Autori Vari “Piccoli ritratti di gatti”, presentazione

Per i giovani lettori

Selvatici e teneri, furbi e giocherelloni, indipendenti e maliziosi… Sfogliare queste pagine è come percorrere una magnifica galleria di ritratti di gatti: testi appartenenti a epoche e stili differenti si accompagnano a illustrazioni contemporanee, raccontandoci le mille sfaccettature dei misteriosi felini che da sempre affascinano scrittori e artisti.(da Rizzoli Libri)

Il testo si compone di versi poetici ed estratti da opere di grandi della letteratura (come ad esempio Charles Baudelaire, Guillaume Apollinaire, Lewis Carroll) che hanno voluto dedicare a questi particolari amici a quattro zampe i loro scritti, per ritrarli, per evidenziarne le speciali caratteristiche che da sempre li rendono misteriosi e affascinanti.

Il testo è corredato da illustrazioni di artisti francesi contemporanei (Rébecca Dautremer, Jean-François Martin, Nathalie Choux, Sandrine Bonini, solo per citarne alcuni).

E, per restare in tema, alcuni bozzetti di Salvina Pizzuoli

Gatti

Randagi
Se ne stanno vicini vicini, quasi non ci fosse più spazio, ma non soffiano, non  aggrediscono, non si azzuffano. Aspettano.
Sono tanti e sanno, come creature avvezzate, l’ora il giorno e il luogo di quel pasto promesso. Si assembrano allora nelle vicinanze: c’è chi attende sdraiato, mostrando ancora meglio invalidità e menomazioni, chi si apposta in posizione strategica, in alto, per scorgere da lontano l’arrivo sperato, c’è chi per ingannare l’attesa si rannicchia su se stesso, nell’allerta costante di un orecchio sollevato, chi con fare da sentinella monta la guardia accovacciato sulle zampe posteriori, il muso intento, la coda arrotolata ad abbracciare le zampe anteriori, l’aria tesa di chi spera e non sa se ha riposto troppa fiducia in quell’attesa. L’assembramento è variopinto: sono di tutti i colori e di tutti gli screziati possibili e non sempre ben assortiti. Non sono belli o graziosi o eleganti, mostrano anche nelle fattezze i segni di una vita emarginata, senza identità, spaventati e arresi.
Una maschera nera su un naso bianco, un occhio marrone e uno spento, una zampa maldestra, una coda sbilenca, l’aria insicura  sotto lo sguardo vigile, la paura nello scatto sempre pronto.
Ora, chini sui contenitori di plastica ingombri di miscugli colorati che nulla hanno a che spartire con la dieta di una razza felina, consumano pazientemente quanto viene loro elargito.

Di razza
Acciambellato tra cuscini vaporosi non fa una mossa, sembra dipinto. Il pelo lucido e compatto, lo sguardo svagato, l’aria sicura e di sfida di chi ottiene senza chiedere attenzione e moine. Annoiato da tanto interesse, non partecipa, ma con distacco divistico, accetta.
Pigramente si solleva e con fare aggraziato segue un percorso abituale che da braccioli a  spalliere lo porteranno sul davanzale, dietro i vetri di un’ampia e luminosa finestra, tutta per lui, per la sua distrazione e divertimento. Perfetto, elegante, armonioso, tutto da guardare, se ne sta in posizione accovacciata, la bella testa eretta, le orecchie svettanti, la coda agitata da piccole e cadenzate battute sul legno levigato del davanzale, quasi a scandire il tempo di una visione felice, ma contenuta. Abitudinario e preciso, conosce bene i tempi dello svago e del sonno e della tenerezza e degli spuntini. La sua ciotola è sempre piena di biscottini, da sgranocchiare  e spilluzzicare; non mangia, assaggia con il fare pulito di tutti i componenti la sua razza, ma più aggraziato e con quella noncuranza tipica di chi sa che non gli mancherà mai né la quantità né la varietà.

