
Dov’è Terramarina? È un luogo del cuore, dove si torna senza mezzi di locomozione, dove si sta bene come non altrove, dove si sente e l’accudimento e l’avventura, è “casa”, il luogo dell’amurusanza nonché seguito alle omonime pagine.
Protagonista è la bella Agata alta, slanciata, gran petto palombino, fianchi tondi, occhi del più acceso azzurro, incarnato di pupa e capelli neri a onde lunghe, insieme a quella generosa famiglia fatta dai tanti protagonisti che si incontrano sin dalle prime pagine, nella notte della vigilia di Natale nel piccolo borgo siciliano quando Agata ha deciso di restare sola a rinverdire ricordi amari: la morte del marito e i sentimenti nuovi verso Andrea che ora le manca. La Tabacchera, ora Sindaca, questi i suoi nomignoli, ha declinato l’invito della famiglia allargata che non vuole saperne di lasciarle trascorrere in solitudine una notte così speciale. E sarà il caso o la magia del luogo o la bellezza o la poesia che porterà Luce, la neonata abbandonata, la nuova nata, da accogliere nella comunità. Tea Ranno con il suo stile narrativo che sa fondere armoniosamente e senza difficoltà per chi legge il dialetto e la lingua la cui musicalità si fa dolcezza, sa trasportare il lettore nel vivo delle vite dei tanti abitanti di quel grumo di case adagiato sulla mano di Dio.
È la sera della vigilia di Natale e Agata, che in paese tutti chiamano la Tabbacchera, guarda il suo borgo dall’alto: è un pugno di case arroccate sul mare che lei da qualche tempo s’è presa il compito di guidare, sovvertendo piano piano il sistema di connivenze che l’ha governato per decenni e inventandosi una piccola rivoluzione a colpi di poesia e legalità.
Ma stasera sul cuore della sindaca è scesa una coltre nera di tristezza e “Lassitimi sula!” ha risposto agli inviti calorosi di quella cricca di amici che è ormai diventata la sua famiglia: è il suo quarto Natale senza il marito Costanzo, che oggi le manca più che mai. E, anche se fatica ad ammetterlo, non è il solo a mancarle: c’è infatti un certo maresciallo di Torino che, da quando ha lasciato la Sicilia, si è fatto largo tra i suoi pensieri.
A irrompere nella vigilia solitaria di Agata è Don Bruno, il parroco del paese, con un fagotto inzaccherato tra le braccia: è una creatura che avrà sì e no qualche ora, che ha trovato abbandonata al freddo, a un angolo di strada.[…]
E anche brevi note biografiche:
Tea Ranno è nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963. Dal 1995 vive a Roma. È laureata in giurisprudenza e si occupa di diritto e letteratura. Ha pubblicato per e/o i romanzi Cenere (2006, finalista ai premi Calvino e Berto e vincitore del premio Chianti) e In una lingua che non so più dire (2007). Nel 2012 è uscito per Mondadori La sposa vermiglia, vincitore del premio Rea, e nel 2014, sempre per Mondadori, Viola Fòscari. Nel 2018 ha pubblicato Sentimi (Frassinelli) e nel 2019 L’amurusanza (Mondadori).