Concita De Gregorio “In tempo di guerra” recensione di Simonetta Fiori da La Repubblica Cultura 12 novembre

Ricucire i fili strappati tra due generazioni

di Simonetta Fiori

Succede a un certo punto del cammino: non ci si volta più indietro, si smette di scrutare i giganti con cui ci si è confrontati per una vita, per guardare solo in avanti, verso chi un posto nella storia fatica a trovarselo. Che mondo lasciamo ai nostri figli, ai tanti soldati di una guerra invisibile condannati a eterna precarietà? Un mondo alla fine del mondo? Non è un bell’affare. Il merito del nuovo libro di Concita De Gregorio, In tempo di guerra, è proprio questo: dare voce a una leva dimenticata, i trentenni del nuovo secolo, i nati nell’Italia ubriaca degli Ottanta che oggi sono espulsi dal lavoro, da una vita affettiva stabile, da un radicamento territoriale, talvolta perfino dalla verità sentimentale della propria lingua. […] Marco Senese, il protagonista del libro, è la sintesi dei tanti trentenni che ogni giorno scrivono a Concita nella sua rubrica. […] E la lettera, la forma epistolare, è la struttura narrativa che sorregge il racconto, un incrocio di mail tra i vari personaggi che rappresentano le generazioni dell’ultimo mezzo secolo. […] A mettere insieme materiali e stili diversi provvede la scrittura di Concita De Gregorio che ti prende per mano e ti conduce fino alla fine della storia senza mai farti perdere il filo della speranza.

Leggi anche l’anticipazione da La Repubblica Cultura

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