Di campagna
Tra le erbe alte il suo mantello a chiazze bianco e nero si nota  evidente, ma questo non preclude la riuscita della caccia. È acquattato e teso. Ogni suo muscolo è quasi visibile nella tensione. La preda ignara prosegue il suo percorso, ma non è mai perduta di vista. Si maschera e mimetizza tra le erbe che con i loro flessibili fuscelli gli fanno da tana  e lo nascondono. Non si muove in fretta, ma quasi striscia, sollevandosi appena sulle zampe schiacciate sul terreno.
La coda annuncia l’agguato; è tesa, quasi rigida. Tutto il suo corpo si muove impercettibilmente accompagnato dal fremito appena visibile della coda. Lo scatto è improvviso: le unghie delle zampe anteriori sono atterrate precisamente sulla vittima, la bocca ora si muove all’unisono e afferra ciò che è già stato artigliato e stordito e bloccato. La caccia è finita e la preda ora ciondola dalla sua bocca. Si muove  con fare trionfante verso un luogo appartato a consumare.

Di città
Attraversano strade trafficate con la testa incassata nelle spalle, quasi a ignorare il pericolo. Raggiungono i marciapiedi come approdi di naufraghi. Un salto sul muretto più basso e poi  ancora salti verso giardini e terrazze e cortili dove chiedere ospitalità e rubare un magro e sudato pasto artigliando e sforacchiando robusti sacchi di plastica che custodiscono appetitosi, ma avari avanzi. Uno zerbino come giaciglio o il cuscino morbido di una poltrona, quando va bene. Sonni poco profondi e sempre allerta, miagolii disperati quando la fame è troppo insistente; se c’è chi risponde alle richieste si diventa amici, ma occasionali.
Procedono guardinghi lungo i marciapiedi, si fermano un momento e si guardano intorno dubbiosi,  proseguendo poi per la loro meta. La città offre affascinanti avventure; è grande e piena di spazi da esplorare. Spariscono a volte per mesi interi, ma spesso tornano guidati da un istinto infallibile e dalla ricerca di un posto al sicuro. Avvezzi a tutti i pericoli e difficoltà vivono alla giornata, ma ricordando precisamente i punti nei quali trovare cibo a buon mercato, giacigli accoglienti, caldi ricoveri nelle notti quando il freddo è pungente.
Pance vuote, levatacce, corse sfrenate di inseguimenti più o meno molesti  di simili o di umani, incidenti mortali: risvolti malevoli della vita vagabonda di città.

Generosi
Lo zerbino è un vassoio per gli omaggi: un topolino, un passerotto, una lucertola; non sono quotidiani, ma occasionali. Ottimo cacciatore, è discreto, non chiede, non pretende, ma all’occorrenza sa farsi accudire. Per  generosità offre il suo  prezioso carniere o è spinto da desiderio di affermazione? È muscoloso e agile, più di altri della sua razza. I suoi salti sono poderosi e sicuri anche quando l’altezza è rilevante. Nonostante si fa mansueto e domestico quando balza sui davanzali per ricevere la guadagnata considerazione.

Genisi, Oliva, Venezia, Verasani “Le invisibili”, presentazione

Le protagoniste di questi racconti sono donne. Sono mamme, figlie, assassine spinte da passioni incontrollabili, o ragazze che quella vita criminale l’hanno scelta. Aspiranti rockstar soggiogate da viscidi produttori, attrici per caso, truffatrici approdate dall’Est Europa nel Sud Italia più profondo. [..] Prede di un sistema ingiusto e oppressivo, hanno fatto del delitto la sola via di fuga. Sono le invisibili. Sono il nuovo volto del crimine.(da Rizzoli Libri)

Quattro autrici, quattro racconti che hanno per protagoniste donne insospettabili ma capaci di uccidere per chiudere un capitolo amaro della loro esistenza o che hanno appena capito se stesse o la possibilità di essersi ritrovate.

