 2011.