“Come sfuggire alla melensaggine che si diffondeva a macchia d’olio, aggravando la pena di tutti? L’unica cosa che mi è venuta in mente è stata di offrire a chi avesse avuto voglia di servirsene una storia negativa al tampone, ma non solo, che del tampone proprio ignorasse l’esistenza”; come non comprendere questa reazione dell’autrice al “maledetto virus”? “Così ogni mattina, – continua – dal 16 marzo al 3 maggio, mi sono alzata e come prima azione della giornata ho scritto cinque o sei pagine e le ho postate”.

Ne è nato un romanzo che si preannuncia una trilogia, come dimostra, pubblicata in appendice, la prima puntata del secondo volume, un romanzo corale sbocciato su Facebook e lì condiviso, modificato, arricchito di suggerimenti da parte degli amici di Fb come scrive l’autrice in Quarta di copertina.
Cosa racconta?
Racconta dei Boscolo una famiglia con propaggini in America: la storia si muove in varie località ma principalmente a Rivabella, una cittadina immaginaria sul lago Maggiore, e in una palazzina in via delle Magnolie 11 dove quasi tutti i Boscolo risiedono. La trama prende il via dalla notizia ferale che Jeremy, nipote di zia Antonia, dalla lontana Bridgeton nel New Jersey sarebbe venuto a lavorare in Italia e pertanto si rendeva utile l’appartamento al secondo piano di proprietà dei Boscolo americani, appartamento affittato dai Boscolo di Rivabella che ne intascano truffaldinamente affitti decennali. Un appartamento fatto credere cadente ai legittimi proprietari, i cugini americani, ma in realtà affittato a loro insaputa. E la storia continua, a puntate!
Dal Catalogo Giulio Einaudi Editore
Nato come un romanzo a puntate durante il lockdown, potente antidoto ai limiti della clausura, questo primo capitolo della saga dei Boscolo ci travolge con i suoi personaggi e le loro sgangherate avventure, in uno scenario che assomiglia poco alla vita reale, ma che della vita reale ha tutta la sapiente, incontenibile follia.