Quattro racconti molto diversi, ma accomunati dalle storie dalle loro protagoniste alla ricerca di riscatto o di quella che potremmo chiamare “giustizia” per colpe che non hanno per meritare soprusi e angherie dagli umani e dalla vita stessa: il primo ci porta nel mare del Salento tra moderne sirene anch’esse però ammaliatrici spietate. Il secondo indaga una violenza vissuta per un sogno immaginato come realizzabile e poi spento dall’ insensibilità di chi si avvale del proprio ruolo di potere. Nel terzo una donna si rivela a se stessa in una lettera indirizzata alla sua accusatrice, colei che era riuscita ad indagare fino in fondo. Nell’ultimo un do ut des, come presuppone il titolo, per liberarsi reciprocamente di un fardello che mina l’esistenza rendendole succubi e vittime, dal finale inatteso.

Siamo donne comuni, donne su cui nessuno si sofferma, siamo invisibili

Da Rizzoli Libri brevi note biografiche

Gabriella Genisi nata a Bari, ha pubblicato per Rizzoli Pizzica amara (2019) e La regola di Santa Croce (2021). È autrice della serie del commissario Lolita Lobosco, da cui è stata tratta la fiction televisiva di successo Le indagini di Lolita Lobosco.

Marilù Oliva nata a Bologna, è scrittrice, saggista e docente di lettere. Tra i suoi libri ricordiamo L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre (2020), Biancaneve nel Novecento (2021) e L’Eneide di Didone (2022), tutti editi da Solferino.

Mariolina Venezia è nata a Matera e vive a Roma. Per Einaudi ha pubblicato Mille anni che sto qui (vincitore del Premio Campiello 2007) e le indagini di Imma Tataranni. Da questi gialli è stata tratta la serie televisiva di successo Imma Tataranni – Sostituto procuratore.

Grazia Verasani nata a Bologna, è scrittrice, drammaturga, sceneggiatrice e musicista. Tra i suoi libri ricordiamo Quo vadis, baby? (2004), che ha inaugurato la serie con protagonista l’investigatrice privata Giorgia Cantini, ed è diventato un film di Gabriele Salvatores e una serie tv prodotta da Sky.

Su tuttatoscanalibri

Genisi “Terrarossa” e “Lo scammaro avvelenato”

Venezia “Ecchecavolo”

Verasani “Senza ragione apparente” e “Come la pioggia sul cellofan

Maurizio De Giovanni “Un volo per Sara”, presentazione

[…] il passato tutto è tranne che passato. E che invece non perde l’occasione di ripresentarsi, fresco e appuntito, tagliente e pericoloso […] (Maurizio de Giovanni, Corriere 24 maggio ’22)

Continua la serie di De Giovanni con Sara Morozzi “un meraviglioso ping pong tra passato e presente” scrive lo stesso De Giovanni presentando il quinto romanzo della serie sulle pagine del Corriere (cit.). Una storia fatta per Sara perché, scrive l’autore, servivano “ i suoi trent’anni di lavoro in un’unità dei servizi, passati a decodificare il linguaggio non verbale, le espressioni, gli sguardi e le parole non pronunciate”. Ma serviva anche il collega non vedente con le sue precipue capacità di riconoscere voci e rumori, ma anche Pardo e Viola, tutti personaggi già presenti nelle pagine dei precedenti romanzi. Un quinto volume, racconta De Giovanni che era stato già scritto, ma poi è arrivata una notizia di cronaca e tutto si è dovuto modificare: lo scenario immaginato e che si era aperto nella mente immaginifica dello scrittore aveva trovato la sua perfetta ambientazione. Così è nato il nuovo noir.

“Un piccolo aeroplano turistico diretto in Sardegna si schianta nel mar Tirreno con a bordo diverse persone. Tra loro, un noto imprenditore che ha rilasciato la sua ultima intervista poco prima del decollo […] Quando l’agente dei Servizi in pensione Andrea Catapano sente le voci delle vittime – lui che non vede ma sa ascoltare meglio di chiunque altro – un ricordo nitido riaffiora. Così decide di chiamare l’ex collega Teresa Pandolfi, ora a capo dell’Unità investigativa. Il disastro potrebbe celare un mistero che risale agli anni di Tangentopoli.[…]L’unica che può scoprire la verità è la donna invisibile, Sara Morozzi. Affiancata dall’ispettore Davide Pardo e da Viola, Mora si trova a investigare su personalità pubbliche intoccabili, scavando dentro gli ingranaggi del potere d’Italia a suo rischio e pericolo, senza paracadute.(da Rizzoli Libri)

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

Gli occhi di Sara

Tre passi per un delitto

Il metodo del coccodrillo

Valeria Montaldi “Il filo di luce” presentazione

Ducato di Milano 1447. È Margherita la protagonista di una storia esemplare che ha inizio durante i festeggiamenti per la morte dell’ultimo detestato Visconti. Il lettore la seguirà fino al 1487 nella Milano degli Sforza. Margherita è un’orfana, allevata da Tebalda che la fa prostituire nonostante la giovane età, è povera, è analfabeta ma un grande coraggio e la voglia di non arrendersi la spingeranno a fuggire e la sua vita prenderà un nuovo corso: impara a leggere, scrivere e a lavorare la seta, fino a diventare maestra nell’arte di questa lavorazione e guidare una delle più importanti manifatture tessili di Milano. Un romanzo storico denso di figure femminili e realmente esistete e frutto dell’immaginario.

“Valeria Montaldi, maestra del genere, firma un romanzo storico sorprendentemente attuale, una storia di riscatto e solidarietà sul palcoscenico di una Milano sforzesca che non è mai sembrata così viva. Una città dove è possibile che anche la più umile delle popolane diventi padrona della propria vita”.( da Rizzoli Libri)

Brevi note biografiche

Valeria Montaldi ha esordito nel 2001 con Il mercante di lana, cui sono seguiti Il signore del falco, Il monaco inglese, entrambi finalisti al Premio Bancarella, Il manoscritto dell’imperatore, La ribelle e La prigioniera del silenzio, tutti disponibili in BUR, La randagia e Il pane del diavolo. I suoi romanzi sono stati pubblicati anche in Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Grecia, Serbia, Ungheria, Brasile. Il suo sito è http://www.valeriamontaldi.it. (da Rizzoli Autori)

Walter Veltroni “La scelta”, presentazione

Roma, 19 – 26 luglio 1943, una pagina della storia recente: il bombardamento nel quartiere San Lorenzo e l’arresto di Mussolini, la fine di un’epoca segnata dalle decisioni di pochi, come sempre accade in dittatura. Una famiglia di un quartiere popolare affronta la nuova realtà con le scelte di ciascuno in un momento difficile.

Ascenzo De Dominicis, il capofamiglia, fascista convinto e sincero, usciere dell’Agenzia di stampa Stefani di cui Morgagni è il gestore, un fascista nella cui propaganda di regime ha creduto.

Cosa accade quando il mondo che ti dava fiducia e affidamento si sgretola? Come reagisce un uomo di fronte al crollo di una convinzione e del suo ruolo di capofamiglia?

E il lettore seguirà i quattro membri della famiglia, la moglie, la figlia adolescente, il figlio che si ribellerà al padre anche in modo plateale e che aderirà alle forze antifasciste.

La scelta di Ascenzo e la scelta di tutti gli altri componenti in una Roma che vede letteralmente i più “spogliarsi” degli abiti e degli intenti di adesione ad un mondo ormai alla fine per abbracciarne di nuovi.

“A San Lorenzo piovono bombe. Mentre il mondo di prima scompare, ogni membro della famiglia De Dominicis deve fare i conti con un presente che scaglia l’uno contro l’altro. In sei giorni Roma è bombardata dagli Alleati e Mussolini cade. La Storia corre veloce e mette tutti con le spalle al muro. È, in ogni casa italiana, il momento della scelta. Walter Veltroni racconta di generazioni diverse che, ieri come oggi, devono ricominciare a parlarsi. Perché solo quando i figli affrontano i padri, e i padri, almeno per un attimo, si ricordano di essere stati figli, è possibile lasciarsi il buio alle spalle, aprire porte e finestre al futuro”. (da Rizzoli Libri)

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri: la trilogia con il commissario Buonvino

“Assassinio a Villa Borghese”

“Buonvino e il caso del bambino scomparso”

“C’è un cadavere al Bioparco”